Agipronews: Calcioscommesse, SKS365: “Bookmaker italiani e internazionali: fronte comune contro le combine”

Calcioscommesse, SKS365: "Bookmaker italiani e internazionali: fronte comune contro le combine"

01/06/2012 Ore 10:42

Un`azione comune fra operatori italiani e internazionali per combattere il fenomeno del calcioscommesse: è quanto chiede in una nota il bookmaker SKS365. “E` arrivata l`ora di intervenire sul sistema punendo i silenzi – si legge nel comunicato – E arrivato il momento per gli operatori italiani di denunciare quanto già registrato dagli operatori internazionali. E` arrivato il momento di operare per il bene dello sport in modo collegiale azzerando la rete abusiva creata da personaggi ambigui e società prive di autorizzazioni comunitarie. E` arrivato il momento, per tutti, di spiegare i comportamenti dei propri quotisti in occasione di match caratterizzati da flussi anomali di gioco“.

SKS365 condivide l`analisi di Francesco Ginestra, presidente di Assosnai, secondo cui per avere un contrasto efficace al fenomeno delle combine “non è necessario intervenire sulle scommesse“, ma ritiene che resti fondamentale per gli scommettitori, “come stabilito dalla Corte Europea, il diritto di scegliere la miglior offerta all`interno di regole comunitarie“.

FC/Agipro

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Agipronews: Calcioscommesse, Ginestra (Assosnai): “L’illegalità non si combatte con lo stop ai campionati”

Calcioscommesse, Ginestra (Assosnai): "L'illegalità non si combatte con lo stop ai campionati"

31/05/2012 Ore 17:43

ROMA – Nessuno stop ai campionati o limitazioni alle scommesse in plainsesto, gli strumenti per contrastare il fenomeno del calcioscommesse sono già nelle mani dello Stato, che deve fare di più nel contrasto all`illegalità.

E` quanto crede Francesco Ginestra, presidente di Assosnai, che commenta la provocazione lanciata dal Presidente del Consiglio Mario Monti (“Forse ci vorrebbe la sospensione del calcio per 2-3 anni“), a cui si sono aggiunte le dichiarazioni del portiere della Nazionale, Buffon, che ha chiesto di “intervenire sul palinsesto bloccando alcune giocate“.

“Capisco lo sfogo di Monti, ma credo che non sia questa la soluzione ai problemi“ dice Ginestra ad Agipronews, “Tutti siamo innamorati dello sport, e queste vicende infrangono un sogno. La stessa scommessa, che contribuisce ad arricchire la suspance della partita, adesso è sotto accusa perché ci sentiamo ingannati – ha spiegato Ginestra – In ogni caso la posizione di Monti non è condivisibile perché lui è un uomo di Governo. E in quanto Ministro dell`Economia dovrebbe essere il primo a muoversi per tutelare il sistema. Un atteggiamento simile mi lascia sgomento“.

In merito alla proposta di intervenire sui palinsesti Ginestra non è d`accordo.

“Non si tratta di intervenire sulle scommesse, ma sulla rete illegale – ha detto il presidente di Assosnai – Esiste una rete abusiva ed è proprio lì che avvenivano le giocate sulle partite di cui si parla. Per questo chiedo al Presidente Monti e ai vertici di Aams, di agire in questo senso. Sappiamo bene che il proibizionismo non serve – ha proseguito Ginestra –  Il 90% delle giocate in Italia è sul calcio, e questo sistema, ora, è stato aggredito. A prescindere dal tipo di scommessa più o meno appetibile, bisogna agire sul sistema e tutelarlo. Non si blocca un mondo che crea erario e posti di lavoro, ma si agisce per evitare che si verifichino di nuovo simili situazioni. Anche se i siti bloccati da Aams sono più di 4mila ce ne sono tanti altri ancora visibili, e sappiamo tutti che in rete esiste il modo di aggirare i blocchi. Questo è quello che si deve evitare. Per evitare le rapine in banca non si chiudono le banche ma si rafforza la vigilanza. Dunque va bene lo sfogo di Monti ma non vedo ancora qualcuno che si sia mosso per risolvere la situazione attuale“. SA/Agipro

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Agipronews: Calcioscommesse, circuito illegale e match truccati: l’erario incassa l’11% in meno dalle puntate sul calcio

 

Calcioscommesse, circuito illegale e match truccati: l'erario incassa l'11% in meno dalle puntate sul calcio

