RASSEGNA STAMPA – RACCOLTA DICHIARAZIONI SEMINARIO GIOCHI 6 COMMISSIONE CAMERA DEPUTATI

RASSEGNA STAMPA – RACCOLTA DICHIARAZIONI SEMINARIO GIOCHI 6 COMMISSIONE CAMERA DEPUTATI

SAVERIO CAPOLUPO – GUARDIA DI FINANZA – GENERALE IN CAPO

Giochi, Capolupo (Guardia di Finanza): "Necessaria certezza normativa e maggiore contrasto a illegalità"

ROMA – "E’ necessario fare chiarezza sul settore del gioco alla luce anche del quadro giurisprudenziale che spesso non riesce a dare certezze. Noi valutiamo positivamente le modifiche contenute nella legge di stabilità ma speriamo che si creino le basi per una certezza giuridica, presupposto imprescindibile per chi applica la norma e per chi opera in questo settore". Lo ha detto il Generale Saverio Capolupo, Comandante generale della Guardia di Finanza, nel corso del seminario istituzionale sulle tematiche relative al settore dei giochi pubblici, organizzato alla Camera dalla Commissione Finanze. "Si tratta di un settore che ha registrato nell’ultimo periodo una caduta di gettito, e su questo bisogna riflettere anche alla luce delle infiltrazioni della criminalità organizzata. – ha spiegato Capolupo – Basti pensare alle 45 aziende sequestrate di recente e alle due operazioni in Campania e in Calabria che hanno dimostrato chiaramente le infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore. Le tecniche utilizzate – ha chiarito Capolupo – sono quelle tradizionali, dalla manomissione degli apparecchi con raccolte non registrate, un’anomalia molto preoccupante, all’installazione di apparecchi illegali, i famosi ’totem’. C’è, inoltre, la raccolta abusiva di scommesse da parte di allibratori esteri e questo, assieme al gioco online, è uno dei profili più delicati, perché bisogna chiarire il concetto di libertà di stabilimento, tra soggetti residenti e allibratori non residenti". In merito al gioco online, inoltre, Capolupo ha precisato: "bisogna definire bene il mondo online che noi, con le nostre strutture tecnologiche, cerchiamo di limitare. La nostra azione, però, non è sufficiente".  "Per quanto ci riguarda abbiamo un reparto che opera in perfetta sintonia con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, – ha ricordato ancora Capolupo – ma è evidente che il problema non può essere risolto solo con la repressione. I 10 mila controlli che facciamo ogni anno non possono che essere un piccolo contributo e non ci aiuta il fatto che spesso i capitali si muovono attraverso canali non ufficiali, come i money transfer. Per questo stiamo cercando di trasferire a questo comparto procedure che attiviamo alla criminalità organizzata e chiediamo maggiori investimenti sulla legalità economica. E’ auspicabile – ha concluso – che ciascuno degli attori istituzionali dia un contributo per attivare una maggiore consapevolezza della rilevanza della sicurezza economica che ha risvolti sia sociali che sui diritti dei cittadini". FP/Agipro

Giochi, Capolupo (Com. Gen. GDF): “Il settore ha bisogno di controlli, non di repressione. Dobbiamo difendere chi opera nella legalità”

 “Il settore ha registrato nell’ultimo anno una caduta di gettito che potremmo ascrivere a una contrazione di reddito disponibile, ma va anche fatta una riflessione sulle infiltrazione della criminalità organizzata in questo settore. Sono stati effettuati sequestri di 45 aziende che operavano nel settore, tra cui alcune particolarmente importanti fatte in Campania e Calabria a testimonianza di come la criminalità sia entrata a pieno regime nel settore. Valuto positivamente le modifiche alla Legge di stabilità per il prossimo anno, ma lascio alla politica le decisioni finali. Per arginare il fenomeno della criminalità nel gioco, anche online, abbiamo creato un reparto specifico che opera in sintonia con l’Agenzia delle Dogane, con la quale lavoriamo a stretto contatto. Ma la soluzione non è la repressione, bensi i controlli, anche se 10 mila controlli l’anno sono solamente un piccolo contributo al tasso di illegalità registrato nello specifico comparto”. E’ quanto ha dichiarato il Generale di Corpo d’armata Saverio Capolupo, Comandante Generale della Guardia di Finanza, nel corso del Seminario istituzionale sulle tematiche relative al settore dei giochi pubblici presso la VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati. “Al di là delle infiltrazioni, le tecniche criminali nel settore sono manomissione di apparecchi di gioco, in relazioni alle quali abbiamo riscontrato due tipologie di illeciti: la prima è quella relativa alle raccolte effettuate ma non registrate, l’altra quella della istallazione di apparecchi illegali, oltre alla abusiva raccolta scommesse attraverso i centri trasmissioni dati. L’altra minaccia viene dai giochi online, dal mondo virtuale: possiamo chiudere alcuni siti, ma il web è troppo vasto. Serve certezza giuridica per gli operatori e per chi deve applicare le norme. Non possiamo criminalizzare il mondo economico, ma dobbiamo difendere chi opera nella legalità”. cr/AGIMEG

Giochi, Capolupo (Guardia di Finanza): "Nei primi 9 mesi del 2015 recuperati 28 milioni di euro di Preu e imposte "

ROMA – "Nei primi nove mesi del 2015 sono state concluse 528 indagini ed eseguiti 4.381 interventi, con la verbalizzazione di 4.685 soggetti e il sequestro di 411 apparecchi da gioco e 1.073 postazioni di raccolta scommesse abusive: tali interventi hanno consentito di recuperare a tassazione circa 28 milioni di euro ai fini del Preu e dell’imposta unica sulle scommesse". È quanto si legge nella documentazione  depositata dal generale Saverio Capolupo, Comandante della Guardia di Finanza, nel corso del seminario sui giochi in Commissione Finanze alla Camera. "Come previsto dalla manovra 2015, è stato effettuati uno specifico piano operativo  di controllo, dal 15 al 21 giugno 2015, nei confronti dei circa 5.000 operatori che non hanno aderito" alla sanatoria per i bookmaker esteri non autorizzati: "Il Corpo ha effettuato 846 interventi, con la denuncia di 371 soggetti e il sequestro di 104 punti di raccolta di scommesse abusive". Nel 2014, invece, l"a Guardia di Finanza ha svolto 766 indagini di polizia per reati in materia di giochi illegali e scommesse clandestine. Sono stati eseguiti anche 9.929 interventi ispettivi, riscontrando 3.343 violazioni, che hanno consentito di verbalizzare 10.988 soggetti e di sequestrare 1.085 apparecchi irregolari e 3.116 postazioni clandestine di raccolta scommesse. Sono stati constatati circa  70 milioni di euro di maggiori basi imponibili ai fini del prelievo erariale unico sugli apparecchi da gioco e dell’imposta unica sulle scommesse". MSC/Agipro  

Giochi, Capolupo (Guardia di Finanza): " Nel 2015 sequestrati 45 complessi aziendali per oltre un miliardo di euro"

ROMA – "Nel 2015 la Guardia di Finanza ha sequestrato 45 complessi aziendali operanti nel settore giochi e scommesse per un valore di oltre un miliardo di euro". Sono i dati relativi all’attività di contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore, contenuti nella documentazione depositata dal generale Saverio Capolupo Comandante della Guardia di Finanza, nel corso del seminario sui giochi in Commissione Finanze alla Camera.  MSC/Agipro

GIUSEPPE PELEGGI – AGENZIA DOGANE MONOPOLI – DIRETTORE

Peleggi (Adm): “Modello italiano funziona, serve trovare un punto di equilibrio”

ROMA – “Sul gioco il dibattito si è vivacizzato negli ultimi anni e ancor di più negli ultimi mesi. Ci sono dei punti fermi e delle questioni aperte”. E’ quanto ha detto il direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Giuseppe Peleggi, nel corso del seminario istituzionale sul gioco in corso alla Commissione Finanze della Camera. “Esiste un modello italiano, diverso da quelli inglese, francese e tedesco – dice ancora Peleggi – Esiste un governo che regolamenta il gioco. Il modello italiano è costruito sulle concessioni, affidate secondo regole comunitarie”. Secondo Peleggi “Non spetta all’Agenzia decidere il tipo di modello, che abbiamo trovato a dicembre 2012. Ci sembra accettabile, è un modello di regolamentazione. E’ cresciuta esigenza di tutela, ma c’è la dimensione della salute che però dipende dalla Regioni, mentre quello della sicurezza sociale nelle città dipende da sindaci e comuni. Le intersezioni sono forti e serve un punto di equilibrio. Servirà discutere su quali siano i danni sociali, rapportandosi col territorio”. PG/Agipro

Peleggi (Adm): “Raccolta a 85 miliardi, una parte importante va allo Stato”

ROMA – In Italia la raccolta del settore giochi “è intorno agli 85 miliardi, ma bisogna togliere il pay out, quello che resta una volta pagate le vincite ai giocatori, dal 2010 al 2014, è stabile a 15/16 miliardi. C’è un effetto redistributivo tra chi gioca chi vince, c’è una quota importante per lo Stato”. Lo ha detto il direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Giuseppe Peleggi, nel corso del seminario istituzionale sul gioco in corso alla Commissione Finanze della Camera. PG/Agipro

Giochi, Peleggi (Adm): “Dobbiamo trovare punto di equilibrio con enti locali. Buono ma ancora difficile il controllo del gioco illegale”

“Sulla materia del gioco sappiamo tutti che il dibattito è molto vivace e si è vivacizzato negli ultimi anni, in particolare negli ultimi mesi”. Lo afferma alla Camera Giuseppe Peleggi, direttore Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, durante un seminario istituzionale sulle tematiche relative al settore dei giochi pubblici. “Osservando dal di dentro il meccanismo dei giochi ci rendiamo conto che ci sono delle questioni aperte – continua Peleggi –. Partiamo da questo: esiste un modello italiano, diverso da quello inglese e per alcuni aspetti da quello francese, diverso ma non troppo da quello tedesco. (In Italia, ndr) esiste un governo che regolamenta il gioco, si tratta di un modello costruito attraverso concessioni” ed è “ancora un modello che funziona. Non spetta all’Agenzia decidere il tipo di modello, noi siamo subentrati nel 2012 e il modello adottato ci sembra accettabile: è un modello forte, controllato”. Un’altra questione aperta riguarda la tutela dei cittadini: “la salute non dipende dall’Agenzia ma dalle Regioni, così come il problema della sicurezza stradale dipende dai Comuni, insomma ci muoviamo in un’area dove le intersezioni sono forti. Anche qui dobbiamo trovare un punto di equilibrio”. E poi “resta la questione delle questioni: il rapporto tra illegale e legale, su questo sono aperto a qualsiasi soluzione la politica voglia adottare”, purché il problema “si risolva. Quello che noi possiamo fare, invece, è continuare con i controlli: ad oggi il livello è buono, adeguato, nonostante le enormi difficoltà”. dar/AGIMEG

Peleggi (Adm): “Riserva statale da tutelare, proibizionismo non è soluzione contro illegale”

ROMA – La riserva statale sui giochi e le concessioni degli operatori sono “un valore difficile da tutelare a fronte di istanze territoriali restrittive”. Lo ha detto il direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Giuseppe Peleggi, nel corso del seminario istituzionale sul gioco in corso alla Commissione Finanze della Camera. “Ma resta anche la questione principale che è il rapporto tra legale e illegale – ha detto ancora Peleggi – La politica dovrà decidere, si può anche scegliere di tenere lo Stato completamente fuori dai giochi e tornare a un proibizionismo assoluto. Ma cosa resterebbe? Scomparirebbe anche il gioco illegale? Forse non esisteva prima della gestione statale?”. PG/Agipro

Peleggi (Adm): “Settore giochi tra i più controllati: 50 mila interventi l’anno”

ROMA – La dimensione dei controlli per il settore giochi in Italia è forte e adeguata: “Su 150 mila soggetti tra bar, tabaccherie, sale, sono effettuati almeno 50 mila controlli annuali. E’ uno dei settori più controllati”. È quanto ha ribadito il direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Giuseppe Peleggi, nel corso del seminario istituzionale sul gioco in corso alla Commissione Finanze della Camera. “Esistono enormi difficoltà, specialmente nei controlli sul web. Molti siti sono stati chiusi, ma la guerra a questo fenomeno non è semplice. Dobbiamo stare attenti all’illegale che sostituisce il gioco legale già nell’immediato: staccare le macchine in un bar potrebbe comportare il collegamento con uno smartphone a un sito completamente illegale”. PG/Agipro

CRISTIANO CANNARSA – SOGEI – PRESIDENTE E AD

Giochi, Cannarsa (Pres. e AD Sogei): “Gestiamo 20 milioni di transazioni di gioco al giorno, ogni anno monitorati 80mila eventi sportivi”

“Sogei da sempre cerca di dare massimo supporto ai Monopoli di Stato e alla GDF. Il gioco per noi è una realtà da circa 10 anni e abbiamo avuto un coinvolgimento diretto dall’inizio nelle varie fasi e, come ricordava il direttore Peleggi, Sogei è una realtà tecnologica di altissimo livello, in quanto il settore del gioco regolato, anche con tutte le sue complessità e criticità, è un’industria a tutti gli effetti e muove il Paese dal punto di vista di aspetti di innovazione tecnologica che possono anche essere riportati anche in altri settori”. E’ quanto ha dichiarato Cristiano Cannarsa, Presidente e Ad di Sogei, nel corso del Seminario istituzionale sulle tematiche relative al settore dei giochi pubblici presso la VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati. “I sistemi di gioco, di convalida e di controllo sono le tre direttrici su cui opera Sogei.  Viaggiamo al ritmo di 20 milioni di transazioni di gioco al giorno, migliaia al minuto, e dal punto di vista di infrastruttura tecnica Sogei ha sistemi di protezioni e una logica elaborativa garantita da 150 server, con una capacità di storage di 230 terabyte. Sogei garantisce un sistema regolatorio che assicura allo Stato la raccolta e assicura ai giocatori un sistema monitorato e sicuro, il tutto contrastando il gioco illegale. Inoltre Sogei con l’Anagrafe dei conti gioco – con 6,4 milioni di conti attivi – permette di monitorare ogni singolo conto gioco e garantisce il contrasto al gioco patologico. Ad oggi sono stati inibiti 5 mila siti, con una media di 400-500 ogni anno. Noi monitoriamo 80mila eventi sportivi l’anno, di cui circa 9 mila live. Le scommesse dal vivo sono sempre più numerose e questo arricchimento del palinsesto e dell’offerta di gioco fanno sì che aumenti il numero di eventi di scommessa per ogni evento sportivo e per questo motivo si è andata complicando la complessità del monitoraggio, che resta tuttavia a livelli di eccellenza”.  cr/AGIMEG

Giochi, Cannarsa (Sogei): "Tecnologia e sicurezza dei dati fondamentali per contrasto riciclaggio e illegalità"

ROMA – "Da circa 10 anni siamo di supporto all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli come partner, quindi abbiamo vissuto le varie fasi di una realtà tecnologica di altissimo livello e in continua evoluzione". Lo ha spiegato Cristiano Cannarsa, presidente e amministratore delegato di Sogei, nel corso del seminario istituzionale sulle tematiche relative al settore dei giochi pubblici, organizzato alla Camera dalla Commissione Finanze. "Si tratta di un sistema che conta 20 milioni di transazioni al giorno, che elabora migliaia di transazioni al minuto. – ha spiegato Cannarsa – Forniamo anche un sistema di protezione e logica garantita da 150 server. I nostri controlli sono costanti e garantiscono al giocatore un sistema sicuro e affidabile.  – ha aggiunto Cannarsa – E’ grande l’impegno nel contrasto al gioco illegale, elemento chiave anche nell’aspetto tecnologico che consente di fare controlli più elevati e veloci".  L’anagrafe dei conti gioco "che oggi ha 6,4 milioni di conti attivi, consente di rilevare l’andamento di ciascun conto anche per contrastare il riciclaggio e prevenire atteggiamenti compulsivi – ha evidenziato ancora Cannarsa – Per quanto riguarda il processo di inibizione dei siti non autorizzati, questi oggi sono circa 5 mila e si è avuta una concentrazione soprattutto nei primi anni. Oggi – ha aggiunto – siamo sui 400-500 siti oscurati ogni anno. Il monitoraggio per l’inibizione e quello dei tentativi di accesso sono fondamentali. Abbiamo anche incrementato il sistema ’Gioco Anomalo Scommesse Sportive’ che, in un match come Catania-Trapani ad esempio, grazie a una segnalazione del sistema ci ha consentito di rilevare l’anomalia e segnalarla alle autorità di competenza. Il Fraud detection – ha aggiunto Cannarsa – è un aspetto su cui abbiamo lavorato molto di recente, realizzato mettendo insieme più strumenti informatici e arricchito con big data di tipo investigativo, ad esempio l’analisi di dialoghi e commenti su siti di gioco illegali attraverso i social network. E’ un’attività – ha concluso – su cui andremo avanti e che mette a frutto esperienze dell’Agenzia delle Dogane per la loro componente di regolazione, della Guardia di Finanza per la sua conoscenza investigativa, e che ha permesso di realizzare uno strumento che velocizza un’attività investigativa che avrebbe, altrimenti, richiesto molto tempo".   FP/Agipro

