GIOCONEWS: Bando scommesse alla Cjeu, Agisco: “Incertezza di cui approfitta chi opera senza titoli”

http://www.gioconews.it/scommesse-2/66-generale/40359-bando-scommesse-alla-cjeu-agisco-incertezza-di-cui-approfitta-chi-opera-senza-titoli

 

Bando scommesse alla Cjeu, Agisco: “Incertezza di cui approfitta chi opera senza titoli”

Se parte degli operatori plaude al rinvio alla Corte di giustizia europea della mai risolta diatriba tricolore sul bando scommesse, Agisco, ossia l’Associazione giochi e scommesse, è fortemente preoccupata dall’aver appreso che “la Corte di Cassazione Penale, dopo il Consiglio di Stato, ha formulato nuovi quesiti alla Corte di Giustizia Europea relativamente alla normativa di gara Monti prefigurando una grave incertezza della quale stanno già approfittando numerosi operatori esteri che raccolgono scommesse nel nostro paese senza i titoli richiesti. Alla luce della situazione di emergenza che caratterizza il settore dei Giochi Pubblici nel nostro Paese, era ed è auspicabile un atteggiamento di massima attenzione e rigore interpretativo da parte della magistratura al fine di scongiurare disapplicazioni generalizzate della normativa che sanziona chi opera senza le autorizzazioni necessarie in spregio alle esigenze primarie di tutela dei consumatori e di prevenzione della degenerazione criminale.

 

UN LASCIAPASSARE A CHI SI SOTTRAE ALLE REGOLE – La magistratura penale si sta assumendo la grande responsabilità di fornire un vero e proprio ‘lasciapassare’ per tutti gli operatori che intendono sottrarsi alle regole vigenti nel nostro ordinamento a tutela degli utenti e per prevenire i fenomeni della ludopatia; sembra che i magistrati penali non prendano in alcun modo atto di quanto anche recentemente affermato dal Consiglio di Stato, in merito alla indubbia incompatibilità della modalità operativa tramite Ctd (Centri Trasmissione Dati) o Ced (Centri Elaborazione Dati)  con le esigenze primarie poste a fondamento dell'art. 88 del Tulps, senza considerare che è il giudice nazionale – e non il giudice europeo – a doversi esprimere in merito, pur nel rispetto dei principi guida affermati nelle sentenze interpretative”.

 

L’AZIONE DELL’ADM – Agisco constata inoltre “ancora una volta, l’inerzia, o l’inefficacia dell’azione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), ente regolatore del comparto dei Giochi Pubblici, nel diffondere presso le autorità giudiziarie locali i fondamenti e le ragioni giustificatrici della normativa vigente, mediante il più volte sollecitato coinvolgimento delle Direzioni territoriali e delle sezioni distaccate dell’Agenzia. È l’intero apparato dello Stato che ha competenza sui giochi – a partire da Adm che ha messo a bando delle concessioni che, di fatto, sono prive di valore, ai Ministeri delle Finanze, dell’Agricoltura e dell’Interno, con la mancanza di attività di tutela della propria rete di raccolta – ad essere colpevole della crisi che sta costringendo i piccoli e medi operatori Associati ad Agisco, ma anche i grandi gruppi operanti nel settore, a tirare i remi in barca lasciando a casa migliaia di lavoratori e perdendo gli ingenti investimenti effettuati negli anni; la rete di raccolta dello Stato, costantemente e fortemente controllata dalle forze dell’ordine per tutelare – giustamente – la fede e la salute pubblica subisce la doppia pressione: da un lato dover adempiere e decine di regole e procedure che incrementano fortemente i costi aziendali, dall’altro dover subire la sottrazione di movimento di gioco, raccolto da reti che operano senza dover sottostare alle stesse regole e procedure. La Legge Delega in vigore da marzo prevede il riordino delle norme sui Giochi e prevede la necessità di garantire regole trasparenti ed uniformi per operare nel settore: è l’occasione definitiva per lo Stato per mettere finalmente in ordine un settore di vitale importanza per la salute pubblica e per le entrate erariali; se anche questa occasione dovesse essere sprecata, i diretti responsabili saranno chiamati a rispondere personalmente dei danni procurati agli operatori”.

