ALLE 18.00 SU SKY TG24 INTERVISTA DEL PRESIDENTE AGISCO

ALLE 18.00 SU SKY TG24 INTERVISTA DEL PRESIDENTE AGISCO

Si informa che oggi giovedì 18 dicembre, alle ore 18.00, nell’ambito del TG24 di SKY sarà trasmesso un servizio sull’Assemblea di AGISCO con intervista al Presidente Ginestra e ad altri ospiti intervenuti nell’incontro.

Di seguito i lanci stampa dell’incontro organizzato da AGISCO.

Legge di stabilità, Agisco: norme sui giochi mettono a rischio operatori e consumatori

ROMA – Con le norme sui giochi inserite nella legge di stabilità, il Governo «mina alle fondamenta un comparto faticosamente costruito in 14 anni proprio per garantire i consumatori». E’ la posizione di A.GI.SCO., secondo cui la scrittura delle norme proposte dal Governo per il comparto giochi, «lascia allibiti per la superficialità» e per «la mancanza di competenza». Proposte che mettono a rischio «il comparto che ha costruito per lo Stato un mercato dei giochi trasparente e sicuro e che svolge un delicato ruolo sociale tramite operatori selezionati dallo Stato stesso per garantire trasparenza, legalità e ordine pubblico», si legge ancora in una nota. «Dal 2000 la rete di raccolta dei giochi ha distribuito vincite per 500 miliardi di euro, ha versato alla collettività 140 miliardi di euro fra prelievo erariale e tasse, ha permesso l’attività di migliaia di piccole e medie imprese, l’occupazione di centomila lavoratori, svolto un ruolo sociale a tutela dei consumatori garantendo il rispetto dei regolamenti e delle leggi dello Stato. Ogni giorno entrano nelle casse dello stato 25 milioni di euro dai giochi», ma gli emendamenti del Governo «sembrano dettati dal disprezzo per questo settore». Per A.GI.SCO., «cambiare i contratti in corso d’opera mette a rischio gli investimenti effettuati dalle imprese e gli impegni già assunti con i componenti della filiera della raccolta dei Giochi Pubblici mettendo a serio rischio la continuità di esercizio della rete Statale». Per questo, A.GI.SCO., che ha invitato le maggiori sigle rappresentative dei punti di raccolta di gioco e i principali concessionari di Stato domani giovedì 18 dicembre alle 13 presso la sala Orlando di Confcommercio a Roma, con l’obiettivo  di sensibilizzare il Governo affinché posticipi ogni intervento sui giochi ai decreti relativi alla delega fiscale. RED/Agipro

Giochi, Ginistra (Agisco): "il settore si compatti per non lasciare tutto all'illegalità"

"Venticinque milioni di euro al giorno allo Stato solo da slot e vlt, 140 miliardi versati tra prelievo erariale e tasse, oltre centomila lavoratori per migliaia di piccole e medie imprese. Questo è il settore del gioco che dopo le norme previste dalla legge di stabilità è in una fase drammatica. C'è il rischio che, con l'inizio del 2015, slot e vlt si fermino di fronte a questo intervento serve unione per arrivare ad un confronto più produttivo. Lo statato deve capire che l'alternativa è buttare al vento quanto è stato fatto negli ultimi anni e lasciare tutto in mano al settore illegale". E' quanto dichiarato da Francesco Ginestra Presidente di Agisco durante l'assemblea 2014 che si è svolta a Roma. cz/AGIMEG

Legge di Stabilità, Ginestra (Agisco): "Fase drammatica, a rischio l'intera rete "

ROMA – "Venticinque milioni di euro al giorno allo Stato solo da slot e vlt, 140 miliardi versati tra prelievo erariale e tasse, oltre centomila lavoratori per migliaia di piccole e medie imprese. Questo è il settore del gioco che dopo le norme previste dalla legge di stabilità è in una fase drammatica. C’è il rischio che, con l’inizio del 2015, slot e vlt si fermino". Così Francesco Ginestra, presidente di Agisco, nel corso del confronto pubblico organizzato oggi a Roma con i rappresentati del settore. All’indomani del via libera all’emendamento del Governo che prevede la tassa da 500 milioni di euro per i concessionari, Ginestra lancia un grido d’allarme chiaro: "Le norme volute dal premier Renzi mettono a rischio il comparto che ha costruito lo Stato, un mercato garantito dallo Stato stesso su punti fondamentali come trasparenza, legalità e ordine pubblico". "Il sacrificio anticipato richiesto – conclude – mette a rischio gli investimenti delle imprese e gli impegni assunti dalla filiera. È in pericolo l’esercizio di tutta la rete". LL/Agipro  

Legge di Stabilità, Ughi (Obiettivo2016): "Si va verso il blocco di slot e vlt"

ROMA – Slot e videolotteries ferme a partire dal 1 gennaio. È lo scenario tracciato da Maurizio Ughi, amministratore unico di “Obiettivo 2016”, dopo l’ok della Commissione Bilancio agli emendamenti presentati dal Governo alla legge di stabilità per il settore dei giochi. Le norme prevedono una tassa da 500 milioni di euro per i concessionari slot e vlt, oltre alla sanatoria per i centri scommesse non autorizzati e all’anticipazione della gara del Lotto al 2015. "Si tratta di ’razzismo imprenditoriale’ – ha spiegato Ughi a margine dell’assemblea organizzata a Roma da Agisco – Abbiamo una catena ai piedi e la frusta dietro le spalle, perché non ci sarà modo entro l’inizio del 2015 di sottoscrivere i 110 mila contratti per gli oltre 420 mila apparecchi, e senza contratto verrà a mancare la licenza di pubblica sicurezza, e a questo punto la raccolta di gioco diventerà illegale. Si va – continua Ughi – verso il blocco degli apparecchi". "Si parla di lobby del gioco, ma sono società contrattualizzate con lo Stato. Se non possiamo parlare con loro, con chi possiamo farlo?" Sulla sanatoria dei Ctd Ughi ribadisce che "è una norma imperfetta, ma c’è stata comunque una tendenza a unificare le reti. Difficile, però, che avvenga una regolarizzazione completa". LL/Agipro

Giochi, Ughi (Agisco): "le novità della Stabilità sui giochi sono figlie di un razzismo imprenditoriale"

"Le ultime norme riguardanti il settore dei giochi possono essere definite come razzismo imprenditoriale e trattano la filiera come schiavi con la palla al piede. Non c'è stato nessun confronto con quella che loro chiamano lobby del gioco e che io invece definirei operatori contrattualizzati. Le ultime norme di fatto prevedono l'azzeramento dei vecchi contratti tra Stato e concessionari e lo Stato ha mostrato grande arroganza nell'agire senza neanche prendere in considerazione l'opinione del settore". E' quanto dichiarato ad Agimeg dal Presidente di Agisco Maurizio Ughi in occasione del convegno organizzato oggi a Roma dall'associazione. cz/AGIMEG

Legge di stabilità, Ughi (Obiettivo2016): "Contratto 'ponte' per ridurre le difficoltà del settore"

ROMA – Stabilire un modello di contratto ’ponte’, in attesa di quelli più dettagliati e definitivi. È quanto proposto da Maurizio Ughi nel corso dell’incontro di Agisco a Roma. "Una soluzione di questo tipo ridurrebbe le difficoltà della filiera. Chi sarà aperto l’1 gennaio lo farà a proprio rischio e pericolo", continua. Con la tassa da 500 milioni di euro, "lo Stato ci chiede il 12,5% in più e, con un contratto ponte, la filiera avrebbe tempo tecnico per elaborare i singoli contratti". LL/Agipro

Giochi, Maggi (Confindustria Giochi): "500 milioni da tagliare e 110 mila contratti da riormulare: difficile intervenire dopo la stabilità"

"Stiamo solo iniziando a valutare come intervenire dopo le notizie di una legge tremenda per il settore. Ben 500 milioni di euro da tagliare e 110 mila contratti da riformulare rappresentano per i 13 concessionari di apparecchi da intrattenimento un futuro molto incerto. abbiamo immaginato più di una proposta alternativa". E' chiara la preoccupazione di Giovanni Emilio Maggi vice presidente di Confindustria Sistema Gioco Italia durante l'assemblea 2014 di Agisco. Un parere a quale fa eco quello di Stefano Sbordoni segretario dell'UTIS. "La delega fiscale – ha detto –  è stata anticipata con un interbvento da 500 mila euro ai danni di un settore che svolge un sevizio per conto dello stato. Quanto sta accadendo mi lascia preoccupato soprattutto considerando l'ignoranza e l'incompetenza di chi fa leggi. Oggi si tratta di giochi, domani potrebbe tocare alla sanità". cz/AGIMEG

Legge di stabilità, Maggi (Confindustria Giochi): "Forte preoccupazione per la tassa da 500 milioni"

ROMA – «Ci sono 110 mila contratti da rifare, da parte di 13 concessionari che usano modalità differenti: è difficile capire come verranno gestiti i 500 milioni e come verranno versati»: è l’analisi di Giovanni Emilio Maggi, vice presidente di Confindustria Sistema Gioco Italia, intervenuto nel corso del convegno di Agisco a proposito della tassa da 500 milioni per i concessionari prevista dall’emendamento del Governo alla legge di stabilità, approvato nella notte dalla Commissione Bilancio. «La preoccupazione è forte e non siamo riusciti a trasmetterla agli interlocutori governativi: avevamo ipotizzato una serie di strumenti per incassare questi 500 milioni, spalmandoli sulla filiera, per poi inziare a pensare alla riorganizzazione del settore», ha sottolineato. LL/Agipro 