STEFANO SELLI – CONFINDUSTRIA RADIO E TELEVISIONI – VICE PRESIDENTE

Giochi, Selli (Confindustria Radio Televisioni): "Disponibili a soluzione condivisa per evitare divieto di pubblicità"

ROMA – "Siamo disponibili a trovare una soluzione condivisa pur di evitare il divieto totale della pubblicità del gioco". Lo ha detto, a margine del seminario sui giochi in Commissione Finanze alla Camera, Stefano Selli, vicepresidente di Confindustria Radio Televisioni. "Sicuramente non si può negare l’esistenza di un problema di eccessiva dipendenza dal gioco, ma non credo che il divieto totale possa risolvere la situazione. Siamo disponibili ad attuare interventi anche più restrittivi sui contenuti dei messaggi e sulla loro diffusione e a ospitare campagne di sensibilizzazione sui rischi della dipendenza". MSC/Agipro  

Giochi, Selli (Confindustria Radio Televisioni): "Su pubblicità serve approccio equilibrato e non proibizionistico"

ROMA – "Ci preccupa l’approccio al tema della pubblicità sui giochi, perché è un argomento che può andare facilmente in pasto a spinte forti, facendo venir meno altre forme di controllo". Così Stefano Selli, vicepresidente di Confindustria Radio Televisioni, nel corso del seminario sui giochi in Commissione Finanze alla Camera. "Auspichiamo che il tema del divieto di pubblicità sia affrontato in Parlamento e non nella legge di stabilità. Serve un contesto ragionato ed equilibrato che ascolti le ragioni di tutti". Selli spiega che "siamo sì interessati all’aspetto economico della questione, ma siamo anche disponibili a ulteriori misure restrittive sul messaggio, sui testimonial, sui valori trasmessi dalla pubblicità. Siamo aperti a forme di comunicazione che spieghino i rischi del gioco eccessivo e che rafforzino il concetto di gioco legale". Proprio la distinzione tra gioco lecito e gioco non autorizzato è uno dei punti fondamentali della pubblicità, "importante per distinguere ciò che è legale da ciò che non lo è". Il vicepresidente auspica "un approccio sereno e di disponibilità per campagne di comunicazioni efficaci anche sui rischi e sulla tutela dei soggetti più deboli. Speriamo che l’argomento non venga affrontato con un approccio proibizionistico". LL/Agipro

Giochi, Selli (Confindustria Radio Televisioni): “Sulla pubblicità serve contesto ragionato ed equilibrato, no ad approccio proibizionistico”

 "Auspichiamo che il tema del divieto di pubblicità sia affrontato in Parlamento e non nella legge di stabilità. Serve un contesto ragionato ed equilibrato che ascolti le ragioni di tutti. Siamo preoccupati dall'approccio al tema della pubblicità sui giochi: è un argomento che può andare facilmente in pasto a spinte forti, facendo venir meno altre forme di controllo". E’ quanto ha dichiarato  Stefano Selli, vicepresidente di Confindustria Radio Televisioni, nel corso del seminario sui giochi in Commissione Finanze alla Camera. “Serve un approccio sereno per campagne di comunicazioni efficaci tenendo in considerazione i rischi e garantendo la tutela dei soggetti più deboli. Speriamo che l'argomento non venga affrontato con un approccio proibizionistico”. Selli ha inoltre riportato i dati Nielsen in tema di investimenti pubblicitari: “Lo scorso anno sono stati investiti nei primi nove mesi 58,5 milioni di euro, di cui 35,5 in concorsi pronostici, 14,8 nell’online, 8,2 milioni nelle lotterie. In tema di mezzi di diffusione, 51 milioni sul mezzo televisivo, 1 su radio e 5 su carta stampata”. cr/AGIMEG

MASSIMO PASSAMONTI – CONFINDUSTRIA SISTEMA GIOCO – PRESIDENTE

Passamonti (Sgi): “Controlli vanificati da norme contraddittorie, a rischio partecipazione per prossimi bandi di gara”

ROMA – “Condivido l’approccio del direttore Peleggi. Il modello funziona, ma serve capire il punto di caduta. I controlli vengono vanificati da un quadro normativo contraddittorio che ha consentito, ad esempio, il fenomeno dei centri trasmissione dati, ancora presenti in maniera diffusa sul territorio”. E’ quanto ha detto Massimo Passamonti, presidente di Sistema Gioco Italia – federazione del settore aderente a Confindustria, che riunisce Astro, Federbingo, Federippodromi, Giochi e Società e Acmi – nel corso del seminario istituzionale sul gioco in corso alla Commissione Finanze della Camera. “Siamo in difficoltà rispetto alle norme che prevedono i bandi di gara contenuti nella stabilità – ha detto ancora Passamonti – in particolare per le aziende è difficile trovare finanziamenti, che si basano sulla credibilità delle norme. Si rischia di bucare le previsioni di gettito previste per il 2016. PG/Agipro

Passamonti (Sgi): “Proibizionismo degli enti locali farà esplodere illegale, tassa da 500 milioni va rimossa”

ROMA – “Si deve consentire un’offerta di gioco legale. L’80% dei punti a Milano verrebbero chiusi dalle norme regionali e comunali sulle distanze”. E’ quanto ha sottolineato Massimo Passamonti, presidente di Sistema Gioco Italia nel corso del seminario istituzionale sul gioco in corso alla Commissione Finanze della Camera. “Dal prossimo 1 gennaio a Genova diventeranno operative norme di espulsione del gioco legale. A Genova, Trento e Bolzano – dove il gioco legale è stato espulso – come rilevato anche da Guardi di Finanza, è esploso il fenomeno dei totem, nel 2016 avremo ne avremo centinaia di migliaia in tutta Italia, apparecchi che allo Stato non daranno soldi in tasse”. “Non aver attuato la delega fiscale nella parte sui giochi è stato un gravissimo errore – ha proseguito Passamonti – mentre sono stati adottati provvedimenti punitivi come l’extra tassa, iniqua, da 500 milioni per il settore slot. E’ una tassa che va rimossa, perché mette a rischio gli equilibri economici delle aziende”. PG/Agipro

Passamonti (Sgi): “Pubblicità, basta approcci ideologici: divieto danneggia i cittadini”

ROMA – “Continua a esserci un approccio ideologico sulla pubblicità. Il gioco è sceso al 21esimo posto nel ranking dei settori merceologici. Non esiste al mondo un Paese che non abbia l’obbligo di pubblicizzare i prodotti legali, come il gioco. Anche a livello comunitario si ritiene necessario pubblicizzare il gioco legale per dare informazioni e permettere di distinguere l’offerta illegale”. E’ quanto ha ribadito Massimo Passamonti, presidente di Sistema Gioco Italia nel corso del seminario istituzionale sul gioco in corso alla Commissione Finanze della Camera. Un divieto di pubblicità “rischia di danneggiare i cittadini – ha detto ancora Passamonti – Serve un approccio laico per un settore che impegna aziende importanti e che per milioni di italiani è fonte di divertimento, la spesa media reale è di 2 euro al giorno. Leggo di recenti studi presentati oggi dalla Camera di Commercio di Roma in cui si mettono in relazione il fenomeno dei compro oro con il gioco – ha detto ancora – Sono studi del 2012 che non tengono conto del fatto che i compro oro nel frattempo sono stati drasticamente ridotti, un approccio del genere non aiuta, anzi rischia di far diventare incontri come questi occasioni sprecate”. PG/Agipro

Giochi, Passamonti (Sistema Gioco Italia): “Se non sarà rimossa la tassa dei 500 milioni il sistema rischia di implodere. Oscurare la pubblicità sul gioco rafforza l’illegalità”

 “Faccio un appello a governo e Parlamento: bisogna rimuovere la tassa di 500 milioni o il sistema verrà messo duramente alla prova”. Lo afferma alla Camera Massimo Passamonti, presidente di Confindustria Sistema Gioco Italia durante un seminario istituzionale sulle tematiche relative al settore dei giochi pubblici, ricordando che “la delega fiscale caduta è stata un’occasione persa” e ora “la legge di Stabilità rischia di essere ulteriormente punitiva, compromettendo seriamente l’equilibrio delle aziende” del settore. Inoltre la manovra appena licenziata dal Senato “rischia di produrre la mancata produzione di gettito: se non si mette mano alle distorsioni, nel 2016 si ripeterà la stessa esperienza dell’anno precedente”. Riguardo il tema della pubblicità, il manager evidenzia che “l’atteggiamento oscurantista che si sta portando avanti rafforza soltanto il gioco illegale”. Proprio per questo l’invito è a “ragionare seriamente tutti uniti intorno a un tavolo”. Passamonti si rifà agli interventi che lo hanno preceduto sottolineando che “in Italia esiste un modello che funziona. Nel corso di questi anni abbiamo assistito a modifiche delle norme e delle regolamentazioni. Già dal 2009 era evidente che i controlli venivano vanificati da un quadro normativo non corrispondente: c’è un problema di coordinamento” nella normativa tra Stato centrale ed enti locali. Il problema della legalità “è fondamentale, e si sposa con la possibilità di esercitare il gioco legale”. A questo proposito Passamonti cita i capoluoghi lombardo e ligure evidenziando che “a Milano l’80% dei punti dovrebbe essere chiusi” mentre “su Genova dal 2016 si rischiano provvedimenti espulsivi”. dar/AGIMEG

VERONICA NICOTRA – ANCI (ASSOCIAZIONE NAZIONALE COMUNI ITALIANI) – SEGRETARIO GENERALE

Giochi, Nicotra (Segr. Gen. Anci): “Serve maggiore interlocuzione con il MEF e regole certe per Comuni in tema di giurisprudenza amministrativa”

 “Il tema del gioco tocca la sensibilità dei Comuni e l’Anci ha prodotto varie iniziative sia di carattere normativo che volte a sensibilizzare sul tema. C’è in campo un lavoro in corso da parte delle amministrazioni centrali competenti per sviluppare i principi di delega previsti nella stabilità”. E’ quanto ha dichiarato Veronica Nicotra, Segretario generale dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci), nel corso del Seminario istituzionale sulle tematiche relative al settore dei giochi pubblici presso la VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati. “Noi non abbiamo avuto interlocuzione con il Mef, sarebbe auspicabile che il sistema dei Comuni fosse coinvolto. Serve superare il quadro normativo che in parte è oggetto di continui interventi da parte della giurisprudenza amministrativa e che non consente a operatori, Comuni e addetti ai lavori certezza delle regole. Inoltre c’è l’esigenza di tutelare i cittadini regolamentando la presenza della infrastruttura del gioco sul territorio e in particolare le fasce più deboli”, ha concluso Nicotra. cr/AGIMEG

Giochi, Nicotra (Anci): "Necessario quadro normativo condiviso che chiarisca competenze enti locali"

ROMA – "L’obiettivo condiviso è superare un quadro normativo che in parte è oggetto di continui interventi da parte dei giudici amministrativi e che non consente a Comuni, amministrazioni e operatori la certezza delle regole". Lo ha detto Veronica Nicotra, segretaria generale dell’Anci, nel corso del seminario istituzionale sul gioco organizzato dalla Commissione Finanze della Camera. "Quello del gioco è un tema che tocca la sensibilità dei Comuni e Anci ha prodotto varie iniziative sia di carattere normativo che di sensibilizzazione per promuovere un percorso articolato che toccasse vari aspetti. Sappiamo – ha aggiunto – che c’è in corso un lavoro da parte delle amministrazioni centrali competenti per sviluppare i principi contenuti nella delega fiscale. Su questo non abbiamo avuto un’interlocuzione con il Mef e sarebbe auspicabile che il sistema Comuni fosse coinvolto". E’ necessaria "certezza delle regole – ha chiarito Veronica Nicotra – le iniziative singole sicuramente sono segno di una sensibilità presente a livello territoriale sul tema e la tutela delle fasce deboli è un tema importante. Anci – ha concluso – ha lavorato con vari soggetti elaborando linee guida che consentissero ai Comuni di regolare la materia, ma serve una risposta definitiva del legislatore al quadro delle competenze comunali, regionali e nazionali anche in relazione a un gettito importante a livello nazionale". SA/Agipro  

GUGLIELMO ANGELOZZI – ACADI (ASS. CONCESSIONARI APPARECCHI) – PRESIDENTE

Giochi, Angelozzi (Pres. Acadi): “Settore apparecchi paga eccesso di offerta, disallineamento tra Stato ed Enti locali e instabilità del quadro normativo”

“Il settore degli apparecchi rappresenta la metà della raccolta dei giochi e dà lavoro a 250 mila persone. Le aziende al loro interno hanno investito 4,5 miliardi di euro negli ultimi cinque anni. Il settore oggi è nel momento più complesso della sua storia. C’è un eccesso di offerta, un disallineamento tra Stato e enti locali, ludopatia e instabilità del quadro normativo”. E’ quanto ha dichiarato Gugliemo Angelozzi (Pres. Acadi), nel corso del Seminario istituzionale sulle tematiche relative al settore dei giochi pubblici presso la VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati. “Su questi punti Acadi ha posizione chiara da tempo: siamo disponibili a diminuzione certa di apparecchi, con un’evoluzione tecnologica che consenta maggiore controllo delle macchine. Gli enti locali sono intervenuti all’interno di un vuoto normativo per rispondere a un eccesso di offerta, evidenziando un problema politico, pero’ va detto che gli strumenti tecnici sono stati controproducenti o inefficaci. Secondo i dati della Gdf si è avuta una espulsione del gioco lecito lasciando spazio al gioco illecito. Servono inoltre investimenti in materia di prevenzione alle dipendenze di gioco”. Angelozzi punta poi il dito sulla tassa da 500 milioni che grava sul settore: “L’aliquota fiscale applicata alle Vlt è del 53% superiore rispetto a quanto stabilito al momento dell’investimento. Auspico una ridefinizione del carico fiscale e strumenti tecnici più efficaci di quelli utilizzati finora”, ha concluso il presidente di Acadi. cr/AGIMEG

Giochi, Angelozzi (Acadi): “Servono norme stabili e revisione del prelievo fiscale”

