Gioco illegale, Calabria (polizia): controlli a tappeto, servono direttive più precise
ROMA -“Dal punto di vista del gioco la situazione a Roma e provincia non è, poi, così drammatica”. Lo ha spiegato Edoardo Calabria, dirigente della divisione amministrativa della Questura di Roma nel corso del convegno “La raccolta non autorizzata di giochi e scommesse tra rischi di degenerazione criminale e frodi nelle competizioni sportive”, organizzato da LexGiochi.it a Roma. “Nell’ambito dei nostri controlli non assistiamo ma a un grande afflusso di soggetti e di gioco. Ma dei centri controllati 3/4 non hanno la licenza. Noi continuiamo a fare il nostro lavoro – ha concluso – ma è auspicabile, accanto alla collaborazione con Aams che è già in atto da anni, e con la Guardia di Finanza, una maggiore tranquillità nel lavoro con direttive e normative più precise”.
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Gioco illegale, Anastasia (Gdf): “Interventi e controlli cresciuti del 20% negli ultimi anni”
ROMA – “Gli interventi della Guardia di Finanza sono cresciuti costantemente del 20% per anno negli ultimi cinque anni, e il nostro impegno prosegue perché siamo consapevoli che il contrasto a questi fenomeni è importante per il risanamento dell’economia e la sicurezza dei cittadini”. Lo ha evidenziato Alberto Anastasia, Capo Sezione Dogane e Monopoli III Rep. della Guardia di Finanza, nel corso del convegno “La raccolta non autorizzata di giochi e scommesse tra rischi di degenerazione criminale e frodi nelle competizioni sportive”, organizzato da LexGiochi.it a Roma. “Nel corso del nostro lavoro – ha spiegato Anastasia – individuiamo i maggiori profili di rischio e poi mettiamo in atto piani operativi e strategie comuni, anche con Aams e altri reparti. I nostri nuclei sono dotati anche di un manuale operativo in cui vengono compendiate le regole e le circolari di Aams per approfondire anche trattamento tributario dei vari comparti, sia sotto il profilo del gioco lecito che di quello illecito. Le nostre operazioni hanno un riflesso fondamentale sul piano fiscale: dopo gli accertamenti inviamo un verbale ad Aams che procede alle sue verifiche e alla richiesta di imposta”.
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Gioco illegale, De Donno (procuratore Lecce): controlli e denunce dei concessionari sono fondamentali
ROMA – “Una volta esistevano le bische, ora le associazioni mafiose si spostano, con l’evoluzione delle tecnologie, sui sistemi di raccolta”. Lo ha evidenziato Antonio De Donno, Procuratore Aggiunto della Repubblica di Lecce, nel corso del convengno “La raccolta non autorizzata di giochi e scommesse tra rischi di degenerazione criminale e frodi nelle competizioni sportive”, organizzato da LexGiochi.it a Roma. Le organizzazioni criminali utilizzando la normativa sui punti internet si inseriscono nel mercato convertendoli in centri scommesse illegali. – ha spiegato De Donno – I risultati sono devastanti perché questi centri non sono sottoposti al controllo e operano al di fuori di ogni regola. In più tali centri sono legati a società estere con attività di partenariato. Un sistema semplicissimo attraverso cui riciclaggio, autoriciclaggio e evasione fiscale dilagano. Tale settore crea una concorrenza illecita evidente con gli operatori legali che sopportano tassazione e costi di gestione. Per questo molti operatori sono costretti a chiudere perché non reggono la concorrenza. – ha proseguito – Una volta arrichitesi le organizzazioni criminali possono anche chiedere delle concessioni. Dalle indagini dalla Procura di Lecce emerge che le organizzazioni criminali investono nell’acquisto delle concessioni attraverso intestatari fittizi. Si tratta di una seconda evoluzione pericolosissima”.Il rimedio a tale degenerazione, secondo De Donno, è chiaro: “è necessaria la cattura, l’espulsione definitiva dal mercato di tali centri o revoca della licenza di pubblica sicurezza di tutte le attività che hanno licenza diversa ma operano nel mercato delle scommesse illegali. Si devono, inoltre, eliminare i controlli non a sorpresa che non servono assolutamente a nulla. E’ necessario creare una situazione che permetterebbe di ingabbiare il fenomeno, con la collaborazione di Aams, Guardia di Finanza e Procure impegnate sul territorio. Dal nostro punto di vista la collaborazione e le denunce dei concessionari si rivela ogni giorno fondamentale. Aams deve fare lo stesso. Oggi il controllo è spesso impedito dalla ’contraffazione’ degli apparecchi ed è fondamentale che l’Amministrazione sia dotata di apparecchiature e esperti che possano prevenire questo tipo di operazioni”.
