Rassegna Stampa: Agipronews – Scommesse, Garrisi (Board Stanleybet): “Bando Monti grave errore, parteciperemo alle gare con un fondo americano. Riordino da rinviare senza una soluzione politica, decadenza per i funamboli delle sanatorie
Scommesse, Garrisi (Board Stanleybet): "Bando Monti grave errore, parteciperemo alle gare con un fondo americano. Riordino da rinviare senza una soluzione politica, decadenza per i funamboli delle sanatorie"
ROMA – Quadro legale dei centri esteri, imposta unica, future gare, assetto del mercato. È il contenuto del colloquio di Agipronews con Giovanni Garrisi, membro del board Stanleybet.
Garrisi, la vicenda Laezza – dopo la sentenza della Corte di Giustizia – si è conclusa a Frosinone con una decisione favorevole a Stanleybet. Cosa cambia ora per i centri, dal punto di vista legale?
Nulla. Erano già legittimati. Il punto è un altro: nel 2012, subito dopo la sentenza Costa Cifone, il soggetto discriminato era solo uno, la Stanley. Fui ricevuto in Aams da diversi dirigenti: Tagliaferri (direttore centrale giochi dell’epoca, ndr), Lampone e Rodano. Spiegai che la gara Monti avrebbe discriminato di nuovo la Stanley e gravemente danneggiato i concessionari. Parlai anche con Lottomatica, Sisal e Snai. Dissi che se la gara Monti fosse andata avanti la rete parallela sarebbe esplosa. Non fui ascoltato. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: rete parallela moltiplicata, sanatorie fallite e aggravamento complessivo della posizione finanziaria netta del circuito dei concessionari. Il problema non è la Stanley.
In attesa delle novità normative attese nei prossimi mesi – come procederà nel frattempo il confronto tra Stanleybet e le Autorità Italiane? Proseguirà il contenzioso legale, anche nei confronti dei funzionari delle amministrazioni, oppure si andrà verso una progressiva normalizzazione dei rapporti?
È ciò che mi sento di auspicare. Ci sono però momenti in cui bisogna aver fiducia nella validità del nostro ordinamento e lasciare che i magistrati facciano il loro lavoro: loro ci daranno la soluzione. I funzionari delle Amministrazioni oggetto di contenzioso legale, ora o in futuro, parleranno con i loro avvocati, cosi come fanno i dirigenti di Stanley, me compreso, coinvolti in procedimenti per accuse gravissime di minacce o peggio ancora. Mi sento di dire che i tribunali italiani sono per tutti noi, compresi i funzionari delle Amministrazioni, il luogo ideale per ottenere il riconoscimento delle proprie ragioni. A tutti in generale vorrei dire di avere piena fiducia nello Stato e nei giudici, che sono garanti della Giustizia.
La partecipazione a Enada 2016 ha segnato un netto cambiamento rispetto al passato. Conferma che Stanley ha interesse alla partecipazione alla gara? E nel caso, parteciperete da soli o con un partner?
Parteciperemo da soli, con l’assistenza finanziaria di un grande fondo americano. Non rifiutiamo ipotesi di partnership. Senza l’accordo Stato ed enti locali, in particolare su distanze minime, orari e caratteristiche delle ricevitorie, sarà pressoché impossibile portare a termine le gare per l’assegnazione delle nuove concessioni.
Come risolverebbe il conflitto tra Mef, comuni e regioni?
Il Governo dovrebbe decidere, cercando di comporre l’insieme degli interessi, anche quelli politici, seppure variamente atteggiati. Credo sia meno difficile di quanto si voglia fare sembrare. Ma capisco che con gli appuntamenti della politica che sono in calendario nel corso di quest’anno è un percorso più facile a dirsi che a farsi. Ma, allora, tanto vale ammetterlo e trarne le conseguenze. Forse è utile che la procedura per nuove concessioni venga rinviata di 12 mesi. In attesa che un modello di sviluppo armonico tra Stato e Regioni venga propriamente definito. Ai soggetti che sono emersi e si sono collegati al totalizzatore dovrebbe essere concessa la stessa opportunità di rinnovo dei concessionari. I funamboli delle sanatorie apparenti, questi no: dovrebbe senza indugio essere avviata la procedura di decadenza. La Stanley non si oppone al rinvio della gara purché, nell’attesa, la compagnia venga inserita nel sistema. Naturalmente, non si pensi a sanatoria o rimedi del genere: Stanley sa che i suoi centri sono già legittimi e che l’imposta unica in Italia non è da loro dovuta. Quindi non parteciperebbe.
Qual è la sua proposta allora?
Lo Stato riconosce che l’attività dei centri Stanley è legittima. A questo punto, la società si stabilisce in Italia e paga le tasse, compresa l’imposta unica, allo Stato Italiano. Per i contenziosi di oggi e del passato, inclusi quelli sull’imposta unica, che se ne occupino i tribunali. Che siano loro a stabilire, caso per caso, chi ha sbagliato. E, caso più unico che raro in Italia, una volta tanto chi ha sbagliato pagherà. Il sistema italiano delle scommesse ha compiuto passi in avanti, grazie alla tassazione sul margine e al palinsesto complementare.
Cosa manca ancora per rendere il mercato più moderno e competitivo?
Si, è vero che ora si può offrire quello che si vuole, ma dalla settimana dopo tutti possono offrire la stessa cosa e quindi ne risulta mortificata l’innovazione e di conseguenza la competizione. È inutile farsi venire una buona idea se tutti la possono copiare senza fatica, anzi con la complicità dello stato. Il vero problema è che il regolatore dovrebbe fare il regolatore e basta, non anche quello che fa i referti. Ci sono voluti 15 anni per far capire che l’offerta non va imposta dall’esterno. Spero che questo ulteriore problema si risolva prima. Comunque sono d’accordo sul fatto che il sistema è molto migliorato.
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