31/05/2012 Ore 12:27

ROMA – La bufera del calcioscommesse potrebbe farsi sentire pesantemente anche nel mercato italiano del betting. È quanto ha sostenuto l`onorevole del Pdl Rocco Girlanda, che ieri ha chiesto al Ministro dell`Economia e delle Finanze in un`interrogazione parlamentare, di quantificare il danno erariale dello scandalo, in previsione di una disaffezione degli scommettitori nei confronti del prodotto scommessa. Per conoscere l`impatto delle ultime vicende (cominciate a dire il vero un anno fa), non bisogna attendere la risposta di Mario Monti. Nei primi quattro mesi del 2012 sul circuito legale italiano delle scommesse, il calcio ha raccolto puntate per 1.279 milioni di euro, in calo dell`11% rispetto allo stesso periodo del 2011, quando la raccolta è stata di 1.438 milioni di euro. Il calo delle entrate erariali, scese da 73,3 a 65,2 milioni di euro, è stato analogo in termini percentuali (-11%). Una flessione superiore a quella dell`intero settore: nel primo quadrimestre le scommesse made in Italy hanno raccolto 1.433 milioni di euro, -9,42% rispetto ai 1.583 milioni di un anno fa. Nei primi quattro mesi del 2012 la quota di mercato del calcio – pari al 92,29% del totale nel 2010 e al 90,85% nel 2011 – è scesa all`89,15%. Un crollo sul quale hanno inciso anche le notizie relative alle inchieste sui match truccati della scorsa stagione, con il coinvolgimento diretto e indiretto di ex giocatori e atleti di Serie A e Serie B. Ma non solo: il 70% delle scommesse sportive in Italia passa ancora attraverso bookmaker non regolamentati o non registrati: se il circuito legale genera un volume d`affari intorno ai 4 miliardi di euro l`anno, il movimento complessivo di gioco è di circa 12 miliardi di euro. Il dato arriva dalla Fifa e il movimento sul circuito parallelo è ritenuto un`altra delle cause della flessione per le scommesse sul calcio: nel 2011 le scommesse autorizzate hanno registrato il primo calo, dopo anni di costante crescita e consolidamento.AG/Agipro

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Agicoscommesse: ASSOSNAI, RETE PARALLELA SOTTRAE RISORSE

30-05-2012 ore 17:34 – mr

ASSOSNAI, RETE PARALLELA SOTTRAE RISORSE

Mercato legale subisce un'ulteriore batosta da "Scommessopoli", nonostante le giocate incriminate non siano passate sui circuiti autorizzati

"La mancata tutela da parte del Parlamento e di AAMS nei confronti della rete di Stato di raccolta scommesse sta portando i disastrosi effetti che temevamo. Il mercato legale del betting adesso subisce un'ulteriore batosta da "Scommessopoli", le cui numerose puntate "sporche" però – si legge in una nota di Assosnai – sono transitate quasi totalmente su siti web di bookmaker esteri non autorizzati in Italia e che, pertanto, sfuggono ai controlli di noi operatori sul territorio e a quello di Sogei/AAMS". Questa è la principale preoccupazione di Francesco Ginestra, Presidente di Assosnai, associazione rappresentativa degli interessi di centinaia di concessionari e gestori di locali scommesse. Da quando le scommesse sono legali in Italia questa è la prima volta che viene sospettata una così fitta rete di combine e di coinvolgimento di sportivi e dirigenti delle società di calcio: una con-causa è il dilagare di centri non autorizzati da AAMS per la raccolta delle scommesse, che operano senza concessione, sfuggono ad ogni controllo ed offrono quote più allettanti rispetto alla rete AAMS, poiché non devono sottostare all'elevata imposizione fiscale italiana sul gioco raccolto che grava sulle imprese. Questi soggetti, in virtù del diritto comunitario, scavalcano la normativa nazionale e operano in Italia sottraendo risorse alle nostre imprese ed all'erario, senza fornire le stesse garanzie che offre lo Stato allo scommettitore. "I numeri lo dimostrano. Il settore delle scommesse legali, che muove un mercato da circa 4 miliardi di euro l'anno – prosegue Ginestra – sta inesorabilmente collassando: le agenzie certificate dai Monopoli sono sopraffatte dalla sleale concorrenza dei soggetti non autorizzati e sono destinate a chiudere con la conseguente perdita di numerosi posti di lavoro". E ancora, prosegue la nota, "Scommessopoli è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso e si sta facendo sentire pesantemente anche nel mercato italiano del betting: nei primi quattro mesi del 2012 la rete AAMS ha avuto un crollo del 9,42% rispetto allo stesso periodo del 2011. Se poi a ciò aggiungiamo quanto riportato in questi giorni da numerosi organi di informazione, ovvero che solo il 30% delle scommesse sportive viene raccolto nei nostri locali, allora i presunti ulteriori 8 miliardi di movimento di gioco navigano sul circuito parallelo, portando allo sbando le nostre imprese e la tutela dello Stato. Tutto ciò non fa che alimentare uno scenario ben poco confortante che deve portare lo Stato a prendere una decisione, perché rimanere in costante bilico tra normativa nazionale ed europea crea solo confusione e spalanca le porte a chi opera senza seguire le nostre stesse regole, imposte dallo Stato; se la strada è quella di doversi adeguare alla normativa europea, come ormai ciclicamente ci viene quasi "imposto" dalla Corte di Giustizia UE, allora che ci si adegui, ma in tutto e per tutto. Se non si rivede l'intero modello di gestione del comparto, ristabilendo gli equilibri tra autorizzati e non – conclude Ginestra – c'è poca speranza di salvare il settore dal completo sfacelo e lo Stato perderà più volte: dalle mancate entrate erariali, al dilagare della ludopatia con i conseguenti costi sociali, alle richieste di danni degli operatori costretti a fallire per la mancata tutela del settore".

