Ginestra (A.GI.SCO.): "Solidarietà a colleghi e lavoratori dell'Emilia Romagna, invitiamo a sospendere la raccolta del gioco durante la manifestazione del 17 settembre"
"Siamo solidali con i colleghi e i lavoratori dell'Emilia Romagna che manifestano martedì 17 alle ore 9 di fronte alla sede della Regione per preservare la rete di raccolta del gioco pubblico ed abbiamo invitato tutti i nostri Associati a sospendere l'attività fino alle ore 16, in concomitanza della protesta. Del resto la problematica, come noto, non è limitata all'Emilia-Romagna, dove in conseguenza della scadenza dei termini previsti dalla Legge Regionale sul Gioco d’Azzardo Patologico, i comuni stanno applicando le norme sul distanziometro, intimando alla quasi totalità dei punti di raccolta gioco di cessare l’attività". E' quanto afferma Francesco Ginestra, Presidente A.GI.SCO. Associazione Giochi Scommesse, in vista della manifestazione in programma il prossimo 17 settembre. "L’applicazione del distanziometro – prosegue Ginestra – è un argomento estremamente grave che riguarda tutta la categoria, non solo i colleghi coinvolti che hanno la sfortuna di operare nelle Regioni che non hanno modificato le precedenti norme e non salvaguardano le attività esistenti prima dell’entrata in vigore della Legge che prevede questo strumento sbagliato che non serve per combattere eventuali problematicità legate al Gioco. Auspichiamo – conclude Ginestra – che il Consiglio Regionale dell'Emilia Romagna accolga i manifestanti, ascolti le nostre motivazioni e proceda, al pari di altre Regioni, a modificare la Legge per non cancellare l'attuale rete legale di accettazione del gioco pubblico". lp/AGIMEG
Emilia Romagna, Ughi (Obiettivo 2016) ad Agimeg: “Proroga di 12 mesi strada percorribile, operatori di gioco non hanno colpe”
“Ritengo che la proroga per un anno possa essere una strada percorribile, ho notato un atteggiamento favorevole da parte dei capigruppo delle diverse parti politiche. Hanno ammesso con onestà che quando si fa una legge non è detto che si centrino tutte le condizioni per le quali è stata fatta e che alcune modifiche in corsa possano anche essere giuste”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg Maurizio Ughi, patron di Obiettivo 2016, che ha partecipato all’incontro odierno a Bologna con gli assessori per discutere della legge regionale Emilia Romagna sul gioco, che con l’applicazione del distanziometro rischia di portare alla chiusura moltissime attività con conseguenti gravi ricadute occupazionali. “Il problema è che noi – interlocutori e imprese – non abbiamo colpe per questa situazione, non abbiamo fatto altro che adempiere, siamo concessionari dello Stato e invece veniamo colpiti da queste misure restrittive. Sono tuttavia convinto che si riuscirà ad arrivare a un provvedimento di sospensione per 12 mesi dell’applicazione della legge regionale sul gioco”, ha concluso Ughi. lp/AGIMEG
Legge sui giochi Emilia Romagna, Astro e Sapar: "A rischio chiusura aziende del gioco legale e perdite di posti di lavoro"
La legge sul gioco dell'Emilia Romagna, porterà esclusivamente alla chiusura delle aziende di gioco legale e perdite occupazionali. E' quanto affermano le associazioni del settore Astro e Sapar. In una nota inviata alla Giunta regionale sottolineano come "in Emilia-Romagna iniziano a registrarsi i primi effetti derivanti dall’applicazione del distanziometro di 500 metri imposto ai punti dedicati al gioco dalla Legge Regionale n.5/2013. Uno strumento – quello della distanza minima – adottato con il fine ultimo di contrastare la dipendenza da gioco d’azzardo, ma con un’applicazione sul campo che rischia di mancare completamente l’obiettivo ispiratore. Oggi, infatti, l’unico esito a cui si sta assistendo è quello della chiusura delle aziende di gioco legale e delle conseguenti perdite occupazionali, mentre mancano evidenze positive con riguardo alla lotta contro la ludopatia." ac/AGIMEG