Giochi, Passamonti (Confindustria Giochi): "se si arriva a situazioni di anti economicità per le aziende torniamo ai livelli della Chicago anni 30'"

"l'intervento del Governo è sbagliato solo con l'obiettivo dell'incastro, non con una visione strategica. Il primo intervento chiesto da Renzi era addirittura di tre miliardi ma bisogna chiarire che se si arriva a livelli di anti economicità torniamo alla Chicago anni '30". E' quanto dichiarato da Massimo Passamonti Presidente di Confindustria Giochi in occasione dell'assemblea 2014 di Agisco. "Se non si capisce il disagio nei confronti del settore non si possono fare passi in avanti. Quanto dichiarato dallo stesso ministro Lorenzin riguardo a quanto porta all'erario il settore giochi e quali sono i costi sociali mette in luce l'atteggiamento del Governo. Le cose sono due: possiamo mettere tutto nelle mani degli avvocati ma possiamo anche fare un appropriato lavoro di rappresentanza e lavorare sulla delega fiscale per costruire il futuro dei giochi dei prossimi 10 anni. Finora abbiamo lavorato sullo sviluppo dell'offerta ora è necessario spostare l'attenzione sul consolidamento dei risultati. Serve una svolta altrimenti alla prossima stabilità ci sarà chiesto un altro miliardo". cz/AGIMEG

Legge di stabilità, Passamonti (Confindustria Giochi): "Norme sbagliate, chiederemo intervento della Corte Costituzionale"

ROMA – Confindustria Giochi é pronta a portare le norme della legge di stabilitá di fronte alla Corte Costituzionale, per valutare la loro legittimità. E’ quanto ha detto Massimo Passamonti, presidente di Sistema Gioco Italia, intervenendo all’assemblea di Agisco. "Vogliamo una riforma seria: il ricorso alla Corte Costituzionale sarà necessario per fermare alcune norme della legge di stabilità, assai sbagliate, che rischiano di azzerare il futuro del settore – ha detto Passamonti – le proposte del Governo sono inefficaci e improduttive, la legge di stabilità non é il modo giusto di riorganizzare il settore visto che entro marzo dovrà essere attuata una delega fiscale su cui si lavora da due anni e che potrá dare certezza per i prossimi dieci anni. Sarà necessario affrontare di petto le situazione per sospendere alcuni provvedimenti". PG/Agipro

Legge di stabilità, Porsia (Hbg): "Manovra irrazionale, dall'estero nessuno investirà piú in Italia"

ROMA – Le misure sui giochi previste dal Governo per la legge di stabilità "sono irrazionali: gli operatori non sono stati ascoltati e per l’ennesima volta vengono violati i contratti". E’ quanto dice Antonio Porsia, presidente di Hbg, a margine dell’assemblea organizzata a Roma da Agisco. Il Governo sta agendo "in maniera istintiva e senza rispetto verso una filiera virtuosa. Ci saranno effetti drammatici e imprevedibili sull’occupazione oltre che sull’immagine che il Paese dà all’estero: chi verrá a investire in Italia se le regole vengono sistematicamente violate?". PG/Agipro

RASSEGNA STAMPA: Scommesse, Ughi (amm.unico Obiettivo 2016): “Ecco le prove della rabbia e delusione che provano i concessionari autorizzati di fronte alle contraddizioni del sistema italiano del betting che sta portando al collasso la rete autorizzata”

RASSEGNA STAMPA: Scommesse, Ughi (amm.unico Obiettivo 2016): “Ecco le prove della rabbia e delusione che provano i concessionari autorizzati di fronte alle contraddizioni del sistema italiano del betting che sta portando al collasso la rete autorizzata”

Scommesse, Ughi (amm.unico Obiettivo 2016): “Ecco le prove della rabbia e delusione che provano i concessionari autorizzati di fronte alle contraddizioni del sistema italiano del betting che sta portando al collasso la rete autorizzata”

“Quella che abbiamo ricevuto e che riportiamo integralmente è una manifestazione di delusione mista a rabbia, che riceviamo da un operatore in possesso di regolare concessione” – sottolinea Maurizio Ughi, amministratore unico di “Obiettivo 2016”, associazione in prima linea per il contrasto al gioco illegale e per la “battaglia” che vede da una parte gli operatori privi di concessione italiana e la rete autorizzata – “si tratta di una lettera aperta molto dettagliata e che riassume tutte le contraddizioni di un sistema che da anni danneggia e sta portando al collasso il sistema degli operatori autorizzati. L’unico passaggio che non condividiamo è quello dove si sostiene che avremmo dovuto andare all’estero e aprire così in Italia CTD. Riteniamo infatti utile denunciare combattere e mai aggirare. Quindi continueremo a combattere e prima o poi la spunteremo”.

Ecco il testo integrale della lettera:

“Cari colleghi del mondo del Gioco Regolamentato, leggo con grande attenzione l’intervista di Agimeg al Ceo di Stanleybet, Whittaker e non posso più astenermi dal commentare. Chiedo scusa sin d’ora per l’anonimato ma conosciamo sin troppo bene i meccanismi di questo “strano” Paese dove tutti sanno ma nessuno denuncia, dove alle lamentele generalizzate non seguono mai azioni comuni e dove “mors tua” non è “vita mea” da oramai troppi anni, almeno non la vita dei concessionari italiani.

Sappiamo come in questi duri anni di onesto e “regolamentato” lavoro, le poche voci fuori dal coro siano stranamente scomparse dalla scena e, in fondo, nessuno di noi si spiega come mai non sia mai stato realmente tutelato il settore del gioco telematico regolamentato: ognuno di noi ha commentato con soluzioni così banali e così facilmente applicabili che questi 8 anni di assoluta impotenza appiano più che inspiegabili, al limite, addirittura, sospetti. Il meccanismo dell’invecchiamento ha strani effetti: ti rendi conto di essere più vecchio solo quando metti a confronto due foto scattate a distanza di lungo tempo. Allo stesso modo, ci rendiamo conto di come il nostro mercato si sia deteriorato solo quando mettiamo a confronti la situazione di oggi con quella di partenza. In questo senso è quindi utile ripetersi un po’ la storia per comprendere come siamo deperiti pian piano letteralmente schiacciati da un sistema sclerotico che con la mano destra prende e con quella sinistra distrugge.

Nel 2006 decine di PMI costituite e costituende per l’occasione, hanno partecipato al cosiddetto “Bando Bersani” assumendo impegni economico/finanziari importanti e predisponendo piani industriali e business plan basati su un presupposto fondamentale: che il mercato del gioco telematico venisse regolamentato da AAMS con regole certe, univoche, tempi certi e parità di trattamento e, soprattutto, che il numero di punti fosse quello indicato. Principi fondamentali per un Bando di Gara Pubblico. Gruppi e singoli imprenditori hanno pianificato ed esposto le proprie aziende, i propri beni e infine la propria reputazione per rispondere alla chiamata dello Stato: scegliere di essere nel pieno rispetto delle regole. Nel caso dei Diritti Sportivi, ieri e oggi diretti e svantaggiati concorrenti della RETE PARALLELA, fu proprio AAMS a studiare la compatibilità dei punti rispetto alla popolazione attiva dei Comuni e a predisporre un Bando per collocazione territoriale. Ciò presupponeva che in quello specifico comune, spesso di poche anime, talvolta abbarbicato sul cucuzzolo di una montagna, potesse esserci soltanto un punto ovvero, come nel caso delle grandi città, che ce ne potessero essere non più di 150. Questo significava che, per avere un ritorno degli investimenti adeguato all’asta del Bando, bisognasse fare i conti con la presenza di un numero preciso e localizzato di punti sul territorio nazionale. Impegni, piani e investimenti furono presi su quella base.

Ebbene, non fu così: per ben 6 anni abbiamo cercato di aprire quei diritti sportivi spesso accontentandoci di riuscire semplicemente a non farceli “revocare” proprio da chi ci aveva tratto in inganno: abbiamo dovuto cercare esercenti disposti a prenderli e a scendere, nel migliore dei casi, ad allocazioni di subottimo quando non abbiamo semplicemente dovuto rinunciare. Nel mentre, chi aveva redatto il Bando e stimato il suo impatto, invece di far rispettare il sistema concessorio, si preoccupava di inviare ispettori a controllare che nei punti sportivi l’area mediamente utilizzata per il gioco fosse realmente il 25% e a irrorare multe e sanzioni sproporzionate per ritardi nei pagamenti delle imposte spesso di pochi giorni: abbiamo preso multe e sanzioni che definirei comiche se non fosse che l’epilogo, per i più, è stato tragico. Ad operare, lo stesso Ente che continuava a chiedere Canoni di Concessione come se avere una Concessione fosse il presupposto imprescindibile per aprire un punto sportivo. Siamo rimasti in trepida attesa di poter offrire altri prodotti e abbiamo ottenuto il minimo col massimo sforzo affrontando un mercato pieno di concorrenti che hanno venduto il nostro medesimo prodotto con una tassazione inferiore di 5-10 volte e con una ricchezza di offerta non paragonabile. Infine, abbiamo giustamente osservato tutte le norme accessorie sull’antiriciclaggio e sulla trasmissione dei dati nel mentre, nel locale a fianco, si accettavano scommesse superiori ai nostri limiti o si continuavano a pagare vincite per migliaia di euro. Personalmente, non ho mai affermato che i cosiddetti CTD fossero illegali perché illegale è qualcosa che, una volta scoperto, viene cessato con tutto quel corollario di sanzioni e condanne sia di tipo civile che penale. Invece, questo non è avvenuto e credo quindi che il tema non sia porre una critica a chi ha esercitato un’attività che lo stesso Stato Italiano, attraverso sentenze, ricorsi, Tar e Consigli di Stato ha di fatto legittimato.