AGIPRONEWS: Scommesse, Agisco: rinvio bando alla Corte Europea è ennesimo colpo alla rete autorizzata

http://www.agipronews.it/notizia-20_05_2014-Scommesse-Scommesse%2C+Agisco%3A+rinvio+bando+alla+Corte+Europea+%E8+ennesimo+colpo+alla+rete+autorizzata-110556.html

Scommesse, Agisco: rinvio bando alla Corte Europea è ennesimo colpo alla rete autorizzata

news

ROMA – Con i continui rinvii della Corte di Cassazione alla Corte di Giustizia Europea in merito ai casi di centri collegati ad altri operatori esteri, "la magistratura penale si sta assumendo la grande responsabilità di fornire un vero e proprio 'lasciapassare' per tutti gli operatori che intendono sottrarsi alle regole vigenti nel nostro ordinamento a tutela degli utenti e per prevenire i fenomeni della ludopatia". E' quanto evidenzia Agisco (Associazione giochi e scommesse), in merito alle ultime decisioni della Cassazione che ha chiesto alla Corte europea di stabilire se le condizioni imposte dal bando per 200 nuovi punti – in particolare quelle relative alla durata limitata delle nuove concessioni – siano o meno discriminatorie verso gli operatori che vogliono regolarizzare esteri con licenza in un altro Stato membro. "Sembra che i magistrati penali non prendano in alcun modo atto di quanto anche recentemente affermato dal Consiglio di Stato, in merito alla indubbia incompatibilità della modalità operativa tramite Centri Trasmissione Dati o Centri Elaborazione Dati con le esigenze primarie poste a fondamento dell'art. 88 del TULPS, senza considerare che è il giudice nazionale – e non il giudice europeo – a doversi esprimere in merito, pur nel rispetto dei principi guida affermati nelle sentenze interpretative", sottolinea l'associazione in una nota.


"Alla luce della situazione di emergenza che caratterizza il settore era ed è auspicabile un atteggiamento di massima attenzione e rigore interpretativo – evidenziano da Agisco – al fine di scongiurare disapplicazioni generalizzate della normativa che sanziona chi opera senza le autorizzazioni necessarie". In questo caso, invece, "ancora una volta va constatata l’inerzia, o l’inefficacia dell’azione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nel diffondere presso le autorità giudiziarie locali i fondamenti e le ragioni giustificatrici della normativa vigente".


E’ l’intero apparato dello Stato che ha competenza sul settore, si legge ancora in una nota dell'associazione, "ad essere colpevole della crisi che sta costringendo i piccoli e medi operatori, ma anche i grandi gruppi operanti nel settore, a tirare i remi in barca lasciando a casa migliaia di lavoratori e perdendo gli ingenti investimenti effettuati negli anni. La rete di raccolta dello Stato, costantemente e fortemente controllata dalle forze dell’ordine per tutelare – giustamente – la fede e la salute pubblica subisce la doppia pressione: da un lato dover adempiere e decine di regole e procedure che incrementano fortemente i costi aziendali, dall’altro dover subire la sottrazione di movimento di gioco, raccolto da reti che operano senza dover sottostare alle stesse regole e procedure".


In questo contesto Agisco auspica che la legge delega, che "prevede la necessità di garantire regole trasparenti ed uniformi per operare nel settore" sia "l’occasione definitiva per lo Stato per mettere finalmente in ordine un settore di vitale importanza per la salute pubblica e per le entrate erariali. Se anche questa occasione dovesse essere sprecata, – concludono – i diretti responsabili saranno chiamati a rispondere personalmente dei danni procurati agli operatori".
RED/Agipro

AGIMEG: Agisco: “Nuovo rinvio del bando alla Corte di Giustizia, un “lasciapassare” che può dare il colpo di grazia alla rete di Stato”

Agisco: “Nuovo rinvio del bando alla Corte di Giustizia, un “lasciapassare” che può dare il colpo di grazia alla rete di Stato”

Agisco: “Nuovo rinvio del bando alla Corte di Giustizia, un “lasciapassare” che può dare il colpo di grazia alla rete di Stato”

In: In EvidenzaScommesse Sportive

20 maggio 2014 – 11:25

 

