Comunicato stampa
ASSOSNAI: TROPPI RITARDI SU LANCIO EVENTI VIRTUALI
Introdotto nel 2006, ancora oggi i Monopoli di Stato e Sogei non permettono l’avvio di un prodotto di sicuro successo tra gli scommettitori, presente da anni nei centri privi di concessione (CTD). I concessionari chiederanno danni a Monopoli e Sogei.
Nonostante la rete di raccolta fisica delle scommesse sia in grave difficoltà per la flessione del gioco sportivo ed il crollo di quello ippico all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) e a Sogei fanno molte promesse, continuando a perdere tempo e non consentendo la partenza delle scommesse su eventi virtuali, attese da oltre sette anni e ultima occasione per il rilancio della raccolta nei Negozi di Gioco.
I concessionari dello stato sono tenuti a rispettare la rigida regolamentazione dell’attività, dovendo subire notevoli costi ed incombenze, con applicazioni di penali, sanzioni, interessi, mentre i Monopoli, incaricati di far rispettare i contratti sottoscritti, sono i primi a non rispettare tempi e scadenze e ciò costringerà la rete dei Negozi a tutelarsi, chiedendo conto nei tribunali dei danni da ciò procurati alla loro attività.
Con i continui ritardi ADM non tutela la propria rete di vendita, favorendo di fatto la concorrenza sleale da parte dei centri trasmissione dati (CTD) privi di concessione che da sempre accettano le scommesse su eventi virtuali.
Quest’estate, con pochissimi avvenimenti sportivi di richiamo e con il perdurare dell’irrisolta, poiché mai davvero affrontata, crisi dell’ippica, l’avvio delle scommesse su eventi virtuali – introdotte dal decreto Bersani del 2006 – avrebbe permesso ai Negozi di Gioco di utilizzare proprio questo periodo per lanciare il nuovo prodotto presso il pubblico, presentandolo nel modo migliore.
E’ questa un’ennesima dimostrazione che ADM è più interessata ad introdurre giochi che portano maggiori risorse alle casse dell’Erario, privilegiandone la diffusione on line o nella rete generalista dove milioni di persone sono abbagliate da giochi ripetitivi, milionari e ad alto rischio di compulsività.