Credo che il tema reale sia quello di CHIEDERE allo Stato Italiano perché non ammetta di aver indetto un Bando nullo e di aver causato centinaia di milioni di euro di danni ai partecipanti. Perché i concessionari italiani pagano ancora i canoni di concessione ? Per quale concessione ? Perché non abbiamo tutti aperto CTD e preso licenze nei Paesi della Comunità ? In questo Paese non puoi limitarti a rispettare le regole perché questo rappresenta il primo passo per la rovina. In questo Paese se il mio vicino realizza una veranda abusiva ed io non lo faccio, dieci anni dopo la vedrà sanata e il risultato finale sarà che lui avrà 50mq in più e un valore più alto del suo immobile ed io, che ho voluto rispettare le regole, avrò un danno. Sappiamo tutti di operatori che vendevano Poker quando in Italia il poker era vietato e li abbiamo visti acquistare concessioni telematiche per 300.000€ e spendere decine di milioni di euro in advertising mangiando l’intero mercato: parte di quei soldi li avevano guadagnati qui, mentre noi attendevano di poter proporre quel gioco ai nostri clienti. Oggi il mercato del Poker è caratterizzato da Monopolio e non mi riferisco a quello di Piazza Mastai.

Si parla di “sanatorie”, di Bandi nel 2016 ma pongo a tutti i colleghi, quelli che come me non hanno mai fatto .com, aperto CTD (e non sto dicendo che sia illegale, ma solo che non lo abbiamo fatto): quando mai si dovesse partecipare ad un altro Bando o investire per crescere, quale sarà la proporzione di forze in campo tra chi ha guadagnato cifre folli con i CTD e chi, come noi, ha pagato milioni di tasse e ora è in gravissima difficoltà ? Come verremo accolti da potenziali investitori se proprio noi abbiamo dimostrato di non aver compreso come girano le cose in questo Paese ? Oggi abbiamo un nuovo grande player sul mercato, un altro che fino a ieri accoglieva clienti italiani su piattaforme e licenze estere, prive di concessione italiana (non illegali, ma prive di concessione italiana)… et voilà… decine di milioni di raccolta, investimenti copiosi in personale, mezzi, advertising. Qualche briciola di quel denaro verrà pure dalla raccolta operata prima della licenza in Italia e carpita dal mercato italiano regolamentato ? Non so, domando a chi siede sereno a Piazza Mastai. E’ costato “solo” 300.000€ sanare quella situazione! Oramai il GAP è incolmabile, il danno è fatto: ha vinto chi ha costruito la veranda abusiva che oggi è pienamente legale.

Non si offendano i concessionari con i CTD: in fondo la veranda abusiva non lo è mai stata visto che nessuno, pur vedendola, l’ha realmente rimossa. Il problema è che noi abbiamo pagato perché quella veranda non doveva esserci. AAMS ha continuato ad operare nel rispetto del Bando e delle regole come se tutto quanto detto sinora non fosse mai esistito: con la sua burocrazia, le sue lentezze, un sistema di comunicazione centralizzato, limiti e vincoli all’espansione dell’offerta DETERMINANDO, DI FATTO, ESSA STESSA LA CONCORRENZA SLEALE, sleale da parte nostra che ci siamo auto inflitti la punizione e non dei concessionari esteri che altro non hanno fatto che ignorare quel Bando, contestandolo, impugnandolo e, infine, RENDENDOLO NULLO.

Se quel Bando è nullo non è forse corretto che almeno lo Stato ci restituisca i canoni di concessione e i costi del Bando ? Per non parlare degli investimenti buttati al vento e al danno di immagine: centinaia di milioni di euro se estesi e tutti gli operatori. E infine, se noi andremo a casa e loro rimarranno lì, chi dormirà in veranda domani sera?”.

lp/AGIMEG

RASSEGNA STAMPA – RACCOLTA DICHIARAZIONI SU FINANZIARIA 2015

RASSEGNA STAMPA – RACCOLTA DICHIARAZIONI SU FINANZIARIA 2015

AGIMEG – 16 ottobre 2014 – 14:22 – Scommesse, John Whittaker (ceo Stanleybet) “La legge di Stabilità rafforza i ctd perché contiene plateali ingiustizie che non reggeranno in tribunale”

Plateali ingiustizie contenute nella Legge di Stabilità. Con queste parole, John Whittaker, ceo di Stanleybet, definisce la manovra varata ieri sera dal Consiglio dei Ministri che contiene norme contro i Ctd. Dalle controversie con Aams all’iniziativa di Ughi “Obiettivo 2016″, passando per Confindustria, Whittaker traccia un panorama preciso del futuro dei Ctd nell’intervista rilasciata ad Agimeg.

Tassazione dei Ctd, censimento degli stessi, allineamento delle reti con e senza concessione: la politica e gli operatori italiani hanno lanciato l’attacco ai centri trasmissione dati. La politica non c’entra. Sono gli operatori italiani che, non riuscendo a capire il fenomeno, fomentano i politici alla approvazione di nuove norme punitive che saranno poi disapplicate dai tribunali. Naturalmente sia negli operatori italiani che nei politici da loro controllati c’è una sana dose di incompetenza. E’ un assalto alla diligenza in cui nessuno fa piu’ gli interessi dello Stato.

E’ una sorte di giro di vite sui CTD quello inserito nella manovra economica varata dal Governo. Come giudica la manovra? E’ la solita manovra in cui il legislatore non si è chiesto se riuscirà mai a incassare quelle cifre. Gli basta fare tabelle, basate su ricostruzioni numeriche completamente sbagliate per poi ottenere una previsione di gettito che diventa piu’ un sogno o una speranza che effettiva realtà. Il fenomeno dei CTD va prima di tutto capito se si vuole trovare la via per risolverlo. E dal 1998 che ogni legge di stabilità introduce qualcosa di nuovo, di tipo restrittivo contro i CTD. Risultato? I CTD aumentano anziché’ diminuire. Bisognerebbe che il Ministero dell’Economia capisse che per risolvere il problema dei CTD deve parlare con Stanley, non con Sisal, Lottomatica o – peggio – gli attuali rappresentanti di Confindustria nei giochi.

Come valuta Stanley l’applicazione di una imposta unica pari al triplo della media della raccolta effettuata nella provincia dove è ubicato l’esercizio di gioco? Grossolanamente discriminatoria e punitiva.

I ctd dovranno applicare la legge Antiriciclaggio, farsi riconoscere dalle Autorità di Pubblica Sicurezza ed avere un palinsesto uguale agli operatori con concessione. Stanley si adeguerà a queste richieste? I CTD Stanley gia’ applicano la normativa antiriciclaggio e sono tutti gia’ conosciuti dalle autorità di Pubblica Sicurezza. Per il palinsesto siamo lieti che la nuova legge, se questa è la forma in cui verrà approvata, darà la possibilita’ alla Stanley di dimostrare che il palinsesto controllato dallo Stato è una forma di discriminazione tra i diversi operatori perché’ mortifica la professionalità dei piu’ bravi. E veramente interesse dello Stato livellare i Concessionari al livello dei piu’ mediocri? Dimostreremo di no.

Maurizio Ughi, amministratore Unico della Snai Servizi oggi denominata “Obiettivo 2016” ha chiesto al Governo di arrivare alla definizione di una rete unica, senza privilegi per chi opera senza concessione. Pensa si possa arrivare a questo obiettivo e cosa pensa dell’iniziativa? L’iniziativa è buona nella forma e completamente sbagliata nella sua applicazione. In realtà Mr. Ughi, simpaticissimo, è un vero nemico dei CTD. Ma mentre li attacca in tutti i modi mostra un volto amichevole e vorrebbe organizzare riunioni con i CTD con l’obiettivo – evidente – di strumentalizzarli. Il mio consiglio è di stare alla larga. Il diavolo carezza e poi bastona, mai il viceversa.

In passato Stanley ed Aams sono stati vicini ad una soluzione delle controversia tra operatori con concessioni e quelli privi della stessa. Pensa siano maturi i tempi per risolvere l’annosa questione o è ancora tutto in alto mare? I vertici di AAMS sono colpevoli di atti ostili verso Stanley. La Stanley ha reagito e sta reagendo su vari fronti. Il nuovo procedimento penale contro Stanley per evasione fiscale, infondato, che ha avuto origine proprio in AAMS, in associazione con un funzionario infedele Stanley avrà gravi conseguenze. La Stanley non si limiterà a difendersi ma si servirà di tutti gli strumenti forniti dall’ordinamento per contrattaccare. Il procedimento diventerà con il tempo un procedimento contro il sistema stesso ed alcuni dei suoi attori. Il loro destino non è piu’ di poter essere parte della soluzione ma saranno sempre piu’ parte del problema.