GiocoNews: Ginestra (Assosnai): “Rete di gioco non autorizzata sottrae risorse al mercato legale e non tutela scommettitore”

Ginestra (Assosnai): "Rete di gioco non autorizzata sottrae risorse al mercato legale e non tutela scommettitore"

Scritto da Sm

“La mancata tutela da parte del Parlamento e di Aams nei confronti della rete di Stato di raccolta scommesse sta portando i disastrosi effetti che temevamo. Il mercato legale del betting adesso subisce un’ulteriore batosta da “Scommessopoli”, le cui numerose puntate “sporche” però sono transitate quasi totalmente su siti web di bookmaker esteri non autorizzati in Italia e che, pertanto, sfuggono ai controlli di noi operatori sul territorio e a quello di Sogei/Aams”. Questa è la principale preoccupazione di Francesco Ginestra, Presidente di Assosnai, associazione rappresentativa degli interessi di centinaia di concessionari e gestori di locali scommesse.

Da quando le scommesse sono legali in Italia questa è la prima volta che viene sospettata una così fitta rete di combine e di coinvolgimento di sportivi e dirigenti delle società di calcio: una concausa è il dilagare di centri non autorizzati da Aams per la raccolta delle scommesse, che operano senza concessione, sfuggono ad ogni controllo ed offrono quote più allettanti rispetto alla rete Aams, poiché non devono sottostare all’elevata imposizione fiscale italiana sul gioco raccolto che grava sulle imprese. Questi soggetti, in virtù del diritto comunitario, scavalcano la normativa nazionale e operano in Italia sottraendo risorse alle nostre imprese ed all’erario, senza fornire le stesse garanzie che offre lo Stato allo scommettitore.

“I numeri lo dimostrano. Il settore delle scommesse legali, che muove un mercato da circa 4 miliardi di euro l’anno – prosegue Ginestra – sta inesorabilmente collassando: le agenzie certificate dai Monopoli sono sopraffatte dalla sleale concorrenza dei soggetti non autorizzati e sono destinate a chiudere con la conseguente perdita di numerosi posti di lavoro”. “Scommessopoli è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso e si sta facendo sentire pesantemente anche nel mercato italiano del betting: nei primi quattro mesi del 2012 la rete Aams ha avuto un crollo del 9,42% rispetto allo stesso periodo del 2011. Se poi a ciò aggiungiamo quanto riportato in questi giorni da numerosi organi di informazione, ovvero che solo il 30% delle scommesse sportive viene raccolto nei nostri locali, allora i presunti ulteriori 8 miliardi di movimento di gioco navigano sul circuito parallelo, portando allo sbando le nostre imprese e la tutela dello Stato. 

Tutto ciò non fa che alimentare uno scenario ben poco confortante che deve portare lo Stato a prendere una decisione, perché rimanere in costante bilico tra normativa nazionale ed europea crea solo confusione e spalanca le porte a chi opera senza seguire le nostre stesse regole, imposte dallo Stato; se la strada è quella di doversi adeguare alla normativa europea, come ormai ciclicamente ci viene quasi “imposto” dalla Corte di Giustizia UE, allora che ci si adegui, ma in tutto e per tutto. Se non si rivede l’intero modello di gestione del comparto, ristabilendo gli equilibri tra autorizzati e non – conclude Ginestra – c’è poca speranza di salvare il settore dal completo sfacelo e lo Stato perderà più volte: dalle mancate entrate erariali, al dilagare della ludopatia con i conseguenti costi sociali, alle richieste di danni degli operatori costretti a fallire per la mancata tutela del settore”