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Giochi, Motta (procuratore Lecce): controllo indispensabile contro infiltrazioni della criminalità organizzata
ROMA – La criminalità organizzata occupa totalmente il mercato del gioco e l’Europa deve prenderne atto. Non c’è rischio infiltrazione, ma c’è già un’effettiva presenza in molti Stati, ed è indispensabile che tutti se ne rendano conto. Lo ha evidenziato il Procuratore della Repubblica di Lecce, Cataldo Motta nel corso del convegno “La raccolta non autorizzata di giochi e scommesse tra rischi di degenerazione criminale e frodi nelle competizioni sportive”, organizzato da LexGiochi.it a Roma. “L’utilità fiscale che lo Stato ricava dal settore giochi è giustifica dall’interesse a incrementare le entrate e per questo c’è ampia sollecitazione ai cittadini a giocare. – ha spiegato Cataldo – Va bene la sollecitazione, ma il sistema, poi, è interesse della criminalità organizzata e a quel punto l’operazione dello Stato si rivela del tutto in perdita e perde anche la giustificazione dello Stato a incentivare il gioco. Quindi il controllo diventa indispensabile. Noi abbiamo evidenziato, tra le altre cose, come la raccolta e la gestione delle scommesse e l’installazioni degli apparecchi fosse interesse del clan Tornese della Sacra Corona Unita che controllava una cinquantina di centri nel leccese, Veneto e Emilia Romagna. Abbiamo già applicato misure patrimoniali su questi esponenti. Un’indagine recente ha anche evidenziato l’interesse da parte della ’Ndrangheta, al settore, che fornirebbe schede ’truccate’ per software dei cosiddetti videopoker che sottraggono al controllo di Aams le giocate, dunque generano evasione fiscale. Il rimedio non può essere – ha concluso – che quello di irrigidire i controlli, l’Europa deve capire che il regime di libera concorrenza funziona se è libero e noi abbiamo un mercato totalmente occupato dalla criminalità organizzata e dunque alterato, quindi non deve essere l’Italia ad armonizzarsi al diritto europeo ma forse l’inverso, perché noi non siamo più bravi degli altri ma abbiamo un’esperienza nel settore delle infiltrazioni mafiose molto ampia. L’Europa deve rendersene conto e pare che nella sentenza Costa-Cifone, da questo punto di vista, abbiamo mostrato un minimo di presa di coscienza di questa situazione. Andrebbe aggiunto, per concludere, che nel sistema esiste un impiego di capitale illecito, il lavaggio del denaro a costo zero e creazione di nuovo profitto apparentemente legale”. Assenza e riduzione dei controlli, ha concluso il Procuratore, “agevola e produce condizioni per l’istituzione di associazioni illegali per raccogliere le scommesse online. Nel corso delle nostre indagini abbiamo verificato l’esistenza di 500 centri illeciti sul territorio nazionale, organizzata come un’associazione mafiosa, che raccoglieva sui 300 milioni di euro, del tutto sottratti all’imposizione fiscale, accreditati sui conti di una società in Austria, che tra l’altro ha rifiutato con noi qualsiasi collaborazione. E’ importante, dunque, che l’Europa si stia rendendo conto di questi aspetti, con le considerazioni della Corte di Giustizia Europea in merito all’esclusione dal mercato di operatori ’sospettati’ o coinvolti in reati”.
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