Circolare: 2007014 – 2014.06.09 – Comunicazione – Tassa sulla fortuna
Nell'area riservata, sezione Politiche e Comunicazioni , è stata pubblicata la circolare:
- 2007014 – 2014.06.09 – Comunicazione – Tassa sulla fortuna –
Nell'area riservata, sezione Politiche e Comunicazioni , è stata pubblicata la circolare:
Nell'area riservata, sezione Politiche e Comunicazioni , è stata pubblicata la circolare:
Nell'area riservata, sezione Fisco, è stata pubblicata la circolare:
Nell'area riservata, sezione Fisco, è stata pubblicata la circolare:
Nell'area riservata, sezione Lavoro è stata pubblicata la circolare: 2006614 – 2014.05.26 – Lavoro- Jobs Act disposizioni legge n. 78 del 16/05/2014 di conversione D.L. n. 34 del 20/03/2014
http://www.agicops.com/blog/2014/05/20/agisco-nuovo-rinvio-del-bando-alla-corte-di-giustizia-un-lasciapassare-che-puo-dare-il-colpo-di-grazia-alla-rete-di-stato/
AGìSCO: Nuovo rinvio del bando alla Corte di Giustizia, un “lasciapassare” che può dare il colpo di grazia alla rete di Stato
Alla luce della situazione di emergenza che caratterizza il settore dei Giochi Pubblici nel nostro Paese, era ed è auspicabile un atteggiamento di massima attenzione e rigore interpretativo da parte della magistratura al fine di scongiurare disapplicazioni generalizzate della normativa che sanziona chi opera senza le autorizzazioni necessarie in spregio alle esigenze primarie di tutela dei consumatori e di prevenzione della degenerazione criminale.
La magistratura penale si sta assumendo la grande responsabilità di fornire un vero e proprio “lasciapassare” per tutti gli operatori che intendono sottrarsi alle regole vigenti nel nostro ordinamento a tutela degli utenti e per prevenire i fenomeni della ludopatia; sembra che i magistrati penali non prendano in alcun modo atto di quanto anche recentemente affermato dal Consiglio di Stato, in merito alla indubbia incompatibilità della modalità operativa tramite CTD (Centri Trasmissione Dati) o CED (Centri Elaborazione Dati) con le esigenze primarie poste a fondamento dell’art. 88 del TULPS, senza considerare che è il giudice nazionale – e non il giudice europeo – a doversi esprimere in merito, pur nel rispetto dei principi guida affermati nelle sentenze interpretative.
Inoltre si deve constatare – ancora una volta – l’inerzia, o l’inefficacia dell’azione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), ente regolatore del comparto dei Giochi Pubblici, nel diffondere presso le autorità giudiziarie locali i fondamenti e le ragioni giustificatrici della normativa vigente, mediante il più volte sollecitato coinvolgimento delle Direzioni territoriali e delle sezioni distaccate dell’Agenzia .
E’ l’intero apparato dello Stato che ha competenza sui Giochi – a partire da ADM che ha messo a bando delle concessioni che, di fatto, sono prive di valore, ai Ministeri delle Finanze, dell’Agricoltura e dell’Interno, con la mancanza di attività di tutela della propria rete di raccolta – ad essere colpevole della crisi che sta costringendo i piccoli e medi operatori Associati ad AGISCO, ma anche i grandi gruppi operanti nel settore, a tirare i remi in barca lasciando a casa migliaia di lavoratori e perdendo gli ingenti investimenti effettuati negli anni; la rete di raccolta dello Stato, costantemente e fortemente controllata dalle forze dell’ordine per tutelare – giustamente – la fede e la salute pubblica subisce la doppia pressione: da un lato dover adempiere e decine di regole e procedure che incrementano fortemente i costi aziendali, dall’altro dover subire la sottrazione di movimento di gioco, raccolto da reti che operano senza dover sottostare alle stesse regole e procedure.
La “Legge Delega” in vigore da marzo prevede il riordino delle norme sui Giochi e prevede la necessità di garantire regole trasparenti ed uniformi per operare nel settore: è l’occasione definitiva per lo Stato per mettere finalmente in ordine un settore di vitale importanza per la salute pubblica e per le entrate erariali; se anche questa occasione dovesse essere sprecata, i diretti responsabili saranno chiamati a rispondere personalmente dei danni procurati agli operatori
.