Agisco

Desta forte preoccupazione apprendere che la Corte di Cassazione Penale, dopo il Consiglio di Stato, ha formulato nuovi quesiti alla Corte di Giustizia Europea relativamente alla normativa di gara Monti prefigurando una grave incertezza della quale stanno già approfittando numerosi operatori esteri che raccolgono scommesse nel nostro paese senza i titoli richiesti.
Alla luce della situazione di emergenza che caratterizza il settore dei Giochi Pubblici nel nostro Paese, era ed è auspicabile un atteggiamento di massima attenzione e rigore interpretativo da parte della magistratura al fine di scongiurare disapplicazioni generalizzate della normativa che sanziona chi opera senza le autorizzazioni necessarie in spregio alle esigenze primarie di tutela dei consumatori e di prevenzione della degenerazione criminale.
La magistratura penale si sta assumendo la grande responsabilità di fornire un vero e proprio “lasciapassare” per tutti gli operatori che intendono sottrarsi alle regole vigenti nel nostro ordinamento a tutela degli utenti e per prevenire i fenomeni della ludopatia; sembra che i magistrati penali non prendano in alcun modo atto di quanto anche recentemente affermato dal Consiglio di Stato, in merito alla indubbia incompatibilità della modalità operativa tramite CTD (Centri Trasmissione Dati)  o CED (Centri Elaborazione Dati)  con le esigenze primarie poste a fondamento dell’art. 88 del TULPS, senza considerare che è il giudice nazionale – e non il giudice europeo – a doversi esprimere in merito, pur nel rispetto dei principi guida affermati nelle sentenze interpretative.
Inoltre si deve constatare – ancora una volta – l’inerzia, o l’inefficacia dell’azione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), ente regolatore del comparto dei Giochi Pubblici, nel diffondere presso le autorità giudiziarie locali i fondamenti e le ragioni giustificatrici della normativa vigente, mediante il più volte sollecitato coinvolgimento delle Direzioni territoriali e delle sezioni distaccate dell’Agenzia .
E’ l’intero apparato dello Stato che ha competenza sui Giochi – a partire da ADM che ha messo a bando delle concessioni che, di fatto, sono prive di valore, ai Ministeri delle Finanze, dell’Agricoltura e dell’Interno, con la mancanza di attività di tutela della propria rete di raccolta – ad essere colpevole della crisi che sta costringendo i piccoli e medi operatori Associati ad AGISCO, ma anche i grandi gruppi operanti nel settore, a tirare i remi in barca lasciando a casa migliaia di lavoratori e perdendo gli ingenti investimenti effettuati negli anni; la rete di raccolta dello Stato, costantemente e fortemente controllata dalle forze dell’ordine per tutelare – giustamente – la fede e la salute pubblica subisce la doppia pressione: da un lato dover adempiere e decine di regole e procedure che incrementano fortemente i costi aziendali, dall’altro dover subire la sottrazione di movimento di gioco, raccolto da reti che operano senza dover sottostare alle stesse regole e procedure.
La “Legge Delega” in vigore da marzo prevede il riordino delle norme sui Giochi e prevede la necessità di garantire regole trasparenti ed uniformi per operare nel settore: è l’occasione definitiva per lo Stato per mettere finalmente in ordine un settore di vitale importanza per la salute pubblica e per le entrate erariali; se anche questa occasione dovesse essere sprecata, i diretti responsabili saranno chiamati a rispondere personalmente dei danni procurati agli operatori.  cz/AGIMEG

COMUNICATO STAMPA: AGìSCO: Nuovo rinvio del bando alla Corte di Giustizia, un “lasciapassare” che può dare il colpo di grazia alla rete di Stato.

AGìSCO: Nuovo rinvio del bando alla Corte di Giustizia, un “lasciapassare” che può dare il colpo di grazia alla rete di Stato.

Desta forte preoccupazione apprendere che la Corte di Cassazione Penale, dopo il Consiglio di Stato, ha formulato nuovi quesiti alla Corte di Giustizia Europea relativamente alla normativa di gara Monti prefigurando una grave incertezza della quale stanno già approfittando numerosi operatori esteri che raccolgono scommesse nel nostro paese senza i titoli richiesti.

Alla luce della situazione di emergenza che caratterizza il settore dei Giochi Pubblici nel nostro Paese, era ed è auspicabile un atteggiamento di massima attenzione e rigore interpretativo da parte della magistratura al fine di scongiurare disapplicazioni generalizzate della normativa che sanziona chi opera senza le autorizzazioni necessarie in spregio alle esigenze primarie di tutela dei consumatori e di prevenzione della degenerazione criminale.