Agripronews: Calcioscommesse, Ginestra (Assosnai): “Rete legale poco tutelata, effetti sono disastrosi”

Calcioscommesse, Ginestra (Assosnai): "Rete legale poco tutelata, effetti sono disastrosi"

30/05/2012 Ore 17:24

ROMA – “La mancata tutela da parte del Parlamento e di Aams nei confronti della rete di Stato di raccolta scommesse sta portando i disastrosi effetti che temevamo. Il mercato legale del betting adesso subisce un`ulteriore batosta da `Scommessopoli`, le cui numerose puntate `sporche` però sono transitate quasi totalmente su siti web di bookmaker esteri non autorizzati in Italia e che, pertanto, sfuggono ai controlli di noi operatori sul territorio e a quello di Sogei/Aams“. Questa è la principale preoccupazione di Francesco Ginestra, Presidente di Assosnai, associazione rappresentativa degli interessi di centinaia di concessionari e gestori di locali scommesse. Da quando le scommesse sono legali in Italia questa è la prima volta che viene sospettata una così fitta rete di combine e di coinvolgimento di sportivi e dirigenti delle società di calcio:  una con-causa è il dilagare di centri non autorizzati da AAMS per la raccolta delle scommesse, che operano senza concessione, sfuggono ad ogni controllo ed offrono quote più allettanti rispetto alla rete Aams, poiché non devono sottostare all`elevata imposizione fiscale italiana sul gioco raccolto che grava sulle imprese. Questi soggetti, in virtù del diritto comunitario, scavalcano la normativa nazionale e operano in Italia sottraendo risorse alle nostre imprese ed all`erario, senza fornire le stesse garanzie che offre lo Stato allo scommettitore.“I numeri lo dimostrano. Il settore delle scommesse legali, che muove un mercato da circa 4 miliardi di euro l`anno – prosegue Ginestra – sta inesorabilmente collassando: le agenzie certificate dai Monopoli sono sopraffatte dalla sleale concorrenza dei soggetti non autorizzati e sono destinate a chiudere con la conseguente perdita di numerosi posti di lavoro“.

“Scommessopoli è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso e si sta facendo sentire pesantemente anche nel mercato italiano del betting: nei primi quattro mesi del 2012 la rete Aams  ha avuto un crollo del 9,42% rispetto allo stesso periodo del 2011. Se poi a ciò aggiungiamo quanto riportato in questi giorni da numerosi organi di informazione, ovvero che solo il 30% delle scommesse sportive viene raccolto nei nostri locali, allora i presunti ulteriori 8 miliardi di movimento di gioco navigano sul circuito parallelo, portando allo sbando le nostre imprese e la tutela dello Stato. Tutto ciò non fa che alimentare uno scenario ben poco confortante che deve portare lo Stato a prendere una decisione, perché rimanere in costante bilico tra normativa nazionale ed europea crea solo confusione e spalanca le porte a chi opera senza seguire le nostre stesse regole, imposte dallo Stato; se la strada è quella di doversi adeguare alla normativa europea, come ormai ciclicamente ci viene quasi “imposto“ dalla Corte di Giustizia UE, allora che ci si adegui, ma in tutto e per tutto. Se non si rivede l`intero modello di gestione del comparto, ristabilendo gli equilibri tra autorizzati e non – conclude Ginestra – c`è poca speranza di salvare il settore dal completo sfacelo e lo Stato perderà più volte: dalle mancate entrate erariali, al dilagare della ludopatia con i conseguenti costi sociali, alle richieste di danni degli operatori costretti a fallire per la mancata tutela del settore“.

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Comunicato Stampa: ASSOSNAI – LA RETE DI GIOCO NON AUTORIZZATA SOTTRAE RISORSE AL MERCATO LEGALE E NON TUTELA LO SCOMMETTITORE

ASSOSNAI – LA RETE DI GIOCO NON AUTORIZZATA SOTTRAE RISORSE AL MERCATO LEGALE E NON TUTELA LO SCOMMETTITORE

Roma, 30 maggio 2012

“La mancata tutela da parte del Parlamento e di AAMS  nei confronti della rete di Stato di raccolta scommesse sta portando i disastrosi effetti che temevamo. Il mercato legale del betting adesso subisce un’ulteriore batosta da “Scommessopoli”, le cui numerose puntate “sporche” però sono transitate quasi totalmente su siti web di bookmaker esteri non autorizzati in Italia e che, pertanto, sfuggono ai controlli di noi operatori sul territorio e a quello di Sogei/AAMS”. Questa è la principale preoccupazione di Francesco Ginestra, Presidente di Assosnai, associazione rappresentativa degli interessi di centinaia di concessionari e gestori di locali scommesse.

