RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS Delega fiscale: nella bozza di decreto limiti alle slot e aumento tassa sulla fortuna

RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS Delega fiscale: nella bozza di decreto limiti alle slot e aumento tassa sulla fortuna

16/02/2015 | 09:03

Delega fiscale: nella bozza di decreto limiti alle slot e aumento tassa sulla fortuna

ROMA – L’installazione delle slot machine consentita solo negli esercizi che hanno una superficie superiore a 20 metri quadrati, con un numero massimo di sei apparecchi per locale che dovranno essere, comunque, posti in uno spazio separato e dedicato: sono alcune delle misure più significative contenute nella bozza decreto relativo all’articolo 14 sui giochi della delega fiscale, che dovrebbe essere trasmesso dal Ministero dell’Economia a Palazzo Chigi tra domani e mercoledì, per poi essere presentato al Consiglio dei Ministri in programma venerdì 20 febbraio.

LIMITI E DIVIETI PER LE SLOT MACHINE – Secondo quanto prevede la bozza che Agipronews ha potuto visionare, l’installazione di slot machine sarà vietata negli esercizi generalisti secondari (alberghi, edicole, ristoranti, stabilimenti balneari), mentre gli esercizi generalisti principali (bar, tabaccherie), con una superficie superiore a 20 mq, che vorranno mantenere l’attività di gioco dovranno disporre di "uno spazio appositamente separato o dedicato", dove l’ingresso "è consentito esclusivamente a pubblico maggiorenne". Vietati anche i totem, inclusi quelli di nuova generazione (tablet, smartphone), terminali irregolari che consentono di giocare online su siti non autorizzati: i punti vendita non potranno mettere a disposizione dei giocatori questo tipo di tecnologie per giocare. Via libera, invece, alle “gaming hall”, sale gioco (con non meno di 10/15 apparecchi) "che operano sotto presidio e responsabilità del concessionario e nell’ambito della rete fisica di raccolta dello stesso concessionario, dedicati al gioco pubblico ad accesso sorvegliato e limitato esclusivamente a pubblico maggiorenne". Semaforo rosso invece ai mini-casinò negli alberghi di lusso, come prevedeva una versione precedente del decreto.

TASSA SULLA FORTUNA – Salirebbe dal 6 all’8% la "tassa sulla fortuna", anche se nel testo non è definita la soglia di vincita, attualmente fissata a 500 euro, oltre la quale scatterà il prelievo. Tra le nuove regole fiscali, anche l’introduzione di una nuova base imponibile: non più la giocata, come è avvenuto fin qui, ma la differenza tra l’incasso e il totale di vincite, aggi e compensi del concessionario. In attesa di stabilire l’ammontare delle aliquote, sembra quindi probabile che ad essere tassato sarà – per tutti i giochi – il ricavo netto dell’operatore e non la giocata stessa.

RAPPORTO STATO ED ENTI LOCALI – La bozza del decreto specifica che "le disposizioni fondamentali in materia di gioco a livello nazionale, costituiscono altresì disposizioni di coordinamento nei riguardi delle Regioni. Eventuali disposizioni di fonte regionale o comunale, comunque incidenti in materia di giochi pubblici, devono risultare coerenti e coordinate con quelle del presente decreto". Per questo motivo "Stato, Regioni ed Enti locali, ferme le rispettive attribuzioni in materia legislativa e regolamentare, operano in materia di giochi pubblici in base al principio di leale collaborazione, anche mediante intese ed accordi".

DISTANZE MINIME – Escluse le distanze minime dei punti di offerta di gioco da luoghi sensibili (ovvero luoghi di culto e scuole) e le limitazioni orarie "nei riguardi dei punti di offerta di gioco che si conformano ai livelli organizzativi, di sicurezza e di legalità della rete fisica statale di raccolta del gioco con vincita in denaro" e che rispettino "gli standard quantitativi e qualitativi". I Comuni, dunque, dovranno garantire "massima chiarezza ed univocità delle misure adottate e delle relative giustificazioni" e agire in "conformità ai principi di ragionevolezza, proporzionalità, economicità, efficienza e non discriminazione". Saranno escluse, inoltre, misure che "si risolvono in forme di sostanziale espropriazione senza indennizzo di valori patrimoniali dei concessionari" e che "si risolvono in forme di sostanziale espulsione dal territorio comunale della locale articolazione della rete fisica statale di raccolta del gioco con vincita in denaro".

CRISI DEL CONCESSIONARIO – In caso di interruzione anticipata delle concessioni di gioco per le slot, la società può continuare ad operare per 90 giorni, mentre per lo stesso periodo di tempo le altre società concessionarie possono esercitare opzione di subentro.

TRACCIABILITA’ DEI FLUSSI – Al fine di assicurare la tracciabilità dei flussi finanziari, finalizzata a prevenire infiltrazioni criminali e il riciclaggio di denaro di provenienza illecita, i concessionari "sono obbligati a tracciare tutti i riversamenti derivanti dalla raccolta dalle giocate e ai compensi spettanti ai soggetti operanti nella propria rete di raccolta. Tale obbligo non comprende i pagamenti delle vincite o dei rimborsi né i riversamenti a favore dello Stato o dell’Agenzia per pagamenti di imposte, tasse o utili erariali".

CONTRASTO ALLA LUDOPATIA – La bozza del decreto prevede l’istituzione della "Consulta permanente" dei rappresentanti governativi, regionali e degli enti locali, dei rappresentanti degli organismi organizzati del settore del gioco, nonché dei rappresentanti delle associazioni rappresentative delle famiglie e dei giovani per la individuazione e il costante aggiornamento di misure e interventi, comunitariamente compatibili, volti al contrasto del gioco online su siti “.com”.

PUBBLICITA’ – Il decreto vieta "la pubblicità di marchi e prodotti di giochi con vincite in denaro riferibili a soggetti non concessionari". La comunicazione commerciale dei giochi non deve, in particolare, "incoraggiare il gioco eccessivo o incontrollato, "negare che il gioco possa comportare dei rischi", "presentare o suggerire che il gioco sia un modo per risolvere problemi finanziari o personali", "rivolgersi o fare riferimento, anche indiretto, ai minori", "indurre a confondere la facilità del gioco con la facilità della vincita". La pubblicità del gioco, infine, rimane comunque vietata sui canali televisivi dedicati ai ragazzi e durante i programmi destinati ai minori, e nella fascia oraria tra le 16 e le 19, fatta eccezione per le trasmissioni sportive o di eventi sportivi a rilevanza nazionale o internazionale.

LEGA IPPICA – La bozza del decreto prevede, infine, l’istituzione della Lega Ippica e i requisiti necessari per l’iscrizione per allevatori, proprietari e società di gestione degli ippodromi, oltre ai principi fondamentali dello statuto. La Lega Ippica dovrebbe provvedere alla definizione del calendario degli avvenimenti ippici, alla gestione del fondo annuale di dotazione per lo sviluppo e la promozione del settore ippico, alla erogazione agli aventi diritto dei premi delle corse, alla gestione delle banche dati relative ai cavalli, alla regolarità delle corse, ai rapporti con i concessionari e con gli organismi ippici internazionali. Inoltre con il decreto delegato saranno disciplinati l’unificazione dei totalizzatori per la gestione delle scommesse ippiche, il payout tra il 74 e il 76%, il riordino del prelievo sulla raccolta delle scommesse su eventi ippici e la quota destinata alla Lega Ippica. SA/Agipro 

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RASSEGNA STAMPA – Condono CTD, Ginestra (Agisco): “Premiata concorrenza sleale, per operatori regolari serve indennizzo”

RASSEGNA STAMPA – Condono CTD, Ginestra (Agisco): “Premiata concorrenza sleale, per operatori regolari serve indennizzo”

03/02/2015 | 15:03

Condono CTD, Ginestra (Agisco): "Premiata concorrenza sleale, per operatori regolari serve indennizzo"

ROMA – "Non siamo felici di sapere che chi ci ha fatto concorrenza sleale per anni, sottraendoci gioco senza averne diritto, sia stato ’premiato’ con la possibilità di sanare la propria posizione. Sarebbe corretto un indennizzo da parte dello Stato agli operatori regolari che per 15 anni hanno lavorato senza tutela delle loro imprese". E’ quanto dichiara Francesco Ginestra, presidente di Agisco, dopo la scadenza dei termini per il condono delle agenzie senza concessione. "Ci aspettiamo che i Monopoli e le forze dell’ordine pianifichino da oggi controlli regolari e costanti sul territorio per verificare, punto per punto, le autorizzazioni a vendere scommesse di tutta la rete priva di concessione e licenza di pubblica sicurezza, come da anni fa con la nostra, procedendo ad applicare rigorosamente le leggi in materia di ordine pubblico, materia fiscale, prevenzione del gioco patologico e quelle del lavoro". L’associazione continuerà a lavorare per una soluzione definitiva: "Abbiamo richiesto, e confidiamo di ottenere presto, un incontro con le istituzioni finalizzato ad evidenziare le storture che hanno prodotto la regolamentazione adottata in questi anni e a proporre un differente scenario per la gara del 2016, con l’obiettivo di avere una sola rete di raccolta, nella quale tutti lavorino – finalmente – ad armi pari". LL/Agipro 

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Altre dichiarazioni sul condono

Condono CTD, Passamonti (Confindustria Giochi): «La legge ha funzionato, ora Governo riapra termini per l'adesione»

ROMA – L’adesione di circa 2.400 punti scommesse non autorizzati al condono previsto dalla legge di stabilità «mi sembra un risultato molto importante, raggiunto anche grazie alla chiarezza fatta dalla sentenza della Corte di giustizia europea. Per la prima volta, l’impianto normativo è stato costruito in modo tale da poter ottenere una risposta positiva in modo chiaro e sanza più rinvii. In questa parte, la legge di stabilità ha funzionato e bene». E’ il commento di Massimo Passamonti, presidente di Confindustria Sistema Gioco Italia, dopo la scadenza dei termini per regolarizzazione dei centri di trasmissione dati prevista dalla legge di stabilità 2015. «In questo senso, credo sia opportuno e utile che il Governo e il Parlamento valutino anche la possibilità di una riapertura dei termini per l’adesione e una proroga del primo termine di pagamento del prelievo forzoso a carico dei concessionari per la tassa di 500 milioni. Sono convinto che una scelta di questo genere da una parte favorirebbe l’adesione di tanti altri soggetti del mercato non autorizzato e, dall’altra, permetterebbe la ricomprensione dell’intervento ispirato solo al prelievo all’interno di una più ampia logica di riforma del sistema di tassazione dei giochi previsto nella delega fiscale», ha concluso Passamonti. MSC/Agipro 

Condono CTD, Schiavolin (ad Cogetech): «Risultato sopra le attese, ora un tavolo di confronto con operatori e istituzioni»

ROMA – “Il risultato della sanatoria delle agenzie non autorizzate prevista dalla Legge di Stabilità ad oggi supera le aspettative. Non si tratta di un totale successo, ma non si può parlare nemmeno di un flop. Questo, grazie alla recente sentenza della Corte di Giustizia Europea, che ha dato una spinta decisiva all’adesione di importanti player internazionali. È un primo passo verso la creazione di una rete unica di raccolta scommesse,  dove le regole siano uguali per tutti, a tutela dei giocatori, dei diritti dei concessionari e degli obiettivi di finanza pubblica”. È il commento di Fabio Schiavolin, amministratore delegato di Cogetech, uno dei principali Player del mercato dei giochi in Italia e Vice Presidente di ACADI – alla scadenza dei termini di adesione alla sanatoria per i centri scommesse non autorizzati, prevista dalla Legge di Stabilità. “La sanatoria non basterà – tuttavia – a risolvere il problema del gioco illegale, che resta ancora una piaga da combattere. Le diverse leggi che stanno approvando le regioni per contrastare il proliferare del gioco sul territorio stanno iniquamente limitando solo quello lecito, lasciando spazio all’emersione dell’illegale. Questa è dunque l’occasione giusta per aprire un tavolo di confronto allargato anche agli operatori esteri, per lavorare insieme al testo della Delega Fiscale – che nasce proprio con questo fine – e garantire un riordino serio ed efficace dell’intero comparto.”  RED/Agipro 

Condono CTD, Sandi (AD Snai spa):"Operazione tardiva, ora ricompensare rete dei concessionari"

ROMA – "Un’operazione tardiva, di cui ovviamente non ha colpa chi l’ha messa in pratica, che dimostra però come per anni migliaia di punti hanno operato attorno ai concessionari dello Stato".  E’ il commento di Giorgio Sandi, amministratore delegato di Snai spa, il giorno dopo la scadenza dei termini per il condono delle agenzie estere senza concessione. "Ora le agenzie storiche dovranno fronteggiare anche la concorrenza di chi ha ottenuto una patente dallo Stato, e credo sia arrivato il momento di ricompensare i concessionari stabilendo – per il futuro – scadenze meno brevi per le licenze e minori oneri concessori". Girando per l’ICE di Londra, Sandi sottolinea la differenza tra "un’industria riconosciuta anche a livello internazionale come quella che si incontra qui e l’Italia, dove il settore del gioco è considerato  una mucca da mungere.   L’esempio della recente legge di stabilità parla chiaro: le aziende rischiano di chiudere e le banche chiudono i rubinetti alle società, mentre all’estero i nostri competitor riescono a sviluppare il proprio business, pur nell’ambito di un’offerta che è controllata. Purtroppo il nostro modello di concessione viene interpretato solo per frapporre ostacoli al gioco legale, utilizzando temi come quello della ludopatia. Il contrasto con quello che si vede qui a Londra è davvero enorme". NT/Agipro 