Distante (Sapar): ”Urgente valutare gli effetti della legge Emilia Romagna, si rischia di cancellare la rete del gioco lecito lasciando spazi di manovra all'illegalità"
“In Emilia Romagna iniziano a registrarsi i primi effetti derivanti dall’applicazione del distanziometro di 500 metri imposto dalla legge regionale. Stiamo assistendo inermi alla chiusura delle piccole e medie aziende del gioco di Stato e alle conseguenti perdite occupazionali, mentre mancano evidenze positive riguardo alla lotta al GAP”. E' quanto ha dichiarato il presidente Sapar Domenico Distante, che con Astro ha inviato un’istanza alla Giunta della Regione Emilia Romagna, per richiedere con urgenza una valutazione dell’efficacia della legge regionale numero 5/2013 adottata con il fine ultimo di prevenire e contrastare la dipendenza da gioco d’azzardo. “Il rischio è che si giunga alla cancellazione totale della rete terrestre del settore del gioco lecito, lasciando altresì ampi spazi di manovra al gioco illegale – ha detto il presidente Sapar -. Non è possibile che si adottino ancora politiche proibizioniste quando è stato decretato più volte da studi autorevoli che il distanziometro non risolve il problema della tutela della salute pubblica, mentre grava pesantemente sull’occupazione e sul bilancio delle piccole e medie aziende del settore. Per fortuna alcune regioni, in primis la Puglia, hanno iniziato a recepire queste evidenze, optando per una normativa in materia di gioco che salvaguardi sia la salute del giocatore che l’occupazione sul territorio. Pertanto, insieme all’associazione Astro, abbiamo ritenuto necessario richiedere alla regione una valutazione urgente circa l'efficacia della legge regionale, perché è nostro dovere difendere i lavoratori del gioco legale” ha concluso Distante. lp/AGIMEG
Emilia Romagna, Cardia (ACADI): “Legge regionale non tutela salute, libertà di impresa e livelli occupazionali. Fondamentale presidio del territorio da parte dell’offerta legale"
“ACADI con le filiere dei propri associati rappresenta oltre il 70% del sistema di controllo del gioco pubblico e regolamentato in Italia, generando e versando oltre 7 dei circa 10 miliardi di euro all’anno di gettito erariale, riveniente dalla spesa degli utenti pari a circa 18,5 miliardi di euro. ACADI ed i propri Associati hanno già avuto modo di rappresentare in diverse sedi istituzionali che i distanziometri espulsivi per errore tecnico come quelli della legge Regione Emilia Romagna n. 5/2013, da un lato, non curano e, dall’altro, di fatto impongono il proibizionismo alla distribuzione del gioco pubblico sul territorio con perdite di posti di lavoro e chiusure di aziende sane, determinando conseguenze nefaste sul piano della mancata tutela della salute e del risparmio dei cittadini utenti, dell’ordine pubblico, del gettito erariale, e su tutti dell’impresa e del lavoro. A fronte della inidoneità dello strumento e dell’errore tecnico che lo caratterizza, consentire la cancellazione della sostanziale totalità dell’offerta legale attualmente esistente significa aprire le porte all’offerta illegale, significa far chiudere aziende del territorio sane e significa far licenziare il personale con cui le medesime svolgono attualmente per lo Stato funzioni di Incaricato di Pubblico Servizio nell’espletamento di attività per la distribuzione di prodotti controllati, per la raccolta di informazioni per il contrasto all’antiriciclaggio, per la tracciabilità dei flussi finanziari, per la raccolta di un gettito erariale unanimemente riconosciuto da emersione". Sono le parole di Geronimo Cardia, Presidente Acadi, l’Associazione Concessionari dei Giochi Pubblici in una lettera aperta indirizzata alla Regione Emilia Romagna. "ACADI – ha aggiunto – condivide la necessità di portare all’attenzione di tutti le esigenze di tutela della libertà di impresa, dei livelli occupazionali, della legalità e della salute e del risparmio dei giocatori, compromessi dalla regolamentazione regionale, rivelatasi e riconosciuta scientificamente inefficace ed inidonea rispetto agli scopi dichiarati di tutela del disturbo da gioco d’azzardo.Un aspetto che colpisce è dato anche dalla delibera della Giunta Regionale n. 68 del 21.1.2019 la quale tra l’altro prevede che il distanziometro espulsivo trovi applicazione anche per l’attività delle scommesse dalla “scadenza dei contratti di concessione in essere e comunque, comprese le eventuali proroghe, non oltre il 31 dicembre 2019”. In questo modo verrebbero cancellate le verticali distributive del gioco pubblico non solo degli apparecchi ma anche delle scommesse.Vi è già una presa di coscienza a livello nazionale del problema, come peraltro cristallizzato nella Conferenza Unificata di settembre 2017 in cui Stato, Regioni e Provincie Autonome stimolati ad incontrarsi dal Legislatore Nazionale hanno finalmente convenuto sull’importanza del presidio del territorio da parte dell’offerta legale. Un’offerta legale ridotta e contenuta ai livelli voluti dal legislatore, ma esistente e capillare. Basterebbe applicarla.Per quanto sopra ACADI è a completa disposizione della Presidenza, della Giunta, del Consiglio, degli Assessori e delle istituzioni regionali per approfondire e documentare quanto sopra anche in un tavolo di confronto a cui sarà ben lieta di partecipare”, ha concluso. cdn/AGIMEG
Bologna, grande affluenza al sit-in dei lavoratori contro il distanziometro in Emilia Romagna
Iniziato il sit-in a Bologna. Sono numerosi i lavoratori del gioco che hanno deciso di protestare davanti al Consiglio regionale in Emilia Romagna contro le nuove norme regionali. Secondo i protestanti, le nuove disposizioni sul gioco imporranno la chiusura di molte attività a causa dell’applicazione del distanziometro. Imprese e lavoratori, infatti, a breve saranno costretti, ove possibile, a delocalizzare la propria attività, alcuni invece dovranno chiudere per sempre e licenziare i lavoratori. cdn/AGIMEG
Sit-in dei lavoratori contro il distanziometro in Emilia Romagna, a rischio 1.000 posti di lavoro
Davvero numerosi sono stati i lavoratori del gioco che hanno deciso di protestare davanti al Consiglio regionale in Emilia Romagna contro le nuove norme regionali. Con fischietti e gilet arancioni con su scritto "Perché lavoro significa dignità", i proprietari dei negozi specializzati provenienti da tutta la regione hanno cercato di attirare l'attenzione dei responsabili della Regione Emilia per chiedere la modifica della legge regionale sul gioco e l'eliminazione della retroattività. Tale disposizione infatti porterà alla chiusura delle attività già esistenti sul territorio nel momento di entrata in vigore della legge. Sono circa 1.000 gli operatori del settore che rischiano di perdere il posto di lavoro. Al consigliere Michele Facci, che si è fermato a dialogare con i manifestanti, gli operatori hanno ricordato che le attività commerciali costituiscono un presidio di legalità sul territorio e che sono il primo baluardo di contrasto alla ludopatia. cdn/AGIMEG
Emilia Romagna, avv. Sbordoni ad Agimeg: "Consiglio regionale valuterà richiesta di proroga dell'entrata in vigore della legge sul gioco"