Da quando le scommesse sono legali in Italia questa è la prima volta che viene sospettata una così fitta rete di combine e di coinvolgimento di sportivi e dirigenti delle società di calcio:  una con-causa è il dilagare di centri non autorizzati da AAMS per la raccolta delle scommesse, che operano senza concessione, sfuggono ad ogni controllo ed offrono quote più allettanti rispetto alla rete AAMS, poiché non devono sottostare all’elevata imposizione fiscale italiana sul gioco raccolto che grava sulle imprese. Questi soggetti, in virtù del diritto comunitario, scavalcano la normativa nazionale e operano in Italia sottraendo risorse alle nostre imprese ed all’erario, senza fornire le stesse garanzie che offre lo Stato allo scommettitore.

“I numeri lo dimostrano. Il settore delle scommesse legali, che muove un mercato da circa 4 miliardi di euro l’anno – prosegue Ginestra – sta inesorabilmente collassando: le agenzie certificate dai Monopoli sono sopraffatte dalla sleale concorrenza dei soggetti non autorizzati e sono destinate a chiudere con la conseguente perdita di numerosi posti di lavoro”.

“Scommessopoli è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso e si sta facendo sentire pesantemente anche nel mercato italiano del betting: nei primi quattro mesi del 2012 la rete AAMS  ha avuto un crollo del 9,42% rispetto allo stesso periodo del 2011. Se poi a ciò aggiungiamo quanto riportato in questi giorni da numerosi organi di informazione, ovvero che solo il 30% delle scommesse sportive viene raccolto nei nostri locali, allora i presunti ulteriori 8 miliardi di movimento di gioco navigano sul circuito parallelo, portando allo sbando le nostre imprese e la tutela dello Stato.

Tutto ciò non fa che alimentare uno scenario ben poco confortante che deve portare lo Stato a prendere una decisione, perché rimanere in costante bilico tra normativa nazionale ed europea crea solo confusione e spalanca le porte a chi opera senza seguire le nostre stesse regole, imposte dallo Stato; se la strada è quella di doversi adeguare alla normativa europea, come ormai ciclicamente ci viene quasi “imposto” dalla Corte di Giustizia UE, allora che ci si adegui, ma in tutto e per tutto. Se non si rivede l’intero modello di gestione del comparto, ristabilendo gli equilibri tra autorizzati e non – conclude Ginestra – c’è poca speranza di salvare il settore dal completo sfacelo e lo Stato perderà più volte: dalle mancate entrate erariali, al dilagare della ludopatia con i conseguenti costi sociali, alle richieste di danni degli operatori costretti a fallire per la mancata tutela del settore”.

Ufficio stampa ASSOSNAI

T. 06.68395053

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Agipronews: Calcioscommesse, circuito illegale e match truccati: in Italia crollano le puntate sul calcio

 

Calcioscommesse, circuito illegale e match truccati: in Italia crollano le puntate sul calcio

28/05/2012 Ore 14:35

ROMA – La bufera del calcioscommesse si fa sentire pesantemente anche nel mercato italiano del betting. Nei primi quattro mesi del 2012 sul circuito legale sono stati scommessi 1.279 milioni di euro, in calo dell`11% rispetto allo stesso periodo del 2011, quando la raccolta è stata di 1.438 milioni di euro. Una flessione superiore a quella dell`intero settore: nel primo quadrimestre le scommesse made in Italy hanno raccolto 1.433 milioni di euro, -9,42% rispetto ai 1.583 milioni di un anno fa.

Nei primi quattro mesi del 2012 la quota di mercato del calcio – pari al 92,29% del totale nel 2010 e al 90,85% nel 2011 – è scesa all`89,15%. Un crollo sul quale hanno inciso anche le notizie relative alle inchieste sui match truccati della scorsa stagione, con il coinvolgimento diretto e indiretto di ex giocatori e atleti di Serie A e Serie B.

Ma non solo: il 70% delle scommesse sportive in Italia passa ancora attraverso bookmaker non regolamentati o non registrati: se il circuito legale genera un volume d`affari intorno ai 4 miliardi di euro l`anno, il movimento complessivo di gioco è di circa 12 miliardi di euro. Il dato arriva dalla Fifa e il movimento sul circuito parallelo è ritenuto un`altra delle cause della flessione per le scommesse sul calcio: nel 2011 le scommesse autorizzate hanno registrato il primo calo, dopo anni di costante crescita e consolidamento.