C’è una forte spaccatura tra gli operatori privi di concessione italiana. Non sarebbe meglio adottare una linea di condotta comune nei confronti del mercato italiano? Si, in teoria. Ma in pratica si tratta di realtà molto diverse, con difficoltà quindi di trovare punti in comune.

Che succede nel 2016? Nulla. I CTD, oggi ancora non compresi dalle Autorità, continueranno a combattere per la loro sopravvivenza, ma continueranno ad espandersi. Il nuovo pacchetto fiscale, che sembra creare nuovi problemi, in realtà complessivamente rafforza i CTD, perché’ contiene plateali ingiustizie che non reggeranno in tribunale. E i concessionari storici continueranno a lamentarsi per la loro presenza. Oggi c’è però una novità: Stanley ha veramente perso la pazienza e con la sua straordinaria competenza attaccherà, anche proattivamente, chiunque avvierà atti ostili contro di lei o i suoi CTD. Chiedendo giustizia nei Tribunali e avviando poi aggressive e fondate richieste di risarcimento. Se non interviene il Ministro dell’Economia con un atto di saggezza, si prepara per tutti noi, Stanley, CTD, Concessionari e AAMS, un desolante scenario di guerra. ff/AGIMEG

 

AGIMEG – 16/10/14 – 17.12 – Legge di Stabilità, Giorgetti (Fi): “Norme sui giochi disastrose per l’Erario. Il miliardo alla fine andrà al settore illegale”

“Buona parte degli interventi sulla materia dei giochi contenuti nella legge di stabilità sono disastrosi. Il taglio dei premi e il conseguente aumento del Preu su slot e Vlt sono un favore all’illegalità. Lo stato non recupererà mai il miliardo di euro che spera di incassare con questo aumento di tassazione, anzi porterà il mercato legale in condizioni insostenibili, aprendo la strada al gioco illegale, abbattendo in questo modo le entrate erariali. Quel denaro finirà al settore illegale”.

E’ l’analisi “catastrofica” di Alberto Giorgetti (Fi), che a margine della Commissione Finanze ha commentato così ad Agimeg la legge di stabilità varata ieri sera dal Governo. “A cosa serve destinare 50 milioni di euro al contrasto alla ludopatia – prosegue Giorgetti – se poi si abbandonano i giocatori ad un mercato senza regole e senza sistemi di controllo. Perché se davvero dovesse essere messa in atto una norma simile, la rete pubblica sarà strangolata da un mercato che la vede assolutamente non competitiva rispetto a quella illegale”.
Non è tutto da buttare però secondo Giorgetti.  “E’ giusto puntare a recuperare gettito anche dai centri trasmissione dati collegati a operatori esteri che raccolgono scommesse senza una concessione rilasciata dallo Stato italiano. Un passo che come sottosegretario con delega ai giochi avevo già suggerito”. cz/AGIMEG

AGIMEG – 17/10/14 – 11.13 – Legge di Stabilità, Allara (Paddy Power): “Il Governo sta dando uno schiaffo al mercato legale”

 “Il Governo avrebbe deciso l’aumento del PREU, ovvero una misura che interviene drasticamente sul già bistrattato mercato delle slot. Sapete qual è il problema? Che la misura intaccherebbe il payout di queste macchine: in sostanza, meno soldi per i clienti. L’assioma per il quale il cliente stupido non se ne accorge vale ancora per questo mercato? Con la diabolica infiltrazione di totem collegati a siti .com che emulano in tutto e per tutto le slot “legali”, che diventano purtroppo illegali per molte amministrazioni pubbliche alle quali dovremmo somministrare più diottrie per riconoscere che esiste un problema di proliferazione del mercato illegale, la risposta è no”.

E’ l’accusa di Alessandro Allara, Direttore Comunicazione italiana, presso Paddy Power, che attraverso il suo blog personale ha commentato il possibile aumento del Preu del 4% per slot e vlt.

“Il cliente si accorgerà presto che queste macchine demoniache saranno diventate meno generose ed inizierà a guardarsi intorno. E, intorno, c’è grigio ovunque. Nonostante le mille parole spese a riguardo, siamo ancora il Paese in cui spuntano come funghi i movimenti #NoSlot, dove si diffondono le mode (politiche e giornalistiche) di aggressività contro il comparto. Siamo il Paese in cui, addirittura, chi conduce un business grigio sciopera e scende in piazza… e dove non si è mai vista una mobilitazione del popolo della “legalità” contro il business non regolato. Una macchina che sottrae gettito e risorse alla filiera legale. In fondo, nonostante ci sia un mercato regolato, controllato ed imitato a livello internazionale, è più facile attaccarlo e sognarne l’epilogo piuttosto che pensare, con un minimo di lungimiranza, che la domanda è forte e sarà assecondata, ad ogni costo. In assenza di prodotto legale, sarà il prodotto illegale a trionfare. E torneremo agli anni ’80″.

Allara prosegue nel suo attacco al governo. “Non posso che evidenziare come questa situazione sia lo specchio di una cultura politico economica che tende inesorabilmente al collettivismo… o per dirla alla nordica, tende al Socialismo Reale. Molti di voi ne saranno orgogliosi, ma la storia vi darà torto. Liberali? Dove sono? Mostratemene uno. Sento leader politici in piazza o in tv sbandierare l’esigenza di PIU’ STATO come se lo Stato potesse rispondere a tutto. Questa risposta è la chimera, il virus che si propaga offuscando il ragionamento di troppe persone. Questo Stato, che certo siamo noi (ma noi chi?), è in grado di riportare equilibrio laddove c’è caos, è in grado di riportare ricchezza laddove c’è miseria, è in grado di riportare relazione laddove c’è ostilità. Vero? Ma di cosa stiamo parlando? Non è forse il mercato a fare tutto ciò? Mercato R E G O L A T O ovviamente. Ma sempre mercato.

Purtroppo chi frequenta questo ambiente da tre lustri sa che lo Stato ha più volte tentato di infierire e poi è dovuto tornare sui suoi passi, aprendo al cambiamento. Il motivo è semplice: il cambiamento era la sola via per proteggere il gettito che sembra essere, in ultima analisi, l’unico aspetto di interesse “pubblico”. E non mi si venga a dire che interessa in primis il consumatore in quanto tale, perché se davvero volessimo intervenire sul tema del gioco responsabile è proprio nel mercato grigio che dovremmo andare a rovistare, cercando gli angoli bui in cui si annidano i giocatori problematici. Caro Governo, pur sapendo che sei in difficoltà e che i soldi non bastano mai, stai dimostrando che non c’è approccio liberale nelle tue scelte. E stai dimostrando che l’ipotesi di racimolare qualche milione in più di tasse ti ha condizionato a tal punto da accettare che questo mercato grigio, che già vale più di quello legale, si espanda ancora. Alla faccia della sicurezza, della legalità, della misura”. cz/AGIMEG

AGIMEG – 16/10/14 – 18.29 – Newslot e Vlt, Ruta (Pres. Gmatica): “La Legge di Stabilità ha destabilizzato gli operatori esteri”

 “Quello che succede in Italia, per quanto riguarda il settore del gioco, è troppo spesso poco comprensibile per gli investitori esteri – ha dichiarato ad Agimeg Massimo Ruta presidente di GMatica – l’ultima Legge di Stabilità ad esempio cambia di nuovo le carte in tavola, soprattutto per il mercato che ci vede maggiormente coinvolti quindi quello delle newslot e delle vlt e questo disorienta chi dall’estero ci guarda come possibile mercato sul quale investire.  Di questo passo l’Italia perderà appeal, investitori e quindi il mercato subirà una recessione”. lp/AGIMEG

AGIMEG – 17/10/14 – 13.17 – Agisco: “Finanziaria 2015 e Ctd, così si legittima per legge la doppia rete di raccolta”

Equiparare i CTD solo ad alcuni degli obblighi operativi che ha la rete legale non può “assicurare parità di condizioni competitive” fra la rete di Stato e quella dei CTD. Anche perché molte di queste norme sono state già previste da precedenti Leggi e, a quanto noto, non applicate o bloccate da contenziosi. Lo Stato italiano pensa davvero di risolvere così la sleale concorrenza che subiamo? Le misure normative introdotte si traducono tecnicamente in un riconoscimento della posizione giuridica dei CTD agevolando e rafforzando la tesi difensiva di questi ultimi – che trae spunto dalle sentenze della Corte di Giustizia Europea -sulla legittimità del servizio transfrontaliero nella raccolta di gioco in Italia. Si delinea così una legittimazione a livello nazionale di un doppio canale di raccolta: quello dei Concessionari dello Stato – che se non rispettano le regole incorrono in sanzioni gravi immediatamente efficaci – e quello dei CTD che se non rispettano le regole vanno incontro ad un contenzioso nazionale anche tributario dall’esito incerto per l’influenza inevitabile dei principi affermati dalla Corte di Giustizia Ue. Attendiamo di vedere se la norma sarà davvero emanata in questi termini e, soprattutto, se si riuscirà a metterla in pratica davvero. Vogliamo infine capire cosa farà il Governo con i decreti attuativi della Legge Delega, che devono mettere una parola definitiva all’esistenza di due reti parallele che operano in maniera estremamente squilibrata a favore dei soggetti fuori dal sistema concessori. mdc/AGIMEG

AGIPRONEWS – 16/10/2014 – 147.35  Legge di Stabilità, Ughi (Obiettivo 2016): "Interventi di comodo, ma per la rete scommesse i problemi restano"

ROMA – I provvedimenti inseriti nella prima bozza della legge di stabilità rappresentano un punto di passaggio, misure che di sicuro "fanno comodo" allo Stato ma non "rimuovono il problema della presenza di una doppia rete per le scommesse”. E’ quanto spiega ad Agipronews Maurizio Ughi, amministratore unico di “Obiettivo 2016”, già Snai Servizi Srl. “Il nostro motto rimane una scommessa uguale per tutti. Mi auguro che le nuove sanzioni servano ad accelerare il percorso per arrivare a un'unica rete per il betting in Italia – dice ancora Ughi – L'inserimento della norma che prevede un'imposta anche per i Ctd dimostra che lo Stato ha capito che deve risolvere un problema, ma si tratta di un provvedimento solo a vantaggio dell'erario”.