La magistratura penale si sta assumendo la grande responsabilità di fornire un vero e proprio “lasciapassare” per tutti gli operatori che intendono sottrarsi alle regole vigenti nel nostro ordinamento a tutela degli utenti e per prevenire i fenomeni della ludopatia; sembra che i magistrati penali non prendano in alcun modo atto di quanto anche recentemente affermato dal Consiglio di Stato, in merito alla indubbia incompatibilità della modalità operativa tramite CTD (Centri Trasmissione Dati)  o CED (Centri Elaborazione Dati)  con le esigenze primarie poste a fondamento dell'art. 88 del TULPS, senza considerare che è il giudice nazionale – e non il giudice europeo – a doversi esprimere in merito, pur nel rispetto dei principi guida affermati nelle sentenze interpretative.

Inoltre si deve constatare – ancora una volta – l’inerzia, o l’inefficacia dell’azione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), ente regolatore del comparto dei Giochi Pubblici, nel diffondere presso le autorità giudiziarie locali i fondamenti e le ragioni giustificatrici della normativa vigente, mediante il più volte sollecitato coinvolgimento delle Direzioni territoriali e delle sezioni distaccate dell’Agenzia .

E’ l’intero apparato dello Stato che ha competenza sui Giochi – a partire da ADM che ha messo a bando delle concessioni che, di fatto, sono prive di valore, ai Ministeri delle Finanze, dell’Agricoltura e dell’Interno, con la mancanza di attività di tutela della propria rete di raccolta – ad essere colpevole della crisi che sta costringendo i piccoli e medi operatori Associati ad AGISCO, ma anche i grandi gruppi operanti nel settore, a tirare i remi in barca lasciando a casa migliaia di lavoratori e perdendo gli ingenti investimenti effettuati negli anni; la rete di raccolta dello Stato, costantemente e fortemente controllata dalle forze dell’ordine per tutelare – giustamente – la fede e la salute pubblica subisce la doppia pressione: da un lato dover adempiere e decine di regole e procedure che incrementano fortemente i costi aziendali, dall’altro dover subire la sottrazione di movimento di gioco, raccolto da reti che operano senza dover sottostare alle stesse regole e procedure.

La “Legge Delega” in vigore da marzo prevede il riordino delle norme sui Giochi e prevede la necessità di garantire regole trasparenti ed uniformi per operare nel settore: è l’occasione definitiva per lo Stato per mettere finalmente in ordine un settore di vitale importanza per la salute pubblica e per le entrate erariali; se anche questa occasione dovesse essere sprecata, i diretti responsabili saranno chiamati a rispondere personalmente dei danni procurati agli operatori.

Rassegna stampa: Le concessioni non servono più? Valuteremo se agire per il risarcimento degli investimenti fatti

"Le concessioni non servono più? valuteremo se agire per il risarcimento degli investimenti fatti"

“I Monopoli si sono chiusi in una nicchia, portano avanti discorsi interlocutori senza decidere nulla”.

Dura la posizione di Francesco Ginestra, presidente dell’associazione Agisco, riguardo l’immobilismo dell’amministrazione su questioni cruciali come la lotta alla rete parallela, o la tutela degli interessi del settore nel confronto con gli enti locali. “Adesso” spiega ad Agimeg, “attendono che il Ministro dell’Economia decida se affidare la delega ai giochi o meno a uno dei sottosegretari”. In particolare, l’Associazione aveva partecipato a alcuni incontri con i vertici dei Monopoli per risolvere la questione dei ced e ctd, “Gli incontri sono proseguiti, ma non si è arrivati a alcuna soluzione”.