PG/Agipro

News: La Repubblica: Lo scommettitore

 

La Repubblica – edizione nazionale- pagina 49 – Mercoledì 30 maggio 2012

LO SCOMMETTITORE

DI: GIANLUCA MORESCO – CORRADO ZUNINO

Lo scandalo delle combine nei campionati di calcio alza il velo sul mondo delle puntate sportive in Italia. Sempre meno legali e sempre più clandestine

Nei primi quattro mesi del 2012 sul circuito legale sportivo sono stati puntati 1,279 miliardi di euro. È una cifra poderosa, ma in calo dell'11% rispetto allo stesso periodo del 2011. Il calcioscommesse deprime le scommesse (lecite) sul calcio. Ed è l'intero comparto delle scommesse sportive che fa registrare un'evidente flessione: 1,433 miliardi raccolti, -9,42% rispetto ai primi quattro mesi dell'anno scorso.
Se si va in dettaglio sulle discipline, il calcio resta prepotentemente il gioco più puntato, ma fino al 2010 era sopra il 90% (92,29%), ora è un po' sotto (89,15%).La poca credibilità del nostro football è una prima risposta a questa decrescita, poi c'è la crisi economica che non mostra luci in fondo.
Se il calcio declina – -11 per cento anno su anno, abbiamo visto – il resto dello sport crolla. La spesa in termini di scommesse generali è in calo rispetto ad aprile 2011 del 29,1%. Nei primi quattro mesi del 2012 gli italiani hanno investito 1,443 miliardi con una spesa effettiva pari a 302,4 milioni di euro (1,131 miliardi sono stati restituiti sotto forma di vincite). E a leggere i dati dalle regioni si scopre un sinistro parallelo tra legale e illegale: in Campania il fatturato 2011 è stato superiore ai 536 milioni, in Lombardia pari a 372 milioni, nel Lazio 339 milioni. Quindi la Puglia, 246 milioni. Su questi quattro territori essenzialmente stanno indagando le tre procure del calcioscommesse (Cremona, Napoli e Bari).

Nel 2011 le scommesse autorizzate hanno registrato il primo calo, dopo anni di costante crescita e consolidamento. Nel 2012, per le molte ragioni che abbiamo visto, sono andate in picchiata. Sul fronte del gioco regolare ma non regolarizzato la "sentenza Stanley" (la concessione europea che consente a un provider registrato a Malta di aprire corner telematici in Italia senza chiedere permesso ai nostri Monopoli né pagare tasse da noi) ha reso il sistema delle scommesse una babele: chi non paga tasse, è ovvio, può offrire quote più alte. Di più. Il sommerso nelle puntate sul calcio è impressionante. 

Non è vero che la regolamentazione del gioco, la moltiplicazione dei premi e delle possibilità (gli "over" che stanno alla base degli ultimi scandali), abbiano fatto emergere scommettitori e giocate. Seguendo dati resi pubblici dalla Fifa, il 70% delle puntate sportive in Italia passa ancora attraverso bookmaker non registrati. Se il circuito legale genera un volume d'affari intorno ai4 miliardi di euro l'anno, il movimento complessivo è di 12 miliardi, tre volte tanto. Esiste una ramificata rete di allibratori clandestini che si muove tra gli ippodromi e le vicinanze delle sale corse, di bookmaker non autorizzati che agganciano gli scommettitori via web fornendo quote più accattivanti e rialzate. 

Nel dossier "Azzardopoli" di Libera, presentato a gennaio, emerge poi come il gioco illegale in mano alle organizzazioni criminali valga 10 miliardi e coinvolga 41 clan tra mafia, camorra e 'ndrangheta. Ecco, il gioco (lecito) tira ancora in Italia, produce introiti soprattutto per i grandi concessionari e l'Erario, ma nelle ultime due stagioni non ha premiato le scommesse classiche, quelle nelle agenzie e nei corner. È cresciuto l'online, il 31 per cento delle scommesse ormai viaggia in digitale, ma è scesa la frequentazione del punto pubblico. Gli italiani sempre più si affidano alle giocate di fortuna pura (videolotteries e slot machine d'ultima generazione) perdendo il gusto per la conoscenza e la previsione. Sale, in controtendenza, il poker online, gioco pur sempre di abilità. A fronte di un mercato globale che ha chiuso il 2011 toccando i 79,9 miliardi di raccolta, primato di sempre, le puntate sulle partite di calcio, di basket, di volley hanno subito una forte erosione da parte dei giochi concorrenti. È stata la stessa industria del gaming nazionale a cambiare strategie e a marginalizzare nel tempo la scommessa sportiva. 