Il rischio è che le multe per chi raccoglie scommesse senza autorizzazione – una stangata che porterebbe a sanzioni da decine di migliaia di euro a punto – si trasformino in “un boomerang per lo Stato, che potrebbe veder sparire il sistema concessorio passando a quello autorizzativo". Anche la misura, contenuta nella manovra del Governo, che vieta la raccolta di scommesse extra palinsesto è "molto condivisibile", aggiunge Ughi, ma bisogna capire "chi controlla e applica le sanzioni. Se i controlli spettano alle Forze dell'ordine va bene, mentre sarebbe più complicato se il compito venisse affidato ai Monopoli, che da tempo sono sotto organico”.

In merito, infine, all'aumento delle tasse su slot e videolotteries, Ughi ritiene che le possibili novità avranno un impatto diverso sui due prodotti: “Gli apparecchi da 'bar' hanno una rete più estesa e una platea di giocatori occasionali, dunque gli effetti negativi saranno più contenuti, mentre la ricaduta per le Vlt sarà più pesante: basti pensare ai concessionari che hanno speso 15 mila euro per acquistare una macchina a determinate condizioni e in corso d'opera le vedono cambiate. Tagliare la percentuale destinata alle vincite farà perdere appeal alle macchine e avrà un impatto sul fatturato totale”. SA/Agipro

AGIPRONEWS – 16/10/2014 – 16.06 – Legge di Stabilità, Marino (Amm. Mag Consulenti): "Operatori slot e vlt, ricavi in calo tra il 15 e il 25% nel 2015"

ROMA – “Un calo degli incassi del 18% nel 2015 e una contrazione dei ricavi per la filiera dei giochi – dai concessionari ai gestori per finire con gli esercenti – valutabile tra il 15 e il 25 per cento”. E’ la stima di Guido Marino, amministratore di Mag Consulenti associati, sugli effetti delle misure annunciate ieri dal Governo e contenute nella prima bozza del disegno di legge di Stabilità. Se l’aumento del prelievo delle slot machine dovessero essere confermate, secondo Marino, “è prevedibile l’uscita dal mercato di diverse aziende di distribuzione di apparecchi e la chiusura di molte sale. Avranno problemi soprattutto i concessionari che hanno acquistato direttamente società di gestione e grandi sale da gioco: gli effetti recessivi della manovra potrebbero quindi vanificare l’aumento del gettito”. In prospettiva, conclude Marino, “il continuo cambiamento delle regole del settore, a tutto svantaggio di aziende che hanno investito negli ultimi anni oltre un miliardo di euro, allontanerà la possibilità di attirare investimenti esteri in Italia”. NT/Agipro 

AGIPRONEWS – 17/10/14 – 08.46 – Camera: Pd chiede al Governo maggiore impegno contro gioco non autorizzato e terminali irregolari

ROMA – Il Governo si impegni "a rafforzare gli interventi repressivi nei confronti dell'illegalità" legata alla diffusione dei "cosiddetti 'totem', terminali irregolari ed illegali che offrono giochi d’azzardo online collegati ad alcune 'punto com'", che comportano anche il trasferimento all’estero del denaro delle giocate e comportano un’evidente evasione fiscale". E' quanto chiedono alcuni deputati del Pd tra cui Lorenzo Basso e Mario Tullo, con un'ordine del giorno presentato in Aula alla Camera nel corso dell'esame della proposta di legge sulle disposizioni in materia di emersione e rientro di capitali detenuti all'estero nonché per il potenziamento della lotta all'evasione fiscale, e disposizioni in materia di antiriciclaggio. I deputati sollecitano, inoltre, il Governo, a "emanare nei tempi più rapidi possibili i decreti attuativi dell’articolo 14 della Delega Fiscale che prescrive il 'riordino e integrazione del vigente sistema sanzionatorio, penale e amministrativo, al fine di aumentarne l’efficacia dissuasiva e l’effettività, prevedendo sanzioni aggravate per le violazioni concernenti il gioco on-line'". SA/Agipro

AGIPRONEWS – 16/10/14 – 15.34 – Camera: Pd chiede al Governo maggiore impegno contro gioco non autorizzato e terminali irregolari.

ROMA – Il Governo si impegni "a rafforzare gli interventi repressivi nei confronti dell'illegalità" legata alla diffusione dei "cosiddetti 'totem', terminali irregolari ed illegali che offrono giochi d’azzardo online collegati ad alcune 'punto com'", che comportano anche il trasferimento all’estero del denaro delle giocate e comportano un’evidente evasione fiscale". E' quanto chiedono alcuni deputati del Pd tra cui Lorenzo Basso e Mario Tullo, con un ordine del giorno presentato in Aula alla Camera nel corso dell'esame della proposta di legge sulle disposizioni in materia di emersione e rientro di capitali detenuti all'estero nonché per il potenziamento della lotta all'evasione fiscale, e disposizioni in materia di antiriciclaggio. I deputati sollecitano, inoltre, il Governo, a "emanare nei tempi più rapidi possibili i decreti attuativi dell’articolo 14 della Delega Fiscale che prescrive il 'riordino e integrazione del vigente sistema sanzionatorio, penale e amministrativo, al fine di aumentarne l’efficacia dissuasiva e l’effettività, prevedendo sanzioni aggravate per le violazioni concernenti il gioco on-line'". SA/Agipro

RASSEGNA STAMPA – AGIMEG – Legge di Stabilità: ecco il testo integrale dei provvedimenti. Il Governo anticipa l’attuazione della Delega Fiscale con giro di vite sui ctd

RASSEGNA STAMPA – AGIMEG – Legge di Stabilità: ecco il testo integrale dei provvedimenti. Il Governo anticipa l’attuazione della Delega Fiscale con giro di vite sui ctd

Legge di Stabilità: ecco il testo integrale dei provvedimenti. Il Governo anticipa l’attuazione della Delega Fiscale con giro di vite sui ctd

16 ottobre 2014 – 11:20
Giro di vite sui CTD nella manovra economica varata ieri sera dal Governo. Palazzo Chigi punta a recuperare gettito anche dai centri trasmissione dati collegati a operatori esteri che raccolgono scommesse senza una concessione rilasciata dallo Stato italiano. Il governo intende applicare un’imposta unica pari a circa il triplo della media della raccolta effettuata nella provincia dove è ubicato l’esercizio di gioco, su un imponibile forfettario. Secondo quanto confermato nella bozza del provvedimento che Agimeg ha potuto visionare – fermo restando che il testo è naturalmente soggetto a modifiche – il giro di vite sui CTD è solo una premessa di quanto già previsto dalla Delega Fiscale (art. 14) ancora in fase attuativa. Nella bozza di legge si chiarisce come i titolari e/o proprietari dei centri trasmissione dati dovranno necessariamente rispettare la normativa Antiriciclaggio (in particolare in riferimento agli obblighi di identificazione), comunicare i dati anagrafici all’Autorità di Pubblica Sicurezza e non offrire eventi non inseriti nel palinsesto, anche complementare, disponibile sul sito ufficiale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli. Vietata inoltre la raccolta di scommesse che consentono vincite superiori a diecimila euro, mentre continua ad applicarsi il divieto di installazione di apparecchi da gioco (sia slot che Videolottery) all’interno degli esercizi: in ogni caso – si legge – “l’Agenzia delle dogane e dei monopoli non iscrive il titolare dell’esercizio e del punto di raccolta nell’elenco” degli operatori del gioco lecito, o “ne effettua la cancellazione, ove già iscritto”. Inoltre,  la legge ribadisce l’applicazione di alcune disposizioni già previste dal cosiddetto Decreto Balduzzi in materia di divieto di gioco minorile e dell’obbligo di formule di avvertimento sul rischio di dipendenza dalla pratica di giochi con vincite in denaro, “nonche’ le relative probabilita’ di vincita devono altresi’ figurare sulle schedine ovvero sui tagliandi di tali giochi”.
 
Ecco il testo integrale degli articoli inerenti i giochi: ”
 
19. Al comma  2-ter  dell’articolo 10 del decreto legge 8 aprile 2013, n. 35 convertito con modificazioni, dalla legge 6 giugno 2013, n. 64 , le parole: 31 dicembre 2014” sono sostituite dalle seguenti: “30 giugno 2015”.
 