Condono ctd, Giudetti (Coo Uniq Group): "Sanatoria non ci riguarda, attendiamo sentenza del Consiglio di Stato su bando Monti"

LONDRA – "Betuniq non aveva nulla da sanare: nel 2012 abbiamo partecipato al bando Monti, da cui siamo stati esclusi per la mancanza di una garanzia bancaria, fornita alla società dalla Bank of Valletta. Ora attendiamo una decisione nel merito del Consiglio di Stato, che dovrebbe arrivare presto. Siamo gli unici in questa posizione: abbiamo presentato regolare domanda e siamo stati esclusi dalla gara". E’ quanto dichiara a Agipronews Margherita Giudetti, COO di Uniq Group (che gestisce il marchio Betuniq), nel corso dell’ICE di Londra, spiegando il "no" al condono voluto dal Governo Renzi. "La sanatoria ha tutto l’aspetto di un condono fiscale e non penale e per questo non ci siamo sentiti garantiti. Anche la circolare del Viminale – che garantisce la licenza di polizia per chi ha violato la legge 401 sulle scommesse – e i chiarimenti dell’Agenzia delle Dogane sono arrivati troppo tardi per poter mettere in piedi un’operazione così complessa. Infine, c’è una contraddizione di fondo: se si sostiene a livello di Corte di Giustizia che le limitazioni alla presenza di operatori esteri in Italia sono dovute ad esigenze di tutela dell’ordine pubblico, perché si apre all’adesione di 7000 centri con l’unica finalità di incassare delle imposte?". Sul futuro della rete Betuniq Giudetti spiega: "La nostra strategia non cambia, in attesa della decisione del Consiglio di Stato, ci faremo valere in tribunale e siamo pronti a sottoporci a ogni controllo". NT/Agipro 

 

RASSEGNA STAMPA – CORTE GIUSTIZIA EUROPEA, LEGITTIMO BANDO MONTI

RASSEGNA STAMPA – CORTE GIUSTIZIA EUROPEA, LEGITTIMO BANDO MONTI

Sentenza: http://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf?text=&docid=161612&pageIndex=0&doclang=IT&mode=req&dir=&occ=first&part=1&cid=166604

22/01/2015 | 08:20 – Scommesse, tra pochi minuti la sentenza della Corte Ue sul bando per 2000 agenzie: per lo Stato una gara da 70 milioni

ROMA – Una gara da oltre 70 milioni di euro, rispetto ai 22 previsti dal Governo: è quanto ha portato nelle casse dello Stato il bando per 2000 punti scommesse, su cui tra pochi minuti la Corte di Giustizia Europea esprimerà il proprio giudizio. I punti di gioco del bando sono stati assegnati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli a maggio del 2013, ma da subito erano partiti i ricorsi per bloccarlo: proprio da uno di questi – presentato da Stanleybet in Consiglio di Stato – è arrivato il rinvio in Corte di Giustizia. Rinvii simili sono poi arrivati da altri tribunali – da quelli amministrativi, fino alla Cassazione – relativi anche ai ricorsi di altri operatori. Il rinvio non ha bloccato il bando, ma la Corte Ue dovrà valutare se il termine per le concessioni fissato al giugno del 2016 sia rispettoso della sentenza della Corte di Giustizia Costa-Cifone del febbraio 2012 e se sia legittima una durata delle licenze inferiore a quella stabilita dal ministero dell’Economia nelle gare svolte in precedenza. Si tratta della sesta volta che il sistema delle scommesse italiano finisce sotto esame in Corte di Giustizia: oggi è prevista quindi l’ennesima tappa della lunga battaglia legale fra lo Stato italiano e gli operatori che operano in Italia senza la concessione del Ministero delle Finanze. Secondo un recente censimento, in Italia sono circa 7 mila i punti collegati con operatori esteri non autorizzati.

Con il ricorso al TAR e poi al Consiglio di Stato, la Stanley International  Betting  Limited  e  Stanley  Malta Limited  avevano chiesto l’annullamento del bando di  gara del 2012 per l’affidamento in concessione di 2.000 diritti per l’esercizio congiunto dei giochi pubblici, attraverso l’attivazione della rete fisica di negozi di  gioco, da cui erano state escluse. Stanley lamenta il contrasto della norma – e del conseguente bando di gara – con le sentenze della Corte Comunitaria “Placanica” e “Costa-Cifone” a causa di discriminazioni nei confronti dei nuovi entranti, rispetto alla durata delle nuove concessioni, (di soli 40 mesi, laddove le precedenti concessioni avevano avuto durata di 12 e 9 anni). Secondo l’operatore estero, Aams avrebbe dovuto revocare le precedenti concessioni ed indire una nuova gara basata sui principi di parità di trattamento, trasparenza e non discriminazione. Nel quesito inviato a Lussemburgo prima della propria decisione, il Consiglio di Stato aveva chiesto se il diritto UE consenta che “vengano poste  in  gara concessioni  di  durata  inferiore  a quelle in passato  rilasciate, laddove la detta gara sia stata bandita al fine di rimediare alle conseguenze derivanti dall’illegittimità dell’esclusione di un certo numero di operatori dalle gare precedenti” e se “l’esigenza di riordinare il sistema attraverso un allineamento temporale delle scadenze delle concessioni costituisca giustificazione adeguata di una ridotta durata delle concessioni poste in gara rispetto alla durata delle concessioni in passato attribuite”. NT/Agipro

22/01/2015 | 09:37 – Scommesse: conforme al diritto Ue la gara per concessioni di durata inferiore alle precedenti

ROMA – Il diritto dell’Unione è in contrasto all’organizzazione, in Italia, di una nuova procedura di gara volta all’attribuzione, in materia di giochi d’azzardo, di concessioni di durata inferiore alle precedenti. E’ questa la sentenza della Corte Ue sul bando per 2000 agenzie. "In Italia, l’organizzazione di giochi d’azzardo, compresa la raccolta di scommesse, è subordinata all’ottenimento di una concessione amministrativa e di un’autorizzazione di polizia – si legge nella nota ufficiale della Corte di Giustizia – Nel 1999, le società di capitali quotate in borsa sono state escluse dalle gare all’epoca indette per l’attribuzione di concessioni. La Corte di giustizia ha dichiarato l’esclusione di tali società incompatibile con il diritto dell’Unione". Per garantirne la conformità al diritto dell’Unione, l’Italia ha proceduto alla riforma del settore del gioco nel 2006   e, successivamente, nel 2012  in seguito a una nuova sentenza della Corte. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato ha quindi bandito, nel 2012, una gara per l’attribuzione di 2 000 nuove concessioni. La società britannica Stanley International Betting e la sua controllata maltese Stanleybet Malta (le «società Stanley») operano in Italia da circa quindici anni mediante «Centri di trasmissione di dati» («CTD») ubicati presso locali aperti al pubblico. I CTD mettono a disposizione dei giocatori il collegamento telematico e trasmettono le singole giocate alle società Stanley. Detti centri non dispongono né di titoli concessori né di autorizzazioni di polizia. Tale sistema è stato oggetto di diverse decisioni della Corte di giustizia. Ritenendo di essere state escluse dalle precedenti gare del 1999 e del 2006, le società hanno chiesto l’annullamento della gara del 2012 e l’organizzazione di una nuova. Hanno criticato la durata delle nuove concessioni (40 mesi), sensibilmente inferiore a quella delle precedenti (fra nove e dodici anni), nonché il carattere esclusivo dell’attività di commercializzazione dei prodotti di gioco e il divieto di cessione delle concessioni. Tali condizioni restrittive metterebbero in dubbio l’utilità della loro partecipazione alla gara, tenuto conto delle penalità legate alle cause di revoca, di sospensione e di decadenza della concessione (incameramento della garanzia e cessione, a titolo non oneroso, dell’uso di beni materiali e immateriali). Il Consiglio di Stato ha chiesto alla Corte di giustizia se il diritto dell’Unione ammetta una normativa nazionale che, in ragione di un riordino del sistema volto all’allineamento delle scadenze delle varie concessioni, preveda l’indizione di una gara per il rilascio di concessioni di durata inferiore rispetto a quelle rilasciate in passato. Nell’odierna sentenza, la Corte afferma innanzitutto che tanto la revoca e la ridistribuzione delle precedenti concessioni, quanto la messa a concorso di un numero adeguato di nuove concessioni potrebbero essere soluzioni appropriate per rimediare all’esclusione illegittima di alcuni operatori. Nella materia non armonizzata dei giochi d’azzardo, le autorità nazionali possono, in virtù del loro margine di discrezionalità, scegliere l’una o l’altra delle suddette soluzioni. La Corte sottolinea che i concessionari esistenti godono di un indebito vantaggio concorrenziale in quanto hanno potuto iniziare la propria attività alcuni anni prima degli operatori illegittimamente esclusi; tuttavia, i concessionari esistenti non ricevono vantaggi concorrenziali «ulteriori», in quanto le disposizioni controverse si applicano anche nei loro confronti. Inoltre, le società Stanley non possono essere propriamente qualificate come «nuovi entranti sul mercato», in quanto, pur senza possedere titoli concessori e autorizzazioni di polizia, operano in Italia da circa quindici anni. Peraltro, sebbene le nuove concessioni abbiano durata inferiore, esse sono anche meno onerose e meno impegnative economicamente. La Corte ne trae la conclusione che la normativa italiana rispetta i principi di parità di trattamento e di effettività. La Corte ricorda che le restrizioni alle attività dei giochi d’azzardo possono essere giustificate da motivi imperativi di interesse generale (la tutela dei consumatori od anche la prevenzione delle frodi e dell’incitamento dei cittadini a spese eccessive legate al gioco), nonché dall’obiettivo della lotta contro la criminalità. I giochi d’azzardo rientrano peraltro fra i settori in cui sussistono tra gli Stati membri notevoli divergenze di ordine morale, religioso e culturale. In assenza di un’armonizzazione a livello dell’Unione, il singolo Stato membro può, alla luce della propria scala di valori, identificare gli obiettivi perseguiti e valutare le esigenze che la tutela di siffatti interessi comporta. La Corte dichiara pertanto che, in tale peculiare contesto, il riordino del sistema delle concessioni attraverso un allineamento temporale delle loro scadenze può contribuire ad un coerente perseguimento dei legittimi obiettivi della riduzione delle occasioni di gioco o della lotta contro la criminalità collegata a detti giochi e non va al di là di quanto necessario per il raggiungimento di tali obiettivi. Nell’ipotesi in cui, in futuro, le autorità nazionali intendessero ridurre il numero delle concessioni rilasciate oppure esercitare un controllo più rigoroso sulle attività nel settore dei giochi d’azzardo, misure di questo tipo sarebbero agevolate laddove tutte le concessioni fossero rilasciate per la stessa durata e la loro scadenza avvenisse nello stesso momento. Di conseguenza, la Corte dichiara che il diritto dell’Unione non osta a che l’Italia indica, ai fini di un allineamento temporale delle scadenze delle varie concessioni, una nuova gara volta all’attribuzione di concessioni aventi durata inferiore rispetto a quelle rilasciate in passato.  RED/Agipro  

++Flash NEWS. Scommesse: CGE, legittimo il Bando Monti su 2000 licenze ++

"Il diritto dell’Unione non osta all’organizzazione, in Italia, di una nuova procedura di gara volta all’attribuzione, in materia di giochi d’azzardo, di concessioni per una durata inferiore alle precedenti". La CGE  – segnala Agimeg – si è appena pronunciata sul bando Monti delle 2000 agenzie di scommesse. rg/AGIMEG

22/01/2015 | 09:37 – Scommesse: conforme al diritto Ue la gara per concessioni di durata inferiore alle precedenti/rpt