L'industria si è rivolta a mercati più redditizi, meno soggetti a condizionamenti. Sale bingo, schedine del Superenalotto, lotterie istantanee, Win for Life, room dedicate a videolotteries e slot machine, poker cash e in formula torneo, rosso e nero sul computer, black jack con un croupier che interagisce attraverso la tv. È come se il Paese intero, lasciando vecchi e più recenti "picchetti", si fosse trasformato alla velocità dell'espansione della cultura internet in una gigantesca casa da gioco. Grande come uno schermo. Ed è solo l'inizio. Gli esperti di marketing, gli ingegneri informatici, i disegnatori grafici stanno lavorando sulle applicazioni per smartphone e tablet. Con il cellulare puoi chiamare, mandare una mail e puntare sulla partita che si giocherà entro dieci minuti.

La ricerca di nuove idee, o di idee scopiazzate dagli altri Paesi, per portare soldi allo Stato resta alta. Alla fine dell'anno nascerà la Borsa delle scommesse, il "Betting exchange". Utilizzando una piattaforma digitale gli scommettitori potranno scegliere se piazzare una puntata o diventare loro stessi bookmakers presentando in prima persona una quota sul match. Si sottoporranno a un nuovo rischio e dovranno prendere confidenza con la variazione dei flussi, l'analisi dei grafici, le operazioni di ricopertura, questioni finora riservate alle operazioni finanziarie. La scommessa minima sarà fissata a 50 centesimi, la vincita massima sarà a quota 10 mila euro. «Il Betting exchange è uno strumento fondamentale per evidenziare eventuali anomalie nei flussi di gioco», spiega Massimiliano Bancora, amministratore delegato di Betfair Italia, azienda leader mondiale in questa particolare puntata. «Abbiamo contratto accordi ufficiali con cinquanta federazioni sportive europee mondiali. Fifa e Comitato olimpico controlleranno costantemente il fenomeno del gioco illegale e noi potremo collaborare più strettamente con le procure italiane segnalando con tempestività problemi rilevati nel flusso delle scommesse». Il Betting Exchange, la Borsa, ci farà somigliare sempre più agli scommettitori anglosassoni.

La direzione di marcia è quella: giocate su tutto.

Dall'Unione europea è appena arrivata l'autorizzazione alle scommesse virtuali: partite generate dal computer, corse di cani o di cavalli lunghe due minuti. Anche cinquecento eventi al giorno. Un euro per giocare, vincita fino al 90 per cento e, al massimo, di 10 mila euro. Ancora, entro tre mesi Bruxelles potrebbe dare il via alle scommesse sullo spettacolo e il costume, sul gossip. Oggi esistono alcune finestre extra-sportive dettate dai Monopoli di Stato: il Festival di Sanremo, le elezioni americane. Dal prossimo autunno il puntatore potrà personalizzare il suo palinsesto quotidiano.

Le ultime tre settimane di giugno saranno decisive per i fatturati annuali delle aziende di betting, gli Europei di calcio in Ucraina e Polonia. Si parte dall'ultimo primato per cercare di superarlo: 211.075.301 euro giocati in Italia nel 2008 sulla manifestazione continentale che si disputò in Austria e Svizzera. 

Nell'attesa l'Assosnai, sindacato che cura gli interessi dei piccoli e medi operatori, denuncia la liquefazione del punto scommessa italiano, l'altra faccia del virtuale che avanza, del gioco solitario e notturno. «Siamo stretti tra una concorrenza non regolamentata sempre più aggressiva e i troppi oneri richiesti», dice il presidente Francesco Ginestra. «Entro l'autunno due terzi delle nostre agenzie chiuderanno». Sono lavoro per 13 mila persone, indotto compreso.

News: Sole 24 ore – Puntate legali, a rischio un mercato da sei miliardi

Il sole 24 ore –  Pag. 18 – mercoledì 30 maggio 2012

Puntate legali, a rischio un mercato da sei miliardi

Di: Marco Bellinazzo

La crisi di fiducia che monta nei confronti del mondo del calcio potrebbe mettere a repentaglio le entrate di un settore, quello delle scommesse sportive, che muove oltre sei miliardi di euro all’anno.