ROMA – Il settore gioco, per recuperare credibilità fra gli investitori internazionali, ha bisogno di norme più stabili e di una revisione del carico fiscale, in particolare per il settore degli apparecchi slot e Vlt. E’ quanto ha sottolineato Guglielmo Angelozzi, presidente di Acadi, durante il seminario istituzionale sul gioco in corso alla Commissione Finanze della Camera. “Il settore ha vissuto fasi di instabilità regolatoria e fiscale: in particolare il comparto degli apparecchi nel corso degli anni ha visto un peggioramento delle concessioni già assegnate, con problemi per la reputazione valutata dagli investitori internazionali. Al momento la tassazione delle Vlt è superiore del 53% rispetto alla fase di aggiudicazione – ha detto ancora – Moody’s, Standard & Poor e altri istituti hanno abbassato i rating, gli investitori non credono più nel settore, con conseguenze su occupazione e indotto, con una avanzata dell’illegale che ha ricadute anche sul sociale. Gli apparecchi sono poi collegati alla redditività anche di altri settore come scommesse e bingo. Serve rivedere carico fiscale con strumenti più efficaci”. Angelozzi ha ricordato che le aziende “negli ultimi anni hanno effettuato investimenti per 4,8 miliardi di euro, il 50% riferibile a operatori esteri. Il settore affronta due ordini di problemi: la mancata approvazione della delega e la nuova legge di stabilità, mentre l’opinione avverte un eccesso di offerta". Tra le questioni da risolvere, poi, c’è "il disallineamento tra stato ed enti locali che hanno adottato strumenti controproducenti o inefficaci per limitare l’offerta. Il proibizionismo – ha aggiunto Angelozzi – ha prodotto l’espulsione del gioco lecito, la sostituzione con illegale e l’aumento della dipendenza. Le distanze da luoghi sensibili non servono ad aumentare la distanza delle persone dal pericolo, e la razionalizzazione dell’offerta consentirebbe una discussione più pacata".  In merito, poi, al gioco patologico, al gioco illegale e ai minori, Angelozzi ha chiarito che "serve partire da numeri e fatti. Serve una ricerca e uno sforzo istituzionale, anche sulle correlazioni tra questi problemi, come dipendenza e gioco illegale, magari utilizzando fonti già disponibili, che aiuterebbero a combattere anche il gioco minorile. Servono – ha concluso – risorse per ricerca, prevenzione e informazione, e il gioco problematico e quello minorile vanno affrontati anche in rapporto all’illegale, problema che spesso viene tralasciato". PG/Agipro — 

EDWINA LICARI – MALTA GAMING AUTORITY – RESP. UFFICIO LEGALE

Giochi, Licari (reps. legale MGA): “Il gioco deve passare per regole più flessibili, in accordo con gli enti regolatori”

“Malta è stata la prima a definire un quadro legislativo per il gioco a distanza, nel 2004. Anche se dopo 11 anni questo modello continua a funzionare, pensiamo che si debba tenere conto dell’innovazione tecnologica, che ha eliminato la separazione tra gioco terrestre e gioco online. Anche i terminali delle sale giochi sono collegati centralmente”. E’ quanto spiega Edwina Licari, responsabile dell’ufficio legale della Malta Gaming Authority, che a margine della serie di convegni dell’MiGS di Malta ha svelato alcune delle novità proposte per le società che necessitano di una licenza per il gioco online. “L’idea  è passare dalla quattro attuali licenze a due. Una per le società che offrono gioco online e una per quelle che fanno service provider. L’idea – ha svelato in un’intervista a TS (domani in edicola la versione integrale) – è quella di semplificare il gioco, mantenendo alti i livelli di sicurezza e un rapporto di forte collaborazione con gli enti regolatori”. lp/AGIMEG

VALERIE PEANO – AVVOCATO GAMING

Giochi, Peano (avv. Gaming): "No a divieto pubblicità, necessario orientare consumatore verso offerta legale"

ROMA – "Sul tema della pubblicità del gioco la raccomandazione della Commissione Europea del luglio 2014 ha dato delle indicazioni e nessuno degli stati membri ha deciso di adottare un approccio proibizionistico sul gioco legale, anche perché non ci sono ricerche scientifiche che supportano questo divieto". Lo ha evidenziato Valerie Peano, avvocato e consulente legale di diverse aziende di gaming, intervenendo nel corso del seminario istituzionale sul gioco in corso alla Commissione Finanze della Camera. "La Commissione – ha aggiunto la Peano – ha anche indicato come orientare il consumatore verso l’offerta legale e dissuaderlo dall’illegale. Inoltre se pensiamo ad internet, come spiegava prima Sogei, sono oltre 5 mila i siti inibiti e pensiamo a quanto ammonterebbe questo elenco se si aggiungessero quelli legati alla promozione pubblicitaria del gioco, banner, link a siti affiliati e così via. Per sostenere la credibilità dell’approccio pubblico, dunque, servirebbe inquadrare meglio la pubblicità sul gioco perfezionando la normativa vigente ma senza vietarla". In merito alle misure contenute nella legge di stabilità, poi, l’avvocato Peano ha spiegato: "Con i bandi previsti dal testo non solo l’operatore italiano non ha la certezza di poter operare ma anche l’investitore straniero non è interessato a intervenire a causa della mancata certezza del diritto per norme nazionali poco chiare e per norme locali esistenti. Si rischia – ha chiarito – che attraverso procedure di assegnazione con regole poco chiare si arrivi alla disapplicazione a livello europeo di queste norme". In merito alla nuova sanatoria per bookmaker non autorizzati, infine, "è difficile sostenere che l’adesione possa essere propedeutica a una successiva partecipazione al bando di gara perché si introduce un elemento di fiscalità che rischierebbe sanzioni a livello europeo". Tutte elementi, ha concluso Valerie Peano, che chiariscono quanto sia "necessaria una riflessione organica sull’intero settore, anticipando alcuni temi già con la legge di stabilità". FP/Agipro

GRAHAM WOOD – BET365

Giochi, Graham Wood (BET365): “Chiediamo tassa sul margine per contrastare offerta siti offshore”

“Abbiamo una forte  concorrenza di siti offshore e abbiamo una tassa sul turnover e non sul margine, cio’ significa che non possiamo offrire la gamma di prodotti che i nostri concorrenti sono in grado di offrire. Chiediamo di avere una tassa sul margine, così diamo quote migliori ai nostri scommettitori, inoltre riusciamo a ridurre il match fixing”. E’ quanto chiede Graham Wood di Bet365 nel corso del Seminario istituzionale sulle tematiche relative al settore dei giochi pubblici presso la VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati. cr/AGIMEG

Wood (Bet365): “Scommesse, con tassa sul margine combattiamo gioco offshore e anomalie sportive”

ROMA – “Grazie ai Monopoli e a Sogei abbiamo strumenti molto precisi per combattere fenomeni di riciclaggio e anomalie per tutelarci e tutelare giocatori. Ma purtroppo subiamo la concorrenza degli operatori offshore: noi paghiamo una tassa sul volume di gioco che non ci permette di offrire quote competitive”. E’ quanto ha sottolineato Graham Wood, dell’operatore di gioco online Bet365, intervenuto al seminario istituzionale sul gioco in corso alla Commissione Finanze della Camera. “Con una tassazione sul margine avremmo una leva economica che ci permetterebbe di convincere scommettitori a giocare con noi e non con operatori non autorizzati – ha detto ancora – un intervento del genere, grazie a un maggiore controllo, conterrebbe anche la corruzione sportiva: grazie a Sogei possiamo vedere anomalie e segnalarle ai Monopoli. L’identica questione vale anche per il riciclaggio: con una tassazione sul margine possiamo ridurre i problemi che ricadono anche sulle nostre spalle e questo aiuterebbe tutti”. PG/Agipro

FABIO CAIROLI – LOTTOMATICA – AD

Giochi, Cairoli (Ad Lottomatica): “Il proibizionismo non è la soluzione, servono stabilità e certezze normative”

“Igt è presente in 100 paesi con un fatturato di 6 miliardi di dollari, di cui 1,7 miliardi in Italia. In Italia operiamo con Lottomatica con 1700 dipendenti e siamo leader nella filiera: degli 8 miliardi di entrate erariali, circa la metà provengono dalla gestione di Lottomatica”. E’ quanto ha dichiarato Fabio Cairoli, Amministratore delegato di Lottomatica, nel corso del Seminario istituzionale sulle tematiche relative al settore dei giochi pubblici presso la VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati. “Si sta parlando molto di giochi in Parlamento: si parla di un’industria molto complessa, ma il proibizionismo non risolve i problemi, anzi si riportano i giocatori nel rischio della clandestinità, oltre a mettere a repentaglio le entrate erariali. La regolamentazione è frutto dell’impegno del Parlamento, ma i veri temi secondo noi sono dare stabilità e certezza normativa e provare a uscire da logiche che non hanno nulla a che fare dagli impatti del gioco: ogni eccesso fa male. In questa industria c’è un solo modello: tanti che giocano poco. Quotidianamente ogni italiano spende poco più dell’equivalente di un caffè. Un riordino del settore dovrebbe rivolgersi a obiettivi sociali, come accade in Uk, dove le entrate vengono reinvestite nella società”. cr/AGIMEG

Cairoli (Lottomatica): “Riordino del settore con tassa di scopo e coinvolgimento enti locali”

ROMA – “Non si risolvono i problemi di un modello che dimostra di essere sostenibile vietando. L’Italia è diventata un modello internazionale per l’emersione del gioco illegale, grazie a un sistema robusto e sofisticato, ma si può trarre spunto da Uk e da altri paesi anglossasoni, in questi paesi esiste la tassa di scopo, con obiettivi prefissati di pubblica utilità, e proventi destinati a scuole o sanità”. E’ quanto ha detto Fabio Attilio Cairoli, Amministratore Delegato di Lottomatica, intervenendo al seminario istituzionale sul gioco in corso alla Commissione Finanze della Camera. “Il riordino del settore potrebbe muoversi in questa direzione coinvolgendo anche gli enti locali – ha detto ancora – Il punto non è stabilire la riserva statale sul gioco, serve dialogare con tutti i soggetti coinvolti, per arrivare a un quadro regolatorio condiviso e soprattutto stabile nel tempo”. Cairoli ha sottolineato che “metà delle entrate per l’erario, circa 4 miliardi, vengono da prodotti gestiti da Lottomatica. Siamo un’azienda internazionale da sempre attenta alla responsabilità sociale. Purtroppo in questi anni la politica ha scelto di occuparsi del settore giochi sempre in occasione delle leggi di stabilità, mentre non si è proseguito il lavoro della delega fiscale. L’approccio proibizionista non aiuta, riordinare il settore è ancora possibile senza perdere di vista sostenibilità del mercato, a vantaggio dei giocatori”. PG/Agipro

DOMENICO DISTANTE – SAPAR (ASS. GESTORI E PRODUTTORI APPARECCHI) – VICE PRESIDENTE

Giochi, Distante (Sapar): "Totem sono problema grave sul territorio, necessarie regole chiare e sanzioni pesanti"

ROMA – "Le leggi regionali e comunali stanno emarginando il gioco legale, ma sul territorio un problema grave è rappresentato dai totem che non rispettano alcuna norma come quelle che invece sono tenuti a rispettare le sale che ospitano apparecchi legali". Lo ha detto Domenico Distante, vicepresidente di Sapar, nel corso del seminario sui giochi in Commissione Finanze alla Camera. "Abbiamo denunciato più volte questa situazione senza avere risposta: dobbiamo dare alle forze dell’ordine la possibilità di sequestrare questi apparecchi o di sanzionarli pesantemente, perché gli operatori legali non ce la fanno più", ha concluso. MSC/Agipro

Giochi, Distante (Sapar): “Pene più severe per chi istalla apparecchi non a norma”

 “Dobbiamo dare opportunità alla Gdf di poter sequestrare gli apparecchi illegali di operatori non autorizzati. Non possiamo permettere che gli apparecchi vengano dissequestrati in poche ore. Servono pene più severe per chi installa i totem che fanno concorrenza illegale a chi invece installa gli apparecchi in modo regolare. Chiediamo un aiuto in sede governativa”. Questa la richiesta di Domenico Distante, vicepresidente vicario nazionale di Sapar, nel corso del Seminario istituzionale sulle tematiche relative al settore dei giochi pubblici presso la VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati. cr/AGIMEG

RAFFAELE CURCIO – SAPAR – PRESIDENTE

Giochi, Curcio (Sapar): "Serve revisione organica del settore, non interventi spot"

"Siamo ancora scioccati dalla legge (di Stabilità, ndr) dell'anno scorso che già ne sta arrivando un'altra: manca una certezza della norma a regolare l'offerta in maniera omogenea. Il quadro va omogeneizzato, ma per tutte le offerte di gioco". Lo afferma alla Camera durante un seminario sui giochi Raffaele Curcio, presidente di Sapar, invitando a "prestare attenzione, a ricordarci di tutti i soggetti della filiera". Per il manager una "revisione organica di tutto il settore, non a spot, è necessaria". dar/AGIMEG

EMILIO PETRONE – SISAL – AD

Giochi, Petrone (Sisal): “Non sostenibile tassa dei 500 milioni. Senza regolamentazione territoriale settore destinato a essere sostituito con quello illegale”

Sulla distribuzione territoriale delle sale da gioco "il problema non è solo Stato/enti locali ma di sopravvivenza del settore e non regolarlo significa far morire il settore". Lo afferma alla Camera. L'a.d. di Sisal, Emilio Petrone, durante un seminario sui giochi, evidenziando che "il tema della regolamentazione territoriale se non gestito porta alla scomparsa del gioco legale in Italia e alla sostituzione con il gioco illegale. Ad esempio a Milano, se applichiamo il cosiddetto distanziometro, la stragrande maggioranza delle sale sarebbe fuori" dalla legalità. Il manager osserva che "abbiamo due situazioni in collisione: da una parte si costituisce una gara, dall'altra non sappiamo se poi questi punti possiamo aprirli". Petrone invita a "trovare una soluzione sulla tassa dei 500 milioni, che così non è sostenibile dalla filiera. Bisogna intervenire, per esempio attraverso la razionalizzazione del Preu e renderlo sostenibile per la filiera e implementabile da parte nostra". dar/AGIMEG

Petrone (Sisal): “Tassa da 500 milioni da cambiare, norme locali fanno scomparire gioco legale”

ROMA – Il prelievo extra su slot e Vlt previsto dalla legge di stabilità è un tema che preoccupa il settore e mette a rischio la sopravvivenza di “tantissime aziende”. E’ quanto ha sottolineato Emilio Petrone, Amministratore Delegato del Gruppo Sisal, durante il seminario istituzionale sul gioco in corso alla Commissione Finanze della Camera. La legge di stabilità 2015 prevede che la filiera versi per i prossimi due anni “oltre un miliardo di euro di prelievo da riduzione dei margini sta portando alla morte di tantissime aziende della filiera, una soluzione è trovare soluzioni diverse per contribuire in maniera diversa, così è insostenibile. Ma non è solo l’entità della tassa da 500 milioni – dice ancora Petrone –  ma anche la modalità: i concessionari hanno dovuto fare anche gli esattori e questo ne ha ridotto l’efficacia. Serve omogenizzare queste due norme, magari con un intervento sul prelievo erariale, per renderlo sostenibile per la filiera e implementabile per noi che dobbiamo eseguirlo”. Altro tema che preoccupa è quello della “regolamentazione territoriale, che se non gestito porta alla scomparsa del gioco legale e regolamentato – ha detto acnora Petrone nel corso del suo intervento – Applicare degli strumenti come i distanziometri significa cancellare il gioco legale, che verrebbe sostituito da offerte illegale. Questo rende difficile per noi fare il nostro lavoro, ma anche per lo Stato raggiungere i propri obiettivi. Come possiamo ottenere investimenti per partecipare alla gara scommesse, se poi quei punti non si sa se potranno essere operativi. Non è solo un tema tra Stato ed enti locali, ma di sopravvivenza del settore”. PG/agipro

Petrone (Sisal): “Tassa da 500 milioni da cambiare, norme locali fanno scomparire gioco legale”

ROMA – Il prelievo extra su slot e Vlt previsto dalla legge di stabilità è un tema che preoccupa il settore e mette a rischio la sopravvivenza di “tantissime aziende”. E’ quanto ha sottolineato Emilio Petrone, Amministratore Delegato del Gruppo Sisal, durante il seminario istituzionale sul gioco in corso alla Commissione Finanze della Camera. La legge di stabilità 2015 prevede che la filiera versi per i prossimi due anni “oltre un miliardo di euro di prelievo da riduzione dei margini sta portando alla morte di tantissime aziende della filiera, una soluzione è trovare soluzioni diverse per contribuire in maniera diversa, così è insostenibile. Ma non è solo l’entità della tassa da 500 milioni – dice ancora Petrone –  ma anche la modalità: i concessionari hanno dovuto fare anche gli esattori e questo ne ha ridotto l’efficacia. Serve omogenizzare queste due norme, magari con un intervento sul prelievo erariale, per renderlo sostenibile per la filiera e implementabile per noi che dobbiamo eseguirlo”. Altro tema che preoccupa è quello della “regolamentazione territoriale, che se non gestito porta alla scomparsa del gioco legale e regolamentato – ha detto acnora Petrone nel corso del suo intervento – Applicare degli strumenti come i distanziometri significa cancellare il gioco legale, che verrebbe sostituito da offerte illegale. Questo rende difficile per noi fare il nostro lavoro, ma anche per lo Stato raggiungere i propri obiettivi. Come possiamo ottenere investimenti per partecipare alla gara scommesse, se poi quei punti non si sa se potranno essere operativi. Non è solo un tema tra Stato ed enti locali, ma di sopravvivenza del settore”. PG/agipro