Eppure si parlava di un progetto pilota: “I Monopoli ci avevano annunciato di aver trovato una soluzione e ci avevano detto di aver pazienza alcuni giorni. Il progetto sarebbe partito in una regione per così dire emblematica, per poi essere esteso anche al resto d’Italia. Questo succedeva a gennaio, da allora non se n’è più parlato”. Ginestra tuttavia non conferma il coinvolgimento nel progetto della UIF (l’Unità costituita dalla Banca d’Italia per indagare sulle attività di riciclaggio) che pure aveva partecipato a un incontro il 25 febbraio – presenti tra gli altri Roberto Fanelli, a capo della Direzione Centrale Tributi e Monopolio Giochi di Aams; Giancarlo Abete, presidente della Federcalcio; Andrea Abodi, presidente della Lega Serie B – per discutere di calcioscommesse e rete parallela: “I Monopoli non ci avevano spiegato i dettagli, ci hanno detto solamente di aver trovato uno strumento su cui fare leva”.

E quindi Ginestra ribadisce che “il sistema delle scommesse è vicino all’implosione, le agenzie legali ormai operano in perdita e non possono resistere oltre. Sentirò gli altri esponenti del Consiglio e visto che a quanto pare le concessioni non servono più a nessuno valuteremo se agire, con una causa civile o un arbitrato, per chiedere il risarcimento degli investimenti effettuati”. gr/AGIMEG

http://www.agimeg.it/?p=35132

Rassegna stampa: Tregua finita tra Ginestra e AAMS: “Concessioni ormai inutili, vogliamo i danni”

Tregua finita tra Ginestra e AAMS: “Concessioni ormai inutili, vogliamo i danni"

Dopo gli incontri dello scorso gennaio, sembrava che i rapporti tra AAMS e le principali organizzazioni del Betting legale si fossero un po’ rasserenati. Ma la tregua è durata poco: il presidente di Agisco (ex Assosnai) Francesco Ginestra, ha dovuto ammettere, sconsolato, che tutti i buoni propositi non hanno avuto alcuno sviluppo – promesse, parole, ma niente fatti –  e che gli scommettitori legali, titolari di Concessioni che non servono più a nulla, hanno una sola strada da percorrere:  una causa civile o un arbitrato, per chiedere il risarcimento degli investimenti effettuati. Secondo Ginestra, che nei prossimi giorni deciderà se partire con quella che potrebbe essere una clamorosa class action, spiega infatti che l’immobilismo dei Monopoli contro gli operatori paralleli rendono la scommessa legale un’attività in perdita, e che le autorità statali non sanno nemmeno tutelare gli operatori dal “dinamismo”  anti gioco degli enti locali. Quindi, le Concessioni rappresentano un costo che va risarcito, visto che l’impegno economico degli operatori non è stato tutelato. Insomma, sarà anche per la coincidenza con la vasta platea dell’Enada, ma la pace sembra davvero finita.

http://www.betonyou.it/tregua-finita-tra-ginestra-e-aamsle-concessioni-sono-inutili-chiederemo-i-danni/

ITALIA OGGI: Assosnai: abbandonati dallo stato

Assosnai: abbandonati  dallo stato

Far pagare le tasse alle agenzie prive di concessione non basta. A sostenerlo è Francesco Ginestra, presidente di Assosnai, che si batte da anni per la tutela della rete legale.

D: Ginestra, qual è l'aspetto più preoccupante della concorrenza dei Ctd esteri nei confronti delle agenzie autorizzate?

R: La mancanza di regole: noi abbiamo adempimenti gravosi e siamo giustamente controllati, i Ctd no. Il mancato pagamento delle imposte va in primo luogo a scapito dello Stato e poi anche dei singoli cittadini, che non hanno garanzie e non sono tutelati dalla legge nelle attività di gioco.

D: Dopo tre sentenze della Corte di giustizia Ue e centinaia di decisioni di tribunali nazionali, crede ancora in una soluzione?

R: Sì, ma solo se c'è davvero la volontà dello Stato di difendere il sistema concessorio. Altrimenti, dopo un indennizzo degli investimenti effettuati, passiamo tutti alle autorizzazioni. Lo squilibrio c'è anche nell'offerta di prodotti di gioco che al contrario dovrebbero essere garantiti per tutti, come ad esempio le scommesse virtuali che le agenzie estere hanno da tempo in palinsesto mentre noi le attendiamo da cinque anni. A quel punto, con pari regole, non temiamo alcuna concorrenza.

D: L'amministrazione ha puntato negli ultimi mesi sull'aspetto fiscale per colpire l'attività dei Ctd esteri: crede sia la scelta giusta?