ROMA – Il diritto dell’Unione non è in contrasto all’organizzazione, in Italia, di una nuova procedura di gara volta all’attribuzione, in materia di giochi d’azzardo, di concessioni di durata inferiore alle precedenti. E’ questa la sentenza della Corte Ue sul bando per 2000 agenzie. "In Italia, l’organizzazione di giochi d’azzardo, compresa la raccolta di scommesse, è subordinata all’ottenimento di una concessione amministrativa e di un’autorizzazione di polizia – si legge nella nota ufficiale della Corte di Giustizia – Nel 1999, le società di capitali quotate in borsa sono state escluse dalle gare all’epoca indette per l’attribuzione di concessioni. La Corte di giustizia ha dichiarato l’esclusione di tali società incompatibile con il diritto dell’Unione". Per garantirne la conformità al diritto dell’Unione, l’Italia ha proceduto alla riforma del settore del gioco nel 2006   e, successivamente, nel 2012  in seguito a una nuova sentenza della Corte. L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato ha quindi bandito, nel 2012, una gara per l’attribuzione di 2 000 nuove concessioni. La società britannica Stanley International Betting e la sua controllata maltese Stanleybet Malta (le «società Stanley») operano in Italia da circa quindici anni mediante «Centri di trasmissione di dati» («CTD») ubicati presso locali aperti al pubblico. I CTD mettono a disposizione dei giocatori il collegamento telematico e trasmettono le singole giocate alle società Stanley. Detti centri non dispongono né di titoli concessori né di autorizzazioni di polizia. Tale sistema è stato oggetto di diverse decisioni della Corte di giustizia. Ritenendo di essere state escluse dalle precedenti gare del 1999 e del 2006, le società hanno chiesto l’annullamento della gara del 2012 e l’organizzazione di una nuova. Hanno criticato la durata delle nuove concessioni (40 mesi), sensibilmente inferiore a quella delle precedenti (fra nove e dodici anni), nonché il carattere esclusivo dell’attività di commercializzazione dei prodotti di gioco e il divieto di cessione delle concessioni. Tali condizioni restrittive metterebbero in dubbio l’utilità della loro partecipazione alla gara, tenuto conto delle penalità legate alle cause di revoca, di sospensione e di decadenza della concessione (incameramento della garanzia e cessione, a titolo non oneroso, dell’uso di beni materiali e immateriali). Il Consiglio di Stato ha chiesto alla Corte di giustizia se il diritto dell’Unione ammetta una normativa nazionale che, in ragione di un riordino del sistema volto all’allineamento delle scadenze delle varie concessioni, preveda l’indizione di una gara per il rilascio di concessioni di durata inferiore rispetto a quelle rilasciate in passato. Nell’odierna sentenza, la Corte afferma innanzitutto che tanto la revoca e la ridistribuzione delle precedenti concessioni, quanto la messa a concorso di un numero adeguato di nuove concessioni potrebbero essere soluzioni appropriate per rimediare all’esclusione illegittima di alcuni operatori. Nella materia non armonizzata dei giochi d’azzardo, le autorità nazionali possono, in virtù del loro margine di discrezionalità, scegliere l’una o l’altra delle suddette soluzioni. La Corte sottolinea che i concessionari esistenti godono di un indebito vantaggio concorrenziale in quanto hanno potuto iniziare la propria attività alcuni anni prima degli operatori illegittimamente esclusi; tuttavia, i concessionari esistenti non ricevono vantaggi concorrenziali «ulteriori», in quanto le disposizioni controverse si applicano anche nei loro confronti. Inoltre, le società Stanley non possono essere propriamente qualificate come «nuovi entranti sul mercato», in quanto, pur senza possedere titoli concessori e autorizzazioni di polizia, operano in Italia da circa quindici anni. Peraltro, sebbene le nuove concessioni abbiano durata inferiore, esse sono anche meno onerose e meno impegnative economicamente. La Corte ne trae la conclusione che la normativa italiana rispetta i principi di parità di trattamento e di effettività. La Corte ricorda che le restrizioni alle attività dei giochi d’azzardo possono essere giustificate da motivi imperativi di interesse generale (la tutela dei consumatori od anche la prevenzione delle frodi e dell’incitamento dei cittadini a spese eccessive legate al gioco), nonché dall’obiettivo della lotta contro la criminalità. I giochi d’azzardo rientrano peraltro fra i settori in cui sussistono tra gli Stati membri notevoli divergenze di ordine morale, religioso e culturale. In assenza di un’armonizzazione a livello dell’Unione, il singolo Stato membro può, alla luce della propria scala di valori, identificare gli obiettivi perseguiti e valutare le esigenze che la tutela di siffatti interessi comporta. La Corte dichiara pertanto che, in tale peculiare contesto, il riordino del sistema delle concessioni attraverso un allineamento temporale delle loro scadenze può contribuire ad un coerente perseguimento dei legittimi obiettivi della riduzione delle occasioni di gioco o della lotta contro la criminalità collegata a detti giochi e non va al di là di quanto necessario per il raggiungimento di tali obiettivi. Nell’ipotesi in cui, in futuro, le autorità nazionali intendessero ridurre il numero delle concessioni rilasciate oppure esercitare un controllo più rigoroso sulle attività nel settore dei giochi d’azzardo, misure di questo tipo sarebbero agevolate laddove tutte le concessioni fossero rilasciate per la stessa durata e la loro scadenza avvenisse nello stesso momento. Di conseguenza, la Corte dichiara che il diritto dell’Unione non osta a che l’Italia indica, ai fini di un allineamento temporale delle scadenze delle varie concessioni, una nuova gara volta all’attribuzione di concessioni aventi durata inferiore rispetto a quelle rilasciate in passato.  RED/Agipro  

Scommesse: al centro della sentenza della CGE il bando Monti del 2013. Assegnò duemila concessioni, e fruttò allo Stato 73 milioni di euro

La Corte di Giustizia Europea si è pronunciata oggi sul bando Monti, la gara per l'assegnazione di concessioni ippiche sportive e virtuali che si è tenuta nel 2013. La gara metteva in palio 2.000 concessioni, le offerte sono state molto superiori, per  2.820 titoli. Dalla base d'asta di 11mila euro – ricorda l'Agimeg – si è così arrivati a una soglia di aggiudicazione di circa 21mila euro, con alcune offerte che sono arrivate a 102mila euro. Sotto questo profilo il bando è stato un successo, il Governo stimava di incassare 20 milioni di euro, ne ha percepiti 72,7. La CGE è stata chiamata a esaminare la durata delle concessioni, contenuta in 40 mesi per allinearne la scadenza a quella dei titoli emessi in precedenza – questi ultimi avevano durata di 9 o 13 anni – di modo che la rete venga azzerata e rimessa interamente in palio con la gara prevista per il 2016. Secondo i bookmaker esteri che da anni operano in Italia senza concessione – e si battono contro il sistema normativo, sostenendo che contenga norme discriminatorie – il bando Monti non avrebbe sanato la situazione. In pratica, la durata minore delle concessioni avrebbe rappresentato una nuova discriminazione: chi doveva entrare ex novo nel sistema avrebbe dovuto sostenere una serie di investimenti che non avrebbe avuto tempo di recuperare. rg/AGIMEG

Scommesse: a ottobre l'udienza del ricorso Stanley in CGE contro il bando per le 2000 agenzie

La sentenza pronunciata oggi dalla CGE, segue la trattazione orale del ricorso di Stanleybet contro il bando di gara per le 2000 agenzie di scommesse che si è tenuta lo scorso 22 ottobre. Il ricorso, dopo il rinvio del Consiglio di Stato, di altri Tar e della Cassazione, è giunto alla Corte di Giustizia Europea, dopo la richiesta di verifica del termine delle concessioni previsto per giugno del 2016 e della legittimità della durata. “Stanley” – si leggeva nella nota di introduzione della causa, in CGE – “lamenta il contrasto del d.lgs. 16/2012 con le citate sentenze a causa di discriminazioni nei confronti dei nuovi entranti, rispetto alla durata delle nuove concessioni". "Il Consiglio di Stato chiede alla Corte se il TFUE ed i principi affermati dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea ammettano che: vengano poste in gara concessioni di durata inferiore a quelle in passato rilasciate, laddove la detta gara sia stata bandita al fine di rimediare alle conseguenze derivanti dall’illegittimità dell’esclusione di un certo numero di operatori dalle gare precedenti; l’esigenza di riordinare il sistema attraverso un allineamento temporale delle scadenze delle concessioni costituisca giustificazione adeguata di una ridotta durata delle concessioni poste in gara rispetto alla durata delle concessioni in passato attribuite”. All’udienza – ricorda l'Agimeg – erano presenti gli avvocati di Stanleybet e l’avvocato di Stato, oltre ad Italo Volpe, direttore dell’Ufficio normativa dell’Adm. "Dietro l’allineamento delle licenze si nasconde la protezione dei concessionari storici”. aveva detto in udienza l’avv. Agnello (Stanleybet International). Secondo il legale i concessionari storici avrebbero ottenuto “il diritto ad operare con la gara del Coni del 1999, gara dichiarata contraria al diritto comunitario dalle sentenze Gambelli e Placanica, oltre ad ulteriori vantaggi con il bando Bersani del 2006. (…) Si è così creato uno squilibrio competitivo tra i nuovi concessionari rispetto a quelli già presenti sul mercato, che hanno avuto 13 o 9 anni per realizzare i loro ammortamenti”, aveva detto.  "Non rendere remunerativo l’investimento a causa della limitata durata delle concessioni, appare smentito dalla partecipazione alla gara da parte di numerosi gruppi di operatori anche stranieri", aveva invece replicato Sergio Fiorentino, dell'Avvocatura di Stato. Gli investimenti iniziali non sono proibitivi e comunque possono rientrare “nell’arco di un quadriennio – aveva proseguito. "Non è chiaro comunque quale possa essere il vantaggio dato ai procedenti concessionari. Stanleybet opera sul mercato italiano da tempo e dispone di esercizi affiliati dotati di mezzi telematici, schermi televisivi e per il virtual gaming. Chi dispone di una rete del genere potrebbe utilizzarla nell’attività di concessione, visto che ha già ammortizzato gli asset in questione”, aveva chiarito.

ALLE 18.00 SU SKY TG24 INTERVISTA DEL PRESIDENTE AGISCO

ALLE 18.00 SU SKY TG24 INTERVISTA DEL PRESIDENTE AGISCO

Si informa che oggi giovedì 18 dicembre, alle ore 18.00, nell’ambito del TG24 di SKY sarà trasmesso un servizio sull’Assemblea di AGISCO con intervista al Presidente Ginestra e ad altri ospiti intervenuti nell’incontro.

Di seguito i lanci stampa dell’incontro organizzato da AGISCO.

Legge di stabilità, Agisco: norme sui giochi mettono a rischio operatori e consumatori

ROMA – Con le norme sui giochi inserite nella legge di stabilità, il Governo «mina alle fondamenta un comparto faticosamente costruito in 14 anni proprio per garantire i consumatori». E’ la posizione di A.GI.SCO., secondo cui la scrittura delle norme proposte dal Governo per il comparto giochi, «lascia allibiti per la superficialità» e per «la mancanza di competenza». Proposte che mettono a rischio «il comparto che ha costruito per lo Stato un mercato dei giochi trasparente e sicuro e che svolge un delicato ruolo sociale tramite operatori selezionati dallo Stato stesso per garantire trasparenza, legalità e ordine pubblico», si legge ancora in una nota. «Dal 2000 la rete di raccolta dei giochi ha distribuito vincite per 500 miliardi di euro, ha versato alla collettività 140 miliardi di euro fra prelievo erariale e tasse, ha permesso l’attività di migliaia di piccole e medie imprese, l’occupazione di centomila lavoratori, svolto un ruolo sociale a tutela dei consumatori garantendo il rispetto dei regolamenti e delle leggi dello Stato. Ogni giorno entrano nelle casse dello stato 25 milioni di euro dai giochi», ma gli emendamenti del Governo «sembrano dettati dal disprezzo per questo settore». Per A.GI.SCO., «cambiare i contratti in corso d’opera mette a rischio gli investimenti effettuati dalle imprese e gli impegni già assunti con i componenti della filiera della raccolta dei Giochi Pubblici mettendo a serio rischio la continuità di esercizio della rete Statale». Per questo, A.GI.SCO., che ha invitato le maggiori sigle rappresentative dei punti di raccolta di gioco e i principali concessionari di Stato domani giovedì 18 dicembre alle 13 presso la sala Orlando di Confcommercio a Roma, con l’obiettivo  di sensibilizzare il Governo affinché posticipi ogni intervento sui giochi ai decreti relativi alla delega fiscale. RED/Agipro

Giochi, Ginistra (Agisco): "il settore si compatti per non lasciare tutto all'illegalità"

"Venticinque milioni di euro al giorno allo Stato solo da slot e vlt, 140 miliardi versati tra prelievo erariale e tasse, oltre centomila lavoratori per migliaia di piccole e medie imprese. Questo è il settore del gioco che dopo le norme previste dalla legge di stabilità è in una fase drammatica. C'è il rischio che, con l'inizio del 2015, slot e vlt si fermino di fronte a questo intervento serve unione per arrivare ad un confronto più produttivo. Lo statato deve capire che l'alternativa è buttare al vento quanto è stato fatto negli ultimi anni e lasciare tutto in mano al settore illegale". E' quanto dichiarato da Francesco Ginestra Presidente di Agisco durante l'assemblea 2014 che si è svolta a Roma. cz/AGIMEG

Legge di Stabilità, Ginestra (Agisco): "Fase drammatica, a rischio l'intera rete "

ROMA – "Venticinque milioni di euro al giorno allo Stato solo da slot e vlt, 140 miliardi versati tra prelievo erariale e tasse, oltre centomila lavoratori per migliaia di piccole e medie imprese. Questo è il settore del gioco che dopo le norme previste dalla legge di stabilità è in una fase drammatica. C’è il rischio che, con l’inizio del 2015, slot e vlt si fermino". Così Francesco Ginestra, presidente di Agisco, nel corso del confronto pubblico organizzato oggi a Roma con i rappresentati del settore. All’indomani del via libera all’emendamento del Governo che prevede la tassa da 500 milioni di euro per i concessionari, Ginestra lancia un grido d’allarme chiaro: "Le norme volute dal premier Renzi mettono a rischio il comparto che ha costruito lo Stato, un mercato garantito dallo Stato stesso su punti fondamentali come trasparenza, legalità e ordine pubblico". "Il sacrificio anticipato richiesto – conclude – mette a rischio gli investimenti delle imprese e gli impegni assunti dalla filiera. È in pericolo l’esercizio di tutta la rete". LL/Agipro  