MAURIZIO UGHI – AGISCO – VICE PRESIDENTE

Ughi (Agisco): "Atteggiamento contraddittorio dello Stato, monopolio sul gioco non esiste"

ROMA – "Di fatto, il monopolio dello Stato sul gioco non esiste, in particolare nel settore delle scommesse, dove persistono delle imprese transfrontaliere che di fatto operani sul territorio italiano senza regole. Se il gioco non è controllato, è li che si crea la dipendenza". Lo ha evidenziato Maurizio Ughi, vicepresidente di Agisco, nel corso del seminario sui giochi in Commissione Finanze alla Camera. "C’è un atteggiamento contraddittorio da parte dello Stato che da un lato si batte contro il gioco minorile e dall’altro ha previsto, nella legge di stabilità, l’apertura di 5.000 corner in cui possono entrare anche i minori", ha spiegato Ughi. "A questo – ha concluso – si aggiunge anche il fatto che, nel frattempo, Comuni e Regioni hanno legiferato per conto loro, senza permettere alle aziende legali di aprire". MSC/Agipro     

Giochi, Ughi (Agisco): “Manca percorso definito in tema di giochi, in Italia rete parallela di soggetti transfrontalieri”

 “L’offerta sul territorio in Italia viaggia su una rete parallela con soggetti transfrontalieri che offrono gioco. Non si vede un percorso definito in tema di giochi. Se il gioco non è controllato e controllabile da lì parte la dipendenza. Due sono i motivi che hanno minato i monopolio di stato: i transfrontalieri e che i comuni e regioni hanno legiferato per conto loro. In questo momento c’è un progetto di legge, che è la stabilità, che è anche un test nei confronti dello Stato”. Lo ha detto Maurizio Ughi, vicepresidente Agisco, nel corso del Seminario istituzionale sulle tematiche relative al settore dei giochi pubblici presso la VI Commissione Finanze della Camera dei Deputati. cr/AGIMEG

SALVATORE BARBIERI – ASCOB (BINGO) – PRESIDENTE

Giochi, Barbieri (Ascob): "Con questo bando di gara restano fuori oltre 60 sale bingo"

Per l'ennesima volta viene pubblicato il bando di gara, ma non sappiamo se in quella location possiamo aprire o meno, insomma ci sono delle grossissime problematiche non ancora risolte". Lo afferma alla Camera durante un seminario sui giochi il presidente di Ascob, Salvatore Barbieri, criticando le misure contenute nell'articolo 48 del ddl Stabilità. "Con questo bando di gara circa 64 sale bingo rischiano di non partecipare e stanno già facendo richiesta ai Comuni per sale dedicate – aggiunge il manager -. Il bando deve essere fatto bene, tenendo in considerazione le norme locali". dar/AGIMEG

ALESSANDRO ARONICA – ADM – VICE DIRETTORE

Giochi, Aronica (vice dir.Adm): "Nostro modello forte ma da perfezionare. Necessario lavorare su tema tassazione"

"Il modello italiano è basato su un controllo severo, forte, mirante a spiazzare gioco illegale", anche se "naturalmente va perfezionato". Lo afferma il vice direttore dell'Area Monopoli, Alessandro Aronica, osservando che nel corso del seminario sui giochi "sono emersi alcuni punti comuni: innanzitutto l'esigenza di un accordo Stato/enti locali, che credo sia all'attenzione anche del decisore politico, ed è da noi sempre sottolineato. C'è poi una norma (sulla tassazione, ndr) che deve essere riconsiderata, anche alla luce di recenti sentenze, per generare il minino di contenzioso possibile. Il tema dell'eccesso di tassazione è intriso di valutazioni politiche, quindi dobbiamo fare un passo indietro. Sulla lotta al gioco illegale, qualcosa si può fare anche dal punto di vista normativo per farci operare più efficacemente". dar/AGIMEG

Giochi, Aronica (Adm): "Necessario accordo Stato-enti locali e riduzione eccesso offerta"

ROMA – "L’esigenza di un accordo Stato-enti locali è un punto importante, all’attenzione della legge di stabilità, così come l’esigenza di regole sulla tassazione che non siano ambigue, ma la norma va riconsiderata, anche alla luce di recenti sentenze". Lo ha detto il vicedirettore dell’area Monopoli dell’Agenzia delle Dogane, Alessandro Aronica, nel corso del seminario sui giochi in Commissione Finanze alla Camera, in cui ha ricordato che, "per quanto riguarda la tassa da 500 milioni, attualmente sono arrivati 320 milioni". Aronica ha, poi, ribadito "l’esigenza di ridurre un eccesso di offerta", ma bisogna ricordare che anche se "dal 2008 al 2014 c’è stata un’esplosione del giro d’affari, nella spesa dei giochi gli incrementi sono molto più contenuti, con una sostanziale stabilizzazione negli ultimi anni". Il problema della dipendenza però "merita di essere attentamente monitorato ed è  giusto che ci siano delle indagini specifiche sul tema. Siamo disponibili a promuovere una ricerca indipendente sui numeri della patologia". MSC/Agipro

FEDERICO GINATO – DEPUTATO PD

Giochi, Ginato (PD): "Impegno per creare norma completa e equilibrata per tutti"

ROMA – "Già con l’articolo 14 della delega fiscale ci siamo impegnati per creare norma equilibrata per tutti. E’ evidente che è necessario dare quadro completo all’intero settore e l’impegno è di farlo nel più breve tempo possibile". Lo ha spiegato Federico Ginato (PD) nel corso del seminario istituzionale sul gioco organizzato dalla Commissione Finanze della Camera. "La riserva statale è necessaria e va trovato una sorta di patto politico, prima che economico, con gli enti locali. – ha aggiunto Ginato nel corso del suo intervento – Anche se volessimo ribadire la riserva statale con una legge esiste un problema di ordine costituzionale legato al fatto che sindaci e enti locali hanno il dovere di tutelare i cittadini. Dunque c’è una sorta di conflittualità tra poteri dello Stato".  Sul tema, ha aggiunto Ginato, "l’opinione pubblica è molto sensibile e la questione va affrontata sedendosi a un tavolo e definendo obiettivi e offerta. Si è parlato – ha spiegato – di una riduzione dell’offerta, ma io io credo bisogni dare un limite, un tetto su cui poi confrontarsi con gli enti locali, proprio come previsto dall’articolo 14 della delega fiscale. Siamo favorevoli, inoltre, all’evoluzione degli apparecchi dal punto di vista tecnologico, le cosiddette ’mini-vlt’ per interderci, ma è necessaria una rimodulazione della tassazione e del payout". Sulla pubblicità, infine, Ginato ha chiarito: "Sarà un lavoro faticoso ma lo faremo nell’interesse di tutti". SA/Agipro

MAURIZIO BERNARDO – PRESIDENTE 6 COMMISSIONE FINANZE CAMERA DEI DEPUTATI

Giochi, Bernardo (pres. Comm. Finanze): "Settore chiede certezze, necessaria riforma completa"

ROMA – "E’ chiaro a tutti che servono certezze e credo che nella legge stabilità diremo delle cose anche se abbiamo già ribadito di fronte al  sottosegretario Baretta che è necessaria una riforma completa del settore". Lo ha detto Maurizio Bernardo, presidente della Commissione Finanze della Camera, al termine del seminario istituzionale sul gioco organizzato oggi. "L’incontro di oggi cade a proposito ed è stato molto utile per quello che andremo a fare da qui ai prossimi giorni in termini di emendamenti alla legge di stabilità – ha aggiunto Bernardo – La tutela della legalità è stato il filo conduttore, ma anche il tema del gettito e le difficoltà della legge stabilità precedente vanno affrontati con qualche modifica nella manovra. E’ necessario – ha concluso Bernardo – il coinvolgimento degli enti locali anche dando loro un riconoscimento ma con ruolo diverso rispetto ad oggi. Ci vuole una regolamentazione completa, dunque, senza dimenticare l’importanza del settore in termini di occupazione, e investimenti, e agendo nel segno della trasparenza".

Giochi, Bernardo (pres. comm. Finanze): «Soluzione condivisa tra Stato e enti locali per la diffusione delle sale sul territorio»

ROMA – «Appare necessaria una riforma complessiva del settore» dei giochi «che richiede uno sforzo comune e un atteggiamento di apertura verso soluzioni innovative». E’ quanto ha scritto il presidente della Commissione Finanze della Camera, Maurizio Bernardo, al termine del seminario sui giochi organizzato a Montecitorio che ieri «ha raccolto le impressioni degli operatori della filiera del gioco legale e delle istituzioni che del settore si occupano». Tra gli elementi di discussione più importanti che sono emersi nel corso del dibattito c’è la «necessità di contrastare il gioco illegale attraverso norme certe e provvedimenti per incrementare la competitività degli operatori legali», come ad esempio «la discussione sulla tassazione nel margine». E’ altrettanto importante «regolare i rapporti tra Stato ed Enti locali, per ciò che riguarda la diffusione sul territorio di punti vendita, corner e apparecchi» e «in particolare, sembra imprescindibile una soluzione condivisa anche in vista dei nuovi bandi previsti nella legge di stabilità», oltre a «garantire la stabilità finanziaria nel settore nel medio lungo periodo, attraverso interventi di natura fiscale equilibrati che non scoraggino gli investitori nazionali ed esteri». Infine è fondamentale «assicurare regole sulla pubblicità che tutelino le fasce deboli della popolazione ma che allo stesso tempo permettano il regolare svolgimento delle attività commerciali delle aziende della filiera» e «contrastare la ludopatia permettendo l’innovazione dell’offerta in direzione di tecnologie che permettano il controllo dei volumi delle giocate dei singoli utenti e mettendo a disposizione delle associazioni che si occupano di ludopatia gli strumenti e le risorse necessarie». MSC/Agipro

Giochi, comm.Finanze Camera: “Servono sforzo comune e atteggiamento di apertura per riforma complessiva del settore”

“Appare necessaria una riforma complessiva del settore che richiede uno sforzo comune e un atteggiamento di apertura verso soluzioni innovative". E' questa la sintesi della commissione Finanze della Camera al termine del giro di 'consultazioni'  con gli operatori della filiera del gioco. Quattro i punti più importanti emersi nel corso della discussione: "la necessità di contrastare il gioco illegale attraverso norme certe e provvedimenti per incrementare la competitività degli operatori legali riprendendo, per esempio la discussione sulla tassazione nel margine e l'importanza di regolare i rapporti tra Stato ed Enti locali, per ciò che riguarda la diffusione sul territorio di punti vendita, corner e apparecchi con una soluzione condivisa anche in vista dei nuovi bandi previsti nella legge di Stabilità". E ancora: "garantire la stabilità finanziaria nel settore nel medio lungo periodo, attraverso interventi di natura fiscale equilibrati che non scoraggino gli investitori nazionali ed esteri e assicurare regole sulla pubblicità che tutelino le fasce deboli della popolazione ma che allo stesso tempo permettano il regolare svolgimento delle attività commerciali delle aziende della filiera". Non da ultimo è stato affrontato il tema della ludopatia, sottolineando la "necessità di permettere l'innovazione dell'offerta in direzione di tecnologie che permettano il controllo dei volumi delle giocate dei singoli utenti e mettendo a disposizione delle associazioni che si occupano di ludopatia gli strumenti e le risorse necessarie". dar/AGIMEG

GIOVANNI PAGLIA – DEPUTATO SEL

Legge stabilità, Paglia (SEL): "Necessario riordino generale del settore, nella manovra giusto innalzare Preu su Vlt"

ROMA – "La legge di stabilità non è il contesto adatto per intervenire nel rapporto tra Stato ed enti locali per quanto riguarda le norme sui giochi. Una soluzione più giusta sarebbe demandare tutto a un provvedimento di riordino generale della normativa, che tenga conto del fatto che i Comuni debbano poter dire la loro sulla collocazione delle sale, mentre la determinazione del numero degli apparecchi sul territorio dovrebbe rimanere in mano allo Stato". Lo ha detto ad Agipronews il deputato di SEL Giovanni Paglia a margine del seminario sui giochi in Commissione Finanze alla Camera.  "Nella legge di stabilità, sarebbe stato più giusto innalzare ulteriormente il prelievo fiscale sulle videolotteries e aumentare di meno quello sulle slot", ha aggiunto Paglia. Anche per quanto riguarda i bandi di gara, "è chiarito il fatto che non si tratta di nuove sale, ma di un rinnovo delle concessioni in essere: questa però sarebbe stata la giusta occasione per ridurre i punti gioco sul territorio". Nella stabilità, infine, potrebbe trovare spazio anche il divieto di pubblicità: "non è obbligatorio che la manovra non contenga norme di natura ordinamentale", ha concluso Paglia.  MSC/Agipro 

CIRCOLARI – 2009615 – 2015.11.13 – POLITICA – GESTORI SNAI RINEGOZIAZIONE CONTRATTO GESTIONE SNAI – AGGIORNAMENTO 1 + Allegata Lettera risposta SNAI

CIRCOLARI – 2009615 – 2015.11.13 – POLITICA – GESTORI SNAI RINEGOZIAZIONE CONTRATTO GESTIONE SNAI – AGGIORNAMENTO 1 + Allegata Lettera risposta SNAI

Nell'area riservata del sito www.assoagisco.it, sezione Politiche e Comunicazioni, è stata pubblicata la circolare 2009615 – 2015.11.13 – POLITICA – GESTORI SNAI RINEGOZIAZIONE CONTRATTO GESTIONE SNAI – AGGIORNAMENTO 1, che si riporta di seguito:

Allegato (lettera di risposta a SNAI): 2009615 – 2015.11.13 – POLITICA – ALL. 1 (documento word da compilare)

Gentile Associato Gestore,

A seguito dell’invio di richiesta di rinegoziazione del vigente contratto di gestione con SNAI, la Società ha replicato richiedendo di "esplicitare e documentare i mutamenti delle condizioni generali del mercato di riferimento che si sarebbero nel frattempo verificati, tali da giustificare la richiesta di rinegoziazione delle condizioni economiche già pattuite in Contratto".

Pur evidenziando la pretestuosità della richiesta di SNAI, ritengo utile e necessario che tutti i Gestori – anche quelli non Associati – replichino utilizzando la traccia che allego, che viene pubblicata sul sito dell’Associazione al fine da essere fruibile anche dalle imprese di gestione non associate.

Evidenzio la necessità che la nota sia inviata dalla propria PEC aziendale, alla PEC di SNAI ed anche alla mail della Direzione Legale.

Per ogni eventuale approfondimento, la Segreteria è a disposizione ai consueti recapiti.

Un cordiale saluto.

Francesco Ginestra

RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS Legge di stabilità, dall’aumento del prelievo allo stop alla sanatoria: tutti gli emendamenti sui giochi in Commissione Bilancio

RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS Legge di stabilità, dall’aumento del prelievo allo stop alla sanatoria: tutti gli emendamenti sui giochi in Commissione Bilancio

Legge di stabilità, dall'aumento del prelievo allo stop alla sanatoria: tutti gli emendamenti sui giochi in Commissione Bilancio

ROMA – Dall’aumento del prelievo su slot e VLT al divieto della pubblicità, oltre alla cancellazione della sanatoria per le agenzie collegate a bookmaker esteri e a un ritocco dei bandi di gara per scommesse, bingo e gioco online: sono queste le proposte di modifica presentate, in Commissione Bilancio, dai senatori di diversi schieramenti all’articolo 48 della legge di stabilità. 