20. In attesa del riordino della disciplina in materia giochi conseguentemente all’attuazione della delega legislativa di cui all’articolo 14 della legge 11 marzo, 2014,  n.23 per assicurare parità di condizione competitive fra imprese che, munite di concessione, offrono scommesse con vincite in denaro per conto del Stato e persone che, in assenza dio tale concessione e fino al momento in cui la conseguono, offrono comunque scommesse con vincite in denaro in Italia, per conto proprio o di soggetti terzi, anche esteri, senza essere collegati all’Agenzia delle dogane e dei monopoli, non che in considerazione del fatto che in tale secondo caso il contratto di gioco è perfezionato in Italia e conseguentemente regolato secondo la legislazione nazionale, a decorrere dall’anno 2015, nei riguardi, del titolare dell’esercizio e del punto di raccolta trovano applicazione le seguenti disposizioni per esigenze di ordine pubblico e sicurezza, nonché di tutela dei minori di età e delle fasce sociali deboli:
 
a) il decreto legislativa 21 novembre 2007, n. 231, in materia di antiriciclaggio, ed in particolare le disposizioni di cui Titolo II, Capo I, del predetto decreto, in materia di obblighi di identificazione assumendo gli oneri e le responsabilità derivanti dall’applicazione del decreto legislativo 30 giugno 2013, n. 196 e successive modificazioni, in materia di protezione di dati personali;
 
b) è vietata la raccolta per eventi non inseriti nel palinsesto, anche complementare, reso disponibile sul sito ufficiale dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli;
 
c) è vietata la raccolta di scommesse che consentono vincite superiori ad euro diecimila;
 
d) continua ad applicarsi l’articolo 7, comme 5 e 8, del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2012, n. 189;
 
e) il proprietario dell’immobile in cui ha sede l’esercizio o il punto di raccolta di cui all’alinea, ovvero il titolare dell’esercizio o del punto di raccolta, qualora diverso dal proprietario, comunicano i loro dati anagrafici e l’esistenza dell’attività di raccolta di gioco con vincita in denaro all’autorità di Pubblica sicurezza entro sette giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione e, successivamente, entro sette giorni dalla data nella quali l’attività è avviata;
 
f) continua ad applicarsi il divieto di installazione di apparecchi di cui all’articolo 110, comma 6, lettere a) e b), del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni, e in ogni caso l’Agenzia delle dogane e dei monopoli non iscrive il titolare dell’esercizio e del punto di raccolta nell’elenco di cui all’articolo 1, comma 533, della legge 23 dicembre 2005, n. 266, e successive modificazioni, ovverno ne effettua la cancellazione, ove già iscritto;
 
g) l’imposta unica di cui al decreto legislativo 23 dicembre 1998, n. 504, e successive modificazioni, è dovuta dal titolare di ciascun esercizio operante sul territorio nazionale in cui si offre gioco con vincite in denaro ovvero di altro suo punto di raccolta in Italia collegatovi telematicamente. L’importo si applica su di un imponibile forfettario coincidente con il triplo della media della raccolta effettuata nella provincia ove è ubicato l’esercizio e il punto di raccolta, desunta dai dati registrati nel totalizzatore nazionale per il periodo d’imposta antecedente a quello di riferimento, nonché con l’aliquota massima stabilita dall’articolo 4, comma 1, lettera b), numero 3.1), del citato decreto legislativo n. 504 del 1998. Per i periodo d’imposta decorrenti dal 1° gennaio 2015 non opera conseguentemente la disposizione di cui all’articolo 24, comma 10, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111.
 
h) la violazione delle disposizioni di cui alle lettere da b) a f) è punita:
1) quanto alla lettera b), con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro diecimila a euro cinquantamila;
2) quanto alla lettera c), con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro cinquantamila a euro centomila;
3) quanto alla lettera d), relativamente alla violazione degli obblighi di cui all’articolo 7, comma 5, del decreto-legge n. 158, del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 189 del 2012, con la sanzione amministrativa pecuniaria prevista dal comma 6 del predetto articolo 7, nonché con la chiusura dell’esercizio ovvero del punto vendita;
4) quanto alla lettera d), relativamente alla violazione degli obblighi di cui all’articolo 7, comma 8, del decreto-legge n. 158, del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 189 del 2012, con le sanzioni previste dal medesimo comma 8;
5) quanto alla lettera e), con la sanzione amministrativa pecuniaria di euro mille;
6) quanto alla lettera f), con la sanzione amministrativa pecuniaria di euro millecinquecento per ciascun apparecchio installato.
 
20-bis. A decorrere dal 1° gennaio 2015:
a) la percentuale destinata alle vincite per il gioco praticato mediante gli apparecchi di cui all’articolo 110, comma 6, lettera a), del regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni, è fissata in misura non inferiore al 70 per cento e il prelievo sulla raccolta di gioco è fissato nella misura del 17 per cento;
b) la percentuale destinata alle vincite per il gioco praticato mediante gli apparecchi di cui all’articolo 110, comma 6, lettera b), del predetto regio decreto n. 773 del 1931 è fissata in misura non inferiore all’81 per cento e il prelievo sulla raccolta di gioco è fissato nella misura del 9 per cento”. im/AGIMEG 

RASSEGNA STAMPA – LANCI STAMPA COMUNICATO AGISCO

RASSEGNA STAMPA – LANCI STAMPA COMUNICATO AGISCO

AGIPRONEWS

Scommesse: blackout Sogei, gli operatori pronti alla class action

ROMA – Una class action contro l`Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. E` quanto annuncia Agisco, l`Associazione Giochi Scommesse, dopo il blackout della raccolta delle scommesse sportive di domenica 5 ottobre. Una situazione che ha causato “problemi di ordine pubblico e operatori minacciati da clienti esasperati“ si legge in una nota dell`associazione. “L`Agenzia dovrà risarcire il mancato introito e i danni di immagine. Oltre a consentire l`esistenza e la permanenza sul territorio italiano di una rete parallela  – prosegue Agisco – l`Agenzia regala il fatturato di una domenica calcistica e non fornisce alcuna comunicazione ai suoi concessionari e relativi scommettitori“. Per questo “se l`ADM non procederà; autonomamente a risarcire i danni provocati l`associazione promuoverà una `class action` per chiedere il risarcimento“. RED/Agipro

AGIMEG

Giochi: “Adm rimborsi i danni causasti dal blocco delle giocate”

Il blocco della raccolta delle scommesse sportive di domenica 5 ottobre dalle 14.00 in poi è un’ulteriore conferma di come Adm tiene in considerazione il lavoro dei concessionari di scommesse. Oltre a consentire l’esistenza e la permanenza sul territorio italiano di una rete parallela ormai più radicata di quella della Stato Italiano gli regala il fatturato di una domenica calcistica e non si degna di alcuna comunicazione ai suoi concessionari e relativi scommettitori. Una vergogna. Se Adm non procederà autonomamente a risarcire i danni provocati l’associazione promuoverà̀ una “class action” per chiedere il risarcimento”.    cz/AGIMEG

GIOCONEWS

AgiSco: “Blocco raccolta scommesse di domenica, risarcimento o promuoveremo class action

Lo afferma in una nota AgiSco, Associazione giochi e scommesse, secondo la quale “oltre a consentire l’esistenza e la permanenza sul territorio italiano di una rete parallela ormai più radicata di quella dello Stato italiano, gli regala il fatturato di una domenica calcistica e non si degna di alcuna comunicazione ai suoi concessionari e relativi scommettitori. Una vergogna”. La nota si conclude annunciando che “se Adm non procederà autonomamente a risarcire i danni provocati l’associazione promuoverà una class action per chiedere il risarcimento”. Il blocco della raccolta delle scommesse sportive di domenica 5 ottobre dalle 14 in poi è un’ulteriore conferma di come Adm tiene in considerazione il lavoro dei concessionari di scommesse.

RASSEGNA STAMPA – AGIMEG – Ughi (Snai Servizi): “Discriminazioni o no per la tutela del cittadino il settore delle scommesse non può viaggiare su un doppio binario”

RASSEGNA STAMPA – AGIMEG – Ughi (Snai Servizi): “Discriminazioni o no per la tutela del cittadino il settore delle scommesse non può viaggiare su un doppio binario”

Ughi (Snai Servizi): “Discriminazioni o no per la tutela del cittadino il settore delle scommesse non può viaggiare su un doppio binario”

9 settembre 2014 – 12:42

“Chiedo solo che in Italia ci sia un sistema ben definito per le scommesse sportive. Nella battaglia che sto portando avanti sto chiedendo allo Stato di intervenire affinché non esista il doppio regime pubblico e privato. Le risposte, almeno quelle che attendevo, non sono ancora arrivate”. Maurizio Ughi, amministratore unico di Snai Servizi, commenta così ad Agimeg la nota di John Whittaker, ceo Stanleybet. Con la stessa il bookie di Liverpool aveva accusato Agisco di “attaccare il sistema dei ctd, puntando alla destabilizzazione del sistema concessorio”.