Legge di Stabilità, Ughi (Obiettivo2016): "Si va verso il blocco di slot e vlt"

ROMA – Slot e videolotteries ferme a partire dal 1 gennaio. È lo scenario tracciato da Maurizio Ughi, amministratore unico di “Obiettivo 2016”, dopo l’ok della Commissione Bilancio agli emendamenti presentati dal Governo alla legge di stabilità per il settore dei giochi. Le norme prevedono una tassa da 500 milioni di euro per i concessionari slot e vlt, oltre alla sanatoria per i centri scommesse non autorizzati e all’anticipazione della gara del Lotto al 2015. "Si tratta di ’razzismo imprenditoriale’ – ha spiegato Ughi a margine dell’assemblea organizzata a Roma da Agisco – Abbiamo una catena ai piedi e la frusta dietro le spalle, perché non ci sarà modo entro l’inizio del 2015 di sottoscrivere i 110 mila contratti per gli oltre 420 mila apparecchi, e senza contratto verrà a mancare la licenza di pubblica sicurezza, e a questo punto la raccolta di gioco diventerà illegale. Si va – continua Ughi – verso il blocco degli apparecchi". "Si parla di lobby del gioco, ma sono società contrattualizzate con lo Stato. Se non possiamo parlare con loro, con chi possiamo farlo?" Sulla sanatoria dei Ctd Ughi ribadisce che "è una norma imperfetta, ma c’è stata comunque una tendenza a unificare le reti. Difficile, però, che avvenga una regolarizzazione completa". LL/Agipro

Giochi, Ughi (Agisco): "le novità della Stabilità sui giochi sono figlie di un razzismo imprenditoriale"

"Le ultime norme riguardanti il settore dei giochi possono essere definite come razzismo imprenditoriale e trattano la filiera come schiavi con la palla al piede. Non c'è stato nessun confronto con quella che loro chiamano lobby del gioco e che io invece definirei operatori contrattualizzati. Le ultime norme di fatto prevedono l'azzeramento dei vecchi contratti tra Stato e concessionari e lo Stato ha mostrato grande arroganza nell'agire senza neanche prendere in considerazione l'opinione del settore". E' quanto dichiarato ad Agimeg dal Presidente di Agisco Maurizio Ughi in occasione del convegno organizzato oggi a Roma dall'associazione. cz/AGIMEG

Legge di stabilità, Ughi (Obiettivo2016): "Contratto 'ponte' per ridurre le difficoltà del settore"

ROMA – Stabilire un modello di contratto ’ponte’, in attesa di quelli più dettagliati e definitivi. È quanto proposto da Maurizio Ughi nel corso dell’incontro di Agisco a Roma. "Una soluzione di questo tipo ridurrebbe le difficoltà della filiera. Chi sarà aperto l’1 gennaio lo farà a proprio rischio e pericolo", continua. Con la tassa da 500 milioni di euro, "lo Stato ci chiede il 12,5% in più e, con un contratto ponte, la filiera avrebbe tempo tecnico per elaborare i singoli contratti". LL/Agipro

Giochi, Maggi (Confindustria Giochi): "500 milioni da tagliare e 110 mila contratti da riormulare: difficile intervenire dopo la stabilità"

"Stiamo solo iniziando a valutare come intervenire dopo le notizie di una legge tremenda per il settore. Ben 500 milioni di euro da tagliare e 110 mila contratti da riformulare rappresentano per i 13 concessionari di apparecchi da intrattenimento un futuro molto incerto. abbiamo immaginato più di una proposta alternativa". E' chiara la preoccupazione di Giovanni Emilio Maggi vice presidente di Confindustria Sistema Gioco Italia durante l'assemblea 2014 di Agisco. Un parere a quale fa eco quello di Stefano Sbordoni segretario dell'UTIS. "La delega fiscale – ha detto –  è stata anticipata con un interbvento da 500 mila euro ai danni di un settore che svolge un sevizio per conto dello stato. Quanto sta accadendo mi lascia preoccupato soprattutto considerando l'ignoranza e l'incompetenza di chi fa leggi. Oggi si tratta di giochi, domani potrebbe tocare alla sanità". cz/AGIMEG

Legge di stabilità, Maggi (Confindustria Giochi): "Forte preoccupazione per la tassa da 500 milioni"

ROMA – «Ci sono 110 mila contratti da rifare, da parte di 13 concessionari che usano modalità differenti: è difficile capire come verranno gestiti i 500 milioni e come verranno versati»: è l’analisi di Giovanni Emilio Maggi, vice presidente di Confindustria Sistema Gioco Italia, intervenuto nel corso del convegno di Agisco a proposito della tassa da 500 milioni per i concessionari prevista dall’emendamento del Governo alla legge di stabilità, approvato nella notte dalla Commissione Bilancio. «La preoccupazione è forte e non siamo riusciti a trasmetterla agli interlocutori governativi: avevamo ipotizzato una serie di strumenti per incassare questi 500 milioni, spalmandoli sulla filiera, per poi inziare a pensare alla riorganizzazione del settore», ha sottolineato. LL/Agipro 

Giochi, Passamonti (Confindustria Giochi): "se si arriva a situazioni di anti economicità per le aziende torniamo ai livelli della Chicago anni 30'"

"l'intervento del Governo è sbagliato solo con l'obiettivo dell'incastro, non con una visione strategica. Il primo intervento chiesto da Renzi era addirittura di tre miliardi ma bisogna chiarire che se si arriva a livelli di anti economicità torniamo alla Chicago anni '30". E' quanto dichiarato da Massimo Passamonti Presidente di Confindustria Giochi in occasione dell'assemblea 2014 di Agisco. "Se non si capisce il disagio nei confronti del settore non si possono fare passi in avanti. Quanto dichiarato dallo stesso ministro Lorenzin riguardo a quanto porta all'erario il settore giochi e quali sono i costi sociali mette in luce l'atteggiamento del Governo. Le cose sono due: possiamo mettere tutto nelle mani degli avvocati ma possiamo anche fare un appropriato lavoro di rappresentanza e lavorare sulla delega fiscale per costruire il futuro dei giochi dei prossimi 10 anni. Finora abbiamo lavorato sullo sviluppo dell'offerta ora è necessario spostare l'attenzione sul consolidamento dei risultati. Serve una svolta altrimenti alla prossima stabilità ci sarà chiesto un altro miliardo". cz/AGIMEG

Legge di stabilità, Passamonti (Confindustria Giochi): "Norme sbagliate, chiederemo intervento della Corte Costituzionale"

ROMA – Confindustria Giochi é pronta a portare le norme della legge di stabilitá di fronte alla Corte Costituzionale, per valutare la loro legittimità. E’ quanto ha detto Massimo Passamonti, presidente di Sistema Gioco Italia, intervenendo all’assemblea di Agisco. "Vogliamo una riforma seria: il ricorso alla Corte Costituzionale sarà necessario per fermare alcune norme della legge di stabilità, assai sbagliate, che rischiano di azzerare il futuro del settore – ha detto Passamonti – le proposte del Governo sono inefficaci e improduttive, la legge di stabilità non é il modo giusto di riorganizzare il settore visto che entro marzo dovrà essere attuata una delega fiscale su cui si lavora da due anni e che potrá dare certezza per i prossimi dieci anni. Sarà necessario affrontare di petto le situazione per sospendere alcuni provvedimenti". PG/Agipro

Legge di stabilità, Porsia (Hbg): "Manovra irrazionale, dall'estero nessuno investirà piú in Italia"

ROMA – Le misure sui giochi previste dal Governo per la legge di stabilità "sono irrazionali: gli operatori non sono stati ascoltati e per l’ennesima volta vengono violati i contratti". E’ quanto dice Antonio Porsia, presidente di Hbg, a margine dell’assemblea organizzata a Roma da Agisco. Il Governo sta agendo "in maniera istintiva e senza rispetto verso una filiera virtuosa. Ci saranno effetti drammatici e imprevedibili sull’occupazione oltre che sull’immagine che il Paese dà all’estero: chi verrá a investire in Italia se le regole vengono sistematicamente violate?". PG/Agipro

RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS – Legge di stabilità, ‘Obiettivo 2016’ e nuovo bando: tre domande a John Whittaker (Stanleybet) e Paolo Tavarelli (Sks365)

RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS – Legge di stabilità, ‘Obiettivo 2016’ e nuovo bando: tre domande a John Whittaker (Stanleybet) e Paolo Tavarelli (Sks365)

Legge di stabilità, ‘Obiettivo 2016’e nuovo bando: tre domande a John Whittaker (Stanleybet) e Paolo Tavarelli (Sks365)

Abbiamo posto a tre storici operatori internazionali – Stanleybet, Sks365, Goldbet – che, non è una novità, operano in Italia privi di concessione statale, tre domande ‘secche’ su quanto sta accadendo attorno e all’interno del mondo del gioco in Italia.

Dalle misure contenute nella legge di stabilità – che prevedono per i centri trasmissione dati un’imposta dell’8 per cento sul triplo della raccolta media realizzata dai concessionari – alla rivoluzionaria proposta di ‘Obiettivo 2016’, che auspica una sola rete di scommesse per i marchi autorizzati e non, fino alle strategie per l’atteso riordino del gaming italiano previsto per il 2016.

Il Ceo di Stanleybet John Whittaker e il chairman Paolo Tavarelli di Sks365 hanno deciso di esprimere la propria opinione, i vertici di Goldbet hanno invece preferito, almeno in questa fase, non commentare.

Qual è la sua opinione sulle misure contenute nella legge di stabilità 2015?

John Whittaker (Ceo Stanleybet): “E’ l’inizio di una nuova guerra, ma questa volta non sarà a senso unico. Le norme coercitive contro i Ctd sono norme discriminatorie, punitive, non proporzionali e saranno tutte disapplicate dai tribunali. Notificheremo ad Aams ed ad altri enti il nostro punto di vista. Ognuno dovrà, come sempre, fare il suo dovere, ma anche, da adesso in poi, assumersene le responsabilità conseguenti. Il tempo del funzionario pubblico che procura danni e la fa franca è cessato, in Italia, quantomeno nel settore del gioco”.

Paolo Tavarelli (presidente di SKS365 Group): “Riteniamo che tutti gli attori si siano espressi, in un senso o nell’altro, evidenziando i pericoli presenti in questa legge. Il Governo del cambiamento ha voluto rivedere la materia dei giochi sottoponendola a una revisione più che altro fiscale. Ma è indubbio come le limitazioni alla vincita, le considerazioni stesse sui Ctd, il palinsesto imposto, siano tutti segnali inviati in un’unica direzione che merita ulteriori e importanti approfondimenti. Ma è evidente come per questa legge sia possibile intravedere un futuro presso la Corte di Giustizia Europea”.

Maurizio Ughi, con l’iniziativa “Obiettivo 2016”, chiede al Governo che si arrivi ad una sola rete, senza i due attuali canali di raccolta e con regole e norme uguali per tutti. Cosa ne pensa?

Whittaker: “Lodevole intento ma intanto, mentre Ughi convoca riunioni, Ginestra si scaglia contro i Ctd. L’obiettivo di una sola rete è condivisibile, ma ci si arriva solo riconoscendo le discriminazioni subite dai Ctd, non tendendo la mano sinistra e attaccandoli con la mano destra. Altrimenti è solo propaganda”.

Tavarelli: “Abbiamo cercato più volte il confronto, proponendo e studiando oggettivamente il sistema senza mai ottenere una risposta reale dagli interlocutori istituzionali. E più volte abbiamo voluto porre l’accento sul ruolo fondamentale dei gestori dei Ctd. Ci auguriamo ora che la proposta portata avanti da Ughi, che conosciamo solo a livello superficiale per quanto riportato dai media, possa rappresentare un punto di incontro tra tutti gli attori. Ma non scordiamo che proprio da Snai sono partiti negli anni pesanti attacchi nei confronti dei Ctd commercialmente collegati a Sks365 tramite il brand PlanetWin365. Ad ogni modo è sicuro che il 2016 dovrà rappresentare uno spartiacque, una svolta tra una politica di chiusura e l’apertura al concetto stesso di iniziativa privata. Le variabili per raggiungere un punto di incontro tra le parti sono numerose, dal controllo tecnico alla definizione del palinsesto, dalla tassazione alla presenza dei Ctd. Lo scontro di questi anni ha portato, oggettivamente, a un indebolimento strutturale, morale e giuridico della rete italiana. Proseguire così, senza trovare un accordo con le volontà dei consumatori avrebbe soltanto ulteriori ripercussioni sul sistema. A chi conviene?”.

Nelle attuali condizioni di mercato, la sua società parteciperà al riordino del 2016?

Whittaker: “Occorrono due requisiti: il primo è che tutti i dirigenti Stanley siano, in tempo utile, privi di qualsiasi squalificazione soggettiva, e – in secondo luogo – che siano previste clausole di salvaguardia, riservate ai Ctd, che abbiano carattere riparatorio per le discriminazioni subite in quindici anni di sistema concessorio illegale nelle sue modalità di realizzazione”.