"Nell'incontro odierno siamo stati ascoltati dai capigruppo e dal vicepresidente del Consiglio, oltre che da un rappresentante degli assessori. Ne è emerso che verranno fatte valutazioni sulla richiesta di proroga dell'entrata in vigore della legge regionale Emilia Romagna sul gioco. I tempi per la modifica della norma non ci sono, tra l'altra a breve nella regione vi saranno le elezioni, ma in ottica futura vi è disponibilità a tornare sulla questione, anche perché c'è un effettivo problema di perdita di posti di lavoro nel settore". E' quanto ha dichiarato ad Agimeg l'avvocato Stefano Sbordoni (Segretario Generale Utis), a seguito dell'incontro con i rappresentati del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna, a Bologna, dove stamani si è tenuto un sit-in di protesta di operatori e dipendenti delle attività di gioco legale per manifestare contro le norme regionali che impongono la chiusura di moltissime attività. Sono infatti circa 5.000 gli operatori del settore che rischiano di perdere il posto di lavoro. lp/AGIMEG
Giochi, Emilia Romagna: lavoratori in piazza contro il distanziometro, chiesta proroga alla Regione
ROMA – Obiettivo proroga per gli operatori di gioco dell’Emilia Romagna, oggi in campo per la manifestazione organizzata a Bologna, davanti la sede della Regione. I lavoratori del settore – circa mille quelli intervenuti oggi – hanno chiesto una rivalutazione urgente sull’efficacia della legge regionale contro la ludopatia, che prevede l’applicazione del "distanziometro" di 500 metri. «Una delegazione degli operatori è stata ricevuta dai capigruppo dei vari partiti e dall’assessore Andrea Corsini – racconta Christian Piccolo, uno dei promotori della manifestazione – Da parte dei rappresentanti della Regione è arrivata l’apertura a una possibile proroga, richiesta che le associazioni di settore formalizzeranno nei prossimi giorni». Piccolo che ricorda che sono circa 15mila i lavoratori dell’indotto dei giochi: «Di questi, 10mila saranno colpiti dal "distanziometro"». Gli operatori puntano dunque a una proroga che "salvi" provvisoriamente gli esercizi non in regola con la distanza minima dai luoghi sensibili, in attesa di una discussione più approfondita con la Regione per una eventuale revisione della legge. «È fondamentale ribadire che anche noi vogliamo contribuire al contrasto alla ludopatia – hanno spiegato i manifestanti giunti oggi a Bologna – Ma riteniamo che il "distanziometro" e la chiusura a tappeto dei punti fisici non sia una strategia efficace». LL/Agipro
Emilia Romagna, Pastorino (STS) ad Agimeg: “Legge regionale cancella settore del gioco, con nuovo Governo serve riprendere discussione a livello nazionale”
“Cancellare in un colpo solo slot e corner sportivi significa cancellare di fatto un settore importante: le nostre aziende non hanno possibilità di ricollocarsi in altro luogo, significherebbe chiudere l’attività e perdere posti di lavoro. Abbiamo fatto presente le nostre preoccupazioni ai rappresentanti della Regione”. E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg Giorgio Pastorino, Presidente STS, nel giorno della manifestazione tenutasi a Bologna per protestare contro le norme regionali che impongono la chiusura di moltissime attività legate al gioco. Sono infatti circa 5.000 gli operatori del settore che rischiano di perdere il posto di lavoro con l’applicazione del distanziometro. “Il Consiglio regionale può decidere di attuare una proroga, ma in ogni caso il problema va affrontato e non lasciato andare. La cosa più logica a mio giudizio sarebbe riprendere fiato e rimandare la questione per capire come si possa svolgere la discussione a livello non solo regionale, ma nazionale, tanto più che nel nuovo Governo è stato eletto come sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, che per anni ha lavorato a contatto con gli operatori di gioco e con le regioni”, ha concluso Pastorino. lp/AGIMEG
Comuni in ordine sparso, tempi sfasati e proroghe: la legge sul gioco in Emilia-Romagna provoca il caos
