Comunicato Stampa AGISCO
Roma, 22 gennaio 2015
AGISCO: CGE BANDO MONTI, SENTENZA CHIARA E POSITIVA, NUOVAMENTE CONFERMATA VALIDITA’ DEL REGIME CONCESSORIO. ADESSO CHI NON ADERISCE ALLA “SANATORIA” DEVE ESSERE CHIUSO.
Da una prima lettura della Sentenza è evidente che il sistema concessorio ne esce ulteriormente rafforzato e che la Corte ha riconosciuto che la normativa italiana che disciplina le concessioni si è adeguata ai dettami europei rispettando, con la Gara “Monti”, i principi di parità di trattamento, effettività e non discriminazione.
Questa sentenza deve essere valorizzata da ADM e recepita dai giudici nazionali al fine di evitare la disapplicazione della normativa penale ed amministrativa finalizzata alla interruzione dell'attività dei centri privi di titoli. Lo Stato è chiamato a mettere in campo tutte le sue forze per svolgere l'attività repressiva per garantire l'efficacia ed effettività delle sanzioni e per garantire la certezza del diritto.
La Legge Delega è la grande occasione da sfruttare per chiudere definitivamente ogni possibilità di agire al di fuori delle regole nazionali.
Di seguito il comunicato stampa odierno di Stanleybet di risposta:
SCOMMESSE: STANLEYBET, CLAMOROSO VOLTAFACCIA CONFLITTUALE DI AGISCO
Annunciato l’avvio di azioni legali multiple contro il Sindacato che raggruppa i concessionari storici.
Liverpool, 23/01/2015 – Secondo Agisco, il sistema concessorio risulterebbe rafforzato dalla sentenza pronunziata ieri dalla Corte di Giustizia.
Ricordiamo che Agisco è il sindacato che raccoglie prevalentemente i concessionari storici della gara del 2000, cioè i primi clamorosi beneficiari di una serie di normative considerate discriminatorie e in contrasto con i principi comunitari dalle 3 precedenti sentenze della Corte di Giustizia (sentenze Gambelli, Placanica e Costa-Cifone).
Agisco si augura che l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e lo Stato mettano in campo tutte le loro forze ‘per svolgere attivita’ repressive” contro i CTD e, dato che la sentenza della Corte Europea sorge da un appello della Stanley contro la gara del 2012 in sede di Consiglio di Stato, è chiaro che i CTD a cui Agisco si riferisce sono proprio i CTD Stanley.
La Stanley annuncia che chiamerà in giudizio il Sindacato Agisco per i profili diffamatori di tali dichiarazioni, suscettibili di suggestionare e ingenerare nei lettori una visione distorta della realtà, con conseguenti danni e pregiudizi per la Stanley, i suoi CTD e, paradossalmente, per l’intero sistema concessorio.
Detto questo, entriamo nel merito.
Agisco non si rende conto che la sentenza non dice affatto che Stanley avrebbe dovuto partecipare alla gara, ma solo ed esclusivamente che la gara poteva avere una durata limitata.
Agisco non si accorge che la Corte risponde solo al secondo quesito posto dal Consiglio di Stato che, per come formulato, non può che avere una banale conseguenza: lo Stato, se vuole, può anche fare una gara di soli 3 mesi!
Il primo quesito posto dal Consiglio di Stato era ben diverso: chiedeva alla Corte di Giustizia se una gara di breve durata era in grado di rimediare alla condizione di un operatore che, come ammette la stessa Corte di Giustizia, era stato discriminato da 15 anni di normative discriminatorie. La Corte in realtà non affronta il problema e non risponde affatto a tale quesito.
Infatti, tralascia la problematica principale posta dallo stesso giudice amministrativo italiano al primo quesito: la gara con ridotta durata è uno strumento per rimediare alle pregresse normative e ai CTD che durante questi 15 anni hanno subito circa 2000 procedimenti penali a loro carico.
Agisco non si sofferma su tale preminente problematica e non si accorge o … non si vuole accorgere che i CTD Stanley non possono essere considerati operatori in grado di competere in condizioni di parità con gli altri.
E ancora. La sentenza si pone al di fuori della realtà normativa e fattuale italiana quando parla del futuro dell’Italia.
La pronunzia arriva ad affermare che una gara di breve durata finalizzata ad allineare tutte le concessioni potrebbe essere funzionale all’intenzione dello Stato di ridurre in futuro il numero di concessioni e le occasioni di gioco o di rendere più incisivi i controlli di ordine pubblico.
La Corte sembra ignorare, con specifico riferimento all’ordine pubblico e al contenimento del gioco, che la nuova legge di stabilità prevede l’entrata di 7000 nuovi operatori, per di più senza alcun preventivo controllo di ordine pubblico.
E’ qui irrilevante il fatto che, per un pasticcio incredibile, la nuova legge non consente in realtà di raggiungere il suo obiettivo, dato che la licenza di polizia, per legge, non può essere rilasciata ai titolari dei CTD e, quindi, ogni soggetto che si propone di aderire alla legge di stabilità , si vedrà poi non accolto o revocato il presunto beneficio di “condono fiscale” in un momento successivo.
Ma anche su tale profilo, Agisco dimostra di non conoscere o di non aver approfondito la materia.