Se parte degli operatori plaude al rinvio alla Corte di giustizia europea della mai risolta diatriba tricolore sul bando scommesse, Agisco, ossia l’Associazione giochi e scommesse, è fortemente preoccupata dall’aver appreso che “
UN LASCIAPASSARE A CHI SI SOTTRAE ALLE REGOLE – La magistratura penale si sta assumendo la grande responsabilità di fornire un vero e proprio ‘lasciapassare’ per tutti gli operatori che intendono sottrarsi alle regole vigenti nel nostro ordinamento a tutela degli utenti e per prevenire i fenomeni della ludopatia; sembra che i magistrati penali non prendano in alcun modo atto di quanto anche recentemente affermato dal Consiglio di Stato, in merito alla indubbia incompatibilità della modalità operativa tramite Ctd (Centri Trasmissione Dati) o Ced (Centri Elaborazione Dati) con le esigenze primarie poste a fondamento dell'art. 88 del Tulps, senza considerare che è il giudice nazionale – e non il giudice europeo – a doversi esprimere in merito, pur nel rispetto dei principi guida affermati nelle sentenze interpretative”.
L’AZIONE DELL’ADM – Agisco constata inoltre “ancora una volta, l’inerzia, o l’inefficacia dell’azione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), ente regolatore del comparto dei Giochi Pubblici, nel diffondere presso le autorità giudiziarie locali i fondamenti e le ragioni giustificatrici della normativa vigente, mediante il più volte sollecitato coinvolgimento delle Direzioni territoriali e delle sezioni distaccate dell’Agenzia. È l’intero apparato dello Stato che ha competenza sui giochi – a partire da Adm che ha messo a bando delle concessioni che, di fatto, sono prive di valore, ai Ministeri delle Finanze, dell’Agricoltura e dell’Interno, con la mancanza di attività di tutela della propria rete di raccolta – ad essere colpevole della crisi che sta costringendo i piccoli e medi operatori Associati ad Agisco, ma anche i grandi gruppi operanti nel settore, a tirare i remi in barca lasciando a casa migliaia di lavoratori e perdendo gli ingenti investimenti effettuati negli anni; la rete di raccolta dello Stato, costantemente e fortemente controllata dalle forze dell’ordine per tutelare – giustamente – la fede e la salute pubblica subisce la doppia pressione: da un lato dover adempiere e decine di regole e procedure che incrementano fortemente i costi aziendali, dall’altro dover subire la sottrazione di movimento di gioco, raccolto da reti che operano senza dover sottostare alle stesse regole e procedure.
http://www.agipronews.it/notizia-20_05_2014-Scommesse-Scommesse%2C+Agisco%3A+rinvio+bando+alla+Corte+Europea+%E8+ennesimo+colpo+alla+rete+autorizzata-110556.html
ROMA – Con i continui rinvii della Corte di Cassazione alla Corte di Giustizia Europea in merito ai casi di centri collegati ad altri operatori esteri, "la magistratura penale si sta assumendo la grande responsabilità di fornire un vero e proprio 'lasciapassare' per tutti gli operatori che intendono sottrarsi alle regole vigenti nel nostro ordinamento a tutela degli utenti e per prevenire i fenomeni della ludopatia". E' quanto evidenzia Agisco (Associazione giochi e scommesse), in merito alle ultime decisioni della Cassazione che ha chiesto alla Corte europea di stabilire se le condizioni imposte dal bando per 200 nuovi punti – in particolare quelle relative alla durata limitata delle nuove concessioni – siano o meno discriminatorie verso gli operatori che vogliono regolarizzare esteri con licenza in un altro Stato membro. "Sembra che i magistrati penali non prendano in alcun modo atto di quanto anche recentemente affermato dal Consiglio di Stato, in merito alla indubbia incompatibilità della modalità operativa tramite Centri Trasmissione Dati o Centri Elaborazione Dati con le esigenze primarie poste a fondamento dell'art. 88 del TULPS, senza considerare che è il giudice nazionale – e non il giudice europeo – a doversi esprimere in merito, pur nel rispetto dei principi guida affermati nelle sentenze interpretative", sottolinea l'associazione in una nota.