R: Meglio di niente, anche se ciò va principalmente a vantaggio delle entrate erariali e, se davvero lo faranno, cominceranno a pagarle da oggi in avanti, mentre noi le paghiamo dal 2000. Nelle ultime dichiarazioni, il vicedirettore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli, Luigi Magistro, punta il dito solo su di noi senza prendere posizioni chiare e decise verso chi opera senza concessione: ci sentiamo abbandonati alla mercé di chi ha l'avvocato più bravo, e non parte di una rete dello Stato.

 

Intervista pubblicata il 15/07/13 su Italia Oggi

AGIPRONEWS: Scommesse estere, Sks365: “Nuovo bando di gara non basta per sanare il sistema“

Scommesse estere, Sks365: “Nuovo bando di gara non basta per sanare il sistema“

ROMA – Il bando di gara per 2000 nuove agenzie di scommesse non ha ancora “superato un eventuale controllo da parte della Corte di Giustizia Europea“, né può essere ritenuto lo strumento valido a sanare il passato. E` quanto si legge in una nota del bookmaker austriaco Sks365, che risponde così a Francesco Ginestra, presidente di Assosnai, che ieri ha commentato alcune recenti pronunce del Tribunale di Roma. Intanto anche il Tar Lazio ha respinto con sentenza il ricorso contro il bando di gara presentato proprio da Sks365.

L`operatore estero, però non ci sta e sottolinea come le criticità per gli operatori italiani siano da correlare a un`offerta che “non è concorrenziale, né a livello strategico né a livello di consumatore finale“, condizionata da modelli di business “spesso arcaici“, al punto che “alcuni operatori italiani si sono ricoperti di debiti in cerca di operazioni errate su vari mercati“.

PG/Agipro

www.agipronews.it | agipro@agipro.it

COMUNICATO STAMPA ASSOSNAI SU SENTENZA TRIBUNALE ROMA SU SKS365

COMUNICATO STAMPA

ASSOSNAI: il Tribunale di Roma prende atto delle novità normative e della nuova gara confermando il sequestro di centri collegati all'operatore Skysport365 Gmbh

In attesa che si concluda la procedura per l'assegnazione delle nuove concessioni, il mercato  delle scommesse sportive continua a presentare forti squilibri a causa della persistente operatività di centri non autorizzati che proliferano su tutto il territorio nazionale. Una recente ordinanza del Tribunale di Roma fa chiarezza sulle presunte discriminazioni di alcuni operatori esteri

ASSOSNAI – commenta il Presidente Francesco Ginestra – “ha più volte invocato iniziative fattive dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, evidenziando l'importanza di portare all'attenzione dell'autorità giudiziaria le conseguenze giuridiche della nuova gara, al fine di difendere con forza l'applicazione della normativa nazionale vigente in materia, sempre più spesso oggetto di attacchi strumentali”.

L’Associazione apprende quindi favorevolmente che il Tribunale di Roma, con ordinanze del 17/05/13 depositate il 25/05/13, ha confermato il sequestro di alcuni centri collegati all'operatore austriaco Skysport365 Gmbh, evidenziando che le previsioni del Decreto Bersani del 2006che erano entrate in contrasto, secondo le statuizioni della Corte di Giustizia, con i principi di libertà di stabilimento e libera prestazione dei servizi – sono state eliminate.

Il Collegio ha rilevato che, dall'esame del nuovo bando di gara, i principi contenuti nella legge di conversione del Decreto Fiscale, sono stati attuati e non risultano più inserite le critiche previsioni relative alla “rinuncia alle attività transfrontaliere” e alle “distanze minime”. Il Tribunale ha preso atto della domanda di partecipazione alla gara presentata dall'operatore austriaco e dei motivi di ricorso formulati avanti al Tar del Lazio avverso la gara stessa, ritenendoli elementi non risolutivi per disporre l'annullamento del decreto di sequestro mediante “disapplicazione” normativa. 

Auspico che quest’ordinanza faccia scuola” – conclude Ginestra – “perché la rete di raccolta scommesse dello Stato è al collasso, a causa di fortissimi squilibri causati dalla presenza di migliaia di punti di raccolta che operano in spregio delle nostre Leggi con condizioni economiche a loro totale vantaggio, che rendono impossibile la redditività delle nostre imprese, oltre a non garantire la tutela dei cittadini e delle entrate a favore della collettività”.


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