AUMENTO PRELIEVO SLOT E VLT – La senatrice Bencini (Misto), in diversi emendamenti, chiede di aumentare il prelievo fiscale sulle slot machine (da un minimo del 20% a un massimo del 50%, invece del 15% previsto dalla legge di stabilità) e di aumentare il prelievo sulle VLT (da un minimo del 10% a un massimo del 50%). Il senatore Endrizzi (M5S) chiede di ritoccare il prelievo erariale unico al 16% per le slot e al 6,5% sulle VLT. Anche il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri (Cor) propone di intervenire sul preu delle slot e delle VLT, portandolo rispettivamente al 20% e al 7,5%, e di incrementare del 7% il fondo istituito per il gioco patologico. Stesso discorso per SEL, che propone di aumentare il prelievo sulle slot al 16,5% e sulle VLT al 7%. 

TASSA SULLA FORTUNA AL 9% – Più complesso l’intervento proposto dal senatore Giuseppe Ruvolo (AL) che oltre al preu per le slot al 16%, propone di aumentare la tassa sulla fortuna al 9%. Inoltre, per il gioco del lotto e per i gratta e vinci, chiede che la percentuale di ridistribuzione delle vincite sia pari al 3%. Per il lotto e per i gratta e vinci, poi, propone una riduzione degli aggi rispettivamente dell’1,80% e dello 0,90% "del totale della raccolta di gioco a decorrere dal 1° gennaio 2016". Le maggiori entrate saranno poi "destinate al fondo per la cura del gioco patologico".

APPARECCHI NON COLLEGATI – Sugli apparecchi da intrattenimento, il senatore Ruvolo (AL) propone sanzioni per i titolari di qualsiasi negozio, "circolo o locale aperto al pubblico" nel quale sono installate slot o altri apparecchi non collegati alla rete statale che consentono "l’esercizio di gioco con vincite in denaro, anche se proposto sotto forma di gioco promozionale". Ognuno di questi soggetti dovrà pagare il prelievo unificato previsto e un’aliquota del 6 per cento "su un imponibile medio forfetario giornaliero di euro 3.000" per ogni anno di presunta operatività degli apparecchi, oltre a una sanzione amministrativa di 20.000 euro "di cui non è ammesso il pagamento in misura ridotta". E’ inoltre prevista la sospensione della licenza e, in caso di reiterazione delle violazioni, la sua revoca; in questo caso il soggetto sanzionato "non può ottenere il rilascio di nuove autorizzazione per pubblico esercizio per 10 anni". 

PREU ANCHE A SOGGETTI PRIVI DI CONCESSIONE – Imporre il prelievo erariale unico anche alle società di giochi prive di concessione statale: lo prevede un emendamento del senatore Santini (PD). Il Preu, secondo la proposta, deve essere versato da "chiunque, in assenza di concessione e dei titoli abilitativi previsti, effettua con qualunque mezzo, anche telematico, per conto proprio o di terzi, anche ubicati all’estero, giochi con vincite in denaro, concorsi, pronostici o scommesse". Viene inoltre proposto un prelievo massimo del 60% per gli apparecchi "che si attivano con l’introduzione di moneta metallica ovvero con appositi di strumenti di pagamento elettronico"; un prelievo del 50% per apparecchi "che si attivano esclusivamente in presenza di un collegamento a un sistema di elaborazione della rete stessa". Per scommesse (anche virtuali), giochi a quota fissa e a totalizzatore il prelievo proposto è del 20%, per il bingo il 42%. 

SANATORIA CTD – Sopprimere il comma 3 dell’articolo 48 che prevede nuova sanatoria per le agenzie di scommesse collegate a bookmaker esteri. E’ quanto chiedono il senatore Endrizzi (M5S) e la senatrice Bencini (Misto). Endrizzi, poi, attraverso altre proposte di modifica chiede, "che i soggetti che non aderiscono alla procedura di regolarizzazione entro i termini previsti" sia "preclusa la possibilità di partecipare alla gara per l’attribuzione delle concessioni per la raccolta delle scommesse sportive, ippiche e non sportive", prevista dalla manovra. Sempre sulla questione regolarizzazione-gara scommesse, la senatrice del Pd Lucrezia Ricchiuti, chiede che al bando possano partecipare i soggetti che aderiscono alla nuova sanatoria "purché la procedura di regolarizzazione sia avvenuta entro 30 giorni dell’entrata in vigore della legge".

STABILE ORGANIZZAZIONE – La legge di stabilità prevede anche un intervento di banche e istituti di credito sui versamenti dei centri verso gli operatori esteri: dove è verificata la “stabile organizzazione” verrà applicata una “ritenuta d’acconto pari al 25 per cento” sugli importi “generalmente pagati con carte di credito e bonifici internazionali” dai gestori dei punti alle società estere: la senatrice Bencini chiede di innalzare la percentuale al 40%.

GARA SCOMMESSE – Sulla gara scommesse torna anche la senatrice Bencini chiedendo "di mettere a bando concessioni di cinque anni per 5 mila agenzia e 2 mila corner, e 500 diritti per bar e tabacchi", mentre il senatore Endrizzi chiede che, sempre all’interno del bando, sia specificato che "i punti vendita" devono essere ubicati "al di fuori dei centri storici e comunque ad una distanza non inferiore a 500 metri, misurata in base al percorso pedonale più breve, da istituti scolastici di qualsiasi grado, luoghi di culto, centri socio-ricreativi e sportivi o strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio assistenziale". Sempre il senatore grillino specifica, ancora modificando il comma che riguarda il bando scommesse, che "l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli provveda alla pubblicazione annuale di tutti i dari taccolti relativi al comparto giochi". Due emendamenti di Mauro (Gal) e Gualdani (AP) propongono, inoltre, che, "per assicurare la massima concorrenzialità e parità di condizioni tra i partecipanti" al bando scommesse, i Monopoli predispongano "uno schema di contratto tipo recante le clausole minime dei contratti di commercializzazione di giochi". E’, simmetricamente, dovere dei partecipanti al bando comunicare "l’intervenuta risoluzione senza addebito di indennità di qualsiasi loro contratto di commercializzazione di giochi precedentemente in vigore in Italia".

GARA BINGO E GIOCO ONLINE – Per quanto riguarda il bando del bingo, la senatrice Bencini chiede di abbassare a 100 il numero delle concessioni messe a gara, con una base d’asta di 400mila euro, per una durata di sei anni. Anche per quanto riguarda il gioco online, propone di abbassare il numero a 50 o 90 concessioni. 

DIVIETO TOTALE PER IL GIOCO – La senatrice Bencini chiede anche di sopprimere l’intero articolo 48 e di introdurre il divieto totale per il gioco (tranne lotto, lotterie e totocalcio). 

DIVIETO DI PUBBLICITA’ – Il senatore Endrizzi (M5S) propone il "divieto assoluto di qualsiasai forma, diretta o indiretta, di propaganda pubblicitaria, di ogni communicazione commerciale, di sponsorizzazione o di promozione di marchi o prodotti di giochi con vincite in denaro, offerti in rete di raccolta, sia fisiche sia online, con la previsione di una sanzione amministrativa da 50mila a 500mila in caso di violazione del divieto". In un’altra proprosta di modifica simile Endrizzi chiede che "i proventi derivanti dalle sanzioni" siano "destinati alla prevezione, alla cura e alla riabilitazione delle patologie connesse alla dipendenza da gioco". La stessa proposta è stata avanzata dalla senatrice Bencini (Misto).

ENTI LOCALI – Per quanto riguarda gli enti locali, il senatore Santini (PD) propone maggiore adesione, da parte di Regioni e Comuni, alle disposizioni statali in materia di gioco. "Nell’esercizio delle loro potestà normative e amministrative – si legge nell’emendamento – le Regioni e i Comuni conformano i rispettivi ordinamenti alle disposizioni della presente legge, astenendosi dall’introdurre misure o assumere azioni idonee a vanificare l’unitarietà del quadro regolatorio nazionale". Le intese tra Stato ed enti locali sono previste "in sede di Conferenza unificata", attraverso la quale le Regioni possono accordarsi sulla distribuzione territoriali delle sale. In ogni caso, le intese dovranno "risultare tali da assicurare la possibilità di concessioni di gioco uniformi a livello statele e sull’interno territorio nazionale, nonché la salvaguardia dei loro valori patrimoniali". 

COLLABORAZIONE MONOPOLI – SVILUPPO ECONOMICO – Una collaborazione tra Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e il Ministero dello sviluppo economico per individuare e contrastare "comportamenti elusivi del monopolio statale dei giochi pubblici": è la proposta del senatore Santini (PD) a proposito di concorsi e operazioni a premio. Ferme restando le attribuzioni al Ministero dello sviluppo economico, che normalmente gestisce tali concorsi, "spettano alla Agenzia anche le funzioni di controllo sulle attività che costituiscono, per la mancanza di scopi promozionali, elusione della riserva dei giochi pubblici". Per semplificare i compiti amministrativi il Ministero dello sviluppo economico dovrà trasmettere all’Agenzia la comunicazione preventiva dei avvio dei concorsi a premio; entro trenta giorni, poi, l’Agenzia dovrà dichiarare l’eventuale "coincidenza tra il concorso a premio e una attività di gioco riservato allo Stato". 

CESSIONE RETE – Sempre il senatore Endrizzi (M5S) chiede anche la soppressione della parte della legge di stabilità che prevede la cessione gratuita della rete di gestione e raccolta del gioco all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, alla scadenza della concessione. 

REATI CONNESSI AL GIOCO – Aggiungere al dipartimento della pubblica sicurezza la "direzione centrale per la polizia per la prevenzione e la repressione dei reati connessi al gioco d’azzardo": lo propone il senatore Endrizzi (M5S). Per l’istituzione – specifica ancora l’emendamento – è autorizzata "la spesa di 10 milioni di euro nel 2016, 12 milioni di euro nel 2017 e 15 milion di euro a decorrere dal 2018". Il funzionamento del dipartimento sarà disciplinato con decreto "del Ministero dell’Interno, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e con il Ministro della Giustizia, sentito il Comitato nazionale dell’ordine e della sicurezza pubblica, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti".

IPPICA – "Il riordino urgente della discipina delle scommesse ippiche a totalizzatore e a quota fissa, con l’adozione di uno specifico regolamento del Mef da adottarsi entro il 31 marzo 2016": lo prevede un emendamento della senatrice Bianconi (AP). Una proposta di Marinello (AP) prevede di stabilire il prelievo sulle scommesse sulle corse dei cavalli "all’8% del movimento netto". Fino al 2018 e comunque "fino all’attuazione del riordino della disciplina sulle scommesse ippiche", le risorse del settore "verranno integrate fino a un importo massimo pari al 3,50% della quota parte delle entrate erariali ed extraerariali derivanti dai giochi con vincita in denaro". 

FP/Agipro 

RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS Legge di stabilità approda in Senato: domani in Aula il calendario dei lavori

RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS Legge di stabilità approda in Senato: domani in Aula il calendario dei lavori

26/10/2015 | 11:40

Legge di stabilità approda in Senato: domani in Aula il calendario dei lavori

ROMA – A dieci giorni dall’approvazione in Consiglio dei ministri, è stata trasmessa ieri sera al Senato la Legge di Stabilità 2016, che ha ricevuto il via libera del Quirinale. Il provvedimento sarà inviato alla Commissione Bilancio – convocata per domani – per il parere preliminare: martedì alle 12 si riunirà la capigruppo di palazzo Madama per definire il calendario dell’esame del provvedimento; alle 16.30, il presidente del Senato Pietro Grasso riferirà in Aula e aprirà la sessione di bilancio. Le audizioni della Commissione dovrebbero svolgersi il 2 e il 3 novembre, per dare successivamente inizio della discussione del provvedimento (con la presentazione e votazione degli emendamenti), mentre da Bruxelles potrebbero arrivare delle richieste di modifica nel corso della settimana. 

LE NORME SUI GIOCHI  AUMENTO PREU SU SLOT E VLT – La legge di stabilità 2016 prevede un aumento del prelievo sulle slot al 15% e sulle VLT al 5,5%: una misura che – secondo le stime del Governo nella relazione tecnica – porterà nelle casse dello Stato 600 milioni all’anno dal 2016 al 2018: in particolare, per quanto riguarda le slot, “l’incremento di tassazione produrrebbe un maggior introito pari a 508 milioni di euro” e, per le VLT, il maggior introito sarebbe pari a 107 milioni di euro. In entrambi i casi, però, la relazione tecnica presuppone lo stesso livello di raccolta del 2014 anche per gli anni successivi, ma evidenza che su tale livello “potrebbero interferire gli sviluppi delle normative locali e delle relative modalità applicative”. Inoltre, l’incremento della tassazione “inciderebbe interamente sulla filiera (concessionari, gestori ed esercenti), senza possibilità di poterlo traslare sui giocatori se non variando la percentuale di pay out degli apparecchi)".  

SANATORIA CTD – Le agenzie di scommesse collegate ai bookmaker esteri che non hanno aderito alla sanatoria prevista dalla manovra 2014 hanno un’altra possibilità per regolarizzare la propria posizione, versando una tantum di 10mila euro e l’imposta unica pregressa. Con questa norma, il Governo – si legge nella relazione illustrativa – intende proseguire la linea di intervento a contrasto della raccolta parallela di scommesse, completamente “prive di regole”, che “desta ormai da tempo una seria preoccupazione”, sia per la mancata tutela dei giocatori, in particolare i minori, sia per gli effetti sulla competitività delle società regolarmente autorizzate e sugli incassi dello Stato. Per rendere ancora più efficace l’azione di contrasto e “intercettare gli introiti” dei centri non autorizzati, inoltre, il Governo prevede di agire sugli operatori senza licenza che abbiano una “stabile organizzazione” nel nostro Paese, tramite gli accertamenti dell’Agenzia delle Entrate: i centri pagheranno – oltre all’imposta unica anche per l’attività pregressa accertata e le relative sanzioni – anche un extraprelievo. E’ previsto un intervento degli “intermediari finanziari” – dunque banche e istituti di credito – sui versamenti dei centri verso gli operatori esteri: dove è verificata la “stabile organizzazione” verrà applicata una “ritenuta d’acconto pari al 25 per cento” sugli importi “generalmente pagati con carte di credito e bonifici internazionali” dai gestori dei punti alle società estere.  Dalla nuova sanatoria, però, il Governo "ritiene prudente non prevedere alcun maggiore introito". Nella sanatoria dello scorso anno, si legge nella relazione tecnica, era prevista “la partecipazione di 3.500 soggetti (pari al 50% dei circa 7.000 soggetti che si ritiene operino sul territorio dello Stato)", per un introito di 187 milioni. In realtà “hanno aderito alla procedura di regolarizzazione poco meno di 2.200 soggetti”: una scarsa adesione spiegata con “il costo elevato dell’obbligo di corrispondere l’imposta unica arretrata e la “prospettiva di regolarizzarsi mediante gara”, prevista nel 2016. 

GARA SCOMMESSE – Con una gara da svolgere dal 1° maggio, saranno assegnate le concessioni – della durata di nove anni – di 10 mila agenzie di scommesse (con base d’asta non inferiore a 32 mila euro) e di 5 mila corner (con base d’asta di 18mila euro), per un totale stimato dal Governo, nella relazione tecnica, in 410 milioni di euro. Nella relazione illustrativa si precisa che attualmente sono circa 17 mila i punti gioco, compresi i 2 mila centri “emersi” nella precedente sanatoria, di cui 15 mila operativi, al netto di corner esclusivamente ippici “attualmente di scarsa attrattività e redditività”. La nuova gara metterà a bando “un numero di diritti inferiore al totale odierno”, con 10 mila negozi e 5 mila corner, di cui solo mille potranno essere installati “in bar ed esercizi similari” che hanno come attività principale “la somministrazione di alimenti e bevande”.  

GARA BINGO – Nel 2016 l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli effettuerà una gara per l’attribuzione di 210 concessioni per il bingo con una soglia minima da 350 mila euro, per un totale una tantum – si legge nella relazione tecnica del Governo – di 73,5 milioni. La base d’asta è stata innalzata dai 200 mila euro della gara 2014 a 350 mila euro, "considerata la maggiore durata prevista per le nuove concessioni pari a 9 anni, rispetto ai 6 previsti per la gara precedente", spiega la relazione illustrativa. 