Tavarelli: “Al momento, e tenendo presente le indicazioni presenti nella legge di stabilità, è difficile prevedere un avvicinamento tra le parti utili a consentire l’ingresso di importanti operatori sul mercato. SKS365 ha acquistato un diritto fisico per il brand PlanetWin365, proprio per testare direttamente il mercato, valutando tutte le sue componenti. Dal consumatore al prodotto all’interfaccia tecnica. Stiamo verificando tutti gli ingranaggi del sistema proprio per meglio comprenderne il funzionamento. La volontà quindi esiste, ma è indubbio come debbano essere poi i numeri a giustificare eventuali scelte commerciali. Al momento è quindi prematuro esprimerci sul 2016. Ma se le discriminazioni proseguiranno, se si continuerà a confondere l’operatore europeo con l’operatore illegale, se si continuerà a bloccare il mercato, sarà difficile trovare una soluzione che cambi lo scenario. L’attuale sistema protegge, infatti, posizioni storicamente acquisite a danno del consumatore”.  NT/Agipro

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RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS – RACCOLTA LANCI SU BANDO 2000 CONCESSIONI ALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA – AGGIORNATO

RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS – RACCOLTA LANCI SU BANDO 2000 CONCESSIONI ALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA – AGGIORNATO

21/10/2014 Ore 20:24 – Bando 2000 agenzie in Corte Ue, previsti gli interventi di Stanleybet, Commissione Ue, Italia, Belgio e di tre parti private

LUSSEMBURGO – Sono otto gli interventi previsti nell`udienza che si terra` domani presso la Corte di Giustizia Europea a seguito del ricorso di Stanleybet contro il bando di gara per le 2000 agenzie di scommesse. Parleranno I rappresentanti di Stanleybet International (Agnello), Stanleybet Malta (Jacchia), Commissione Europea, Governo italiano, Governo belga e di tre parti private. Non si tratta, in ogni caso, di bookmaker comunitari che hanno impugnato il bando di gara dei Monopoli di Stato.NT/Agipro

 22/10/2014 Ore 09:15 – Corte Ue: si decide su bando scommesse da 70 milioni di euro

ROMA – Oltre 70 milioni di euro, rispetto ai 22 previsti dal Governo: è quanto ha portato nelle casse dello Stato il bando per 2000 punti scommesse, su cui oggi la Corte di Giustizia Europea è chiamata a esprimere un giudizio. I punti di gioco del bando sono stati assegnati dall`Agenzia delle Dogane e dei Monopoli a maggio del 2013, ma da subito sono partiti i ricorsi per bloccarlo: proprio da uno di questi – presentato da Stanleybet in Consiglio di Stato – è arrivato il rinvio in Corte di Giustizia. Rinvii simili sono poi arrivati da altri tribunali – da quelli amministrativi, fino alla Cassazione – relativi anche ai ricorsi di altri operatori. Il rinvio non ha bloccato il bando, ma la Corte Ue dovrà valutare se il termine per le concessioni fissato al giugno del 2016 sia rispettoso della sentenza della Corte di Giustizia Costa-Cifone del febbraio 2012 e se sia legittima una durata delle licenze inferiore a quella stabilita dal ministero dell`Economia nelle gare svolte in precedenza. Si tratta della sesta volta che il sistema delle scommesse italiano finisce sotto esame in Corte di Giustizia: oggi è l`ennesima tappa della lunga battaglia legale fra lo Stato italiano e gli operatori che operano in Italia senza la concessione del Ministero delle Finanze. Secondo un recente censimento, in Italia sono circa 7 mila i punti collegati con operatori esteri non autorizzati. Nella recente legge di stabilità del Governo Renzi, è contenuta una stretta decisa sui punti collegati a operatori non autorizzati: fra le misure antievasione il Governo ha previsto che i titolari dei punti paghino un conto salato, pari all`aliquota massima prevista per i punti regolari (l`8%) calcolata sul triplo della raccolta media provinciale. In sostanza aprire un ctd a Milano costerebbe 100 mila euro all`anno, secondo proiezioni Agipronews su dati dei Monopoli di Stato relativi al 2013, mentre Roma la spesa per ciascun punto sarebbe di 88 mila euro, a Napoli il “conto“ sarebbe pari a 90 mila euro.  PG/Agipro

22/10/2014 Ore 09:52 – Bando 2000 alla Corte Ue: iniziata l`udienza davanti ai giudici comunitari, anche Italo Volpe (Adm) in aula

LUSSEMBURGO – E` iniziata da pochi minuti l`udienza pubblica presso la Corte di Giustizia del Lussemburgo, nella quale si discuterà il tema della conformità al diritto comunitario della gara dei Monopoli di Stato per il rilascio di 2000 concessioni – della durata ridotta di 40 mesi – ad altrettante agenzie di scommesse. E` presente in aula, accanto all`avvocato dello Stato, anche il direttore dell`ufficio normativa dell`Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Italo Volpe. Secondo quanto si apprende, è stato invertito l`ordine degli interventi dei legali Stanleybet: aprirà Roberto Jacchia, che prenderà la parola prima di Daniela Agnello.  NT/Agipro

 22/10/2014 Ore 09:58 – Bando 2000 agenzie alla Cge, Jacchia (avv. Stanleybet Malta): “Concessioni allineate al 2016 per motivi economici in contrasto con giurisprudenza Ue“

LUSSEMBURGO – “L`esigenza dell`allineamento della scadenza di tutte le concessioni all`anno 2016 ha natura meramente economica e organizzativa, e perciò non risponde, secondo la giurisprudenza della Corte di Giustizia, ad un motivo imperativo di interesse generale. Tale esigenza non è, di conseguenza, idonea a giustificare la discriminazione dei nuovi aggiudicatari e potenziali aggiudicatari delle concessioni del 2012 nei confronti di quelli preesistenti, che l`asimmetria di durata inevitabilmente comporta. La restrizione sarà ancor meno giustificata, se a subirla sono dei soggetti già discriminati da precedenti violazioni del diritto dell`Unione, già accertate da precedenti sentenze della Corte“. Lo ha affermato Roberto Jacchia, legale di Stanleybet Malta, nel corso dell`udienza pubblica presso la Corte di Giustizia in corso a Lussemburgo e che affronta il tema della conformità al diritto comunitario della gara dei Monopoli di Stato per il rilascio di 2000 concessioni – della durata ridotta di 40 mesi – ad altrettante agenzie di scommesse. Jacchia ha anche risposto alle osservazioni del Governo italiano, sottolineando che la finalità di riallineare la scadenza delle concessioni delle scommesse presenta natura economica, in quanto “è destinata a consentire di rimettere a gara contemporaneamente, e perciò più efficacemente, la totalità delle concessioni dopo il 2016 ed ha evitato l`onere degli indennizzi dovuti ai vecchi concessionari se si fosse seguita la strada di porre anticipatamente fine alle vecchie concessioni, rinnovarle e riallineare la loro nuova durata con quella delle nuove concessioni del 2012 per un uguale congruo termine“. In ogni caso, conclude Jacchia, è chiaro “l`obiettivo organizzativo di evitare aggravi amministrativi e di agevolare la gestione delle concessioni. Siamo, dunque, di fronte a ragioni che, secondo la giurisprudenza della Corte di Giustizia, non ricadono nei motivi imperativi di interesse generale“. NT/Agipro

 22/10/2014 Ore 10:18 – Bando 2000 agenzie in Corte Ue, Agnello (avv. Stanleybet): “Gara ha rafforzato privilegi dei concessionari storici“

LUSSEMBURGO – L`allineamento delle concessioni non può giustificare restrizioni alle libertà fondamentali perché viola il principio di parità di trattamento tra gli operatori, impedisce di rimediare alle discriminazioni subite negli ultimi 15 anni e rafforza I privilegi concorrenziali ottenuti dai concessionari nazionali. E` quanto ha affermato l`avvocato Daniela Agnello, legale di Stanleybet International, nel corso dell`udienza pubblica presso la Corte di Giustizia in corso a Lussemburgo e che affronta il tema della conformità al diritto comunitario della gara dei Monopoli di Stato per il rilascio di 2000 concessioni – della durata ridotta di 40 mesi – ad altrettante agenzie di scommesse. “Dietro l`allineamento delle licenze si nasconde in realtà la protezione dei concessionari storici“, ha affermato ancora la Agnello, che hanno “ottenuto il diritto ad operare con la gara Coni del 1999, dichiarata contraria al diritto Ue dalle sentenze Gambelli e Placanica, e ulteriori indebiti vantaggi con la gara Bersani del 2006“. Tutto cio` incide sulla qualita` dei servizi resi dai nuovi entranti, rendendo meno attraente la loro offerta: “Si crea così una sperequazione competitiva dei nuovi rispetto ai concessionari già presenti sul mercato, che hanno avuto 13 o 9 anni per realizzare I loro ammortamenti“. La nuova gara, ha aggiunto l`avvocato di Stanleybet International, non ha rimediato alle discriminazioni e non si è adeguata ai principi della sentenza Costa-Cifone, come era stato dichiarato dal legislatore italiano: “In particolare la nuova procedura ha mantenuto le ipotesi di decadenza e incameramento della cauzione già censurate dalla Corte Ue anche sotto il profilo dell`incertezza del diritto“. Secondo Stanleybet, infine, il disegno di legge di Stabilità del 2015 prevede ulteriori misure sul piano fiscale e introduce “nuove misure discriminatorie“ destinate ad aprire una nuova stagione di contenzioso comunitario e nazionale. NT/Agipro

 22/10/2014 Ore 10:57 – Bando 2000 agenzie in Corte Ue, Governo italiano: “Finora solo vantaggi per Stanleybet, gara aperta con numerosi partecipanti esteri“

LUSSEMBURGO – Il gruppo Stanley ha potuto godere – per effetto della lamentata discriminazione – di condizioni concorrenziali vantaggiose, che ha potuto sfruttare offrendo migliori condizioni ai propri clienti. Il fatto che la limitata durata delle concessioni non renderebbe remunerativo l`investimento per garantire il servizio appare smentito dalla partecipazione alla gara da parte di numerosi gruppi anche non italiani. Il Governo italiano  – attraverso le parole dell`avvocato dello Stato, Sergio Fiorentino –  difende la gara dei Monopoli di Stato per il rilascio di 2000 concessioni – della durata ridotta di 40 mesi – ad altrettante agenzie di scommesse, nel corso dell`udienza pubblica presso la Corte di Giustizia in corso a Lussemburgo. “Gli investimenti iniziali sono tutt`altro che proibitivi e comunque tali da essere remunerati nel`arco di un quadriennio. Poi, non è chiaro quale possa essere il vantaggio accordato ai precedenti concessionari, anzi Stanleybet opera già sul mercato italiano e dispone di esercizi affiliati dotati di mezzi telematici, di schermi televisivi, e di schermi per il virtual gaming: chi dispone di questa rete potrebbe utilizzarla nell`attività oggetto di concessione avendo già ammortizzato gli asset in questione“. NT/Agipro

22/10/2014 Ore 10:59 – Bando 2000 agenzie in Corte Ue, Governo italiano: “Allineamento concessioni consente collocazione di tutti I diritti nel 2016“

LUSSEMBURGO – Per quanto concerne la durata della concessione, il Governo sostiene – attraverso le parole dell`avvocato dello Stato, Sergio Fiorentino – che sia più agevole ed economico gestire licenze che scadono contemporanemente (il 30 giugno 2016, ndr): sarà così possibile ricollocare contemporaneamente tutti I diritti messi a gara, garantendo una più corretta concorrenza tra gli offerenti. Inoltre conclude, “gli oneri a carico dei concessionari sono stati ridotti notevolmente, consentendo una larghissima partecipazione alla gara Monti“. NT/Agipro 

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22/10/2014 Ore 11:35 – Bando 2000 agenzie in Corte Ue, Comm. Europea: “Limite eccessivo a durata della concessione rende impossibile accesso al mercato“ (1)

LUSSEMBURGO – “Un limite di durata che escluda in partenza la possibilità di recupero degli investimenti necessari costituisce un deterrente all`ingresso dei nuovi operatori tale da rendere impossibile o eccessivamente difficile l`esercizio della libertà di stabilimento e di prestazione di servizi: esso priva gli esclusi di uno strumento indispensabile per entrare nel mercato delle scommesse“. E` quanto ha sostenuto Elisabetta Montaguti, in rappresentanza della Commissione Europea, nel corso dell`udienza pubblica presso la Corte di Giustizia in corso a Lussemburgo e che affronta il tema della conformità al diritto comunitario della gara dei Monopoli di Stato per il rilascio di 2000 concessioni – della durata ridotta di 40 mesi – ad altrettante agenzie di scommesse. Le gare devono offrire, secondo il Governo dell`Europa, una possibilità reale di accesso ed esercizio dell`attività economica agli operatori “illegalmente esclusi, così come nella gara precedente ne è stata offerta una agli operatori che hanno potuto partecipare“.  (SEGUE)

22/10/2014 Ore 11:37 – Bando 2000 agenzie in Corte Ue, Comm. Europea: “Limite eccessivo a durata della concessione rende impossibile accesso al mercato“ (2)