"Alla luce della situazione di emergenza che caratterizza il settore era ed è auspicabile un atteggiamento di massima attenzione e rigore interpretativo – evidenziano da Agisco – al fine di scongiurare disapplicazioni generalizzate della normativa che sanziona chi opera senza le autorizzazioni necessarie". In questo caso, invece, "ancora una volta va constatata l’inerzia, o l’inefficacia dell’azione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nel diffondere presso le autorità giudiziarie locali i fondamenti e le ragioni giustificatrici della normativa vigente".
E’ l’intero apparato dello Stato che ha competenza sul settore, si legge ancora in una nota dell'associazione, "ad essere colpevole della crisi che sta costringendo i piccoli e medi operatori, ma anche i grandi gruppi operanti nel settore, a tirare i remi in barca lasciando a casa migliaia di lavoratori e perdendo gli ingenti investimenti effettuati negli anni. La rete di raccolta dello Stato, costantemente e fortemente controllata dalle forze dell’ordine per tutelare – giustamente – la fede e la salute pubblica subisce la doppia pressione: da un lato dover adempiere e decine di regole e procedure che incrementano fortemente i costi aziendali, dall’altro dover subire la sottrazione di movimento di gioco, raccolto da reti che operano senza dover sottostare alle stesse regole e procedure".
In questo contesto Agisco auspica che la legge delega, che "prevede la necessità di garantire regole trasparenti ed uniformi per operare nel settore" sia "l’occasione definitiva per lo Stato per mettere finalmente in ordine un settore di vitale importanza per la salute pubblica e per le entrate erariali. Se anche questa occasione dovesse essere sprecata, – concludono – i diretti responsabili saranno chiamati a rispondere personalmente dei danni procurati agli operatori".
RED/Agipro
In: In Evidenza, Scommesse Sportive
20 maggio 2014 – 11:25
Desta forte preoccupazione apprendere che la Corte di Cassazione Penale, dopo il Consiglio di Stato, ha formulato nuovi quesiti alla Corte di Giustizia Europea relativamente alla normativa di gara Monti prefigurando una grave incertezza della quale stanno già approfittando numerosi operatori esteri che raccolgono scommesse nel nostro paese senza i titoli richiesti.
Alla luce della situazione di emergenza che caratterizza il settore dei Giochi Pubblici nel nostro Paese, era ed è auspicabile un atteggiamento di massima attenzione e rigore interpretativo da parte della magistratura al fine di scongiurare disapplicazioni generalizzate della normativa che sanziona chi opera senza le autorizzazioni necessarie in spregio alle esigenze primarie di tutela dei consumatori e di prevenzione della degenerazione criminale.
La magistratura penale si sta assumendo la grande responsabilità di fornire un vero e proprio “lasciapassare” per tutti gli operatori che intendono sottrarsi alle regole vigenti nel nostro ordinamento a tutela degli utenti e per prevenire i fenomeni della ludopatia; sembra che i magistrati penali non prendano in alcun modo atto di quanto anche recentemente affermato dal Consiglio di Stato, in merito alla indubbia incompatibilità della modalità operativa tramite CTD (Centri Trasmissione Dati) o CED (Centri Elaborazione Dati) con le esigenze primarie poste a fondamento dell’art. 88 del TULPS, senza considerare che è il giudice nazionale – e non il giudice europeo – a doversi esprimere in merito, pur nel rispetto dei principi guida affermati nelle sentenze interpretative.
Inoltre si deve constatare – ancora una volta – l’inerzia, o l’inefficacia dell’azione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), ente regolatore del comparto dei Giochi Pubblici, nel diffondere presso le autorità giudiziarie locali i fondamenti e le ragioni giustificatrici della normativa vigente, mediante il più volte sollecitato coinvolgimento delle Direzioni territoriali e delle sezioni distaccate dell’Agenzia .
E’ l’intero apparato dello Stato che ha competenza sui Giochi – a partire da ADM che ha messo a bando delle concessioni che, di fatto, sono prive di valore, ai Ministeri delle Finanze, dell’Agricoltura e dell’Interno, con la mancanza di attività di tutela della propria rete di raccolta – ad essere colpevole della crisi che sta costringendo i piccoli e medi operatori Associati ad AGISCO, ma anche i grandi gruppi operanti nel settore, a tirare i remi in barca lasciando a casa migliaia di lavoratori e perdendo gli ingenti investimenti effettuati negli anni; la rete di raccolta dello Stato, costantemente e fortemente controllata dalle forze dell’ordine per tutelare – giustamente – la fede e la salute pubblica subisce la doppia pressione: da un lato dover adempiere e decine di regole e procedure che incrementano fortemente i costi aziendali, dall’altro dover subire la sottrazione di movimento di gioco, raccolto da reti che operano senza dover sottostare alle stesse regole e procedure.