Tra gli operatori del betting sportivo (sono più di 8 mila i concessionari ufficiali e un migliaio almeno i "centri" non autorizzati),  pur estranei alle combine e agli illeciti svelati dalle inchieste della Procura di Cremona (e dalle altre che stanno indagando su scandali analoghi), è questa la  preoccupazione principale in questi giorni di bufera giudiziaria sul calcioscommesse. Non a caso, si fa notare, le puntate "sporche" transitavano su siti asiatici che sfuggono al controllo dei Monopoli di Stato.

A differenza che nel resto d’Europa, in Italia il sistema delle scommesse, liberalizzato dalla fine degli anni Novanta, è centralizzato e viene gestito, per quanto riguarda la definizione del palinsesto e la verifica della regolarità delle giocate, proprio dall’Amministrazione autonoma dei Monopoli. Nel circuito "ufficiale" operano circa 8 mila titolari di concessioni rilasciare in due tranche: un migliaio bandite nel 1999(e in scadenza il prossimo 30 giugno) e 7mila messe al bando con il decreto Bersani del 2006.

Queste agenzie raccolgono giocate per circa quattro miliardi all’anno (oltre il90% relative a match di calcio), con vincite pari a tre miliardi e un incasso netto quindi di 911 milioni. Questo è stato il bilancio del 2011, mentre nel primo trimestre 2012 sono state fatte giocate per oltre un miliardo (si veda più nel dettaglio il grafico in alto).

Accanto alle agenzie "certificate" dai Monopoli ci sono però altri operatori, che già erano attivi nel 2006 ma che non hanno partecipato al bando Bersani. Parliamo di soggetti come Stanleybet e l’austriaca Goldbet che in virtù di licenze rilasciate dai rispettivi paesi operano in Italia non su internet (non essendo titolari di concessione i rispettivi siti non sono accessibili) ma attraverso Ctd (centri di trasmissione dati). Stanley, per esempio, ne ha 200, Goldbet circa 700. Questi Ctd, per i quali in mancanza della concessione dei Monopoli non è stata rilasciata una licenza di pubblica sicurezza, in pratica provvedono a raccogliere le proposte di scommesse per poi inviarle alla casa madre, con flussi stimati in almeno due miliardi di euro all’anno. I locali delle agenzie non autorizzate dai Monopoli vengono spesso posti sotto sequestro, con conseguente ricorso al Tar da parte dei titolari e instaurarsi di un contenzioso amministrativo e penale già sfociato in alcune decisioni della Corte di Giustizia Ue che ha censurato il regime italiano, giudicandolo lesivo della concorrenza e troppo protezionistico.

L’ultimo avvertimento dei giudici di Lussemburgo è arrivato il 16 febbraio scorso con la sentenza Costa-Cifone (cause riunite C-72/10eC-77/10)nella quale è stato "bacchettato" il decreto Bersani del 2006 (Dl 223) con il quale, nel tentativo di prevenire una condanna certa da parte dell’Europa (di lì a pochi mesi la sentenza Placanica del 2007 avrebbe dichiarato l’illegittimità del sistema italiano di affidamento delle concessioni che escludeva le società di capitali quotate), erano stati introdotti ulteriori paletti territoriali. I nuovi punti vendita, stabilisce infatti l’articolo 38 del Dl 223, devono rispettare una distanza minima da quelli già esistenti e non possono superare un certo numero massimo per comune. Questi limiti, come ha precisato la Corte Ue con la sentenza Costa-Cifone, non sono compatibili con il diritto comunitario. Con la conseguenza che il Governo italiano deve rivedere il modello di gestione del comparto. Un intervento profilato nel Decreto sulle semplificazioni fiscali che ha dato mandato ai Monopoli di mettere al bando, entro il 31 luglio 2012, ulteriori 2mila punti vendita (base d’asta 11mila euro) con l’obiettivo di riordinare il sistema e "sanare" la posizione degli operatori comunitari. A patto che gli italiani abbiano ancora voglia di scommettere sul pallone.


I due circuiti

Il circuito ufficiale 

Nel circuito "ufficiale" operano circa 8 mila titolari di concessioni rilasciate in due tranche: un migliaio bandite nel 1999 (e in scadenza il prossimo 30 giugno) e 7 mila messe al bando con il decreto Bersani del 2006.  Queste agenzie nel 2011 hanno raccolto puntate per circa quattro miliardi (oltre il 90% relative a match di calcio), con vincite pari a tre miliardi e un incasso netto quindi di 911 milioni. 

Il circuito non ufficiale

Accanto alle agenzie "certificate" dai Monopoli ci sono altri soggetti, come Stanleybet e Goldbet, che non essendo titolari di concessione operano in Italia in virtù di licenze rilasciate dai rispettivi paesi attraverso Ctd (centri di trasmissione dati)


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