ROMA – Proroga: è la richiesta formulata oggi a Bologna da una rappresentanza dei lavoratori dei giochi, riuniti davanti al palazzo della Regione. In realtà, nell’ambito della complessa disciplina vigente sul gioco in Emilia-Romagna, il concetto di proroga non può essere univoco, dato che i termini di legge cambiano a seconda che si parli di sale giochi, esercizi pubblici o corner scommesse. Vale la pena di ripercorrere in sintesi i lineamenti di quella che senza alcun dubbio può essere definita la normativa sul gioco patologico più complicata fra le regioni italiane. Punto di partenza è il distanziometro previsto dalla legge 5/2013, che vieta l’esercizio dei punti di gioco, nonché l’installazione di apparecchi, entro 500 metri da una serie di luoghi sensibili. Per rendere operativo il provvedimento, nel 2017 la Regione ha imposto ai Comuni di predisporre una mappatura dei luoghi sensibili e di inviare in base a questa, nei sei mesi successivi, due tipi di comunicazione alle attività fuori regola: provvedimenti di chiusura per sale giochi e sale scommesse, divieti di installazione di nuovi apparecchi e di rinnovo dei contratti ai titolari degli esercizi pubblici. Agli esercenti delle sale che volevano proseguire la propria attività in zone non proibite era concessa una proroga fino ad un massimo di ulteriori sei mesi rispetto alla data del provvedimento di chiusura.
Alla sollecitazione della Regione, i Comuni hanno risposto in tempi diversi, provocando un notevole sfasamento sul territorio: in alcune zone le chiusure sono già avvenute, in altre non sono neanche cominciate. Le difficoltà palesate da alcune amministrazioni e le proteste degli operatori hanno indotto nel gennaio scorso la Giunta a prorogare alcuni termini, configurando per i punti di gioco non in regola con il distanziometro la situazione seguente: alle sale che intendano trasferire la propria attività in zone non proibite, i Comuni potranno raddoppiare la proroga di sei mesi prevista originariamente dalla normativa. Particolare la disciplina dei corner scommesse: l’attività non potrà protrarsi oltre la scadenza dei contratti in essere, ma sono permesse proroghe fino al 31 dicembre 2019. Più larghi i tempi per gli esercizi pubblici che ospitano al loro interno le slot: non potranno più installare nuovi apparecchi, ma tenere quelli già installati fino al 2022. Quanto alla protesta in atto, gli operatori hanno fatto sapere che dalla Regione è arrivata l’apertura a una possibile proroga. Visto il ginepraio sollevato dalla normativa, resta da capire di quale proroga si parli. MF/Agipro
Emilia Romagna, Avv. Modugno ad Agimeg: “Le istituzioni hanno accolto il nostro invito al dialogo. Serve una proroga della legge regionale”
“Le istituzioni hanno accolto il nostro invito al dialogo. Tutte le parti politiche hanno mostrato interesse ad approfondire la tematica del gioco legale e in particolare la legge regionale, che con queste condizioni avrà effetti nefasti. Una nostra delegazione è stata accolta dei capigruppo e ciò ci ha permesso di analizzare i punti negativi dell’applicazione del distanziamento, che non ha alcuna valenza scientifica nella lotta alla ludapatia, e non fa altro che contrastare il gioco legale. L’esigenza di arrivare ad una situazione più equilibrata ha quindi portato alcuni nostri interlocutori a valutare la proposta di proroga della legge regionale. C’è un intero comparto che rischia la chiusura delle sale e il licenziamento dei dipendenti. Dobbiamo restare con i piedi per terra, vista la situazione, ma sicuramente la sforzo di circa di un migliaio di partecipanti al sit-in un giorno lavorativo, ha aperto un spiraglio”. E’ quanto dichiara ad Agimeg l’avvocato Francesco Modugno, tra i promotori del sit-in di protesta, davanti al Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna, di operatori e dipendenti delle attività di gioco legale che oggi hanno manifestato contro le norme regionali che impongono la chiusura di moltissime attività a causa dell’applicazione del distanziometro. lp/AGIMEG