La “Legge Delega” in vigore da marzo prevede il riordino delle norme sui Giochi e prevede la necessità di garantire regole trasparenti ed uniformi per operare nel settore: è l’occasione definitiva per lo Stato per mettere finalmente in ordine un settore di vitale importanza per la salute pubblica e per le entrate erariali; se anche questa occasione dovesse essere sprecata, i diretti responsabili saranno chiamati a rispondere personalmente dei danni procurati agli operatori. cz/AGIMEG
AGìSCO: Nuovo rinvio del bando alla Corte di Giustizia, un “lasciapassare” che può dare il colpo di grazia alla rete di Stato.
Desta forte preoccupazione apprendere che la Corte di Cassazione Penale, dopo il Consiglio di Stato, ha formulato nuovi quesiti alla Corte di Giustizia Europea relativamente alla normativa di gara Monti prefigurando una grave incertezza della quale stanno già approfittando numerosi operatori esteri che raccolgono scommesse nel nostro paese senza i titoli richiesti.
Alla luce della situazione di emergenza che caratterizza il settore dei Giochi Pubblici nel nostro Paese, era ed è auspicabile un atteggiamento di massima attenzione e rigore interpretativo da parte della magistratura al fine di scongiurare disapplicazioni generalizzate della normativa che sanziona chi opera senza le autorizzazioni necessarie in spregio alle esigenze primarie di tutela dei consumatori e di prevenzione della degenerazione criminale.
La magistratura penale si sta assumendo la grande responsabilità di fornire un vero e proprio “lasciapassare” per tutti gli operatori che intendono sottrarsi alle regole vigenti nel nostro ordinamento a tutela degli utenti e per prevenire i fenomeni della ludopatia; sembra che i magistrati penali non prendano in alcun modo atto di quanto anche recentemente affermato dal Consiglio di Stato, in merito alla indubbia incompatibilità della modalità operativa tramite CTD (Centri Trasmissione Dati) o CED (Centri Elaborazione Dati) con le esigenze primarie poste a fondamento dell'art. 88 del TULPS, senza considerare che è il giudice nazionale – e non il giudice europeo – a doversi esprimere in merito, pur nel rispetto dei principi guida affermati nelle sentenze interpretative.
Inoltre si deve constatare – ancora una volta – l’inerzia, o l’inefficacia dell’azione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), ente regolatore del comparto dei Giochi Pubblici, nel diffondere presso le autorità giudiziarie locali i fondamenti e le ragioni giustificatrici della normativa vigente, mediante il più volte sollecitato coinvolgimento delle Direzioni territoriali e delle sezioni distaccate dell’Agenzia .
E’ l’intero apparato dello Stato che ha competenza sui Giochi – a partire da ADM che ha messo a bando delle concessioni che, di fatto, sono prive di valore, ai Ministeri delle Finanze, dell’Agricoltura e dell’Interno, con la mancanza di attività di tutela della propria rete di raccolta – ad essere colpevole della crisi che sta costringendo i piccoli e medi operatori Associati ad AGISCO, ma anche i grandi gruppi operanti nel settore, a tirare i remi in barca lasciando a casa migliaia di lavoratori e perdendo gli ingenti investimenti effettuati negli anni; la rete di raccolta dello Stato, costantemente e fortemente controllata dalle forze dell’ordine per tutelare – giustamente – la fede e la salute pubblica subisce la doppia pressione: da un lato dover adempiere e decine di regole e procedure che incrementano fortemente i costi aziendali, dall’altro dover subire la sottrazione di movimento di gioco, raccolto da reti che operano senza dover sottostare alle stesse regole e procedure.
La “Legge Delega” in vigore da marzo prevede il riordino delle norme sui Giochi e prevede la necessità di garantire regole trasparenti ed uniformi per operare nel settore: è l’occasione definitiva per lo Stato per mettere finalmente in ordine un settore di vitale importanza per la salute pubblica e per le entrate erariali; se anche questa occasione dovesse essere sprecata, i diretti responsabili saranno chiamati a rispondere personalmente dei danni procurati agli operatori.