LUSSEMBURGO – D`altro canto, “nell`ambito delle concessioni non vi è obbligo di garantire la copertura di costi e investimenti sostenuti: al concessionario si trasferisce anche il rischio economico dell`attività“, a patto che si consenta di “ammortizzare gli investimenti necessari e di ottenere un profitto ragionevole“. A proposito del riordino del settore, previsto nel 2016, la Commissione Europea considera che quest`ultimo – ove si dovesse intendere come strumento di convenienza organizzativa delle amministrazioni competenti – non potrebbe costituire una valida giustificazione di misure restrittive di libertà attribuite dal Trattato e conclude che il nuovo regime “deve perseguire obiettivi legittimi di interesse generale e garantire nel suo complesso il rispetto dei principi di equivalenza e effettività“, lasciando giudice nazionale le relative valutazioni sull`applicazione concreta. NT/Agipro

22/10/2014 Ore 14:40 – Bando 2000 agenzie in Corte Ue, Whittaker (Ceo Stanleybet):“Corte indichi modo per inserirci nel mercato regolato italiano“

LUSSEMBURGO – “C`è un interesse comune a risolvere i problemi: spero che la Corte emetta una sentenza di alto profilo, che indichi la via per l`inserimento di Stanleybet nel mercato regolato italiano“ E` il commento a margine dell`udienza alla Corte di Giustizia Ue di John Whittaker, Ceo di Stanleybet. “L`impressione è che ci sia la volontà di Stanleybet e degli altri concessionari storici di esprimere un forte grido di dolore per le conseguenze della violazione della normativa comunitaria, che ha un`influenza non solo su stanleybet ma anche sui concessionari“, ha spiegato. NT/Agipro

22/10/2014 Ore 15:34 – Bando 2000, Fratini (avv. Snai spa): “Legittima gara con concessioni più brevi“

LUSSEMBURGO – La durata più limitata delle concessioni scommesse messe a gara nel 2013 “rientra a pieno titolo nella discrezionalità riconosciuta agli Stati membri nella sentenza Placanica“. E` quanto spiega ad Agipronews Alessandra Fratini, legale che nell`udienza alla Corte di Giustizia Ue ha rappresentato Snai spa. “La gara aveva criteri noti in anticipo ed era aperta a tutti, anche a condizioni meno onerose di quelle precedenti – ha aggiunto Fratini – Stanleybet non è un nuovo operatore, è in Italia da almeno 15 anni senza rispettare le norme di esercizio delle concessioni“. La gara, inoltre, è stata fatta per una precisa scelta del Governo “non di carattere organizzativo, ma di riordino del sistema: una scadenza differenziata dei diversi gruppi di concessioni avrebbe reso difficile la gestione del comparto e un eventuale cambio di strategia sul gioco pubblico“.  Allo scadere delle attuali concessioni “le stesse saranno rimesse sul mercato garantendo piena concorrenza a tutti – conclude Fratini – l`esigenza di riordino e riallineamento delle concessioni risponde a un motivo imperativo di interesse generale“. NT/Agipro

22/10/2014 Ore 15:43 – Bando 2000, Fraccastoro (avv. Lottomatica): “Concessionari dello Stato i veri discriminati“

LUSSEMBURGO – La vera discriminazione nel settore scommesse in Italia “è per i concessionari autorizzati dallo Stato“. E` quanto dice Giorgio Fraccastoro, legale che nell`udienza alla Corte di Giustizia Ue ha rappresentato il gruppo Lottomatica Gtech. “Stanleybet sembra godere di un bonus illimitato rispetto ai concessionari storici – aggiunge Fraccastoro – non versa imposte, non dichiara redditi in Italia, non presenta certificazioni antimafia, non è tenuta a rispettare le norme antiriciclaggio, non ha obbligo di rispetto del palinsesto. Inoltre non è soggetta alla scure dello Stato sul match fixing, oltre a non dover affrontare le fortissime limitazioni alle attività imposte dagli enti locali agli operatori“. “Alla gara del 2013 hanno partecipato 119 operatori che hanno presentato 2900 offerte, a testimonianza della bontà della procedura – dice ancora il legale – nella nuova Direttiva Concessioni 23/2014 l`Europa dice che la durata è a discrezione degli Stati Membri e che sono le concessioni troppo lunghe a limitare la concorrenza, non quelle troppo corte. Stanleybet ha operato per 15 anni in Italia con il privilegio che i Ctd sono stati sottratti ai controlli di ordine pubblico. Stanleybet non ha alcuno svantaggio competitivo, piuttosto sono i concessionari a essere discriminati“. Fraccastoro ha sottolineato come le condizioni per la gara del 2013 fossero assai più favorevoli “con una base d`asta ridotta, nessun limite di concentrazione, cauzioni più basse e requisiti tecnici dei punti meno stringenti, oltre a consentire la gestione del virtual betting“. NT/Agipro

22/10/2014 Ore 17:16 – Bando 2000, Lauteri (avv. Sisal): “Riallineamento concessioni garantirà concorrenza“

ROMA – Il riallineamento delle concessioni scommesse garantirà un mercato concorrenziale e uniforme. E` quanto ritiene Annalisa Lauteri, legale che ha rappresentato Sisal nel corso dell`udienza di oggi in Corte di Giustizia Europea. Negli anni “il quadro regolatorio è cambiato per adeguarsi alla normativa comunitaria e al perseguimento di esigenze di interessi generali, come l`efficienza nel contrasto al gioco illegale, la tutela dell`ordine pubblico, la lotta alla ludopatia e alle infiltrazioni della criminalità organizzata“.  Obiettivi raggiunti “attraverso l`approvazione dell`articolo 14 della legge che delega al Governo il riordino la materia dei giochi, in questo contesto viene confermata l`opportunità del riallineamento delle scadenza delle concessioni. La nuova direttiva Ue punta proprio all`apertura dei mercati alla concorrenza e alla certezza giuridica attraverso l`uniformità delle concessioni“ dice ancora l`avvocato Lauteri, mentre la durata più breve “non restringe la libertà, visto che è prevista sulla base delle esigenze interne di uno Stato membro. La diffusione dei ctd – conclude il legale – dimostra che la ricorrente (Stanleybet, ndr) vuole proseguire la propria attività in questa inammissibile situazione, all`interno di un mercato parallelo e fuori dal controllo statale“. NT/Agipro

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RASSEGNA STAMPA – RACCOLTA DICHIARAZIONI SU FINANZIARIA 2015

RASSEGNA STAMPA – RACCOLTA DICHIARAZIONI SU FINANZIARIA 2015

AGIMEG – 16 ottobre 2014 – 14:22 – Scommesse, John Whittaker (ceo Stanleybet) “La legge di Stabilità rafforza i ctd perché contiene plateali ingiustizie che non reggeranno in tribunale”

Plateali ingiustizie contenute nella Legge di Stabilità. Con queste parole, John Whittaker, ceo di Stanleybet, definisce la manovra varata ieri sera dal Consiglio dei Ministri che contiene norme contro i Ctd. Dalle controversie con Aams all’iniziativa di Ughi “Obiettivo 2016″, passando per Confindustria, Whittaker traccia un panorama preciso del futuro dei Ctd nell’intervista rilasciata ad Agimeg.

Tassazione dei Ctd, censimento degli stessi, allineamento delle reti con e senza concessione: la politica e gli operatori italiani hanno lanciato l’attacco ai centri trasmissione dati. La politica non c’entra. Sono gli operatori italiani che, non riuscendo a capire il fenomeno, fomentano i politici alla approvazione di nuove norme punitive che saranno poi disapplicate dai tribunali. Naturalmente sia negli operatori italiani che nei politici da loro controllati c’è una sana dose di incompetenza. E’ un assalto alla diligenza in cui nessuno fa piu’ gli interessi dello Stato.

E’ una sorte di giro di vite sui CTD quello inserito nella manovra economica varata dal Governo. Come giudica la manovra? E’ la solita manovra in cui il legislatore non si è chiesto se riuscirà mai a incassare quelle cifre. Gli basta fare tabelle, basate su ricostruzioni numeriche completamente sbagliate per poi ottenere una previsione di gettito che diventa piu’ un sogno o una speranza che effettiva realtà. Il fenomeno dei CTD va prima di tutto capito se si vuole trovare la via per risolverlo. E dal 1998 che ogni legge di stabilità introduce qualcosa di nuovo, di tipo restrittivo contro i CTD. Risultato? I CTD aumentano anziché’ diminuire. Bisognerebbe che il Ministero dell’Economia capisse che per risolvere il problema dei CTD deve parlare con Stanley, non con Sisal, Lottomatica o – peggio – gli attuali rappresentanti di Confindustria nei giochi.

Come valuta Stanley l’applicazione di una imposta unica pari al triplo della media della raccolta effettuata nella provincia dove è ubicato l’esercizio di gioco? Grossolanamente discriminatoria e punitiva.

I ctd dovranno applicare la legge Antiriciclaggio, farsi riconoscere dalle Autorità di Pubblica Sicurezza ed avere un palinsesto uguale agli operatori con concessione. Stanley si adeguerà a queste richieste? I CTD Stanley gia’ applicano la normativa antiriciclaggio e sono tutti gia’ conosciuti dalle autorità di Pubblica Sicurezza. Per il palinsesto siamo lieti che la nuova legge, se questa è la forma in cui verrà approvata, darà la possibilita’ alla Stanley di dimostrare che il palinsesto controllato dallo Stato è una forma di discriminazione tra i diversi operatori perché’ mortifica la professionalità dei piu’ bravi. E veramente interesse dello Stato livellare i Concessionari al livello dei piu’ mediocri? Dimostreremo di no.

Maurizio Ughi, amministratore Unico della Snai Servizi oggi denominata “Obiettivo 2016” ha chiesto al Governo di arrivare alla definizione di una rete unica, senza privilegi per chi opera senza concessione. Pensa si possa arrivare a questo obiettivo e cosa pensa dell’iniziativa? L’iniziativa è buona nella forma e completamente sbagliata nella sua applicazione. In realtà Mr. Ughi, simpaticissimo, è un vero nemico dei CTD. Ma mentre li attacca in tutti i modi mostra un volto amichevole e vorrebbe organizzare riunioni con i CTD con l’obiettivo – evidente – di strumentalizzarli. Il mio consiglio è di stare alla larga. Il diavolo carezza e poi bastona, mai il viceversa.

In passato Stanley ed Aams sono stati vicini ad una soluzione delle controversia tra operatori con concessioni e quelli privi della stessa. Pensa siano maturi i tempi per risolvere l’annosa questione o è ancora tutto in alto mare? I vertici di AAMS sono colpevoli di atti ostili verso Stanley. La Stanley ha reagito e sta reagendo su vari fronti. Il nuovo procedimento penale contro Stanley per evasione fiscale, infondato, che ha avuto origine proprio in AAMS, in associazione con un funzionario infedele Stanley avrà gravi conseguenze. La Stanley non si limiterà a difendersi ma si servirà di tutti gli strumenti forniti dall’ordinamento per contrattaccare. Il procedimento diventerà con il tempo un procedimento contro il sistema stesso ed alcuni dei suoi attori. Il loro destino non è piu’ di poter essere parte della soluzione ma saranno sempre piu’ parte del problema.

C’è una forte spaccatura tra gli operatori privi di concessione italiana. Non sarebbe meglio adottare una linea di condotta comune nei confronti del mercato italiano? Si, in teoria. Ma in pratica si tratta di realtà molto diverse, con difficoltà quindi di trovare punti in comune.

Che succede nel 2016? Nulla. I CTD, oggi ancora non compresi dalle Autorità, continueranno a combattere per la loro sopravvivenza, ma continueranno ad espandersi. Il nuovo pacchetto fiscale, che sembra creare nuovi problemi, in realtà complessivamente rafforza i CTD, perché’ contiene plateali ingiustizie che non reggeranno in tribunale. E i concessionari storici continueranno a lamentarsi per la loro presenza. Oggi c’è però una novità: Stanley ha veramente perso la pazienza e con la sua straordinaria competenza attaccherà, anche proattivamente, chiunque avvierà atti ostili contro di lei o i suoi CTD. Chiedendo giustizia nei Tribunali e avviando poi aggressive e fondate richieste di risarcimento. Se non interviene il Ministro dell’Economia con un atto di saggezza, si prepara per tutti noi, Stanley, CTD, Concessionari e AAMS, un desolante scenario di guerra. ff/AGIMEG

 

AGIMEG – 16/10/14 – 17.12 – Legge di Stabilità, Giorgetti (Fi): “Norme sui giochi disastrose per l’Erario. Il miliardo alla fine andrà al settore illegale”

“Buona parte degli interventi sulla materia dei giochi contenuti nella legge di stabilità sono disastrosi. Il taglio dei premi e il conseguente aumento del Preu su slot e Vlt sono un favore all’illegalità. Lo stato non recupererà mai il miliardo di euro che spera di incassare con questo aumento di tassazione, anzi porterà il mercato legale in condizioni insostenibili, aprendo la strada al gioco illegale, abbattendo in questo modo le entrate erariali. Quel denaro finirà al settore illegale”.