A questo punto, le contraddizioni che rilevano sono gravi: 1) la Corte di Giustizia giustifica una durata breve della gara del 2012 con l’esigenza di una potenziale politica di contenimento del gioco e di riduzione dei titoli abilitativi oppure con l’esigenza di esercitare controlli più approfonditi. Di contro il governo Italiano opera in maniera opposta: a) attua una forte e incisiva politica espansiva con 7000 nuovi entranti e b) si disinteressa completamente delle esigenze di ordine pubblico che nascono dal consentire a 7000 nuovi operatori di iniziare l’attività senza alcun preventivo controllo. La legge, infatti, prevede solo in un secondo momento l’intervento della Questura per valutare la concessione o meno della licenza di polizia.
Ora, è mai possibile che professionisti con comprovata esperienza del settore come gli illustri componenti di Agisco si permettano di consigliare allo Stato e alle autorità di mandare allo sbaraglio i propri funzionari pubblici contro un operatore come Stanley, che ha mostrato e dimostrato una eccezionale capacità di interpretare gli eventi del settore e che in passato ha sempre smascherato il reale obiettivo del legislatore?
E’ veramente possibile che Agisco possa pensare che, a seguito della chiusura di un proprio CTD, la Stanley non sia in grado di determinarne la quasi immediata riapertura semplicemente mostrando all’Autorità Giudiziaria il reale contesto in cui questa sentenza è maturata, la sua irragionevolezza, contraddittorietà, lacunosità e tanto tanto altro?
E’ possibile che Agisco non si renda conto di questo?
Pare di sì.
John Whittaker CEO di Stanley ha dichiarato, “Dopo 15 anni di inesorabili battaglie giudiziarie affrontate con serena rassegnazione, la nostra pazienza è stata logorata ed è finita da tempo. Rispettiamo le autorità italiane, le decisioni e le iniziative delle istituzioni, le leggi e le sentenze le impugniamo nelle sedi giudiziarie, ma sia chiaro che avvieremo reazioni giudiziarie contro tutti coloro che tentano e/o in qualsiasi modo promuovono la chiusura di CTD Stanley e la nostra reazione legale sarà determinata, risoluta e completa”.
Purtroppo, la presa di posizione di Agisco, che sottintende l’apertura di nuovi conflitti con la Stanley, mortifica e getta nel ridicolo l’iniziativa “Obiettivo 2016”, che, nelle intenzioni dei promotori, avrebbe dovuto incoraggiare e sviluppare l’accordo tra le forze in campo per arrivare a un canale legale unico delle scommesse.
Ma, mentre con la mano sinistra l’associazione tendeva la mano ai CTD per coinvolgerli in incontri e discussioni su questo tema, la comunicazione strategica di Agisco continua a insistere che i CTD vanno chiusi.
Stanley, quindi, ha smascherato la reale natura di Agisco.
La Stanley continua il percorso del dialogo, della prudenza e si augura che le Autorità Italiane ed AAMS in particolare, una volta contenute e risolte le attuali difficoltà e incongruenze della legge di stabilità, assumano un atteggiamento costruttivo per iniziare colloqui con la Stanley medesima e con le associazioni dei concessionari, inclusi quelli raccolti sotto l’egida di Confindustria, per arrivare ad una soluzione condivisa che sfoci in un unico canale legale per il settore, con specifico riferimento alle scommesse.
Il Gruppo Stanleybet in Europa
Stanleybet nasce originariamente come ramo internazionale di Stanley Leisure plc, Compagnia di scommesse sportive costituita a Belfast, nell'Irlanda del Nord, nel 1958.
Nel 1963 Stanley Leisure plc si afferma come bookmaker autorizzato ai sensi del Betting, Gaming and Lotteries Act e, dopo aver acquisito una posizione di rilievo in Inghilterra con i suoi casinò e betting shop, intraprende uno straordinario percorso di crescita nel mercato europeo delle scommesse sportive.
Grazie a un innovativo modello di business la cui compatibilità con la Legge Europea è stata dimostrata in tre sentenze della Corte di Giustizia Europea, Gambelli (2003), Placanica (2007) e Costa-Cifone (2012), il gruppo Stanleybet è attualmente presente in Belgio, Cipro, Croazia, Danimarca, Germania, Italia, Lituania, Regno Unito e Romania con oltre 2000 sportelli e 3000 dipendenti.
Il Gruppo Stanleybet vanta una tradizione ben consolidata di Compagnia privata di scommesse sportive corretta e responsabile, e continua a sostenere il suo diritto a offrire servizi all'avanguardia di scommesse sportive nell'Unione Europea in modo responsabile, trasparente e in linea con le disposizioni comunitarie.
Stanleyebet è impegnata in prima fila nella protezione dei suoi clienti, applicando gli standard più alti di disciplina interna in piena conformità con il proprio principio di trasparenza in tutte le operazioni aziendali e garantendo loro il diritto di scegliere i prodotti più innovativi d'intrattenimento nel mercato delle scommesse sportive.
Stanleybet, dall’inizio dell’estate del 2011, è anche impegnata, in prima linea, in attività culturali e nell’organizzazione di convegni internazionali per sensibilizzare i sistemi giuridici nazionali, e quello italiano in particolare, in tema di norme vincolanti sulla responsabilità diretta del funzionario pubblico che commette, nell’esercizio delle sue funzioni, violazioni del diritto comunitario in Paesi membri dell’Unione.