GARA GIOCO ONLINE – La norma contenuta nella Legge di Stabilità prevede che "la gara per il gioco online sia bandita per l’attribuzione di 120 concessioni" con base d’asta pari a 200 mila euro. Il Governo prevede di incassare 24 milioni una tantum. La nuova gara consentirà "da un lato, a coloro che vogliono proseguire la raccolta dei giochi a distanza – in particolare delle scommesse – di dotarsi di titolo idoneo e, dall’altro, l’ingresso ai soggetti che volessero accedere alla rete legale", si legge nella relazione illustrativa. 

MODALITA’ TECNICHE DEI GIOCHI – Data la natura strategica delle decisioni sulle modalità tecniche dei giochi, la Legge di Stabilità prevede che “tali modalità vengano stabilite con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze su proposta del Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli”. La legge del 2001 sul rilancio dell’economia, invece, prevedeva che le modalità tecniche fossero stabilite con decreto dirigenziale. 

CESSIONE RETE – Il Governo ha deciso di abrogare la norma che prevede la cessione gratuita della rete di gestione e raccolta del gioco all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, al termine del periodo di concessione. Tale norma – che era stata introdotta per evitare una “carenza” di servizio di raccolta e di “presidio” di ordine pubblico e sicurezza – potrebbe costituire un ostacolo alla partecipazione alle prossime gare per le scommesse, bingo e gioco a distanza, si legge nella relazione illustrativa del Governo alla manovra. MSC/Agipro  

LEGGE STABILITA’ – ULTIMA VERSIONE ART. 48 GIOCHI

LEGGE STABILITA’ – ULTIMA VERSIONE ART. 48 GIOCHI

Art. 48 (Disposizioni in materia di giochi)

  1. La misura del prelievo erariale unico sugli apparecchi di cui all'articolo 110, comma 6, lettera a), del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, è fissata in misura pari al 15 per cento dell'ammontare delle somme giocate, a decorrere dal 1 gennaio 2016.
  2. La misura del prelievo erariale unico sugli apparecchi di cui all'articolo 110, comma 6, lettera b), del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, è fissata in misura pari al 5,5 per cento dell'ammontare delle somme giocate, a decorrere dal 1 gennaio 2016.
  3. Ai soggetti previsti dall’articolo 1, comma 643, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, che non hanno aderito entro il 31 gennaio 2015 alla procedura di regolarizzazione di cui al medesimo comma, nonché a quelli attivi successivamente alla data del 30 ottobre 2014, che comunque offrono scommesse con vincite in denaro in Italia, per conto proprio ovvero di soggetti terzi, anche esteri, senza essere collegati al totalizzatore nazionale dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, fermo in ogni caso il fatto che, in tale caso, il giocatore è l’offerente e che il contratto di gioco è pertanto perfezionato in Italia e conseguentemente regolato secondo la legislazione nazionale, è consentito regolarizzare la propria posizione alle condizioni di cui ai commi 643, 644 e 645, nei quali, a tale fine, sono apportate le seguenti modificazioni:
  1. nelle lettere a) e b) del comma 643, le parole: “31 gennaio 2015” e “5 gennaio 2015” sono sostituite, rispettivamente, dalle seguenti: “31 gennaio 2016” e “5 gennaio 2016”;
  2. nella lettera c) del comma 643, le parole: “28 febbraio 2015” sono sostituite dalle seguenti: “29 febbraio 2016”;
  3. nelle lettere e) e i) del comma 643, la parola: “2015”, dovunque compaia, è sostituita dalla seguente: “2016” e le parole: “30 giugno” sono sostituite dalle seguenti: “31 marzo”;
  4. nella lettera g) del comma 644, le parole: “1° gennaio 2015” sono sostituite dalle seguenti: “1° gennaio 2016”.
  1. Qualora un soggetto residente svolga, per conto di soggetti esteri non residenti o comunque sulla base di contratti di ricevitoria o intermediazione con i soggetti terzi, le attività tipiche del gestore, anche sotto forma di centro trasmissione dati, quali, ad esempio, raccolta scommesse, raccolta delle somme puntate, pagamento dei premi, e metta a disposizione dei fruitori finali del  servizio strumenti per effettuare la giocata, quali le apparecchiature telematiche e i locali presso cui scommettere, e allorché i flussi finanziari, relativi alle suddette attività ed intercorsi tra il gestore e il soggetto non residente, superino, nell’arco di sei mesi, cinquecentomila euro, l’Agenzia delle Entrate, rilevati i suddetti presupposti dall’informativa dell’intermediario finanziario e degli altri soggetti esercenti attività finanziaria indicati nell’articolo 11, commi 1 e 2, del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, da effettuarsi secondo i criteri stabiliti dal Ministero dell’economia e delle finanze, entro 60 giorni dalla medesima informativa convoca in contraddittorio il gestore e il soggetto estero, i quali possono fornire prova contraria circa la presenza in Italia di una stabile organizzazione, ai sensi dell’articolo 162, del D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917.
  2. Laddove, all’esito del predetto procedimento in contraddittorio, da concludersi entro 90 giorni, sia accertata in Italia la stabile organizzazione del soggetto estero, l’Agenzia delle Entrate emette motivato accertamento, liquidando la maggiore imposta e le sanzioni dovute.
  3. A seguito di segnalazione dell’ Agenzia delle Entrate dei contribuenti nei confronti dei quali sia stata accertata la stabile organizzazione, gli intermediari finanziari e gli altri soggetti esercenti attività finanziaria indicati nell’articolo 11, commi 1 e 2, del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231 ai fini della disciplina dell’antiriciclaggio, sono tenuti ad applicare una ritenuta a titolo d’acconto nella misura del 25 per cento sugli importi delle transazioni verso il beneficiario non residente, con versamento del prelievo entro il sedicesimo giorno del mese successivo a quello di effettuazione del pagamento.
  4. Il contribuente può comunque presentare, entro 60 giorni dall’inizio di ciascun periodo di imposta, specifica istanza di interpello disapplicativo, ai sensi dell’articolo 11, comma 2, della legge 27 luglio 2000, n. 212, con la quale dimostri il venir meno dei presupposti di cui ai commi precedenti.
  5. In vista della scadenza delle concessioni vigenti, per garantire la tutela degli interessi pubblici nelle attività di raccolta delle scommesse su eventi sportivi, anche ippici, e non sportivi, l'Agenzia delle dogane e dei monopoli, nel rispetto dei principi e delle regole europee e nazionali, attribuisce con gara da indire dal 1° maggio, mediante procedura aperta, competitiva e non discriminatoria, tutte le concessioni per la raccolta delle predette scommesse nel rispetto dei seguenti criteri:

a) durata della concessione di nove anni, non rinnovabile, per la raccolta, esclusivamente in rete fisica, di scommesse su eventi sportivi, anche ippici, e non sportivi, ivi inclusi le scommesse su eventi simulati ed i concorsi pronostici su base sportiva ed ippica, presso punti di vendita aventi come attività prevalente la commercializzazione di prodotti di gioco pubblici, fino a un numero massimo di 10.000 diritti e presso punti di vendita avente come attività accessoria la commercializzazione dei prodotti di gioco pubblici, fino ad un massimo di 5.000 diritti, di cui fino a un massimo di 1.000 diritti negli esercizi in cui si effettua quale attività principale la somministrazione di alimenti e bevande;

b) base d’asta non inferiore ad euro 32.000 per ogni punto di vendita avente come attività principale la commercializzazione dei prodotti di gioco pubblici e ad euro 18.000 per ogni punto di vendita avente come attività accessoria la commercializzazione dei prodotti di gioco pubblici;

c) in caso di aggiudicazione, versamento della somma offerta entro la data di sottoscrizione della concessione;

d) possibilità di partecipazione per i soggetti che già esercitano attività di raccolta di gioco in uno degli Stati dello Spazio economico europeo, avendovi la sede legale ovvero operativa, sulla base di valido ed efficace titolo abilitativo rilasciato secondo le disposizioni vigenti nell'ordinamento di tale Stato.

  1. All’articolo 12, comma 2, della legge 18 ottobre 2001, n. 383, il quarto periodo è sostituito dal seguente: “Le modalità tecniche dei giochi, delle scommesse e dei concorsi a premi sono stabilite con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze su proposta del Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli”.
  2. All’articolo 1 della legge 27 dicembre 2013, n. 147, sono apportate le seguenti modificazioni:
  1. al comma 636:
  1. nella alinea, le parole:  “anni 2013 e  2014” e “2014”  sono sostituite  rispettivamente dalle seguenti: “anni dal 2013 al 2016” e “2016, a una gara per l’attribuzione di 210 concessioni per il predetto gioco”; inoltre, le parole “alla riattribuzione delle medesime concessioni” sono soppresse;
  2. nella lettera a) le parole euro 200.000” sono sostituite dalle seguenti: “euro 350.000”;
  3. nella lettera b) le parole “sei anni” sono sostituite dalle seguenti: “nove anni, non rinnovabile”;
  4. nella lettera c), le parole: “euro 2.800” e “euro 1.400” sono sostituite, rispettivamente, dalle seguenti: “euro 5.000” e “euro 2.500”; inoltre, dopo le parole: “concessione riattribuita” sono aggiunte le seguenti: “, fermi in ogni caso la sottoscrizione dell’atto integrativo previsto dall’articolo 1, comma 79, della legge 13 dicembre 2010, n. 220, e il divieto di trasferimento dei locali per tutto il periodo della proroga”;
  5. la lettera d) è sostituita dalla seguente: “d) all’atto dell’aggiudicazione, versamento della somma offerta ai sensi della lettera a) entro la data di sottoscrizione della concessione”;
  6. dopo la lettera d) è inserita la seguente: “d-bis) possibilità di partecipazione per i soggetti che già esercitano attività di raccolta di gioco in uno degli Stati dello Spazio economico europeo, avendovi la sede legale ovvero operativa, sulla base di valido ed efficace titolo abilitativo rilasciato secondo le disposizioni vigenti nell'ordinamento di tale Stato”;
  1. al comma 637 le parole “, da adottare entro la fine del mese di maggio 2014,” sono soppresse.
  1. In considerazione dell’approssimarsi della scadenza di un gruppo di concessioni relative alla raccolta a distanza dei giochi di cui all’articolo 24, comma 11, lettera da a) ad f) della legge 7 luglio 2009, n. 88 e successive modificazioni ed integrazioni, al fine di garantire la continuità delle entrate erariali, nonché la tutela dei giocatori e della fede pubblica attraverso azioni che consentano il contrasto al gioco illegale, ed un allineamento temporale, al 31 dicembre 2022, di tutte le concessioni aventi ad oggetto la commercializzazione dei giochi a distanza di cui al citato articolo 24, comma 11, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli bandisce entro il 31 luglio 2016 una gara per la selezione, mediante procedura aperta, competitiva e non discriminatoria, di 120 concessioni per la commercializzazione dei suddetti giochi a distanza nel rispetto dei criteri previsti dall’articolo 24, comma 15, lettere da a) a e) e g), della citata legge n. 88 del 2009 e previo versamento di un corrispettivo una tantum, per la durata della concessione pari ad euro 200.000.
  2. Il numero 26 della lettera b) del comma 78 dell’articolo 1 della legge 13 dicembre 2010 n. 220 è soppresso.

RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS – LEGGE STABILITA’ 2016 SUI GIOCHI PUBBLICI

RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS – LEGGE STABILITA’ 2016 SUI GIOCHI PUBBLICI

Stabilità 2016, Giochi: bozza Governo, aumento tassa su slot (+1,4%) e vlt (+0,5%), entrate per 460 milioni

Aumentano i prelievi su slot e videolotteries, si riaprono i termini per il condono delle agenzie estere senza concessione, apertura di un contenzioso fiscale con le società straniere che raccolgono gioco in Italia a cui potrà essere contestata la stabile organizzazione in Italia, una gara per le concessioni di scommesse da svolgere tra il primo maggio e il 31 luglio 2016 per 22mila punti. Sono le misure contenute nella bozza della legge di Stabilità 2016, che Agipronews ha potuto visionare.  

PRELIEVI SLOT – Il Prelievo sulle slot machine sale al 15 per cento, con un aumento di 1,4 punti, mentre sulle Vlt si passa dal 5 al 5,5 per cento. Le nuove entrate per lo Stato supereranno i 460 milioni di euro.

GARE SCOMMESSE, BINGO E ONLINE – L’Agenzia delle dogane e dei monopoli, nel rispetto dei principi e delle regole europee e nazionali, attribuisce con gara da espletare “dal 1° maggio al 31 luglio 2016”, mediante procedura aperta, competitiva e non discriminatoria, tutte le concessioni per la raccolta delle scommesse. La durata della concessione sarà di nove anni per un numero di 15.000 diritti presso punti di vendita avente come attività principale la commercializzazione dei prodotti di gioco pubblici, fino ad un massimo di 7.000 diritti per chi ha un’attività accessoria di gioco. In caso di aggiudicazione, versamento della somma offerta entro la data di sottoscrizione della concessione. Le basi d’asta per le due tipologie di gioco sono 30mila e 15mila euro. Per il Bingo, la base d’asta sarà di 250mila euro, mentre per il gioco online sarà bandita una gara per 80 licenze a 200mila euro ciascuna. Dalle gare, il Governo prevede di incassare complessivamente mezzo miliardo di euro.

SANATORIA AGENZIE ESTERE – Si riaprono i termini per il condono delle agenzie di scommesse collegate a bookmaker esteri non dotate di concessione, che non avevano approfittato dell’occasione fornita nella legge di Stabilità 2015. Le condizioni di accesso saranno le stesse, quindi un versamento una tantum di 10mila euro.  Quest’anno il condono a cui hanno aderito 2.200 agenzie ha portato nelle casse statali 40 milioni, oltre a un aumento della raccolta e della relativa imposta unica.

STABILE ORGANIZZAZIONE – L’Agenzia delle Entrate convocherà  in contraddittorio il gestore e il soggetto estero, che raccolgono giochi e scommesse in Italia, i quali possono fornire prova contraria circa la presenza in Italia di una stabile organizzazione, allorché i flussi finanziari, relativi alle suddette attività ed intercorsi tra il gestore e il soggetto non residente, “superino, nell’arco di un periodo non inferiore a sei mesi, un milione di euro”. Laddove, all’esito del predetto procedimento in contraddittorio, da concludersi entro 90 giorni, sia accertata in Italia la stabile organizzazione del soggetto estero, l’Agenzia delle Entrate emetterà motivato accertamento, liquidando la maggiore imposta e le sanzioni dovute.