E’ l’analisi “catastrofica” di Alberto Giorgetti (Fi), che a margine della Commissione Finanze ha commentato così ad Agimeg la legge di stabilità varata ieri sera dal Governo. “A cosa serve destinare 50 milioni di euro al contrasto alla ludopatia – prosegue Giorgetti – se poi si abbandonano i giocatori ad un mercato senza regole e senza sistemi di controllo. Perché se davvero dovesse essere messa in atto una norma simile, la rete pubblica sarà strangolata da un mercato che la vede assolutamente non competitiva rispetto a quella illegale”.
Non è tutto da buttare però secondo Giorgetti.  “E’ giusto puntare a recuperare gettito anche dai centri trasmissione dati collegati a operatori esteri che raccolgono scommesse senza una concessione rilasciata dallo Stato italiano. Un passo che come sottosegretario con delega ai giochi avevo già suggerito”. cz/AGIMEG

AGIMEG – 17/10/14 – 11.13 – Legge di Stabilità, Allara (Paddy Power): “Il Governo sta dando uno schiaffo al mercato legale”

 “Il Governo avrebbe deciso l’aumento del PREU, ovvero una misura che interviene drasticamente sul già bistrattato mercato delle slot. Sapete qual è il problema? Che la misura intaccherebbe il payout di queste macchine: in sostanza, meno soldi per i clienti. L’assioma per il quale il cliente stupido non se ne accorge vale ancora per questo mercato? Con la diabolica infiltrazione di totem collegati a siti .com che emulano in tutto e per tutto le slot “legali”, che diventano purtroppo illegali per molte amministrazioni pubbliche alle quali dovremmo somministrare più diottrie per riconoscere che esiste un problema di proliferazione del mercato illegale, la risposta è no”.

E’ l’accusa di Alessandro Allara, Direttore Comunicazione italiana, presso Paddy Power, che attraverso il suo blog personale ha commentato il possibile aumento del Preu del 4% per slot e vlt.

“Il cliente si accorgerà presto che queste macchine demoniache saranno diventate meno generose ed inizierà a guardarsi intorno. E, intorno, c’è grigio ovunque. Nonostante le mille parole spese a riguardo, siamo ancora il Paese in cui spuntano come funghi i movimenti #NoSlot, dove si diffondono le mode (politiche e giornalistiche) di aggressività contro il comparto. Siamo il Paese in cui, addirittura, chi conduce un business grigio sciopera e scende in piazza… e dove non si è mai vista una mobilitazione del popolo della “legalità” contro il business non regolato. Una macchina che sottrae gettito e risorse alla filiera legale. In fondo, nonostante ci sia un mercato regolato, controllato ed imitato a livello internazionale, è più facile attaccarlo e sognarne l’epilogo piuttosto che pensare, con un minimo di lungimiranza, che la domanda è forte e sarà assecondata, ad ogni costo. In assenza di prodotto legale, sarà il prodotto illegale a trionfare. E torneremo agli anni ’80″.

Allara prosegue nel suo attacco al governo. “Non posso che evidenziare come questa situazione sia lo specchio di una cultura politico economica che tende inesorabilmente al collettivismo… o per dirla alla nordica, tende al Socialismo Reale. Molti di voi ne saranno orgogliosi, ma la storia vi darà torto. Liberali? Dove sono? Mostratemene uno. Sento leader politici in piazza o in tv sbandierare l’esigenza di PIU’ STATO come se lo Stato potesse rispondere a tutto. Questa risposta è la chimera, il virus che si propaga offuscando il ragionamento di troppe persone. Questo Stato, che certo siamo noi (ma noi chi?), è in grado di riportare equilibrio laddove c’è caos, è in grado di riportare ricchezza laddove c’è miseria, è in grado di riportare relazione laddove c’è ostilità. Vero? Ma di cosa stiamo parlando? Non è forse il mercato a fare tutto ciò? Mercato R E G O L A T O ovviamente. Ma sempre mercato.

Purtroppo chi frequenta questo ambiente da tre lustri sa che lo Stato ha più volte tentato di infierire e poi è dovuto tornare sui suoi passi, aprendo al cambiamento. Il motivo è semplice: il cambiamento era la sola via per proteggere il gettito che sembra essere, in ultima analisi, l’unico aspetto di interesse “pubblico”. E non mi si venga a dire che interessa in primis il consumatore in quanto tale, perché se davvero volessimo intervenire sul tema del gioco responsabile è proprio nel mercato grigio che dovremmo andare a rovistare, cercando gli angoli bui in cui si annidano i giocatori problematici. Caro Governo, pur sapendo che sei in difficoltà e che i soldi non bastano mai, stai dimostrando che non c’è approccio liberale nelle tue scelte. E stai dimostrando che l’ipotesi di racimolare qualche milione in più di tasse ti ha condizionato a tal punto da accettare che questo mercato grigio, che già vale più di quello legale, si espanda ancora. Alla faccia della sicurezza, della legalità, della misura”. cz/AGIMEG

AGIMEG – 16/10/14 – 18.29 – Newslot e Vlt, Ruta (Pres. Gmatica): “La Legge di Stabilità ha destabilizzato gli operatori esteri”

 “Quello che succede in Italia, per quanto riguarda il settore del gioco, è troppo spesso poco comprensibile per gli investitori esteri – ha dichiarato ad Agimeg Massimo Ruta presidente di GMatica – l’ultima Legge di Stabilità ad esempio cambia di nuovo le carte in tavola, soprattutto per il mercato che ci vede maggiormente coinvolti quindi quello delle newslot e delle vlt e questo disorienta chi dall’estero ci guarda come possibile mercato sul quale investire.  Di questo passo l’Italia perderà appeal, investitori e quindi il mercato subirà una recessione”. lp/AGIMEG

AGIMEG – 17/10/14 – 13.17 – Agisco: “Finanziaria 2015 e Ctd, così si legittima per legge la doppia rete di raccolta”

Equiparare i CTD solo ad alcuni degli obblighi operativi che ha la rete legale non può “assicurare parità di condizioni competitive” fra la rete di Stato e quella dei CTD. Anche perché molte di queste norme sono state già previste da precedenti Leggi e, a quanto noto, non applicate o bloccate da contenziosi. Lo Stato italiano pensa davvero di risolvere così la sleale concorrenza che subiamo? Le misure normative introdotte si traducono tecnicamente in un riconoscimento della posizione giuridica dei CTD agevolando e rafforzando la tesi difensiva di questi ultimi – che trae spunto dalle sentenze della Corte di Giustizia Europea -sulla legittimità del servizio transfrontaliero nella raccolta di gioco in Italia. Si delinea così una legittimazione a livello nazionale di un doppio canale di raccolta: quello dei Concessionari dello Stato – che se non rispettano le regole incorrono in sanzioni gravi immediatamente efficaci – e quello dei CTD che se non rispettano le regole vanno incontro ad un contenzioso nazionale anche tributario dall’esito incerto per l’influenza inevitabile dei principi affermati dalla Corte di Giustizia Ue. Attendiamo di vedere se la norma sarà davvero emanata in questi termini e, soprattutto, se si riuscirà a metterla in pratica davvero. Vogliamo infine capire cosa farà il Governo con i decreti attuativi della Legge Delega, che devono mettere una parola definitiva all’esistenza di due reti parallele che operano in maniera estremamente squilibrata a favore dei soggetti fuori dal sistema concessori. mdc/AGIMEG

AGIPRONEWS – 16/10/2014 – 147.35  Legge di Stabilità, Ughi (Obiettivo 2016): "Interventi di comodo, ma per la rete scommesse i problemi restano"

ROMA – I provvedimenti inseriti nella prima bozza della legge di stabilità rappresentano un punto di passaggio, misure che di sicuro "fanno comodo" allo Stato ma non "rimuovono il problema della presenza di una doppia rete per le scommesse”. E’ quanto spiega ad Agipronews Maurizio Ughi, amministratore unico di “Obiettivo 2016”, già Snai Servizi Srl. “Il nostro motto rimane una scommessa uguale per tutti. Mi auguro che le nuove sanzioni servano ad accelerare il percorso per arrivare a un'unica rete per il betting in Italia – dice ancora Ughi – L'inserimento della norma che prevede un'imposta anche per i Ctd dimostra che lo Stato ha capito che deve risolvere un problema, ma si tratta di un provvedimento solo a vantaggio dell'erario”.

Il rischio è che le multe per chi raccoglie scommesse senza autorizzazione – una stangata che porterebbe a sanzioni da decine di migliaia di euro a punto – si trasformino in “un boomerang per lo Stato, che potrebbe veder sparire il sistema concessorio passando a quello autorizzativo". Anche la misura, contenuta nella manovra del Governo, che vieta la raccolta di scommesse extra palinsesto è "molto condivisibile", aggiunge Ughi, ma bisogna capire "chi controlla e applica le sanzioni. Se i controlli spettano alle Forze dell'ordine va bene, mentre sarebbe più complicato se il compito venisse affidato ai Monopoli, che da tempo sono sotto organico”.

In merito, infine, all'aumento delle tasse su slot e videolotteries, Ughi ritiene che le possibili novità avranno un impatto diverso sui due prodotti: “Gli apparecchi da 'bar' hanno una rete più estesa e una platea di giocatori occasionali, dunque gli effetti negativi saranno più contenuti, mentre la ricaduta per le Vlt sarà più pesante: basti pensare ai concessionari che hanno speso 15 mila euro per acquistare una macchina a determinate condizioni e in corso d'opera le vedono cambiate. Tagliare la percentuale destinata alle vincite farà perdere appeal alle macchine e avrà un impatto sul fatturato totale”. SA/Agipro

AGIPRONEWS – 16/10/2014 – 16.06 – Legge di Stabilità, Marino (Amm. Mag Consulenti): "Operatori slot e vlt, ricavi in calo tra il 15 e il 25% nel 2015"

ROMA – “Un calo degli incassi del 18% nel 2015 e una contrazione dei ricavi per la filiera dei giochi – dai concessionari ai gestori per finire con gli esercenti – valutabile tra il 15 e il 25 per cento”. E’ la stima di Guido Marino, amministratore di Mag Consulenti associati, sugli effetti delle misure annunciate ieri dal Governo e contenute nella prima bozza del disegno di legge di Stabilità. Se l’aumento del prelievo delle slot machine dovessero essere confermate, secondo Marino, “è prevedibile l’uscita dal mercato di diverse aziende di distribuzione di apparecchi e la chiusura di molte sale. Avranno problemi soprattutto i concessionari che hanno acquistato direttamente società di gestione e grandi sale da gioco: gli effetti recessivi della manovra potrebbero quindi vanificare l’aumento del gettito”. In prospettiva, conclude Marino, “il continuo cambiamento delle regole del settore, a tutto svantaggio di aziende che hanno investito negli ultimi anni oltre un miliardo di euro, allontanerà la possibilità di attirare investimenti esteri in Italia”. NT/Agipro 

AGIPRONEWS – 17/10/14 – 08.46 – Camera: Pd chiede al Governo maggiore impegno contro gioco non autorizzato e terminali irregolari

ROMA – Il Governo si impegni "a rafforzare gli interventi repressivi nei confronti dell'illegalità" legata alla diffusione dei "cosiddetti 'totem', terminali irregolari ed illegali che offrono giochi d’azzardo online collegati ad alcune 'punto com'", che comportano anche il trasferimento all’estero del denaro delle giocate e comportano un’evidente evasione fiscale". E' quanto chiedono alcuni deputati del Pd tra cui Lorenzo Basso e Mario Tullo, con un'ordine del giorno presentato in Aula alla Camera nel corso dell'esame della proposta di legge sulle disposizioni in materia di emersione e rientro di capitali detenuti all'estero nonché per il potenziamento della lotta all'evasione fiscale, e disposizioni in materia di antiriciclaggio. I deputati sollecitano, inoltre, il Governo, a "emanare nei tempi più rapidi possibili i decreti attuativi dell’articolo 14 della Delega Fiscale che prescrive il 'riordino e integrazione del vigente sistema sanzionatorio, penale e amministrativo, al fine di aumentarne l’efficacia dissuasiva e l’effettività, prevedendo sanzioni aggravate per le violazioni concernenti il gioco on-line'". SA/Agipro

AGIPRONEWS – 16/10/14 – 15.34 – Camera: Pd chiede al Governo maggiore impegno contro gioco non autorizzato e terminali irregolari.

ROMA – Il Governo si impegni "a rafforzare gli interventi repressivi nei confronti dell'illegalità" legata alla diffusione dei "cosiddetti 'totem', terminali irregolari ed illegali che offrono giochi d’azzardo online collegati ad alcune 'punto com'", che comportano anche il trasferimento all’estero del denaro delle giocate e comportano un’evidente evasione fiscale". E' quanto chiedono alcuni deputati del Pd tra cui Lorenzo Basso e Mario Tullo, con un ordine del giorno presentato in Aula alla Camera nel corso dell'esame della proposta di legge sulle disposizioni in materia di emersione e rientro di capitali detenuti all'estero nonché per il potenziamento della lotta all'evasione fiscale, e disposizioni in materia di antiriciclaggio. I deputati sollecitano, inoltre, il Governo, a "emanare nei tempi più rapidi possibili i decreti attuativi dell’articolo 14 della Delega Fiscale che prescrive il 'riordino e integrazione del vigente sistema sanzionatorio, penale e amministrativo, al fine di aumentarne l’efficacia dissuasiva e l’effettività, prevedendo sanzioni aggravate per le violazioni concernenti il gioco on-line'". SA/Agipro

RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS – RACCOLTA LANCI SU STRETTA CTD LEGGE STABILITA’

RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS – RACCOLTA LANCI SU STRETTA CTD LEGGE STABILITA’

16/10/2014 Ore 12:45

Legge di Stabilità, confermata stangata: tasse al 17% per le slot, al 9% sulle Videolotteries

ROMA – Dal 1 gennaio 2015 la percentuale per il gioco destinata alle vincite per le slot è “fissata in misura non inferiore al 70%“, per le vlt all`81%. Il prelievo sulle slot, invece, salirà dal 13% – già in programma per l`inizio del nuovo anno – al 17% per le slot, dunque ben oltre la metà dei ricavi lordi della filiera sul gioco (pari al 26%) e dal 5% al 9% per le vlt. E` quanto si legge in una prima bozza alla legge di stabilità. In questo modo, dunque, sarà recuperato il miliardo dalle slot machine, come annunciato ieri sera dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi. SA/Agipro

16/10/2014 Ore 12:58

Legge di stabilità, punti scommesse irregolari pagheranno tasse triplicate

ROMA – Stretta del Governo sui centri scommesse non autorizzati nella Legge di stabilità: secondo quanto si legge nella bozza che Agipronews ha potuto visionare, dal 2015 i titolari dei CTD dovranno versare un`imposta unica che «si applica su un imponibile forfettario coincidente con il triplo della media della raccolta effettuata nella provincia dove si trova» la propria attività. L`obiettivo del provvedimento è « assicurare parità di condizione competive» fra imprese munite di concessione e CTD, garantire le «esigenze di ordine pubblico e sicurezza» e tutelare «i minori e le fasce sociali più deboli».

