GIOCONEWS: Bando scommesse alla Cjeu, Agisco: “Incertezza di cui approfitta chi opera senza titoli”
Bando scommesse alla Cjeu, Agisco: “Incertezza di cui approfitta chi opera senza titoli”
Se parte degli operatori plaude al rinvio alla Corte di giustizia europea della mai risolta diatriba tricolore sul bando scommesse, Agisco, ossia l’Associazione giochi e scommesse, è fortemente preoccupata dall’aver appreso che “
UN LASCIAPASSARE A CHI SI SOTTRAE ALLE REGOLE – La magistratura penale si sta assumendo la grande responsabilità di fornire un vero e proprio ‘lasciapassare’ per tutti gli operatori che intendono sottrarsi alle regole vigenti nel nostro ordinamento a tutela degli utenti e per prevenire i fenomeni della ludopatia; sembra che i magistrati penali non prendano in alcun modo atto di quanto anche recentemente affermato dal Consiglio di Stato, in merito alla indubbia incompatibilità della modalità operativa tramite Ctd (Centri Trasmissione Dati) o Ced (Centri Elaborazione Dati) con le esigenze primarie poste a fondamento dell'art. 88 del Tulps, senza considerare che è il giudice nazionale – e non il giudice europeo – a doversi esprimere in merito, pur nel rispetto dei principi guida affermati nelle sentenze interpretative”.
L’AZIONE DELL’ADM – Agisco constata inoltre “ancora una volta, l’inerzia, o l’inefficacia dell’azione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), ente regolatore del comparto dei Giochi Pubblici, nel diffondere presso le autorità giudiziarie locali i fondamenti e le ragioni giustificatrici della normativa vigente, mediante il più volte sollecitato coinvolgimento delle Direzioni territoriali e delle sezioni distaccate dell’Agenzia. È l’intero apparato dello Stato che ha competenza sui giochi – a partire da Adm che ha messo a bando delle concessioni che, di fatto, sono prive di valore, ai Ministeri delle Finanze, dell’Agricoltura e dell’Interno, con la mancanza di attività di tutela della propria rete di raccolta – ad essere colpevole della crisi che sta costringendo i piccoli e medi operatori Associati ad Agisco, ma anche i grandi gruppi operanti nel settore, a tirare i remi in barca lasciando a casa migliaia di lavoratori e perdendo gli ingenti investimenti effettuati negli anni; la rete di raccolta dello Stato, costantemente e fortemente controllata dalle forze dell’ordine per tutelare – giustamente – la fede e la salute pubblica subisce la doppia pressione: da un lato dover adempiere e decine di regole e procedure che incrementano fortemente i costi aziendali, dall’altro dover subire la sottrazione di movimento di gioco, raccolto da reti che operano senza dover sottostare alle stesse regole e procedure.