NT/Agipro 

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RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS – Scommesse, Obiettivo 2016 al Consiglio di Stato: “Libera iniziativa unica soluzione per risolvere ambiguità del mercato”

RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS – Scommesse, Obiettivo 2016 al Consiglio di Stato: “Libera iniziativa unica soluzione per risolvere ambiguità del mercato”

05/10/2015 | 08:32

Scommesse, Obiettivo 2016 al Consiglio di Stato: "Libera iniziativa unica soluzione per risolvere ambiguità del mercato"

ROMA – L’autorizzazione ufficiale dei Monopoli alla libera iniziativa degli operatori è l’unica soluzione per risolvere l’ambiguità del mercato delle scommesse in Italia. E’ la provocatoria conclusione a cui giunge Obiettivo 2016 nel ricorso depositato in queste ore al Consiglio di Stato. La società si oppone alla sentenza del Tar Lazio dello scorso marzo, con la quale veniva respinta la richiesta di operare come bookmaker senza concessione statale. Un’idea formalmente impossibile da soddisfare ma utile per sottolineare lo scenario "sdoppiato" del mercato: da una parte gli operatori italiani, regolarmente muniti di concessione, dall’altra i bookmaker esteri, privi di autorizzazione statale e senza i vincoli imposti dalla concessione. "Nell’attuale contesto normativo – si legge nel ricorso – un ’assenso’ ufficiale di ADM all’iniziativa di qualsiasi operatore è l’unico modo per garantire piena applicazione non solo dei principi di libertà di circolazione e stabilimento ribaditi dalla Corte di Giustizia europea, ma anche e soprattutto dei principi di parità di trattamento e non discriminazione tra imprese, diverse solo per nazionalità, che intendono operare nello stesso settore".  Obiettivo 2016 sottolinea che, nel corso degli anni, si è affermato un quadro normativo chiaro: "Tutte le disposizioni del nostro ordinamento e le prassi che, recependo il diritto europeo, generano una paradossale disparità di trattamento a danno dei cittadini italiani non hanno ragion d’essere alcuna: devono essere disapplicate". Per questo, secondo la società, i Monopoli sarebbero tenuti a tenere in considerazione tale disposizione, soprattutto alla luce del condono per i centri non autorizzati previsto dalla legge di stabilità 2015: "Ciò che la ‘sanatoria’ sembra confermare è la inconsistenza della ragione addotta a motivo del diniego opposto all’istanza di Obiettivo 2016 e cioè che i titoli abilitativi reclamati dalla ricorrente non sarebbero contemplati dal quadro giuridico-istituzionale nel quale essa stessa opera, dato che invece il legislatore ha ben integrato il quadro giuridico-istituzionale dotando i CTD di un titolo abilitativo a sanatoria della loro operatività priva di concessione". Una palese violazione del principio di uguaglianza, secondo la società, che dunque oltre al consenso per operare senza concessione solleva al Consiglio di Stato anche la questione di legittimità costituzionale. LL/Agipro 

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05/10/2015 | 08:52

Obiettivo 2016 al Consiglio di Stato, Ughi: "Proroga concessioni senza gara significherebbe la fine del sistema"

ROMA – "Noi lottiamo perché non ci sia più lo sdoppiamento della rete e di conseguenza tutte le nostre azioni giuridiche vanno avanti. Dato che il Governo non prende decisioni, chiederemo ai giudici di esporsi". Così Maurizio Ughi, amministratore unico di Obiettivo 2016, commenta ad Agipronews la decisione di andare avanti in Consiglio di Stato. La società ha depositato in queste ore un ricorso a Palazzo Spada contro la sentenza del Tar Lazio dello scorso marzo, con la quale veniva respinta la richiesta di operare come bookmaker senza concessione statale. "Il Tar ha detto che tutto si sarebbe risolto con il riordino del settore previsto dalla delega fiscale – spiega Ughi – Di fatto, però, la delega è defunta e in questo modo lo Stato ci spinge a chiedere ancora attenzione su questo problema. Il Governo avrebbe potuto risolvere la questione con il codice dei giochi che avrebbe portato alla definizione di tutti i rapporti tra concessionari e Stato, senza lasciare aperto il discorso dello sdoppiamento della rete – prosegue Ughi – Se questo fosse avvenuto mi sarei sentito obbligato moralmente nei confronti del Governo a non riprendere in mano il ricorso". Una rete unica, questa la richiesta più volte ribadita dall’amministratore unico di Obiettivo 2016: "La mia linea rimane sempre la stessa e la porto avanti con sistemi di approccio diversi", aggiunge Ughi che in merito alla possibile proroga delle concessioni per le scommesse sportive e allo slittamento del bando inizialmente previsto per il 2016, chiarisce: "Le gare sono fatte apposta per permettere l’integrazione con nuovi soggetti a vantaggio degli operatori del settore e, di conseguenza, del consumatore finale. Sono necessarie per garantire la concorrenza come indicano anche le norme comunitarie". Un nuovo bando scommesse, dunque, è necessario perché "a giugno 2016 c’è la scadenza amministrativa di tutte le concessioni. – prosegue Ughi – Noi abbiamo sempre detto che fino alla nuova gara si dovevano studiare formule per arrivare a una rete unica. Il Governo dovrebbe garantire proprio questo e se non ci sarà una rete unica noi lotteremo e rivendicheremo che lo Stato, anche con la proroga, sta rinunciando e decretando la fine del sistema concessorio. Con la proroga lo Stato non solo non rispetta i termini che lui stesso aveva previsto ma ammette al regime concessorio operatori prima non ammessi e li ratifica, senza però consentire l’immissione di nuovi operatori nel mercato. Una situazione che porterà inevitabilmente alla fine del sistema concessorio". Il bando di gara per il 2016, dunque, ci deve essere, spiega ancora Ughi. "Non ammettiamo una proroga senza la definizione dei problemi esistenti. Perché lo Stato non vuole fare una nuova gara? Perché ha paura di cambiare il titolo abilitativo. Il decreto Balduzzi – spiega – ha previsto limiti nelle aree cosiddette ’sensibili’ ma ha lasciato l’autorizzazione ai punti già esistenti su territorio. Lo Stato, dunque, ha così affrontato il problema del gioco patologico e in parte lo ha risolto, ma rimangono sul territorio locali presidiati, come le sale scommesse, e locali non presidiati come ricevitorie e esercizi pubblici dove un minore può entrare comunque anche se poi il titolare non lo fa giocare. Lo Stato con il codice dei giochi avrebbe risolto anche questo tipo di problema per questo il Governo prima di pensare a nuova proroga dovrebbe prevedere il cambio di titolo abilitativo con un nuovo concessionario anche in caso di proroga. Se così non fosse lo Stato continuerebbe a rinunciare al sistema concessorio con da una parte gli operatori transfrontalieri, e dall’altra i Comuni che fanno le loro regole senza prendere in considerazione quelle dello Stato. Sono queste le due minacce per il sistema concessorio". "E’ inutile – conclude Ughi – che il Governo faccia finta di non capire. Bisogna affrontare il problema e prendere in considerazione la regolarità del sistema altrimenti sembrerà che lo Stato voglia soltanto fare cassa dai giochi e tutti noi saremmo costretti a ricorrere alla Corte di giustizia europea per rivendicare i nostri diritti". SA/Agipro 

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RASSEGNA STAMPA – AGIMEG – Scommesse, Stanleybet “Per far collassare la rete parallela non c’è bisogno di condoni ma solo di accettare la correttezza della nostra posizione”

RASSEGNA STAMPA – AGIMEG – Scommesse, Stanleybet “Per far collassare la rete parallela non c’è bisogno di condoni ma solo di accettare la correttezza della nostra posizione”

Scommesse, Stanleybet "Per far collassare la rete parallela non c'è bisogno di condoni ma solo di accettare la correttezza della nostra posizione"

"Obiettivo 2016, rappresentato da Maurizio Ughi, promotore del ricorso al TAR Lazio avverso il silenzio di ADM sulla richiesta di autorizzazione alla raccolta di scommesse pur in assenza di autorizzazione, impugna al Consiglio di Stato la sentenza del TAR Lazio. L’Amministrazione – si legge in una nota di Stanleybet – dopo un iniziale silenzio, aveva osservato che in base alla normative vigente, tale autorizzazione non poteva essere concessa. Posizione corretta, secondo Stanley. Il TAR Lazio, che da 15 anni non sembra comprendere il fenomeno dei CTD, poteva limitarsi a confermare la posizione dell’Amministrazione. E invece no. Il TAR se ne esce con un fragile argomento che suona più o meno così: dopo il bando Monti e la sentenza della Corte di Giustizia che, secondo il TAR, avrebbe riconosciuto la legittimità della gara, sarebbe stato raggiunto … "l’effetto di porre termine allo ius singulare degli operatori di altri Stati membri che costituisce il presupposto della reverse discrimination denunciata dalla società ricorrente". Un miscuglio di latino ed inglese che, perfino da Liverpool, appare senza alcun senso. Infatti: dice in sostanza il TAR che, dopo la sentenza della Corte di Giustizia, i CTD possono sparire e tu – Obiettivo 2016 – non hai più nulla di cui lamentarti. Il TAR non si accorge che la sentenza della Corte di Giustizia non ha risposto al quesito principale del Consiglio di Stato, che, su istanza di Stanley, era diretto ad accertare se il bando Monti era stato, oppure no, un bando “rimediale” delle discriminazioni subite da Stanley. In mancanza di questa risposta, non essendo provato che il bando Monti aveva rimediato alle discriminazioni subite, i CTD Stanley erano, sono, e continuano ad essere legittimi. Il TAR non si è accorto, inoltre, di altri 30 rinvii pregiudiziali sulla gara Monti – in maggioranza casi Stanley – che si stavano nel frattempo accumulando innanzi alla Corte di Giustizia, tra cui quello della Corte Suprema di Cassazione Italiana su altri quesiti e su diversi dubbi interpretativi. Infatti, il 17 Settembre si è tenuta a Lussemburgo l’udienza orale di uno di questi ricorsi, il caso Laezza, e non sembra proprio che la posizione dell’Amministrazione ne sia uscita rafforzata. Aspettiamo serenamente il giudizio della Corte. Nel frattempo: è noto che, lo Stato Italiano, un condono non lo nega mai a nessuno. E quindi alcune catene di CTD, partecipando ad un condono, si sono disciolte come neve al sole, dimostrando così che non avevano subito alcuna discriminazione. Stanley – continua la nota – che è l’unico operatore ad essere stato effettivamente discriminato, dato che opera in assoluta regolarità, anche fiscale, non ha necessità di partecipare a futuri condoni di qualsiasi tipo. Maurizio Ughi, la cui intelligenza strategica abbiamo sempre ammirato, sconta il peccato originale di essere stato lui stesso, nel 1998 – a quel tempo a capo di SNAI – il promotore e protagonista della normativa che ha dato avvio alle discriminazioni contro Stanley. È singolare che oggi, dopo avere beneficiato per oltre 15 anni di tale normativa – dichiarata piú volte illegittima dalla Corte di Giustizia – si riposizioni affermando di esserne stato discriminato. Geniale. E, tramite Obiettivo2016, propone ricorso al Consiglio di Stato con argomenti che appaiono tecnicamente del tutto infondati, ma che, dati i sorprendenti errori della sentenza di primo grado del TAR, potrebbero rilanciare la posizione dell’astuto ex leader di Snai. Lo Stato avrebbe dovuto farsi carico, secondo lui, dell’impossibile sussistenza di una rete parallela a quella dei concessionari, ma non riflette che è lo Stato stesso che, cedendo ai grandi operatori, tra cui proprio Snai, ha generato la rete parallela. Lo Stato ha sistematicamente escluso Stanley dal sistema in violazione del diritto dell’Unione, mentre avrebbe dovuto cercare il colloquio per concordare un rientro, che purtroppo ancora non c’è stato. Il mancato rientro di Stanley ha generato, come sottoprodotto, una rete parallela di operatori che non hanno subito alcuna discriminazione e che sono privi di qualsiasi legittimazione, ma che hanno purtroppo vittoriosamente sostenuto di essere state discriminati, facendosi schermo con le vittorie giuridiche che, a bene vedere, si riferivano solo a Stanley. Quindi in sintesi: lo Stato ha sbagliato 2 volte. La discriminazione di Stanley, primo errore. Ma poi, errore ancor più grave è stato non comprendere che, risolvendo la questione Stanley, tutte le reti parallele, senza l’ombrello Stanley, sarebbero collassate. Insomma, lo Stato ha sbagliato e, cosa ancor più grave, che non ha mai cercato, parlando con Stanley, di rimediare. Le cose stanno cambiando e indubbiamente la prossima legge di stabilità potrebbe essere lo strumento utile per riassorbire Stanley nel sistema concessorio italiano. Stanley, da parte sua, ha dichiarato la propria disponibilità.  Il previsto arrivo in primavera di una nuova sentenza della Corte di Giustizia, che potrebbe riaprire i giochi, non necessariamente rafforzando l’Amministrazione, dovrebbe consigliare alle parti l’immediata ricerca di una soluzione. Altrimenti – conclude la nota dell'operatore di Liverpool – il sistema collasserà, ad anno nuovo, proprio al momento dei difficili appuntamenti, previsti per legge, di scadenza delle concessioni, inclusa quella per il gioco del Lotto". lp/AGIMEG

RASSEGNA STAMPA: RACCOLTA NEWS SU LEGGE STABILITA’ E NUOVI BANDI

RASSEGNA STAMPA: RACCOLTA NEWS SU LEGGE STABILITA’ E NUOVI BANDI

28/09/2015 | 18:39 – Legge di stabilità, Baretta (Mef): "Misure sui giochi ancora da definire, nessuna stima su entrate" RPT

ROMA – «L’obiettivo principale è quello di mettere ordine in un sistema di tassazione introducendo un regime più trasparente». Il sottosegretario all’economia Pier Paolo Baretta, a margine di un convegno della Cisl sull’occupazione, ha commentato la notizia della stangata di 800 milioni di euro su slot machine e vlt che dovrebbe arrivare con la prossima Legge di Stabilità, sottolineando che «nessuno ha parlato di 800 milioni, noi non l’abbiamo mai detto e non ci sono stime del Mef», riporta l’Ansa. L’ipotesi circolata è quella di modificare le modalità di calcolo delle tasse sui giochi dall’attuale 13,6% sugli incassi al 60% sul margine lordo (giocate meno vincite). Si tratta però di «una modifica delle modalità di tassazione, tutto il resto è ancora in discussione – continua Pier Paolo Baretta – Non c’entra niente con una manovra eventuale, l’abbiamo proposto ma ancora non si sa se sarà messa nella Legge di Stabilità». Ha spiegato il sottosegretario del Mef, aggiungendo che questo eventuale cambiamento «rende trasparenti le entrate di tutta la filiera e dà certezza sia allo Stato che agli operatori». Questo l’obiettivo di fondo, «i cui effetti in termini di quantità non dipendono dalla tassazione ma dal volume di gioco, mentre i cambiamenti delle percentuali (dei prelievi ndr) sono un’altra cosa che può essere valutata e che valuteremo, ora non c’è niente di sicuro», ha concluso Baretta. PG/Agipro 

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AGIPRONEWS – Stabilità 2016, giochi: il governo studia la stangata sulle slot: 800 milioni di nuove tasse

ROMA – Una stangata da oltre 800 milioni di euro su slot machine e videolotteries. E’ la misura più rilevante – secondo quanto apprende Agipronews – tra quelle allo studio del ministero dell’Economia in vista della prossima Legge di stabilità 2016. La decisione di cambiare le modalità di calcolo delle tasse, dall’attuale 13,6 per cento sugli incassi al 60 per cento sul margine lordo (giocate meno vincite), porterebbe un sostanzioso incremento degli incassi per lo Stato e un appesantimento dei conti delle aziende. Le slot machine darebbero nel 2016 un contributo pari a 3900 milioni di euro, cioè il 60% di 6,5 miliardi, la base imponibile che si ottiene sottraendo le vincite (19 miliardi) dalla raccolta (25,5). Nel 2014, le entrate del fisco grazie alle slot machine sono state molto inferiori (3250 milioni circa) e lo stesso trend è previsto a chiusura 2015. La svolta verso la tassazione sul margine si chiuderebbe così con un saldo di nuove entrate per il Governo per circa 650 milioni di euro. Analogo calcolo i tecnici lo hanno ipotizzato sulle videolotteries, gli apparecchi che consentono vincite fino a 500mila euro. Su una base imponibile di 2,5 miliardi, allo Stato andrebbe il 50% – la metà esatta del ricavo lordo – vale a dire 1250 milioni, contro i 1070 del 2014 e i 1080 previsti quest’anno: in questo caso, l’ipotesi è di almeno 150 milioni di nuove imposte nel prossimo anno. Con queste misure, il Mef prevede una forte contrazione del numero di macchinette. Sul tavolo di via XX Settembre anche uno schema – per ora solo abbozzato – delle gare per Scommesse e Bingo, le cui concessioni sono in scadenza o già in regime di proroga di fatto. Nel caso del betting, però, sarebbe allo studio la possibilità di allungare per un tempo breve (un anno o due) le attuali licenze, riaprendo nei prossimi mesi i termini del condono per chi non ha le autorizzazioni statali e procedendo successivamente ad un riordino complessivo del settore. Se invece si procedesse a nuovi bandi di assegnazione, gli operatori di scommesse – per ottenere i 15mila punti da assegnare – dovrebbero prepararsi ad un esborso di diverse centinaia di milioni di euro. Ma questo ulteriore pacchetto di misure sarà deciso solo dopo un’analisi politica approfondita. NT/Agipro

AGIMEG – Giochi, nella Stabilità 2016 possibile riforma della tassazione per slot e Vlt. Il Mef valuta proroga concessioni delle scommesse e riapertura Sanatoria