“Le mie idee non cambiano, nonostante questa comunicazione così aggressiva da parte di Stanleybet – spiega Ughi -. Non so cosa succederà nel 2016, se lo Stato riuscirà a risolvere il difficile nodo delle scommesse, a venire incontro alle rivendicazioni di Stanley e a risolvere le loro presunte discriminazioni. Io sto solo spronando lo Stato italiano a prendere un indirizzo ben preciso. Nel 2016, nel caso decidessi di aprire un negozio per le scommesse sportive, vorrei avere bene chiara la situazione. Le recenti azioni di Snai Servizi, gli appelli alla politica, servono soprattutto a mettere in luce una distinzione elementare, ovvero tra le scommesse pubbliche e quelle private. Nel primo caso si parla della vendita di un bene pubblico attraverso una disciplina statale, nel secondo si parla di un atto individuale indipendente da quanto regolamentato in Italia. Nessuno vuole portare avanti una battaglia contro i Ctd, ma per la tutela del cittadino è bene stabilire che non può restare in piedi un doppio regime”.
Per quanto riguarda la nota pubblicata da Whittaker, Ughi affronta una questione nel merito. “Mi viene da pensare solo una cosa – conclude Ughi – ma considerando anche la presunta discriminazione, questo mi autorizza davvero ad aprire tutti i punti che voglio?”. cz/AGIMEG

 

RASSEGNA STAMPA – AGIMEG – Scommesse: Sul Tg5 servizio sulla questione rete legale e rete parallela

RASSEGNA STAMPA – AGIMEG –  Scommesse: Sul Tg5 servizio sulla questione rete legale e rete parallela

Scommesse: Sul Tg5 servizio sulla questione rete legale e rete parallela

25 luglio 2014 – 13:48

La lettera aperta che l’amministratore di Snai Servizi Maurizio Ughi ha inviato – pubblicandola sui maggiori quotidiani nazionali – al Premier Matteo Renzi per sollecitare un intervento contro la rete parallela delle scommesse ha attratto l’attenzione del TG5. Nell’edizione di questa mattina delle 8.00 è stato trasmesso un servizio, con due interviste allo stesso Maurizio Ughi, e al presidente dell’associazione AGISCO, Francesco Ginestra. “Lo Stato ha perso il controllo del territorio sui negozi di gioco. Questo crea una pericolosa discriminazione nei confronti del consumatore finale che non è tutelato” ha spiegato Ughi, ricordando di aver chiesto più volte l’intervento delle Istituzioni. “Gli operatori autorizzati dallo Stato devono avere una concessione e rispondere a dei requisiti pubblici, e devono ottemperare a dei regolamenti studiati per proteggere il consumatore finale, quelli senza concessione non hanno di fatto nessun obbligo” ha spiegato ancora. Per Ginestra invece, “C’è il rischio che oltre 100mila posti di lavoro vadano via, che tante aziende chiudano. La rete pubblica non è difesa dall’ADM che dovrebbe intervenire in maniera energica per impedire il danno che essa stessa ha riconosciuto, ovvero la perdita di un gettito erariale per 500 milioni di euro l’anno”. lp/AGIMEG

http://www.agimeg.it/?p=44864

RASSEGNA STAMPA – LANCI AGENZIA SU COMUNICATO STAMPA AGISCO

JAMMA.IT

Ginestra (Pres. Agisco) : “Le parole spese al vento di Giorgio Sandi”

(Jamma) L’Amministratore Delegato di SNAI S.p.A. dott. Giorgio Sandi ha dichiarato, riferendosi alle mie dichiarazioni “vedere questa cosa sui giornali è stata una stupidaggine”. Di stupidaggini, nella mia vita e nella mia attività posso averne anche fatte, ma mai ho detto o scritto delle falsità.

Trovo incredibile che il dott. Sandi affermi, oggi, di non conoscere l’Associazione che presiedo, in quanto non solo la conosce da sempre – da quando si chiamava S.N.A.I (Sindacato Nazionale Agenzie Ippiche) poi Assosnai ora AGISCO – ma con essa, Egli e la Sua struttura ci dialogano costantemente. Egli era addirittura presente all’Assemblea dell’Associazione del 10 dicembre 2013 presso la sede di Confcommercio, quando l’allora Assosnai – alla presenza di ADM, delle Istituzioni e della Stampa – ha semplicemente mutato la propria denominazione in AGISCO – Associazione Giochi Scommesse.

Voglio comunque ribadire che l’obiettivo di AGISCO è far si che SNAI possa guardare con serenità al futuro – a maggior ragione fintanto questo futuro coinvolgerà anche i Gestori che AGISCO rappresenta – e quindi, come sempre, AGISCO è pronta a un dialogo costruttivo basato però su fatti concreti e proposte quantificabili e misurabili, non su parole spese al vento.

Guarda caso AGISCO è divenuta una “associazione sconosciuta” nel momento in cui, dopo numerosi tentativi formali e documentati, ha deciso di rendere pubblica l’azione di rivendicazione dei diritti dei propri Associati.

Per ultimo, in merito alle affermazioni del dott. Sandi sulla conduzione di SNAI da parte della “vecchia gestione”, invito chiunque ne abbia voglia a consultare i dati di bilancio pubblici – presenti anche sul sito SNAI – del 2010 (ultimo bilancio approvato dalla “vecchia gestione”) e quelli del 2013: i dati parlano chiaro e non hanno bisogno di ulteriori commenti.

GIOCO NEWS

Ginestra (Agisco): “Rivendicazione legittima dei nostri diritti, aperti a dialogo con Snai”

Non si placano le polemiche tra il sindacato degli operatori di scommesse Agisco e il concessionario Snai, dopo il botta e risposta tra il presidente dell'organismo, Francesco Ginestra, e l'amministratore delegato della società Giorgio Sandi. E dopo le ultime parole di qeust'ultima, ora è Ginestra a voler chiarire la posizione, ribadendo la legittimità della propria azione sindacale: “Voglio ribadire che l’obiettivo di Agisco è far si che Snai possa guardare con serenità al futuro – a maggior ragione fintanto questo futuro coinvolgerà anche i gestori che Agisco rappresenta – e quindi, come sempre, siamo pronti a un dialogo costruttivo basato però su fatti concreti e proposte quantificabili e misurabili, non su parole spese al vento”.

Agisco, aggiunge Ginestra, “E' divenuta una 'associazione sconosciuta' agli occhi di Sandi (riferendosi alle richeiste di Sandi di approfondire la conoscenza dell'organismo, Ndr) nel momento in cui, dopo numerosi tentativi formali e documentati, ha deciso di rendere pubblica l’azione di rivendicazione dei diritti dei propri Associati”.

E ancora: “Per ultimo, in merito alle affermazioni del dottor Sandi sulla conduzione di Snai da parte della 'vecchia gestione', invito chiunque ne abbia voglia a consultare i dati di bilancio pubblici – presenti anche sul sito Snai – del 2010 (ultimo bilancio approvato dalla 'vecchia gestione') e quelli del 2013: i dati parlano chiaro e non hanno bisogno di ulteriori commenti”.

http://www.gioconews.it/cronache/70-generale20/41081-ginestra-agisco-rivendicazione-legittima-dei-nostri-diritti-aperti-a-dialogo-con-snai

AGIPRONEWS

Giochi, Ginestra (Pres. Agisco): "Agisco pronta a a dialogo costruttivo con Snai"

ROMA – “L’obiettivo di Agisco (Associazione Giochi e Scommesse) è far si che Snai possa guardare con serenità al futuro – a maggior ragione fintanto questo futuro coinvolgerà anche i Gestori che Agisco rappresenta – e quindi, come sempre, Agisco è pronta a un dialogo costruttivo basato su fatti concreti e proposte quantificabili e misurabili”. Così Francesco Ginestra, Presidente di Agisco, risponde al presidente di Snai, Giorgio Sandi, che ha affermato di non conoscere l'Associazione.

“Trovo incredibile – ha proseguito Ginestra – che Sandi affermi, oggi, di non conoscere l’Associazione che presiedo, in quanto non solo la conosce da sempre – da quando si chiamava S.N.A.I (Sindacato Nazionale Agenzie Ippiche) poi Assosnai ora Agisco – ma con essa dialogano costantemente. Lo stesso Sandi era addirittura presente all’Assemblea dell’Associazione del 10 dicembre 2013 presso la sede di Confcommercio, quando l’allora Assosnai – alla presenza di ADM, delle Istituzioni e della Stampa – ha semplicemente mutato la propria denominazione in AGISCO – Associazione Giochi Scommesse. Guarda caso Agisco è divenuta una 'associazione sconosciuta' nel momento in cui, dopo numerosi tentativi formali e documentati, ha deciso di rendere pubblica l’azione di rivendicazione dei diritti dei propri Associati”.

Sulla conduzione di Snai da parte della vecchia gestione, Ginestra dice: “Invito chiunque ne abbia voglia a consultare i dati di bilancio pubblici Snai del 2010 (ultimo bilancio approvato dalla “vecchia gestione”) e quelli del 2013: i dati parlano chiaro e non hanno bisogno di ulteriori commenti”.