STRETTA SULL`OFFERTA DI SCOMMESSE – La bozza della Legge di Stabilità vieta anche «la raccolta per eventi non inseriti nel palinsesto, anche complementare, reso disponibile sul sito ufficiale dell`Agenzia delle Dogane e dei Monopoli» (in caso di trasgressione la sanzione varia da 10mila a 50mila euro)  e «la raccolta di scommesse che consentono vincite superiori a 10mila euro» (in questo caso, la sanzione varia da 50mila a 100mila euro). MSC/Agipro

16/10/2014 Ore 13:09

Legge di stabilità, punti scommesse irregolari: sanzioni anche per proprietari dei locali se non denunciano l`apertura

ROMA – Nella bozza della Legge di Stabilità, nella parte di contrasto all`evasione fiscale nel settore giochi, colpiti anche i locatari che non denunciano l`aperutra di un Ctd nel proprio stabile. Il punto di raccolta non autorizzato dovrà comunicare i propri dati anagrafici e l`esistenza dell`attività entro sette giorni dall`apertura all`autorità di Pubblica sicurezza (la sanzione è pari a mille euro).

DIVIETO DI INSTALLARE SLOT E VLT – Il testo prevede anche il divieto di installazione di slot e VLT nei punti scommesse non autorizzati, pena una sanzione di 1.500 euro per ogni apparecchio. 

CONTRASTO ALLA LUDOPATIA – Nell`ambito delle risorse destinate al finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale, dal 2015 «una quota pari a 50 milioni di euro è annualmente destinata alla cura delle patologie connesse alla dipendenza da gioco d`azzardo». L`importo sarà diviso annualmente alle regioni e alle province autonome «nell`ambito del Comitato permanente per la verifica dell`erogazione dei LEA».  MSC/Agipro

16/10/2014 Ore 13:25

Legge di stabilità, slot e videolotteries: aumento tasse al 4% può valere fino a 1,9 miliardi

ROMA – L`aumento delle tasse su slot e videolotteries potrebbe generare un “tesoretto“ da 1,9 miliardi di euro: la Legge di Stabilità prevede dal settore degli apparecchi almeno un miliardo di euro in più, che peserà però tutto sulle tasche dei giocatori. Il 4% di prelievo in più sarà attuato tagliando direttamente le vincite: se il volume di gioco si mantenesse costante rispetto al 2013, secondo un`elaborazione di Agipronews su dati dell`Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, i 4 punti di prelievo in più sulle giocate si tradurrebbero in un miliardo in più dalle slot, mentre dalle Vlt lo Stato incasserebbe altri 880 milioni di euro.PG/Agipro.

16/10/2014 Ore 14:11

L. stabilità: aprire un negozio irregolare di scommesse costerà 100 mila euro a Milano, 88 mila a Roma

ROMA – Aprire un punto scommesse non autorizzato potrebbe costare a chi lo gestisce fino a 142 mila euro all`anno. E` l`effetto delle norme contenute nella bozza della legge di stabilità, per la quale ciascun punto vendita collegato agli operatori senza concessione verserà al Mef l`aliquota massima prevista per i punti regolari (l`8%) calcolata sul triplo della raccolta media provinciale.

In altre parole, aprire un ctd a Milano costerebbe 100 mila euro all`anno, secondo proiezioni Agipronews su dati dei Monopoli di Stato relativi al 2013. A Roma la spesa per ciascun punto sarebbe di 88 mila euro, a Napoli pari a 90 mila euro.

Il costo più elevato, sulla base dei dati 2013, è per Fermo, nelle Marche, dove un punto non autorizzato arriverebbe a costare 142 mila euro, seguito a breve distanza da Enna, in Sicilia, con 140 mila euro. Tra le province con il conto più “salato“ per gli irregolari spicca anche Bologna, con 104 mila euro, Torino, con 78 mila euro, e Genova con 73 mila euro. Attualmente i punti non autorizzati, secondo un recente censimento, sarebbero almeno 7mila sparsi su tutto il territorio nazionale: in alcune province le agenzie non autorizzate supererebbero in numero i punti in regola con la legge. CR/Agipro

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RASSEGNA STAMPA – AGIPROINEWS – Ughi: “Obiettivo 2016: Lo Stato ha perso il controllo, vogliamo una scommessa uguale per tutti”

RASSEGNA STAMPA – AGIPROINEWS – Ughi:  “Obiettivo 2016: Lo Stato ha perso il controllo, vogliamo una scommessa uguale per tutti”

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16/10/2014 Ore 10:25

Ughi: “Obiettivo 2016: Lo Stato ha perso il controllo, vogliamo una scommessa uguale per tutti“

 ROMA – Il conto alla rovescia è iniziato, fra 622 giorni il settore italiano delle scommesse ripartirà da zero: entro l`1 luglio del 2016 “lo Stato italiano dovrà riprendere il controllo del settore, stabilendo una volta per tutte se la rete deve rispondere alle norme pubbliche o può essere lasciata all`iniziativa privata“. E` quanto spiega ad Agipronews Maurizio Ughi, amministratore unico di “Obiettivo 2016“, già Snai Servizi Srl, che da oggi promuove l`iniziativa “Tutti Insieme“, nata con uno scopo chiaro e semplice: portare allo scoperto le incogruenze del sistema attuale ed eliminarle prima dell`azzeramento amministrativo. Per ribadirlo arriva anche il terzo appello sui giornali in tre mesi al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, con il quale si rimarca, ancora una volta, la forte e costante contraddizione che caratterizza il sistema italiano.

“Fino a quando questo obiettivo non sarà raggiunto – spiega Ughi – continueremo a rivendicare il fatto che in Italia dovrà esserci un`unica rete di gioco, privata o pubblica che sia, ma dovrà essere una sola. Una scommessa uguale per tutti, insomma. – prosegue – Con il Decreto Balduzzi lo Stato ha posto la questione dei pericoli per la salute e definito il gioco come settore a rischio: allora di certo non può essere controllato in 3500 punti autorizzati e abbandonato in altri 6 mila collegati a soggetti senza concessione. Gli operatori con licenza italiana hanno investito puntando sul monopolio statale per il gioco, ma sono stati sopraffatti da una rete non autorizzata che, per numero di punti vendita, è addirittura superiore. Oggi, di fatto, il settore è in mano ai transfrontalieri. Coloro che operano in regime di concessione, da anni sono costretti a confrontarsi con negozi di gioco non autorizzati che, come i funghi, nascono da un momento all`altro, magari sfruttando eventi come i Mondiali di calcio, per poi chiudere i battenti con la stessa rapidità. Tutto questo mentre i concessionari assumono impegni per sei anni con lo Stato, che dovranno onorare a prescindere, e con gli utenti“.

Poi, spiegato il punto di partenza, Ughi disegna il traguardo di “Obiettivo 2016“: “E` un progetto aperto – dice ancora Ughi – che con il movimento `Tutti insieme` riunisce concessionari, imprese di gestione e tutti coloro che ne vorranno far parte, anche semplici cittadini, puntando a risolvere un pericoloso problema di mercato, con evidenti ricadute sociali. Oggi – prosegue – esiste una differenza sostanziale tra gli operatori statali e i privati collegati a bookie non autorizzati: la presunta discriminazione è stata completamente ribaltata, tutta a vantaggio di chi non ha una concessione e può permettersi il lusso di cambiare le regole dalla mattina alla sera. Magari può anche essere un vantaggio per gli utenti, ma dall`altra parte ci sono imprenditori che vendono le scommesse pubbliche e rispettano tutte le norme economiche ed amministrative, anche le più onerose. Noi continueremo a evidenziare questa situazione in tutti i modi e a tutti gli interlocutori possibili, politici ed economici – conclude Ughi – finchè non si arriverà a fare chiarezza una volta per tutte: in Italia non possono esserci due modi differenti di rispettare le stesse regole“. PG/Agipro

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RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS – Giochi e fisco, Stanleybet su maxi sequestro da 56 milioni: “Regolamento di conti di Gdf e Aams contro la società”

RASSEGNA STAMPA – AGIPRONEWS – Giochi e fisco, Stanleybet su maxi sequestro da 56 milioni: “Regolamento di conti di Gdf e Aams contro la società”

08/10/2014 Ore 11:16

Giochi e fisco, Stanleybet su maxi sequestro da 56 milioni: “Regolamento di conti di Gdf e Aams contro la società”

ROMA –  “Un regolamento di conti di specifici ambienti del Nucleo Tributario della Guardia di Finanza e di AAMS contro la Stanley”. E’ quanto dichiara in una nota stampa Stanleybet, confermando di essere oggetto di un decreto di sequestro “per equivalente” per 56 milioni di euro, sul presupposto di aver evaso l`imposta sui redditi. Il provvedimento, emesso dal Tribunale di Roma, è “una misura punitiva a carico di un operatore dell`Unione Europea “colpevole” di aver perseguito per 15 anni la legalità e il suo diritto alla parità di trattamento. Tutto ciò all`interno di un Paese che, di contro, ha protetto un sistema concessorio caratterizzato da misure legislative discriminatorie e logorato da tre gare contrarie ai principi comunitari”. Il bookmaker riferisce di “suggestive ricostruzioni contabili-fiscali predisposte per la Procura della Repubblica dal Nucleo Tributario della Guardia di Finanza sono errate, parziali e prive di fondamento. E, considerato il livello di presunta competenza del Corpo, sorprendentemente fuorvianti”.

Il Gruppo Stanley – prosegue il comunicato – “non ha mai perpetrato comportamenti puniti dal codice penale o qualsivoglia omissione fiscale. Questo non è mai stato messo in dubbio da alcuna autorità dei paesi ove opera, a parte l`Italia, dove è stata oggetto in 15 anni di circa 5000 procedimenti penali contro i suoi CTD e i suoi dirigenti, tutti conclusisi a favore degli stessi”.  La Procura di Roma, è scritto, “non ha inteso procedere all`audizione dei dirigenti Stanley malgrado fosse stata espressamente richiesta, non ha approfondito i dati contabili, non ha sentito il bisogno di rivolgersi a periti esperti in materia fiscale: non ha accertato che la Stanleybet Malta Limited, pur essendo legalmente costituita a Malta, è residente fiscalmente nel Regno Unito secondo il principio di “place of effective management“ che è a Malta ai fini del rischio (trading) e nel Regno Unito ai fini della Gestione. Quindi è assoggettata nel Regno Unito, senza alcuna esenzione o benefici fiscali di altro tipo, ad imposizione sui redditi prodotti ai sensi dell`art. 4 della Convenzione contro le doppie imposizioni conclusa tra Regno Unito e Malta”. Nel Regno Unito, secondo la compagnia, le aliquote pagate dalla Stanleybet Malta sono state in alcuni anni più elevate di quelle italiane.

Secondo Stanleybet, “l`impianto accusatorio ha l`obbiettivo di impedire l`accesso al mercato nazionale da parte di Stanley e, quindi, il suo legittimo esercizio diretto delle libertà fondamentali. Lo Stato Italiano prospetta così una differente tipologia di reato, l`omessa dichiarazione delle imposte sui redditi, utilizzando allo scopo l`art. 5 del D.Lgs. 74/2000. In sostanza, le autorità italiane rimettono in discussione la legittimità del modus operandi di Stanley, pur ripetutamente riconosciuta da diverse sentenze della Corte di Giustizia”.

A parere della Stanley, l`ipotesi di reato impedirà di accedere al sistema concessorio Italiano nel 2016 e trovare una stabile sistemazione e organizzazione con la creazione di una Stanley Italia: “Non ci limiteremo a dimostrare l`estraneità al nuovo reato contestato, ma la difesa punterà anche alla risoluzione del grave problema della mancanza, di fatto, di rimedi risarcitori quando si subisce un procedimento penale ingiusto”.

John Whittaker, ceo della compagnia, ha confermato l`intenzione di proseguire le azioni legali in corso contro 71 funzionari dello Stato.  NT/Agipro

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