Le slot machine e le Vlt di nuovo nel "mirino" della politica. Il Ministero dell'Economia sta infatti valutando l'inserimento nella Legge di Stabilità 2016 di una nuova modalità di calcolo della tassazione per il settore dell'intrattenimento. Per le Newslot si tratterebbe di cambiare dall'attuale prelievo del 13,6% sulla raccolta, al 60% sul margine lordo, vale a dire la raccolta meno le vincite. Per le Vlt la tassazione andrebbe al 50% sempre sul margine lordo. Praticamente, nel 2016 dalle slot andrebbero allo Stato 3,9 miliardi (contro i circa 3,3 del 2014 e del 2015), mentre dalle videolottery poco più di 1,3 miliardi (contro gli 1,1 miliardi del 2014 e di quest'anno). Possibili novità anche per gli operatori di scommesse. Il Mef sta infatti analizzando anche l'ipotesi di rimandare la gara per le concessioni del 2016, allungando di fatto quelle attuali per uno o due anni e prevedere la riapertura della Sanatoria per gli operatori senza concessione che non avevano aderito a quella prevista nella Stabilità 2015. Pronta anche una prima bozza per la gara del Bingo. rg/AGIMEG

AGIPRONEWS – Legge di stabilità 2016: concessioni scommesse, Mef valuta bando di gara e proroga onerosa

ROMA – Una proroga onerosa o un bando di gara per continuare a gestire corner e agenzie di scommesse. Sono le due ipotesi attualmente allo studio del Governo, a partire dall’allungamento delle concessioni. In un dossier che i Monopoli hanno inviato al ministero dell’Economia, secondo quanto riporta il sito de “Il Fatto Quotidiano”, l’eventuale estensione delle licenze viene considerata percorribile solo dopo un confronto con gli organi comunitari (il rischio di infrangersi contro i limiti fissati dall’Unione Europea in materia di gare e concessioni rimane alto) e comunque costerebbe agli operatori 3mila euro per ciascuno degli 8mila corner e 5mila euro per i seimila negozi di betting: l’incasso sarebbe pari a 54 milioni di euro. Ben più onerosa – per le casse dei bookmaker – sarebbe invece la partecipazione ad una gara per 15mila punti, da svolgersi nel corso del prossimo anno. Le basi d’asta per ciascun punto sarebbero in quel caso, secondo quanto risulta ad Agipronews, superiori ai 20mila euro per punto vendita. Una decisione è attesa nelle prossime settimane e non lascia tranquilli gli operatori, che rischiano di pagare salata la permanenza in un sistema che non li protegge – attualmente – né dalle leggi regionali né dalla concorrenza dei bookmaker non autorizzati. NT/Agipro

AGIMEG – Giochi, i dettagli del documento inviato dai Monopoli al Mef. Ecco quanto costerebbe agli operatori di scommesse la proroga delle concessioni, prevista al posto della gara del 2016

I Monopoli hanno inviato al Mef un documento ufficiale dal titolo “Misure in materia di giochi”. Si tratta di un dossier di 13 pagine, con tanto di tabelle, inviato direttamente a Padoan in vista della preparazione della prossima Legge di Stabilità. L’agenzia spiega nel documento che negoziare una riduzione dell’aggio, per il Lotto ed i giochi numerici, è troppo complicato e quindi meglio aspettare la gara prevista per il 2016. Nel documento si parla anche delle concessioni delle scommesse in scadenza a giugno del prossimo anno ed in questo caso i Monopoli suggeriscono un allungamento, anche se a titolo oneroso, delle concessioni stesse piuttosto che l’indizione di una gara. Nel capitolo intitolato “Riduzione degli aggi”, i Monopoli simulano con una serie di tabelle gli eventuali incassi aggiuntivi dello Stato derivanti da una limatura, ma contemporaneamente nel documento consigliano a Padoan di non procedere in tal senso, motivando nel dettaglio la scelta. I Monopoli infatti definiscono alto il rischio che comporterebbe un nuovo negoziato con i concessionari, con l’aggio ritoccato in modo unilaterale. Per quanto riguarda il Lotto dall’Agenzia viene evidenziata anche la non opportunità di procedere ad una limatura dell’aggio, visto che lo stesso dovrebbe scendere al 6% (contro l’attuale 6,3%) con la gara del prossimo anno. Per quanto riguarda le concessioni delle scommesse sportive, ippiche e non sportive, i Monopoli ricordano che nel corso dell’anno prossimo scadono le concessioni di migliaia di soggetti. E nel dossier preparato per il ministro simulano che cosa potrebbe succedere in termini di nuovi incassi in seguito all’indizione di gare. Anche se poi dedicano un intero capitolo alla “Proroga delle concessioni” da ottenere “previa interlocuzione con gli organi comunitari”. Per la proroga gli interessati dovrebbero pagare: 5mila euro ognuno dei 6mila negozi di scommesse, 3mila euro gli 8mila corner. In totale 54 milioni di euro. rg/AGIMEG

AGIPRONEWS – Legge di stabilità, Ughi (Obiettivo 2016): «Dallo Stato norme schizofreniche che non aiutano solidità del settore»

ROMA – «Se siamo arrivati a questo punto è a causa degli organi dello Stato che non si sono assunti le proprie responsabilità e che stanno distruggendo valore per le imprese nazionali di gioco, costrette ad aggregarsi e fondersi tra loro: i grandi player si riuniscono e fagocitano i più piccoli, perchè lo Stato italiano – con le sue norme non chiare e schizofreniche – non ha dato solidità alle imprese». E’ il commento di Maurizio Ughi, amministratore unico di Obiettivo 2016, in merito alle recenti indiscrezioni sulla prossima legge di stabilità. «Lo Stato ha dimostrato di non avere la forza di far chiudere le società transforntaliere e, nel sanare la loro posizione, ne ha incrementato il valore: è imbarazzante vedere che le imprese italiane invece hanno perso valore. Lo Stato deve fare ammenda, riconoscere le proprie colpe e non ’pestare i piedi’ ai propri contrattualizzati che finora hanno contribuito agli incassi dell’erario», ha spiegato Ughi ad Agipronews.  Per quanto riguarda una eventuale proroga delle concessioni delle gare delle scommesse sportive, «dal punto di vista della norma, è necessario che ci sia una nuova gara» anche perchè è facile pensare che «la proroga non sarà ammessa a livello comunitario, la Corte di giustizia UE risponderà in maniera diversa: più volte i giudici di Bruxelles hanno confermato che le gare ci devono essere». La proroga, ha aggiunto Ughi, «non darebbe la possibilità ai nuovi player di entrare nel mercato e tanti piccoli operatori sarebbero obbligati a continuare a lavorare con i contratti in essere, mentre invece «gli operatori dovrebbero poter scegliere il concessionario che gli dà più garanzie» e, in caso di estensione dei termini, potrebbero essere «costretti a ricorrere alla Corte di giustizia europea per rivendicare i propri diritti». MSC/Agipro

AGIMEG – Scommesse, Ughi (Obiettivo 2016) "Lo Stato ha distrutto valore per i concessionari e creato valore per i transfrontalieri. No alla proroga senza rinegoziazione dei contratti"

E’ una posizione dura ma condivisibile quella espressa da Maurizio Ughi, ex presidente di Snai ed attuale amministratore unico di Obiettivo 2016, in merito alla “discriminazione” che stanno subendo i concessionari italiani di scommesse. “E’ a dir poco strano che lo Stato, nei confronti dei concessionari autorizzati, abbia distrutto valore, mentre per gli operatori privi di concessione lo Stato abbia creato valore. L’opera dello Stato italiano nei confronti dei concessionari ha creato un grande clima di incertezza, nessuna stabilità, tanta confusione e l’impossibilità di fare piani economici seri. Inoltre, uno Stato che non rispetta gli impegni presi attraverso i contratti e modifica in corsa le regole, mina di fatto non solo la sua credibilità ma anche la fiducia di chi aveva scelto la via della legalità. Questo ha portato, ad esempio, alla necessità di avviare fusioni proprio perché gli operatori sono in grossa difficoltà. La cosa scandalosa – sottolinea ad Agimeg Ughi – è che per gli operatori transfrontalieri avviene l’esatto contrario. Lo Stato per loro ha infatti creato valore sottostando a sentenze della Cge che hanno messo in evidenza la debolezza dello Stato stesso nel difendere il suo operato e dando vita ad operazioni, come le sanatorie, che hanno permesso ad operatori privi di concessione di creare grande valore ed essere pronti a vendere, con un ovvio forte ritorno economico, le proprie aziende. Mi chiedo perché distruggere e combattere di fatto chi si è fidato dello Stato. Noi concessionari non siamo solo dei tappabuchi per i bilanci dello Stato, che con il suo fare schizofrenico e con l’unico pensiero di far cassa, ha distrutto valore per i concessionari creando valore per gli altri. Non è più auspicabile, ma necessario che lo Stato faccia ammenda, si assuma la colpa per le condizioni in cui vige l’attuale mercato delle concessioni, perché se continuerà a mettere “toppe” al proprio operato prima o poi la coperta si spezza”. Maurizio Ughi è anche intervenuto, nelle dichiarazioni rilasciate ad Agimeg, sul tema di attualità della possibile proroga delle concessioni di scommesse in scadenza a giugno 2016: “L’ipotesi di proroga delle concessioni merita un approfondimento. Una proroga, in quanto tale, sappiamo bene che non è ammessa a livello comunitario, anche se lo Stato potrebbe trovare il solito escamotage che però potrebbe reggere a livello politico ma non a quello giuridico. Basterebbe infatti che un solo operatore, in qualche modo danneggiato dalla proroga, facesse ricorso alla Corte di Giustizia Europea perché la proroga stessa venisse subito messa in discussione. Io sono contrario alla proroga, perché pensavo che da luglio 2016 si potesse vivere un nuovo mercato più ordinato e permettendo alle aziende di sistemare i conti messi in crisi proprio dall’opera dello Stato. Insomma la nuova gara, se fatta in maniera ineccepibile sia dal punto di vista statale, industriale e comunitario, darebbe la un nuovo slancio economico ed emotivo al settore. Se proprio ci dovesse essere la proroga, la stessa – conclude l’amministratore unico di Obiettivo 2016 – andrebbe fatta inserendo la possibilità per gli operatori di rinegoziare i contratti, altrimenti la Cge vivrà una nuova stagione di ricorsi”. es/AGIMEG

AGIPRONEWS – Legge di Stabilità, Curcio (Sapar): "Dialogo e confronto con le Istituzioni, al settore serve certezza"

ROMA – "Mi auguro che finalmente, cogliendo magari l’opportunità che il sottosegretario Baretta ci ha offerto tramite un tavolo di confronto con il governo, venga dato seguito alle nostre ragioni, per trovare una linea comune condivisa dall’intera filiera. Tra l’altro, è ipotizzabile che nella prossima legge di stabilità verranno inserite delle norme sul gioco. La Sapar proseguirà la propria battaglia per cercare un dialogo con le istituzioni prima che venga redatto il testo, al fine di avere qualche certezza in più nei prossimi decreti sul settore”. E’ quanto ha detto Raffaele Curcio, presidente di Sapar, nel corso dell’assemblea dei soci di Puglia e Basilicata. In merito all’addizionale sulle slot da 500 milioni Curcio ha sottolineato che l’associazione sta "cercando di riprendere una trattativa con le concessionarie, ma vedremo comunque come si esprimerà il Tar", mentre sul ddl Mirabelli "ho ribadito che a mio avviso il problema fondamentale è che probabilmente stiamo assistendo non ad un riordino del settore, quanto ad un taglio irresponsabile del settore gioco, perché se per riorganizzare un settore si intende solo ridurre l’offerta degli apparecchi nei bar e tabacchi, razionalizzando la presenza delle sale gioco nel territorio, si rischia di annullare parte della filiera". L’appello alle istituzioni per una maggiore solidità è arrivato anche da Domenico Distante, vicepresidente vicario di Sapar. "Nonostante le promesse del Governo che aveva garantito la formulazione di un decreto per una ripartizione equa della tassa dei 500 milioni – ha detto Distante – ancora ci ritroviamo nell’incertezza sulle modalità con le quali verranno versati i 300 milioni rimanenti; e ciò sta a testimoniare ancora una volta che questa è una legge che non possiamo accettare così come è stata elaborata: noi siamo disposti a pagare, però in maniera proporzionale e non in quota fissa". FP/Agipro

AGIMEG – Scommesse, Goldbet e Betaland interessati alla “Sanatoria bis” ma solo a condizioni diverse rispetto al primo condono

Tra le ipotesi al vaglio del ministro Padoan, in merito alla prossima Legge di Stabilità, c’è anche la proposta di riaprire la Sanatoria per i centri di scommesse non autorizzati. Ricordiamo che l’ultima Legge di Stabilità ha permesso di sanare circa 2.200 punti, per un introito allo Stato di circa 40 milioni di euro. E’ stato un risultato però inferiore alle attese, visto che le previsioni dello Stato puntavano sull’adesione di 3.500 punti sui circa 7.000 ctd presenti in Italia. Alla prima Sanatoria avevano aderito tre grandi operatori, Planetwin, Goldbet e Betaland. Questi ultimi due, secondo quanto appreso da Agimeg, potrebbero essere interessati ad una nuova Sanatoria e quindi all’inserimento nelle loro reti di punti di ex centri appartenenti ad altri operatori .com. Però sia Goldbet sia Betaland evidenziano come un eventuale riapertura dovrebbe avere parametri e condizioni diverse dalla prima Sanatoria, perché altrimenti non sarebbe possibile intraprendere un nuovo percorso di regolarizzazione. es/AGIMEG

AGIMEG – Bingo, Barbieri (Ascob): "Prima di indire la nuova gara, lo Stato dovrebbe risolvere i conflitti con Regioni e Comuni"

"Non siamo contrari alla gara per il rinnovo delle concessioni del Bingo, ma l'attuale quadro normativo non dà alcuna certezza sugli investimenti effettuati". Salvatore Barbieri, presidente di ASCOB, non nasconde le perplessità sul fatto che il Ministero dell'Economia potrebbe inserire il nuovo bando nella prossima legge di Stabilità. "Il primo passo" spiega a Agimeg, "dovrebbe essere quello di risolvere il conflitto con gli enti territoriali, altrimenti le sale che partecipano alla gara rischiano di non poter proseguire l'attività nei comuni in cui hanno sempre operato. Molte norme regionali o comunali considerano infatti il rinnovo della concessione una nuova attività, e scatta quindi la norma che vieta l'apertura di nuove sale. Cosa compra a quel punto chi partecipa alla gara?" ASCOB aveva anche formulato una proposta alternativa, in sostanza quella di concedere agli attuali operatori una sorta di proroga onerosa: "Ci eravamo detti disponibili a anticipare in qualche modo almeno una parte della quota di partecipazione alla gara, fino a quando lo Stato non avesse risolto i conflitti con gli enti locali. Oltretutto bisogna considerare che alcune delle vecchie concessioni scadranno nel 2.018, altre nel 2.020: la soluzione migliore sarebbe stata quella di allineare le scadenze temporali". Del resto, alcune sale già operano in regime di proroga – una proroga che oltretutto si sta protraendo più del previsto , dal momento che il Tar, circa un anno fa ha annullato il precedente bando – "e stanno pagando 2.800 euro al mese, come corrispettivo"puntualizza Barbieri. E sul contenuto della nuova gara: "L'augurio è che non ripropongano la vecchia gara, epurata delle clausole controverse. C'erano diversi punti controversi – come il numero delle concessioni, la fideiussione, che comunque alcuni concessionari stanno cercando di far valere in appello di fronte al Consiglio di Stato – il Tar si è pronunciato sulla sola clausola che imponeva di versare la metà dell'offerta economica al momento della partecipazione". Il giudice amministrativo ha ritenuto quella clausola sufficiente per annullare l'intero bando, e non ha esaminato alcune delle altre censure. Barbieri da un lato non nasconde la preoccupazione – "In base alle indiscrezioni che circolano, i Monopoli avrebbero deciso di inserire la gara del bingo nella Stabilità solo per fare cassa" – dall'altro spera in una maggiore oculatezza da parte delle Amministrazioni: "Se avessero voluto riproporre la stessa gara, avrebbero potuto farlo il giorno successivo alla sentenza del Tar Lazio. Invece, hanno aspettato tutto questo tempo prima". gr/AGIMEG