CR/Agipro

http://agipronews.it/notizia-24_07_2014-Giochi-Giochi%2C+Ginestra+%28Pres.+Agisco%29%3A+%22Agisco+pronta+a+a+dialogo+costruttivo+con+Snai%22-112283.html

 

RASSEGNA STAMPA – AGIMEG: Stanleybet, “La lettera aperta a Renzi di Snai Servizi solo una provocazione”

RASSEGNA STAMPA – AGIMEG: Stanleybet, “La lettera aperta a Renzi di Snai Servizi solo una provocazione”

Stanleybet, “La lettera aperta a Renzi di Snai Servizi solo una provocazione”

24 luglio 2014 – 10:28

Non si è fatta attendere la reazione di Stanleybet alla lettera aperta di Maurizio Ughi (Snai Servizi) a Matteo Renzi, pubblicata ieri da diversi quotidiani italiani. Per il bookmaker inglese, “da Ughi solo provocazioni e nessuna soluzione” e “il bookmaker inglese chiarisce la problematica situazione del sistema concessorio italiano”. Ecco il testo integrale della nota di Stanleybet:

“Ughi NON dice

che la normativa monopolistica attuale, che ha portato al collasso il sistema concessorio italiano, era stata ispirata dai titolari di monopoli esistenti già alla fine degli anni 90, tra cui quello delle scommesse ippiche, che faceva capo proprio al Signor Ughi.

Ughi NON dice

che la rete parallela è la conseguenza di normative che hanno protetto e agevolato i monopolisti storici, normative che sono state censurate da ben 3 sentenze della Corte di Giustizia e sono state disapplicate da ben 14 anni di giurisprudenza della Suprema Corte di Cassazione e dei giudici di merito.

Ughi NON dice

al Presidente del Consiglio che eventuali nuove misure legislative che recepissero, ancora una volta, le pretese del Signor Ughi (e degli altri monopolisti storici) sarebbero inevitabilmente destinate alla censura degli organi dell’Unione Europea e alla disapplicazione da parte dei tribunali italiani.

Stanleybet ritiene che sia certamente auspicabile l’inserimento della rete parallela, legittimamente nata in conseguenza del carattere discriminatorio della normativa italiana degli ultimi 16 anni, nel circuito legale.

La Compagnia è tenuta a pagare le imposte nel Paese che l’ha autorizzata ad operare, non a quello che ha fatto e fa di tutto per impedire, in violazione delle norme e dei principi comunitari, la sua attività.

Stanleybet ritiene che, a seguito del riconoscimento della legittimità della rete parallela ad opera della Corte di Giustizia, se seguirà analogo riconoscimento da parte delle autorità italiane, sarà giusto pagare le imposte in Italia.

Ma lo Stato italiano dovrà capire che la soluzione è possibile solo se la rete parallela sarà considerata come una risorsa, e non come un fenomeno da combattere (a beneficio e dietro sollecitazione degli operatori esistenti). Altrimenti assisteremo, ancora una volta, al disastroso scenario di leggi apparentemente in favore dei concessionari, che però saranno disapplicate dai tribunali italiani perpetuando senza fine il fenomeno dei CTD.

Il CEO di Stanleybet, John Whittaker,  ha osservato che: “Il Presidente Renzi, se vorrà intervenire nelle norme che regolano il settore, dovrà prima di tutto riconoscere il fallimento del sistema concessorio, nelle modalità discriminatorie con cui è stato realizzato in Italia”. E, prosegue il CEO di Stanleybet, “potrà poi aprire un tavolo di confronto tra gli  esperti del settore, evitando le trappole poste dai protagonisti del passato per passare ad un sistema autorizzatorio basato sulla libertà d’impresa, come in quasi tutti gli altri paesi europei”.

Questo è l’unico modo per assicurare la parità di trattamento tra operatori nazionali ed esteri, la libera circolazione dei servizi, la leale concorrenza tra le imprese, e gli adempimenti fiscali nello Stato italiano.

Se non si riesce a capire che la soluzione arriva dal dialogo e non dal contenzioso, si prospetta l’incubo, sia per i Concessionari Statali che per Stanleybet, di un nuovo sistema nel 2016 con 2 diversi circuiti entrambi ‘diversamente’ legali.

“Con le sue provocazioni senza senso,” conclude John Whittaker, “il Signor Ughi sta preparando il perpetuarsi dell’attuale sistema, basato sul contenzioso, sulla violazione delle sentenze della Corte Europea, sulla disapplicazione della normativa interna da parte dei tribunali italiani. Sembra non aver imparato che un tale sistema non conviene più neanche a Lui”.” lp/AGIMEG

RASSEGNA STAMPA: LANCI STAMPA SU COMUNICATO AGISCO

AGIPRONEWS – 16/07/2014 Ore 11:08

Scommesse, Agisco: gestori Snai associati pronti a recedere contratti Snai Spa

ROMA – Agisco, l`Associazione Giochi Scommesse, chiede un “incontro urgente con il Concessionario Snai S.p.A. alla presenza dell`Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e prende atto dell`avvio da parte dei gestori delle procedure previste dall`art.12 del vigente contratto di Gestione con Snai al fine di recedere dal medesimo, qualora non siano assunti da parte di Snai S.p.A. immediati provvedimenti atti a impedire il fallimento delle imprese“. E` quanto si legge in una nota dell`Associazione. 

La decisione, specificano da Agisco, è arrivata nel corso di un incontro con gli Associati che operano come “Gestore“ “per conto del Concessionario Giochi Pubblici Snai Spa“, dopo aver esaminato i “punti cruciali del rapporto tra gli stessi Gestori e Snai Spa“. “Preso atto del trend fortemente negativo sul mercato del Concessionario Snai“ e “denunciando la mancata messa a disposizione da parte di Snai dei dati in tempo reale relativi all`esposizione del rischio derivante dall`accettazione delle scommesse sportive a quota fissa, indispensabili per la formula contrattuale imposta dalla stessa Snai, che pone alla base della remunerazione della propria Rete l`andamento del pay-out sulle scommesse sportive, cioè la `condivisione del rischio` fra Concessionario e Gestore“, i gestori associati ad Agisco evidenziano che “il crollo dei ricavi, evidentemente collegato al trend fortemente negativo della quota di mercato di Snai, non consente di proseguire con profitto l`attività di gestione delle concessioni“.

RED/Agipro

 

AGIMEG – 16 luglio 2014 – 11:07

Scommesse: i gestori Snai associati ad Agisco avviano le procedure per recedere dai contratti con Snai SpA

In: In EvidenzaScommesse Sportive

AGISCO – Associazione Giochi Scommesse – nel corso di un incontro con gli Associati che operano come “Gestore” per conto del Concessionario Giochi Pubblici SNAI Spa ha preso in esame – si legge in una nota dell’associazione – i punti cruciali del rapporto tra gli stessi Gestori e SNAI Spa:

·       Preso atto del trend fortemente negativo sul mercato del Concessionario SNAI, che nel primo semestre 2014 – secondo dati diffusi di recente dalla stampa – ha raggiunto il minimo storico della raccolta scommesse mediante rete fisica del 26.1%.

·       Denunciando la mancata messa a disposizione da parte di SNAI dei dati in tempo reale relativi all’esposizione del rischio derivante dall’accettazione delle scommesse sportive a quota fissa, dati indispensabili per la formula contrattuale imposta dalla stessa SNAI, che pone alla base della remunerazione della propria Rete l’andamento del “Pay-Out” sulle scommesse sportive, e cioè la “condivisione del rischio” fra Concessionario e Gestore.

·       Evidenziando che il crollo dei ricavi, evidentemente collegato al trend fortemente negativo della quota di mercato di SNAI, non consente di proseguire con profitto l’attività di gestione delle concessioni.

Richiede un incontro urgente da tenersi con il Concessionario SNAI S.p.A. alla presenza dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli; prende atto dell’avvio da parte dei Gestori delle procedure previste dall’art. 12 del vigente contratto di Gestione con SNAI al fine di recedere dal medesimo contratto, qualora non siano assunti da parte di SNAI S.p.A. immediati provvedimenti atti a impedire il fallimento delle imprese.

lp/AGIMEG

 

GIOCONEWS – 16/07/2014 – 11.33

AGISCO: “GESTORI SNAI NOSTRI ASSOCIATI AVVIANO LE PROCEDURE PER RECEDERE DAI CONTRATTI CON SNAI”

Agisco – Associazione Giochi Scommesse nel corso di un incontro con gli associati che operano come 'gestore'  per conto del concessionario giochi pubblici Snai ha preso in esame i punti cruciali del rapporto tra gli stessi gestori e Snai.

 "Preso atto del trend fortemente negativo sul mercato del concessionario Snai, che nel primo semestre 2014, secondo dati diffusi di recente dalla stampa ha raggiunto il minimo storico della raccolta scommesse mediante rete fisica del 26.1%", afferma Snai "si denuncia la mancata messa a disposizione da parte di Snai dei dati in tempo reale relativi all’esposizione del rischio derivante dall’accettazione delle scommesse sportive a quota fissa, dati indispensabili per la formula contrattuale imposta dalla stessa Snai, che pone alla base della remunerazione della propria rete l’andamento del 'Pay­‐out' sulle scommesse sportive, e cioè la 'condivisione del rischio' fra concessionario e gestore".

IMPEDIRE IL CROLLO DELLE IMPRESE – Evidenziando che il crollo dei ricavi, evidentemente collegato al trend fortemente negativo della quota di mercato di Snai, "non consente di proseguire con profitto l’attività di gestione delle concessioni, Agisco richiede un incontro urgente da tenersi con il concessionario Snai alla presenza dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli; prende atto dell’avvio da parte dei gestori delle procedure previste dall’art. 12 del vigente contratto di gestione con Snai al fine di recedere dal medesimo contratto, qualora non siano assunti da parte di Snai immediati provvedimenti atti a impedire il fallimento delle imprese".

Scritto da Redazione GiocoNews


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