News: Sole 24 ore – Puntate legali, a rischio un mercato da sei miliardi
Il sole 24 ore – Pag. 18 – mercoledì 30 maggio 2012
Puntate legali, a rischio un mercato da sei miliardi
Di: Marco Bellinazzo
La crisi di fiducia che monta nei confronti del mondo del calcio potrebbe mettere a repentaglio le entrate di un settore, quello delle scommesse sportive, che muove oltre sei miliardi di euro all’anno.
Tra gli operatori del betting sportivo (sono più di 8 mila i concessionari ufficiali e un migliaio almeno i "centri" non autorizzati), pur estranei alle combine e agli illeciti svelati dalle inchieste della Procura di Cremona (e dalle altre che stanno indagando su scandali analoghi), è questa la preoccupazione principale in questi giorni di bufera giudiziaria sul calcioscommesse. Non a caso, si fa notare, le puntate "sporche" transitavano su siti asiatici che sfuggono al controllo dei Monopoli di Stato.
A differenza che nel resto d’Europa, in Italia il sistema delle scommesse, liberalizzato dalla fine degli anni Novanta, è centralizzato e viene gestito, per quanto riguarda la definizione del palinsesto e la verifica della regolarità delle giocate, proprio dall’Amministrazione autonoma dei Monopoli. Nel circuito "ufficiale" operano circa 8 mila titolari di concessioni rilasciare in due tranche: un migliaio bandite nel 1999(e in scadenza il prossimo 30 giugno) e 7mila messe al bando con il decreto Bersani del 2006.
Queste agenzie raccolgono giocate per circa quattro miliardi all’anno (oltre il90% relative a match di calcio), con vincite pari a tre miliardi e un incasso netto quindi di 911 milioni. Questo è stato il bilancio del 2011, mentre nel primo trimestre 2012 sono state fatte giocate per oltre un miliardo (si veda più nel dettaglio il grafico in alto).
Accanto alle agenzie "certificate" dai Monopoli ci sono però altri operatori, che già erano attivi nel 2006 ma che non hanno partecipato al bando Bersani. Parliamo di soggetti come Stanleybet e l’austriaca Goldbet che in virtù di licenze rilasciate dai rispettivi paesi operano in Italia non su internet (non essendo titolari di concessione i rispettivi siti non sono accessibili) ma attraverso Ctd (centri di trasmissione dati). Stanley, per esempio, ne ha 200, Goldbet circa 700. Questi Ctd, per i quali in mancanza della concessione dei Monopoli non è stata rilasciata una licenza di pubblica sicurezza, in pratica provvedono a raccogliere le proposte di scommesse per poi inviarle alla casa madre, con flussi stimati in almeno due miliardi di euro all’anno. I locali delle agenzie non autorizzate dai Monopoli vengono spesso posti sotto sequestro, con conseguente ricorso al Tar da parte dei titolari e instaurarsi di un contenzioso amministrativo e penale già sfociato in alcune decisioni della Corte di Giustizia Ue che ha censurato il regime italiano, giudicandolo lesivo della concorrenza e troppo protezionistico.
L’ultimo avvertimento dei giudici di Lussemburgo è arrivato il 16 febbraio scorso con la sentenza Costa-Cifone (cause riunite C-72/10eC-77/10)nella quale è stato "bacchettato" il decreto Bersani del 2006 (Dl 223) con il quale, nel tentativo di prevenire una condanna certa da parte dell’Europa (di lì a pochi mesi la sentenza Placanica del 2007 avrebbe dichiarato l’illegittimità del sistema italiano di affidamento delle concessioni che escludeva le società di capitali quotate), erano stati introdotti ulteriori paletti territoriali. I nuovi punti vendita, stabilisce infatti l’articolo 38 del Dl 223, devono rispettare una distanza minima da quelli già esistenti e non possono superare un certo numero massimo per comune. Questi limiti, come ha precisato la Corte Ue con la sentenza Costa-Cifone, non sono compatibili con il diritto comunitario. Con la conseguenza che il Governo italiano deve rivedere il modello di gestione del comparto. Un intervento profilato nel Decreto sulle semplificazioni fiscali che ha dato mandato ai Monopoli di mettere al bando, entro il 31 luglio 2012, ulteriori 2mila punti vendita (base d’asta 11mila euro) con l’obiettivo di riordinare il sistema e "sanare" la posizione degli operatori comunitari. A patto che gli italiani abbiano ancora voglia di scommettere sul pallone.
I due circuiti
Il circuito ufficiale
Nel circuito "ufficiale" operano circa 8 mila titolari di concessioni rilasciate in due tranche: un migliaio bandite nel 1999 (e in scadenza il prossimo 30 giugno) e 7 mila messe al bando con il decreto Bersani del 2006. Queste agenzie nel 2011 hanno raccolto puntate per circa quattro miliardi (oltre il 90% relative a match di calcio), con vincite pari a tre miliardi e un incasso netto quindi di 911 milioni.
Il circuito non ufficiale
Accanto alle agenzie "certificate" dai Monopoli ci sono altri soggetti, come Stanleybet e Goldbet, che non essendo titolari di concessione operano in Italia in virtù di licenze rilasciate dai rispettivi paesi attraverso Ctd (centri di trasmissione dati)